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8 capitolo


ASHLEY

Mentre eravamo a New York, tra una foto e l'altra, cercavo di distogliere a Caroline l'idea di andare alla partita, ma lei era inconvincibile.
Nelle ultime due settimane mi aveva mostrato quanto fosse ossessionata da Josh e mi aveva rivelato di andarci dietro dagli anni delle superiori.

"scordatelo, già non ci voglio parlare io, figurati se riesco a presentarti Ethan" presi fiato "che a sua volta dovrebbe presentarti Josh"

"dai Ashley, fai questo piccolo sforzo per lei" disse Madison cercando di convincermi
"no ragazze veramente, già è tanto che vi accompagno, non lo voglio vedere"

Almeno queste sono le parole che ho detto il giorno prima della partita ovvero il giorno in cui siamo tornate a Providence.

Stavo raccontando a Will ciò che avevamo fatto a New York quando gli rivelai che sarei andata alla partita.
Solo dalla sua voce attraverso al telefono sentivo quanto disapprovasse; in più lui non era presente poiché aveva impegni con sua madre, questo vuol dire che non poteva tenerlo d'occhio e l'idea lo mandava su tutte le furie.

Cercai in tutti i modi di tranquillizzarlo ma non ci fu verso,non voleva che io andassi.

Non potevo deludere le mie amiche, avevo promesso che non mi sarebbe importato e che sarei andata con loro; e poi ormai sono abbastanza matura da prendere delle scelte da sola, non necessito che Will mi dica cosa fare.

Faro attenzione e ci starò alla larga.

"Ashley, finalmente ti sei decisa a rispondermi" mi rimproverò mia zia mentre mettevo la chiamata in viva voce

"scusami, mi sto preparando per una partita e non ho idea di cosa mettere" rivelai velocemente "ma ti ascolto, dimmi tutto"

"tesoro nulla in particolare, volevo solo sentirti. Come vanno le lezioni?"

Tra un jeans e l'altro, una maglietta lanciata qua e una giacca lanciata là, cercavo di risponderle "dai tutto bene, tra un mese ho il primo esame, poi ti farò sapere"

Ci rinuncio, lascio perdere i vestiti e cerco di sistemare i capelli.
" e invece le amiche? E i ragazziii?"

Mi cadde la spazzola dalle mani "amiche alla grande, mentre ragazzi ancora nulla zia" il mio tono però mi fece scoprire subito "lo sapevo, tu non sai mentire".

"non è vero" cercai di mentire ma mi arresi subito, mia zia riconosceva sempre quando stavo dicendo una bugia
"va bene ti racconterò tutto, ma adesso mi sto preparando e sono ancora nuda"

"ok calma, prendi il jeans che abbiamo comprato prima che partissi e mettilo" frugai nell'armadio per cercare i jeans a zampa di cui parlava e appena trovati li infilai "fatto"
"bene ora prendi il top bianco con la scollatura a V e metti anche questo" esclamò sicura di quello che stava dicendo
" sei sicura che non sia troppo?"
"sicurissima, ora abbinaci la giacchetta di jeans e una borsa ed hai fatto"
" ok aspetta, dammi il tempo"

Cambiai il reggiseno in modo che non si vedesse sotto il top scollato e infilai sopra la giacca, scelsi una borsa e presi le scarpe che erano riposta alla punta del letto e le misi.

"Ok ci sono" esclamai mentre mi guardavo allo specchio contenta del risultato, come sempre lei era la migliore.
"bene ora vai alla partita e conquista quel ragazzo" silenzio "rendi fiera la tua zietta del cuore e anche la tua dolce mamma"

Subito una lacrima scese dal mio volto; se mamma sapesse di Ethan non approverebbe per niente però sono certa che mi direbbe "se lui ti rende felice allora sono felice anche io"

"ciao zia, ti voglio bene" e arrivo subito il suo "ti voglio bene anche io" prima che la chiamata si interrompesse.

Ora non c'era nulla per cui potevo posticipare la partita, dovevo andare.

Durante la strada verso lo stadio avevo rassicurato Will a telefono, quando a dirla tutta neanche io ero sicura di cosa stessi facendo.

Ero certa che se lui si fosse avvicinato a me avrei dimenticato tutto quello che mi ero imposta negli ultimi giorni: STARGLI ALLA LARGA.

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ETHAN

Lo stadio è già colmo di persone quando la squadra entra negli spogliatoi.
Come al solito il coach ci richiama a cerchio e ci elenca le tattiche da applicare oggi, che
avevamo già programmato durante gli allenamenti.

Per questa partita ha cambiato l'attacco, spostando infatti Logan in difesa con Sean e facendo avanzare Colin riponendolo affianco a me e Josh.
Scombussolare così la formazione non era una buona idea.

Mancavano ancora 15 minuti all'inizio quindi uscii fuori a vedere se Ashley fosse arrivata, sapevo che lei sarebbe stata una distrazione per me, ma contavo di vederla negli spalti.

Proprio fuori dagli spogliatoi trovai mio padre con affianco una donna; sarà sicuramente un altro sponsor che mi voleva presentare; era suo solito aiutarmi nella carriera da giocatore d'Hockey.

"Ethan, non pensavo di vederti prima dell'inizio della partita" esclamò mentre mi stavo avvicinando a lui.

"ti sei portata un'amica vedo, di che associazione di sponsor fa parte?" chiedo mentre le porgo la mano, ma lui alla mia domanda fa una faccia stranita.

"di cosa parli figliolo?" chiede interdetto
"se non è una delle tante sponsor che porti di solito alla partite allora chi è?"

la sua faccia sì modificò, la fronte non era più rilassata, la mascella era tesa e la sua espressione esprimeva tensione.

"ecco diciamo che non volevo presentartela prima per non recare danno al modo in cui giocherai" la tensione era sempre più forte.

"Ethan, ti presento la mia compagna" questo fu quello che riuscì a dire a stento e la mia faccia fece subito trapelare ciò che pensai, ma la mia voce lo fece ancora meglio.

"stai scherzando spero, non puoi dire veramente?!"

Ero visibilmente incazzato, sentivo il nervosismo e la rabbia scorrere nelle mie vene, il mio corpo si stava riscaldando e la mia voce era diventata imponente.

"manda via questa puttana dalla mia vista, non ho intenzione di girarmi verso gli spalti e vederla affianco a te" esclamai ormai fuori di testa "anzi sai che ti dico, non voglio vedere neanche te" gli stavo sbraitando contro, tutte le persone attorno a noi si erano girate a guardarmi ma non me ne fotteva nulla.

"Ethan fammi spiegare, ti prego" lui cercò di giustificarsi ma io gli negai la parola "stai zitto e vattene, non voglio più vederti"

Era sconvolto ma se lo aspettava, sapeva di non potermi fare una cosa del genere.

Avevo il sangue che mi ribolliva nelle vene, sarebbe bastata la minima cosa per farmi scoppiare.

Stavo affogando in un mare di emozioni contrastanti e avevo bisogno di distrarmi; chi meglio di Ashley.

Cercai di individuarla tra le centinaia di persone finché non la vidi proprio vicino alla panchina della mia squadra; proprio dove speravo di vederla.

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ASHLEY

Lo stadio era enorme e pieno di persone che indossavano la felpa dell'università, bambini che correvano ovunque, gente che cercava posto per sedersi e fotografi posizionati in ogni angolo possibile.
Diedi un occhiata intorno per vedere se cerano dei posti per me e le ragazze ma non vidi nulla.

Caroline si volle avvicinare alla panchina della Brown per vedere meglio Josh e proprio mentre lei cercava il suo sguardo io vidi arrivare verso di me Ethan; proprio colui che dovevo evitare!

"ei Nelly, alla fine sei venuta, non ci credevo più" mi guarda fissa negli occhi, per poi scendere sulla mia scollatura e sulle mie curve fino a risalire alle mie labbra per divorarle con un solo sguardo.

E quell'intensa bramosia la sentii pure io, tanto da iniziare a mordicchiarmi l'interno guancia nervosamente.

"si, sono qui per Caroline" mi affrettai a dire
"capisco" continuò a fissarmi

" ti ho fatto riservare dei posti affianco la panchina, in modo che tu possa vedere al meglio lo spettacolo" disse facendomi l'occhiolino e continuando a mordersi il labbro insistentemente.

"non voglio favori o gentilezze da parte tua Parker"

"hai ragione, sono io lo stronzo qua" mi provocò con tono sarcastico

"non ho detto questo" nonostante fosse molto affascinante non potevo mettere in dubbio fosse la verità

"però dovresti starmi alla larga, mi renderesti tutto molto più semplice" rivelai e il suo sguardo diventò dubbioso, come se non stesse capendo di cosa parlavo.

"detto fatto Nelly, ma se perdo questa partita è colpa tua" e la sua frase suonò quasi come una minaccia, sembrava che ciò che gli avevo detto lo avesse infastidito veramente.
Impossibile.

Figuriamoci se a lui frega di me e ancora di più se perde una partita solo per ciò che gli avevo chiesto.

Non riuscii a darmi una risposta perché lui abbasso la visiera e pattinò verso i compagni di squadra lasciandomi lì spiazzata.

Eccoci, scusatemi il ritardo, ormai lo sapete come sono fatta.
Nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle, prepara i popcorn.
Ci vediamo venerdì 💋

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