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"Io che ti parlo, tu che mi sorridi
Lasciamo un altro discorso a metà"




1 mese dopo

< signorina Esposito complimenti possiamo dire che ha superato la prova orale nei migliori dei modi > emozionata saluto la commissione e vado via. Corro ad abbracciare i miei amici < allora cosa facciamo stasera adesso che siamo tutti liberi? > chiede Anna < Vincenzo ha detto che danno una festa andiamo? > dice Davide, alla fine ha fatto la scelta giusta anche se a volte la presenza di Cristian lo turba ancora < sii > risponde Anna < per me va bene > rispondo anche io. Usciamo fuori scuola < vi rendete conto è l'ultima volta che usciamo tutti e tre da questa scuola insieme > ci fa notare Davide < eh già > dico ripensando tutti i momenti che abbiamo trascorso qui dentro < facciamo una foto? > propone Anna < ok > si guarda intorno per vedere se conosce qualcuno < Kekko > chiama l'ultimo ragazzo che volevo che chiamasse < potresti scattare una foto? > gli dà il cellulare e noi ci mettiamo in posa < ecco > Kekko gli da il cellulare e poi si avvicina a me < Auguri > mi dice < grazie anche a te > rispondo < ti va di andarci a fare un giro? Così per festeggiare > propone ci penso un pò poi decido di accettare < va bene però basta che torniamo a casa per ora di pranzo > dico poi guardo i miei amici che mi salutano silenziosamente e si allontanano < Andiamo > dice.
Il motorino si ferma abbandonandoci, inizio a ridere < perché ridi? > mi chiede Kekko < così sto pensando adesso cosa facciamo > mi tolgo il casco < non lo so > fa lo stesso < aspetta mi sembra che non molto lontano da qui c'è un meccanico > < forse è meglio di no > dico subito capendo che sta parlando dello zio di Eugenio < ma perché? Te lo giuro è vicino ci va tuo padre > inizio a diventare sempre più bianca < non mi sembra una grande idea > insisto < ma perché? Su vieni > mi arrendo e lo seguo sperando di non trovarlo. Arriviamo < Buongiorno > dice Kekko per attirare l'attenzione < buongiorno due minuti ti chiamo mio nipote > lo zio di Eugenio continua a lavorare senza guardarci, poi distoglie lo sguardo dal suo motore e ci guarda < aahn sei tu > dice felice venendomi incontro per salutarmi < come state? > chiedo < bene, tu? > < bene > < aspettate qui > dice per poi allontanarsi < vi conoscete bene > dice Kekko < ehm si devo dirti una cosa > gli sto per dire che è lo zio di Eugenio quando quest'ultimo compare davanti a noi. Kekko mi guarda arrabbiato io abbasso lo sguardo per non affrontare quello di Eugenio < ciao > dice posso sentire il suo sguardo su di me < la moto > Kekko dice solo questo indicandola < si > risponde lui avvicinandosi ad essa < vieni Teresa prendiamoci un caffe > < si > dico < tu lo vuoi? > domanda a kekko < no > risponde lui visibilmente arrabbiato < vieni > mi fa cenno di seguirlo, andiamo nello stanzino < posso prepararlo io > propongo < si > risponde lui < allora come mai non ti ho vista più? > gli racconto un po' di cose non scendendo nei dettagli < e adesso stai con lui? > faccio di no con la testa mentre bevo il mio caffe < non so nemmeno perché ho accettato di fare un giro con lui > < ti conviene non pensarci per adesso però dovrai affrontare questa situazione ascoltare il tuo cuore > < lo so ho solo paura delle conseguenze > lo guardo cercando rassicurazione nel suo sguardo < qualunque siano non sei sola > mi da una pacca sulla spalla < grazie > gli sorrido, poi decidiamo di tornare di là. Eugenio finisce di aggiustare la moto < fatto > dice poi posa lo sguardo di nuovo su di me e questa volta decido di guardarlo anche io. Andiamo via e Kekko mi accompagna a casa ancora arrabbiato < non puoi arrabbiarti con me > dico scendendo dalla moto < perché non mi hai detto che stavamo andando da lui? > mi chiede < ho provato > cerco di giustificarmi ma lui mi ferma < no rispondo io perché non vedevi l'ora di vederlo > poso il casco e vado via.
Qualcuno bussa alla mia porta < tesoro sono io > dice mamma < entra > rispondo < tutto bene? augurii fatti abbracciare > ci abbracciamo < scusa mi gira un po' lo stomaco > dico < sarà stata tutta l'emozione > mi accarezza la guancia < si > dico. Dopo che tutti a casa si complimentano con me vado da Anna per prepararci insieme < eccomii > dico entrando < vieni non c'è nessuno > dice, entro in camera sua < allora tutto bene con Kekko ? > la guardo ma non faccio in tempo a rispondere perché devo correre in bagno a vomitare < hey ma tutto bene? > mi aiuta a tenere i capelli < si sarà stesso lo stress accumulato > dico alzandomi < comunque si è fermato il motorino e l'officina più vicina ovviamente era quella di Eugenio e immagina il continuo tu > mi stendo sul letto < certo che fortuna che hai > dice < eh > mi tocco la fronte < comunque ricordi che ti ho detto che dovevo dirti una cosa? > annuisce < non voglio allarmarmi ma non mi viene il ciclo da un mese anzi tra qualche giorno due se non arriva ancora > si siede immediatamente < ma che stai dicendo? > mi guarda subito la pancia < no Anna no > gli copro gli occhi < sarà solo stato lo stress > < va bene pero se non ti viene entro i giorni che dovrebbe venirti facciamo il test > dice seria < l'ultimo rapporto con chi? > mi chiede < con entrambi > confesso imbarazzata < però abbiamo sempre usato precauzioni > mi alzo < per adesso non pensiamoci > mi abbraccia ma so che è preoccupata quanto me < prepariamoci su > dico prendendo le mie cose.

Arriviamo a locale < ciaoo > abbraccio Vincenzo < augurii ragazze > dice < grazie > rispondiamo < aspettiamo gli altri e poi entriamo > dice < gli altri? > chiede Anna togliendomi le parole da bocca, guardo Davide che colpevole abbassa lo sguardo < si i miei amici > dice lui < ci sono problemi? > chiede rivolgendosi a me < nono > dico poi mi avvicino lentamente ad Anna < ho bisogno di bere > gli sussurro < Teresa no > dice < ma perché > chiedo < e se poi sei incinta? > < ma no > dico ridendo ma lei è seria < allora non farlo davanti a me > si sposta < che palle > dico sbuffando < eccoli > dice Vincenzo. I ragazzi si avvicinano a noi < ciao a tutti > dico facendo un saluto generale e poi entro non aspetto nessuno < ciao bella > uno subito si avvicina < ciao > dico allontanandomi subito < uh bella questa canzone > dico sentendomi ridicola visto che non c'è nessuno con me, inizio a ballare in mezzo a queste persone che nemmeno conosco.

Eugenio

La cerco tra queste persone ma non la trovo. Oggi rivederla mi ha fatto lo stesso effetto della prima volta < avete litigato? > chiedo ad Anna < cosa? > chiede lei non capendo < tu e Teresa perché non state insieme? > dico < no è solo che siamo in disaccordo su una cosa > < però forse è meglio cercarla > dice < ti vedo preoccupata > confesso < chi io? nono > dice per poi andarsene via quasi scappando. Dopo poco la vedo sta ballando con uno, per dietro la tiro verso di me < ma che cazzo lasciami > dice cercando di liberarsi poi si gira e mi guarda < sei tu > dice semplicemente, non dico niente iniziamo semplicemente a ballare insieme. Ci allontaniamo un po' dalla folla < promettimi che non mi lascerai da sola in mezzo a questi > dice ridendo < te lo prometto > usciamo fuori < come mai non sei già ubriaca? > chiedo prendendola in giro < non mi va di bere > dice non guardandomi < mh strano > < posso chiederti una cosa? > annuisco < mi vuoi bene? > mi guarda ha gli occhi lucidi < perché questa domanda? > le chiedo invece io avvicinandomi a lei < non ti sto chiedendo di dirmi se mi ami almeno dimmi se mi vuoi bene però > gli sposto una ciocca dal viso < non sai quanto > gli sorrido < e tu mi vuoi bene? > non risponde semplicemente mi abbraccia < mi prometti che non uscirai dalla mia vita qualsiasi cosa accada > la sento piangere < promesso però adesso dimmi cosa sta succedendo > dico prendendo il suo viso tra le mie mani < no niente > sorride poi si allontana e si asciuga le lacrime < fingo di crederti per non metterti pressione ma sono qui puoi dirmi tutto quello che vuoi > gli dico preoccupato del suo comportamento < mi basta sapere che ci sei > mi abbraccia di nuovo.

Anna

< Scusa > dico andando a sbattere contro qualcuno e rovesciandogli il mio drink addosso < non preoccuparti > dice lo guardo < ma tu sei l'amico di Vincenzo giusto? > annuisce < beh diciamo che non è stato proprio un peccato questo scontro > dico ridendo mentre osservo la macchia sulla sua maglia bianca che lascia intravedere adesso i suoi pettorali < allora dovremmo scontrarci più spesso > mi sorride < ci sto > < jamm ti offro un altro drink però questo bevilo > ridiamo poi mi porge la mano per non perderci. Siamo seduti a bere drink già da mezz'ora < allor non sei napoletana ? > < eh no > dico posando il bicchiere < però sto imparando qualcosa > < potrei darti lezioni > < ma già ho un insegnante > < eh ma io sono più bravo > ridiamo. Da lontano vedo una figura a me familiare che si sta avvicinando < oh cazzo > dico < che succede? > dice Antonio girandosi anche lui < adesso viene questo qua fai finta di essere il mio ragazzo poi ti spiego > annuisce < Anna > < Giovanni > dico facendo finta di non sentire il peso della sua presenza < ti aspettavo a Napoli un mese fa > dico prendendo di nuovo il mio bicchiere e iniziando a bere di nuovo < non potevo venire più > annuisco < piacere Antonio > si mette in mezzo a noi < Giovanni > si stringono la mano < chi è? > Giovanni mi chiede ma Antonio riesce subito a riprendere in mano la conversazione < sono il suo ragazzo tu chi sei? > < lui è un vecchio conoscente andavamo nella stessa scuola > rispondo io < non è proprio così > dice Giovanni < ah no? > dico io alzandomi dal mio sgabello < e chi sei allora? > dice Antonio < il suo ex > risponde io rido invece, Antonio mi guarda non sapendo cosa fare < te lo dico io chi è stavamo insieme però di nascosto eh perché lui non poteva farsi vedere con una cosi > mi indico < e poi ha deciso di farmi passare per pazza davanti tutta la scuola > < ti ho spiegato perché l'ho fatto > cerca di giustificarsi < ma per favore > prendo la mia borsa poi lo spingo via per andarmene. Antonio mi segue mi prende per mano e mi porta via < entra > dice aprendomi la portiera, faccio ciò che dice e poi sale anche lui dal lato del guidatore < scusa > dico dopo minuti di silenzio < per cosa? > chiede lui < perché ti ho messo in mezzo a questa storia > mi tocco le tempie < se è servito ad essere il tuo ragazzo per qualche minuto non mi è dispiaciuto > rido < scemo > dico. Accende la radio mettendola come sottofondo e partono le canzoni di liberato < ti piace liberato? > chiedo < si, non ti piace? > mi chiede < certo che si > dico alzando un po' il volume < ma dove stiamo andando? > solo adesso mi viene in mente di chiederglielo < ti mostro un posto >.
Arriviamo < è un palazzo abbandonato? > dico < si > è tutto buio non si vede quasi nulla < vuoi uccidermi? > chiedo tra l'ironia e la serietà < no su scendiamo > scendiamo dall'auto , si avvicina a me e mi copre gli occhi < ok così non mi rassicuri > ride < fai attenzione dobbiamo salire molte scale > l'ansia di cadere si accende in me < precisiamo che sono bravissima a cadere anche con gli occhi aperti > < buono a sapersi > risponde lui. Ci fermiamo e lentamente toglie le sue mani dai miei occhi, ci troviamo sopra un terrazzo, resto incanta a guardare ciò che mi si presenta davanti < ma è bellissimo qui si vede tutta Napoli > mi brillano gli occhi < è la cosa bella è che non viene nessuno così puoi startene tranquillo lontano da tutti > dice sedendosi sopra un muretto < vieni spesso qui? > chiedo sedendomi accanto a lui < quando ho bisogno di tranquillità > non rispondo e riprendo a guardare il paesaggio. Dopo minuti di silenzio mi volto per guardarlo e con stupore noto che lui già guardava me, imbarazzata pongo la mia domanda < perché mi hai portato qui se è il tuo posto? > sorride e questa volta è lui a distogliere lo sguardo da me < sai che non lo so? forse dovrei ucciderti per davvero adesso > ridiamo < come stai? > mi guarda di nuovo < se ti riferisci a prima scusa ancora > dico < davvero ti ha fatto quelle cose? > annuisco < le persone ti fanno del male e dopo si comportano come se nulla fosse, cercando di giustificarsi e pretendono il tuo perdono > guardo di nuovo di fronte a me < ma come si può perdonare una persona che ti ha fatto così tanto male da spingerti a cambiare? > < credono di trovare la stessa persona che hanno lasciato ma non è così > aggiunge lui < già > abbasso lo sguardo < per anni mi sono data la colpa troppo grassa, sfigata e mille cose ma l'unica mia colpa è stata fidarmi > < la fiducia è una cosa troppo grande una volta persa non siamo più gli stessi > sospira < io non mi fido più > confesso < di me si però altrimenti non avresti accettato di seguirmi in piena notte, in un palazzo abbandonato dopo due ore che ci conosciamo > dice sorridendomi < e devo confessarti che non me ne pento > sorrido anche io. Mi alzo e lui fa lo stesso < vir' cosà te teng preparàt > dice guardando dei fuochi d'artificio da lontano < scemo > dico ridendo < devi tornare a casa? > gli chiedo < no? > dice confuso < possiamo restare qua a guardare l'alba? > gli chiedo è un mio desiderio < va bene > sorrido come una bambina a cui gli hanno appena detto che non andrà a scuola.

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