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"Baby, sei così perfetta
Ma non poi così diversa"

Teresa

Busso alla porta di Davide che mezzo addormentato viene ad aprire, senza dire niente io ed Anna entriamo < ma che succede? > chiede confuso, non dico niente gli mostro solo il test di gravidanza che ho tra le mani < chi è? > Vincenzo entra in salotto e ci guarda confuso < Terè > Davide si copre la bocca < da quando non ti viene il ciclo? Perché non mi avete detto nulla? > guarda prima me e poi Anna < prima facciamolo e poi parliamo > dice Anna prendendomi per mano e accompagnandomi in bagno. Davide e Vincenzo ci seguono < aspettate qui > chiudiamo la porta, urino sul test poi apriamo la porta e iniziamo tutti a fissarlo in silenzio.
Inizio a piangere e Davide mi stringe forte < non piangere è una cosa bella > dice facendomi sedere sul divano < sono incinta ve ne rendete conto? Adesso cosa dico ai miei? Non so nemmeno chi sia il padre > mi asciugo le lacrime < Eugenio potrebbe rientrare nelle opzioni? > mi chiede Vincenzo portandomi dell'acqua, annuisco poi bevo un sorso < non dirgli niente > lo guardo < ti giuro che dalla mia bocca non uscirà nulla >. Dopo infiniti minuti di silenzio da parte di tutti decido di parlare < come glielo dico ai miei? > guardo tutti uno per uno < facciamo così stasera veniamo a cena da te e glielo diciamo > suggerisce Davide, annuisco < adesso devi dirlo però a Kekko e Eugenio > dice Anna < no Eugenio non deve sapere nulla > dico toccando la testa < ma perché? > dice Davide < è fidanzato non posso piombare nella sua vita e dirgli forse sarai padre > < io non lo so se con quella è serio però sono sicurissimo che se il bambino fosse davvero suo non ci penserebbe due volte a prendersene cura > dice Vincenzo < lo so però non voglio essere di intralcio alla sua felicità comunque un bambino è responsabilità e sarebbe costretto a trascorrere del tempo anche con me magari la sua ragazza si infastidisce > < ma a diavolo la sua ragazza questo bambino non può crescere senza padre > Davide è arrabbiato < e cosa pensi di fare allora? Far credere a kekko che il bambino è suo? > chiede Anna < forse è davvero suo > mi trema la voce < lo sappiamo bene che le probabilità in realtà sono basse > insiste lei < ragazzi basta > dice Vincenzo intromettendosi < Teresa > mi prende la mano < qualunque sia la tua scelta noi ci siamo > mi sorride < si ricordati che non sei sola > aggiunge Anna < nei peggiori dei casi sarò io il papà di questa piccola peste non gli farò mai mancare nulla ne a lui o lei e neanche a te > Davide mi tocca la pancia < grazie ragazzi > inizio a piangere commossa dalle loro parole, mi abbracciano tutti e adesso mi sento più coraggiosa. Sono al parco ho detto a tutti di voler stare un pò da sola, mi siedo su una panchina e inizio a guardare i bambini come giocano, istintivamente mi tocco la pancia immaginandomi un giorno qui con il mio bambino. In fin dei conti sono contenta perché è sempre stato un mio sogno diventare mamma, sia chiaro non così presto e non in queste condizioni però è capitato e accetto tutte le conseguenze < a cosa pensi? > mi volto un pò spaventata < Eugenio > dico < scusa ti ho spaventata sei diventata pallida > mi tocca il viso < no è che stavo pensando e non ti ho visto arrivare > mi sposto per farlo sedere accanto a me < che ci fai qui? > gli chiedo < sono andato a prendere da mangiare e sono passato per di qua > mi indica la busta < è già ora di pranzo? > guardo l'ora < eh già si vede che stavi pensando intensamente > dice, non dico niente < perché non viene a mangiare con me? C'è anche mio zio sai mi chiede spesso di te > non so se sia giusto o sbagliato ma decido di accettare ho bisogno di stare in sua compagnia almeno per l'ultima volta < va bene > dico alzandomi. Iniziamo a camminare < è strano vederti a piedi > rido < lo so ma volevo camminare un pò > spiega sorridendomi < e allora ora che hai finito la scuola che farai? > mi chiede, questa domanda mi devasta adesso con un figlio dovrò cambiare molti dei miei progetti < nel frattempo sto andando a scuola guida > dico < no non ci credo allora fammi sapere quando sei alla guida che non scendo > mi prende in giro < daii io sono bravissima > metto il broncio come una bambina e lui mi fissa con un sorriso nostalgico, imbarazzata abbasso lo sguardo < E tu lavori ancora per tuo zio > dico una cazzata perché non so che dire < eh già però ogni tanto di sera canto in alcuni locali > dice tornando a guardare davanti a sé < davvero? Vorrei vederti qualche volta > dico poi me ne pento subito < sabato perché non vieni? > sorpresa della sua proposta accetto < va bene poi aggiornami tu > dico. Arriviamo all'officina < Teresaa > mi saluta calorosamente lo zio < signor Mimmo > dico < ancora con questo signore chiamami solo Mimmo > < va bene > sorrido poi scambio uno sguardo con Eugenio < su siediti > mi siedo di fronte a lui mentre Eugenio occupa la sedia accanto alla mia < allora? Come stai? > mi chiede < tutto bene e tu? > < sto bene >. Iniziamo a chiacchierare e pranzare, sto sempre bene quando sono qui, quasi da dimenticare i miei problemi < e il tuo fidanzato? > mi chiede riferendosi probabilmente a Kekko, istintivamente guardo Eugenio che fissa il voto di fronte a sé è visibilmente nervoso e stringe le mani in pugno < tutto bene penso che sta lavorando però non stiamo insieme > dico prendendo dell'acqua < ah no? Scusami allora > < no non vi preoccupate in effetti stavamo insieme e adesso non lo so > poso il bicchiere, sento lo sguardo di Eugenio addosso < tuo padre? È da tempo che non lo vedo > lo ringrazio mentalmente per aver cambiato discorso < tutto bene è sempre a lavoro >. Mimmo dopo poco si alza < vado a finire un lavoro tra poco il mio clienti arriva > mi sorride e va di là. Restiamo solo io ed Eugenio, in silenzio ci fissiamo poi distogliendo lo sguardo trovo il coraggio di parlare < tu non devi lavorare? > lui si avvicina a me e prende la mia testa tra le sue mani < cosa siamo? > non rispondo, gli occhi mi si riempino di lacrime < Terè ij l'aggia sape' > quasi mi supplica < siamo amici > dico mentre delle lacrime mi rigano il viso < amici Terè? Dopo tutto quello che c'è stato? > dice continuando a tenere il mio viso tra le sue mani < Eugenio è arrivata Maria > sentiamo Mimmo urlare < penso che questa sia la risposta che cercavi > dico riferendomi alla sua relazione con Maria, mi stacco da lui. Usciamo dalla stanza e li raggiungiamo, lei subito corre verso Eugenio e se lo bacia < che ci fai qui? > chiede lui < non rispondevi a telefono e sono venuta > spiega lei velocemente poi accorgendosi della mia presenza inizia a fissarmi < e chi è lei? > guarda Eugenio < Teresa > gli porgo la mano < Maria > risponde lei < come vi conoscete? > indaga < siamo amici > rispondo velocemente poi mi allontano e vado vicino a Massimo. Li guardo lei parla in continuazione, lui in silenzio ascolta ciò che dice mentre lavora e di tanto in tanto si baciano < tu sei più Simpatica > la voce di Massimo mi risveglia, lo guardo < e anche più bella > sorrido imbarazzata abbasso lo sguardo < non so perché Non vi frequentate più però state entrambi sprecando tempo > non rispondo < adesso scusami cara ma è arrivato il mio cliente > < non vi preoccupate saluto Eugenio poi vado che ho un impegno >. Mi avvicino a loro e Maria inizia a fissarmi, il suo sguardo mi mette a disagio < devo andare > mi avvicino a Eugenio < vuoi che ti accompagni? > mi chiede < no, non ti preoccupare > gli sorrido < siete amici da tempo? > confusi io e lui prima guardiamo lei poi ci guardiamo < più o meno > risponde lui < e lei sa la tua casa? > sempre più confusa guardo Eugenio < cosa c'entra? > chiede lui nervoso < beh presumo di sì dalla tua reazione e scommetto che conosce anche i tuoi e non capisco proprio perché io no, chissà come conosco tuo zio e qualche tuo amico > Eugenio abbassa lo sguardo, posso percepire la sua tristezza, quando si parla dei suoi genitori diventa sempre triste perde la luce nei suoi occhi < credo che tu prima di parlare dovresti pensare e conoscere le cose > rispondo io, forse non dovrei però quando si tratta di lui io perdo il controllo < e tu perché parli in mezzo? > dice lei < perché posso parlare quando voglio soprattutto se si tratta di Eugenio > mi scappa da bocca, lui mi guarda stupito io imbarazzata cerco di non incrociare il suo sguardo < si ma Eugenio è il mio ragazzo quindi se c'è qualcuno che può parlare sono io > si avvicina a me < se è per questo tu parli parli ma non ascolti mai sarà per questo che non sai delle cose di lui > < adesso basta > dice Eugenio < non capisco perché vuoi vedere la mia casa? Sei insopportabile quando fai così > < perché non mi sento parte della tua vita > < cosa vuoi sapere? I miei genitori? Morti. La mia casa? Domani te la mostro così sarai felice > lei non dice niente ed io semplicemente vado via.

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Dopo cena chiedo ai miei un attimo di attenzione e inizio il mio discorso < mamma, papà quello che sto per dirvi cambierà un pò di cose ma spero che non cambi il pensiero che avete di me > stringo le mani dei miei amici < che succede tesoro > chiede mia madre anche se so che hanno già capito < sono incinta > dico con voce tremante. Mia madre si copre la bocca e non capisco se nei suoi occhi è felicità o delusione, mio padre non mostra nessun tipo di reazione ma semplicemente chiede < chi è il padre? > a questa domanda dalla vergogna inizio a piangere e non mi escono le parole così Davide prende in mano la situazione < purtroppo non lo sa o è Kekko o Eugenio > arrabbiato mio padre si alza < chi è Eugenio? > chiede < il nipote di Mimmo il tuo meccanico > sussuro < e loro lo sanno? > chiede mia madre, scuoto la testa < Con kekko ci parlo domani > la guardo < Eugenio non dovrà saperlo è fidanzato e non voglio che per colpa mia rinunci a lei > mio padre sbatte la mano sul tavolo spaventandomi < ma che ragionamento è? Se lui fosse eventualmente il padre deve assumersi le sue responsabilità perché il bambino l'avete fatto Insieme > va via. Anna mi abbraccia < andrà tutto bene > mi sussura < tesoro > mia madre si alza e viene da me < noi ci siamo > prende le mie mani tra le sue < adesso tuo padre è arrabbiato è vero ma gli passerà > annuisco < anche io penso che questo ragazzo debba sapere che forse diventerà padre però la scelta è tua quando ti sentirai pronta glielo dirai > l'abbraccio < grazie > dico.

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