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Pov.Joshua

Avevo accompagnato Carlotta da Amanda, contro il mio volere, che sia ben chiaro.
Non la sopportavo, era così...perfettina, sempre impeccabile, una bambola di porcellana. E quel modo di portarsi indietro i capelli, con il gesto della mano. La tipica che se la tira, ed averla a stretto contatto ogni dannato giorno della mia vita, non aiutava.

Per qualche logica a me non così logica, le nostre mamme si adoravano, i nostri padri rimembravano i tempi andati, e a me toccava sopportare la figlia di Anny ed Anthony, e cavolo erano anche dei genitori forti, nulla a che vedere con il soggetto con cui avevo a che fare.

Vero che amavo prenderla in giro, e vedere le sue guance tingersi di rosa, quando la mettevo in soggezione, e subito dopo tornare stizzita ed acida. Come in quel momento, camminando all'indietro, alzandomi il dito medio con tanto di galanteria, vedendo il vestito svolazzare leggermente, per riposarsi sulle sue gambe snelle.

"Allora che ne pensi?" Proruppe David, mentre ero steso sul letto, intento a lanciare la palla da basket contro il muro, per riprenderla tra le mani.

"Su cosa?" Alzai il mento senza guardarlo, continuando a far rimbalzare la palla.

"Su Carlotta. Stai ascoltando?" Chiese, parandosi al mio lato, riprendendo la palla tra le mani, balzando a sedere sul letto.

"Dai. Ma sei serio?" Lo guardai con sdegno, facendo una faccia alquanto disgustata, al pensiero del mio migliore amico con quella snob spocchiosa.

"Cazzo Josh. Mi piace da impazzire. Ma non te ne rendi conto di quanto è bella? Quando mi guarda con quegli occhi azzurri, e quei capelli che profumano di gelsomino, e..." lo fermai lanciandogli la palla sullo stomaco, vedendolo spalancare la bocca.

"Cavolo ma ti senti amico? Sei così sdolcinato. I capelli, gli occhi, e cose melense che mi fanno venire il voltastomaco" elargii, vedendolo guardarmi in modo truce, passandosi una mano tra i capelli neri corvino.

Non capivo per quale motivo David fosse ossessionato da Carlotta. Poteva avere tutte le ragazze che voleva, ed invece proprio lei, la secchiona spocchiosa.
Prese un sospiro annuendo.
"Hai ragione. È solo che è la figlia dei migliori amici dei tuoi genitori. la conosci meglio di me, quindi voglio dei consigli. Vorrei sapere cosa gli piace, e chiederle di uscire. E poi chi lo sa..." innalzò il sopracciglio, facendo un sorrisetto laterale, mentre sbottai a ridere.

"Non farti strane idee. E l'immacolata concezione. E comunque ti dirò tre semplici parole. Rosa, moda, libri romantici. Ecco la vita interessante di Carlotta. Ora andiamo a fare due tiri o non rispondo di me. Stasera esco con Madison" mi alzai dal letto, riprendendo la palla, scendendo le scale.

"Non ci credo. Madison Silver?" Domandò con voce vibrante e lo sguardo incredulo. Avviandoci in giardino.

"Certo. C'è la festa a casa di Callum, quindi mi vuole come accompagnatore. Potresti portare Carlotta la Spocchiosa" rivelai beffeggiatore, togliendomi la maglia, palleggiando, per poi passarla a David che fece canestro, andando a dargli una pacca sulla spalla.

"Che cazzo di grande idea. Ma come faccio?" Chiese, passandomi la palla, roteandola su l'indice.

Ci pensai su quando mi venne in mente, che era da Amanda. Sicuramente a vedere film da beta melensi.
"È dalla tua vicina Amanda. Aspetta le mando un messaggio" affermai vedendolo annuire, estraendo il cellulare dal pantalone.

Carlottina, esci fuori con Amanda, devo parlarti. Xoxo snob.

Sorrisi inviandogli il messaggio, benché sapeva perfettamente che la prendevo in giro. Quando David mi guardò, nel mentre mi arrivò la sua risposta.

Carlotta
Arriviamo...ah, fanculo Joshua. Xoxo.

Che stronza. Era perfettina, secchiona ed anche ribelle. Non credo che sarebbe stata un'impresa semplice per David. Ma era giusto che lo capisse da solo a cosa stava andando incontro.

Le guardai arrivare verso di noi, mentre si alzò i capelli castani in alto, facendosi uno chignon alla meno peggio, con alcune ciocche che le incorniciavano il volto ovale.

"Allora? Sono qui parla, e non ho tempo da..." non la lasciai finire che la spinsi poggiando le mani sulla schiena, verso il retro del giardino.
Mentre David e Amanda si salutarono in cagnesco, sentendoli.

"Ciao Spenser, bella gonna" si beffeggiò David e potevo immaginare che si passasse il pollice sul labbro da vero bastardo.

"Ciao Jackson" vidii Amanda incrociare le braccia al petto, spazientita, girando lo sguardo dall'altra parte. Mentre Carlotta mi tirò un pugno sul petto, riportandomi al motivo per cui eravamo lì.

"Il tuo cervello si è sconnesso? Ah no scusa, non è mai stato collegato" elargì con un sorrisetto sfacciato, mentre sorrisi, vedendola corrucciarsi. Non si aspettava che ridevo ad una delle sue brillanti battute.

"Questa era buona. Comunque stasera ci sarà la festa da Callum, e David vorrebbe accompagnarti" le dissi sincero, senza troppi giri di parole, vedendola sgranare i grandi occhi azzurri.

"Scherzi?" Piegò la testa di lato, rimpicciolendo gli occhi con uno sguardo confuso, portandosi una mano sul fianco.

Scossi la testa, gettando un'occhiata a David che palleggiava e faceva canestro da solo, mentre Amanda attendeva impaziente.
"No non scherzo. Dovresti provare, ti prego" la supplicai con lo sguardo, mettendo su la miglior faccia dolce che potevo.

Gettò un'occhiata al mio petto, vedendo le sue guance colorarsi violentemente, per poi tornare su i miei occhi, rivelando un sorriso sfacciato.
"Si, perché no" affermò soddisfatta, mentre innalzai un sopracciglio. Era stato più facile del previsto, quando feci spallucce per tornare da David mi fermò, parandosi di fronte a me.
"Ma..." iniziò a dire, togliendosi l'elastico dai capelli, giocandoci tra le dita, abbassando lo sguardo su il suo intreccio fatto di dita ed elastico, prima di ricominciare a parlare.
"Domani sera porterai Amanda al cinema, o a mangiare una pizza" finì entusiasta, portandosi entrambi le mani sulle anche.

Mentre scoppiai in una fragorosa risata, gettando la testa all'indietro, guardandola storcere le labbra, con uno sguardo torvo e serio.
"Ma che cazzo. Non stavi scherzando?" Le domandai, dilatando le pupille, guizzando lo sguardo su Amanda. Non era brutta ma non era il mio tipo. I capelli lisci ramati fermati da un fermaglio, piccole lentiggini carine a dire il vero, a costellare gli zigomi e il naso piccolo e aggraziato, e due occhi verdi con folte ciglia. Se solo non si sarebbe vestita peggio di mia zia Giulia.

"Ehi. Allora?" Mi schioccò due dita davanti, scocciata, sbuffando.

"No Carly, non farmi questo. Cioè è simpatica, carina, ma si veste in modo terribile. Peggio di te, il che è grave" sbottai, vedendola ridurre gli occhi azzurri luminosi, in due fessure talmente strette che se non fosse stata incazzata, avrei creduto che dormisse in piedi. Per poi portare due palmi sul mio petto, spintonandomi.
Guardandomi, vedendo le sue mani attaccate al mio petto, staccandole subito come se avesse preso la scossa, pulendosi sul vestito come se fosse schizzinosa. Che snob.

"Bene, peggio per te. Ah scusa, per David" rivelò con un sorriso da saccente sfacciata, tirandosi indietro i capelli, con un gesto della mano.
Finché non mi passai una mano su i capelli furioso, attirandola per il polso, contro il mio petto, non volendo.
"Staccati da me" irruppe, allontanandosi, scuotendosi. Ma che cazzo di problemi aveva?!

"Con molto piacere, principessa" formulai un finto inchino, ridendo sotto i baffi.

"Carlyyyy" gridò Amanda, con una voce capace di far tremare i muri.

"Sì o no? Prendere o lasciare? Io stasera con David, tu domani con Amanda" mi diede un ultimatum, mettendomi davanti ad un bivio. E ne sembrava pienamente soddisfatta di tutta questa situazione.

Sbuffai, roteando gli occhi. E pensare che lo stavo facendo solo per il cazzone del mio migliore amico.
"Va bene" affermai asettico, con poca voglia e zero gioia, vedendola tendermi la mano piena di braccialetti con il suo nome, alcuni con ciondoli ed altri della fortuna multicolore, stringendola tra la mia.

Guardandola ritornare da Amanda, avviandosi verso David, mentre Amanda arricciò il naso, come se non capisse.

"Stasera alla festa, puntuale" rivelò vedendo David, guardarmi per poi spostare di nuovo lo sguardo verso Carlotta, senza lasciargli modo di rispondere, avviandosi a casa, salutando Amanda, mimandogli il gesto con il dito che le avrebbe spiegato tutto dopo.

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