Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

16

Pov. Carlotta

Era arrivato il giorno atteso. La festa di Michael. Avevo chiuso gli occhi a fatica, rigirandomi più volte nel letto. Sopratutto per il regalo inaspettato di Joshua. Aveva creato un giardino con tutti i dettagli anche i più insignificanti. Era stato un gesto bellissimo. Lo abbracciai forte sentendo il calore del suo corpo. Avevamo entrambi gli occhi lucidi ma i suoi non sapevo perché lo erano. Mi sentivo intimidita da quell'abbraccio, così spontaneo e naturale come se ce lo fossimo sempre dato.

Mi alzai dal letto con lo stomaco aggrovigliato. Lo sentivo chiuso. Ero trepidante per stasera e non avrei voluto fare brutte figuracce. Il discorso con Joshua era andato bene ma non sapevo come sarebbe andata con Michael. Avrei dovuto mantenere la calma.

Mi misi a fare i compiti senza pensare a nulla. Ogni tanto gettavo l'occhio verso la finestra di Joshua sperando di vederlo apparire. Forse solo per placare la mia ansia.

A pranzo spilluzzicai solo qualche patata. E di Joshua neanche l'ombra. Gli mandai un messaggio ma non aveva visualizzato.
Quando sentii la voce dal pianerottolo di mio zio Mark. Non era proprio mio zio ma era stato il mio padrino al battesimo e lo sentivo come tale.

M'infilai le babbucce e scesi giù. Non gli diedi il tempo di salutarmi che gli saltai in collo.
"Zio Mark" lo abbracciai forte, sentendolo ridere, ed accarezzarmi i capelli, scoccandomi un bacio. Avvertii un pizzicore dovuto alla ricrescita della barba.

"Qui c'è qualcuno che non pesa più come prima" si beffeggiò, scusandomi e scendendo.

Guardai Cristhina sorridermi, e Cody venirmi incontro, abbracciandomi. Era il loro figlio ma lo consideravo come un cugino. Aveva undici anni e sapeva molte più cose di me.

"Ti sei fatta bellissima Carlotta. Nonostante ti abbiamo visto prima del tuo compleanno, non lo so sembri diversa" proruppe con tono carezzevole Cristhina.

Abbassai lo sguardo sulle mie babbucce, annuendo.
"Ultimamente mi sento diversa anche io" affermai sicura sentendo le guance tingersi di rosso. Dovevo dire grazie a Joshua che mi stava infondendo una sicurezza che non credevo di avere.

"Stasera è stata invitata ad una festa. Che ne dici se Cristy ti da una mano?" Intervenne mia madre guardandomi mentre mio padre aveva il disappunto dipinto sul volto.

"Se qualche ragazzo ti tocca..." mi madre non lo lasciò finire che lo trascinò in cucina insieme a Mark che mi fece l'occhiolino.

"Andiamo" mi richiamò al presente Cristhina, accompagnandola nella mia camera. Quando entrò la vidii perlustrare tutto.

"Non so perché ma mi ricorda molto la mia camera da ragazza. C'è un ragazzo che ti piace a questa festa?" Mi guardò piegando la testa di lato, centrando il punto. In effetti somigliava anche a me nonostante non avessimo
Un legame di parentela, ed era bellissima con i capelli castani corti fin sopra le spalle ed un trucco ad incorniciarle il volto ovale, e due occhi azzurri più scuri dei miei.

Annuii mordendomi il labbro, lasciandola passare per aprirmi l'armadio.
"Anche io prima ero come te. Insicura ed un vero disastro, tu sei molto meglio fidati Carlotta...e questo è perfetto" esordì raggiante, tirando fuori dall'ammucchiata un vestito turchese corto con le spalline sottili.

Me lo porse, per infilarmelo. Quando prese una sedia intimandomi con la mano di mettermi davanti a lei. Aprii il beauty che tenevo sul comò incontrando i miei occhi per farmi capire se volevo essere truccata, ricevendo un assenso da parte mia. Ero un disastro a truccarmi e se qualcuno lo faceva ero ben disposta.

Mi parlò di come aveva conosciuto Mark, mettendomi a ridere. Sembrava la storia mia e di Joshua solo che io non ero invaghita di lui, o almeno credevo. No impossibile non lo ero.

"Ci credi alle principesse Carly?" Mi domandò, prendendomi il mento tra il pollice e l'indice, applicandomi il rossetto.

"Non...lo so" tentai di dire senza farle sbavare il rossetto rosa che mi stava applicando, quando lo richiuse gettandolo nel beauty, strisciando le mani tra loro come ad aver completato un'opera. Mi prese lo specchietto tondo che avevo sul comò, girandolo dalla mia parte.

"Direi che ti devi ricredere. Sembri una principessa" si alzò venendo dietro di me mentre vedevo il mio riflesso allo specchio ed un sorriso illuminare il volto truccato benissimo con una riga di eye-liner su gli occhi senza essere pesante ed un tocco di blush rosa sulle guance.

Prese un fermaglio facendomi due trecce alle ciocche portandole indietro, sembrando davvero una principessa.
"Sarai perfetta" sussurrò tra i miei capelli, lasciandomi un bacio. Mi alzai abbracciandola, per poi scostarmi.
"Non rovinarmi l'opera" scherzò dolcemente, mentre scendemmo giù.

Vidii mia madre sgranare gli occhi come mio padre.
"Sei bellissima" ringraziarono Cristhina che li ammonì con la mano, mentre le chiesi a mia madre un attimo per andare a casa di Joshua.

Forse era tornato, e volevo mostrargli come stavo ed un giudizio da ragazzo.
Suonai il campanello, vedendo apparire la figura di Maggie che mi aprì la porta.

"Ciao Maggie, Joshua?" Domandai innalzando un sopracciglio, guardando al di là delle sue spalle.

Mi fissò, complimentandosi con la testa.
"Darlin assomigli proprio a tua madre così, qualunque sia il motivo stasera stenderai qualsiasi ragazzo. Comunque Joshua credo sua da David, mi dispiace. Era qualcosa d'importante?" Aggiunse infine mentre scossi la testa.

"No niente. Grazie Maggie" mi buttò un bacio, chiudendo la porta, mentre vidii mia madre aprire la macchina, aprendomi lo sportello per farmi entrare.

"Joshua non viene?" Mi domandò quasi infilando il coltello nella piaga senza saperlo.

"No" dissentii, facendo spallucce. Era probabile che fosse andato da David.

Mi sentii strana per tutto il breve tragitto finché non arrivai a casa di Michael, salutando mia madre che mi fece le solite raccomandazioni, avviandomi all'entrata, timorosa.

Guardai dei ragazzi entrare così feci anche io, era una bella casa senza dubbio. Tutti i mobili bianchi laccati e moderni con un televisore al plasma gigante ed un divano ad angolo in pelle nero. Le vetrate che davano sul giardino con delle tende rosse ed una cucina più in stile rustico celeste pastello, con un arco di mattoni.

Quando una mano mi toccò la spalla, che avevo scoperto dal trench che tenevo sul braccio, mi portò a fare un sussulto. Mi girai vedendo il suo verde bosco illuminarsi ed un sorriso sgargiante ad incorniciargli il volto.
"Ciao Carlotta, sei venuta" esclamò sorpreso, notando una punta di speranza che forse aveva perso ma riacquistato vedendomi lì.

Mi presi due secondi prima di rispondere. Non avrei fatto ancora scena muta.
"Già" affermai senza traballare con la voce anche se le emozioni stavano sfociando come un fiume in piena senza darmi tregua.

"Sei perfetta stasera" mi confidò strizzandomi l'occhio e mi sentii in balia delle mie emozioni incontrollabili, e mille capriole dentro il mio stomaco che chiedeva pietà e del cibo che non avevo ingurgitato per l'ansia che sembrava stesse svanendo.

Vidii arrivare Chantal verso di noi, racchiusa in un tubino nero con intagli, lasciandole dei lembi di pelle scoperti.
"Guarda chi si vede. Sei venuta a dare spettacolo anche qui" mi prese in giro, ridendo con Guenda, portandosi sulle labbra scarlatte un flûte di prosecco date le bollicine che s'intravedevano.

Michael la fulminò con un'occhiataccia, facendole alzare le mani in aria.
"Stavo scherzando" proclamò non curante, mentre Michael mi poggiò una mano sul fondoschiena avvertendo un leggero brivido, scortandomi verso la cucina per prendere qualcosa da bere.

Accettai solo un flûte di prosecco, poiché non avrei voluto di nuovo che si ripetesse quella scena disastrosa. Non oggi, non così. Oggi ero padrona di me stessa.

"Sai speravo che venissi. Ultimamente ti vedo diversa, prima a lezione ti notavo ma eri sempre chiusa in te stessa" m'intimò come una rivelazione, stringendosi nelle spalle forse intimidito anche se per me mi sembrava quasi strano.

"È così in effetti. Ho deciso di cambiare" riuscii a finire la frase senza che la voce vacillasse, e sorrise.

"Sai anche parlare" si beffeggiò bonariamente, portandomi a ridere di cuore, scuotendo la testa.

"Così pare" affermai alzando le spalle, bevendo un sorso di quel liquido frizzantino.

Ci fermammo un po' a parlare finché non si scusò andando a salutare dei suoi amici.
Girovagai un po' per la casa vedendo le foto di lui ed i suoi genitori. Somigliava molto a sua madre, mentre finii il mio prosecco, poggiandolo sul tavolo.

Gettai un'occhiata alla mia destra come attratta da qualcosa, ed infatti Vidii un'Amanda spazientita venire verso di me, seguita da David. Pensai che ci fosse anche Joshua da qualche parte, quindi esaminai con lo sguardo attento intorno a me, ma non lo rintracciai.

"Cosa ci fai qui Amy?" Le domandai concentrandomi sul suo volto torvo, piegando la testa per indicarmi David.

"E dai Amanda. Cazzo non puoi essere arrabbiata" sbruffò quasi pregandola con lo sguardo.

"Oh posso...eccome se posso" lo rimbeccò infastidita portando le braccia conserte sul petto.

"Che è successo?" Domandai spiegando una mano e scuotendo la testa aspettando una risposta.

David aprì bocca ma prima che iniziò a parlare, s'intromise Amanda piena d'ira.
"Te lo dico io che è successo. Mi ha mandato a monte l'appuntamento con quel ragazzo che ti avevo detto, e così l'ho sforzato a portarmi a questa festa. Me lo doveva" corrucciò le labbra, assumendo una posizione stizzita.

"Non ti dovevo un bel niente. Mi hai costretto esatto, e poi non è colpa mia se mister simpatia si è slogato la caviglia a giocare con me a basket. Femminuccia" sussurrò l'ultima parola quasi in un bisbiglio per non farsi sentire da Amanda che non rispose, guardandolo torvo, mentre David si avviò verso il tavolo dove erano posizionate le patatine e tartine varie.

Mi scusai con Amanda andando dietro a David.
"Joshua?" Domandai mentre mi dava le spalle, riempiendosi il piatto di carta con tutto quello che c'era e dire che aveva una fame da lupi era un eufemismo.

"Che t'importa. Non lo odi?" Più che una domanda era una constatazione, senza guardarmi in volto ma continuando a mettere altre tartine.

"Pensavo fosse con te. Mi serve per una cosa, quindi dov'è?" Rincarai la dose usando una tonalità più alta, portandolo a girarsi verso di me.

"Anche se lo so, non te lo dico" canzonò con un sorrisetto insolente, mentre gli strappai il piatto dalle mani.

"Dimmi dov'è" digrignai i denti per poi dipingermi un sorriso dolce, vedendolo innalzare un sopracciglio come sconcertato.

"È da Madison. A vedere un film e poi...capito no?" Alzò ed abbassò entrambe le sopracciglia, lasciandomi intendere quello che voleva che capissi.

"Grazie" esclamai, sentendo una strana fitta al petto che anche se volevo ignorarla tornò prepotente dentro.

Mi avviai fuori dal terrazzo, per prendere una boccata d'aria, sentendo la gola serrata e gli occhi velarsi, ed odiavo questa sensazione nuova. Non volevo e non mi spiegavo il motivo.

Sentii una giacca posarsi sulle mie spalle, riconoscendo il profumo di Michael. Lo avevo sentito così tante volte senza che lui lo sapesse che avvertirlo ora sulla mia pelle era qualcosa di magnifico.
"Troppo casino" esclamò poggiando le braccia sull'inferriata del balcone, mentre seppi solo annuire.

"Credevo che stessi con Chantal" mi girai a metà con il volto verso di lui, vedendolo sopprimere una risata annuendo.

"Lo credono tutti, ma stiamo insieme solo a scuola e non sempre. Diciamo che è un patto che abbiamo fatto da bambini. Ci conosciamo da tanto tempo. I nostri genitori si conoscono da molto tempo. E decidemmo che anche se avessimo incontrato qualcuno che ci avesse fatto battere il cuore a scuola saremmo rimasti insieme, per diventare noti" mi confidò continuando a vedere difronte a lui, le luci di New York.

"Ma é una cosa stupida" ci pensai su prima di azzardare quell'affermazione, pentendomene subito. Ed invece rise di gusto gettando la testa all'indietro.

"Già è così. Ma tra poco il liceo finirà ed andrò al college. Sono stufo di essere proclamato il re del ballo. Sono solo stronzate" si girò guardandomi, sentendomi trascinata dal suo verde bosco intenso.

"E hai trovato qualcuna che t'interessa?" Gli domandai senza pensare alle conseguenze ma solo provando a buttarmi.

Si avvicinò, scostandomi una ciocca di capelli che era fuoriuscita dalla treccia, accarezzandomi quasi il volto. Ed un altro brivido si propagò come una folata di vento fresca che ti culla.
"Una in particolare" sussurrò al mio orecchio, spostando lo sguardo su i miei occhi per poi soffermarsi sulle labbra, quando avvertii il trillo del telefono, portandolo a staccarsi quanto bastava.

Guardai chi potesse interrompere quel momento e Vidii sul display il messaggio di mia madre. Gli mostrai il telefono facendoli sorridere, un sorriso luminoso e bellissimo.
"Ti accompagno io cenerentola" mi avvolse il braccio intorno alle spalle, sorridendo per quel nomignolo ed in effetti ero un po' così, solo che stasera invece della zucca avevo un principe.

Montammo sulla macchina elettrica nera, accompagnandomi. Fece il giro dell'auto venendo ad aprirmi lo sportello, e dandomi la mano per scendere che accettai.
"Che galante" scherzai ridendo insieme a lui.

"Alcune volte si. Ma solo con chi m'interessa" precisò guardandomi di nuovo intensamente, e mi sentii un altro tuffo al cuore.

Ci avviammo verso il vialetto illuminato dai faretti a terra, mentre intrecciò le dita con le mia, accarezzandomi il palmo.
"Suppongo che ci vedremo a scuola" dedusse, avvicinandosi con la fronte contro la mia, sentendo il suo alito caldo invadermi e scuotermi mille sensazioni.

"Suppongo di sì" gli dissi di rimando, vedendolo avvicinarsi di più, sfiorandomi il naso, e cavolo se volevo baciarlo se volevo sentire quelle labbra morbide su di me. Finché la luce del soggiorno non si accese e la voce di mia madre chiamarmi. Sbruffai abbassando lo sguardo mentre Michael rise.

"Ci vediamo a scuola cenerentola" mi strizzò l'occhio camminando all'indietro aspettando che entrassi. Alzai la mano per salutarlo ed entrare dentro correndo su in camera. Mi buttai sul letto, notando un fascio di luce che veniva da fuori. Mi sporsi verso i piedi del letto vedendo la tendina aperta della camera di Joshua, e subito dopo la sua figura che si toglieva lentamente la maglia da sopra la testa, gettandola sulla sedia della scrivania per passarsi entrambe le mani ai lati dei capelli. Guardai le sue spalle ampie ed i muscoli guizzare perfettamente ad ogni movimento.

Finché non si girò, incontrandoci con il nostro azzurro. Un'onda piccola di avvicinò al mio petto, portandomi a tingermi le guance.

Abbassai lo sguardo sul piumone per riportarlo alla finestra, vedendolo con una mano alzata ed un foglio con scritto "buonanotte Carlotta".

Buon anno a tuttiii, bella gente. Non credo che domani aggiornerò perché sicuramente ronferò con il mio fedele peluche poiché stasera faremo tutti le ore piccole piccole. Un bacione immenso, passate un buon ultimo dell'anno tra sorrisi e risate e scordiamo i momenti brutti del 2016. Dopo tanta pioggia c'è sempre un arcobaleno. ❤️❤️❤️

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro