14 capitolo
ASHLEY
La mattina dopo aver avuto spezzato il cuore è sempre la peggiore, perché inizi a renderti consapevole di ciò che è successo.
Ma nel mio caso è diverso, ero già consapevole di quello che sarebbe successo, ero già al corrente del fatto che oggi mi sarei sentita così.
Così persa, cosi incompleta, così vuota, vuoto che ethan stava iniziando a colmare e che da povera illusa pensavo che potesse riuscire a ricucire.
Ero consapevole, ma non mi era interessato, avevo messo io la firma sul contratto per il mio dolore.
Mi svegliai nel silenzio di una casa vuota, in un letto disfatto, in un cumulo di sentimenti contrastanti.
La luce che filtrava dalle fessure della finestra, non bastava per scacciare l'oscurità che mi opprimeva il petto.
Mi alzai lentamente, il cuore che batteva forte, ma il corpo che sembrava non dare segni di vita.
Mi diressi verso la finestra e la spalancai, erano solo le 8 del mattino dopo una notte insonne.
La città era ancora vuota, ma la stessa di sempre a differenza mia.
Le mie mani tremarono quando le appoggiai sul davanzale, con gli occhi fissi nel vuoto che ricordavano ethan la sera prima, nella medesima posizione.
Volsi lo sguardo verso il letto, che anch'esso mi ricordava ciò che era successo la sera prima.
Dovevo distrarmi, decisi di farmi una doccia rilassante per poter alleviare tutti i pensieri, ma non funzionò.
Ripensavo ancora a ciò che mi aveva detto lui la sera prima.
Si prospettava una lunga giornata.
Finalmente uscii dalla stanza da letto per andare a mangiare qualcosa, anche se contro voglia.
Presi il telefono e mi resi conto di non aver guardato le notifiche.
Caroline: Ashley, sta sera andiamo ad una
festa, ti va di venire?
Rimango a fissare quel messaggio per qualche minuto riflettendo sul fatto che caroline non sa la mia storia quindi il suo invito è del tutto lecito.
Mi rendo conto di essere diventata una persona completamente diversa, mi rendo conto di essermi annullata completamente per ciò che è successo, come mi rendo conto di dover fare qualcosa per cambiare il corso della mia vita.
Avevo tante buone ragioni per dire di no.
Passi il dito sullo scherzo, rileggendo il messaggio.
So che mi ero ripromessa di non andare più ad una festa, ma questa volta avevo una sensazione diversa.
Una piccola voce dentro di me diceva che forse era arrivato il momento di cambiare.
Del resto nell'ultimo periodo la mia vita si era completamente stravolta, perché non stravolgere anche questo ?
Io: ci sarò, dammi l'indirizzo
Il resto della giornata sembro non finire mai.
Era sabato, quindi non ero impegnata con le lezioni e di conseguenza non avevo una distrazione.
Provai a leggere qualcosa, ma la mia mente era completamente assente e estranea al mio corpo.
Zia Mary: tesoro mio che fai di bello oggi?
Il messaggio di mia zia mi fece spuntare il sorriso, così decisi di videochiamarla.
"come stai zia? mi manchi tanto" espressi sincera
"anche tu mi manchi tanto, io sto bene" mi guardò meglio attraverso il telefono "tu non sembri stare bene tesoro mio, è successo qualcosa?"
"no zia, ho solo dormito male questa notte"
cercai di mentire
"dai Ashley, ti conosco troppo bene, so se c'è qualcosa che non va. me ne vuoi parlare?" mi chiese dolcemente.
"è tutto ok, parliamo di altro. per esempio questa sera vado a una festa" dissi tutto d'un fiato, non ci credevo neanche io.
I suoi occhi brillarono dalla gioia "tesoro è una notizia fantastica, sono super felice" esitò prima di proseguire "i tuoi genitori sarebbero fieri di te, come lo sono io" disse ancora sorridente, non era solita mostrare le sue debolezze.
Sapevo perfettamente che le mancasse mia madre, sua sorella maggiore e la sua migliore amica.
È stata forte e prendermi con sé e a crescermi nonostante il mio volto le ricordasse sempre il momento dell'incidente.
"lo so zia, lo sto facendo soprattutto per loro" dissi fiera di me e dei progressi che sto facendo.
"lo so tesoro, ma ora basta deprimersi; ho una buona notizia" esprime entusiasta
"la voglio sapere subito" dico impaziente
"ho preso i biglietti, passiamo il natale insieme"
Non ha il tempo di finire la frase che io inizio a urlare di gioia.
Ora si che è una bella giornata, ci voleva proprio questa chiamata di zia.
La sera più tardi...
Non credo sia una buona idea, me ne sto pentendo amaramente.
Il vestito che indosso è fin troppo aderente, tutta colpa di caroline che mi ha obbligato a metterlo.
Ho voglia di coricarmi nel mio letto e non alzarmi mai più ma ormai sono qua.
Devo affrontarlo.
Arrivai davanti alla casa, le luci che brillavano attraverso le finestre. La musica era così forte che la sentivo prima ancora di varcare la soglia. Esitai per un momento, il cuore che accelerava di nuovo. Ma poi mi feci forza. Non era più il momento di scappare.
Spinsi la porta ed entrai.
La musica assordante e la luce soffusa creavano un'atmosfera elettrica, e la stanza era piena di volti conosciuti. Alcuni mi lanciarono uno sguardo curioso, altri mi ignorarono del tutto. Mi sentivo fuori posto, come sempre, ma non potevo permettere che questa sensazione mi fermasse dal vincere questa battaglia con me stessa.
Individuai subito Caroline.
Era accanto al bancone della cucina, con un bicchiere in mano.
"Ashley! Sei davvero venuta!" esclamò, avvicinandosi e abbracciandomi con entusiasmo.
"Sì, eccomi," dissi, cercando di mascherare il nervosismo.
"Sei bellissima, lo sai?" mi disse, guardandomi con approvazione. Poi mi porse un bicchiere. "Bevi qualcosa. Ti farà bene rilassarti."
"ti ringrazio ma passo, non mi piace bere" mentii, fino a qualche anno fa mi piaceva eccome.
"Madison non è ancora arrivata?" domando curiosa
"si stava ancora preparando, sai quanto è lenta" caroline rise nervosa e impaziente per il ritardo della nostra amica.
"dai vedi che ora arriva, intanto divertiti"
"hai ragione, ma ti devi divertire anche tu" mi tirò per il braccio e si incamminò verso la pista trascinandomi con sé.
Ed eccolo lì, l'ultima persona che volevo vedere, Ethan.
In tutta la sua bellezza e arroganza.
Era al centro della pista, circondato da persone, che si divertiva.
Affianco a lui, o forse addosso a lui dovrei dire, c'era una ragazza che gli stava ballando intorno e strusciando sopra, non in un punto qualsiasi ma proprio sopra il suo pene.
Che schifo, lurido stronzo.
Mi si strinse lo stomaco a vedere quella scena.
"tutto ok Ash?" mi chiese Caroline, seguendo il mio sguardo.
"Sì tutto bene" annuì rapidamente, cercando di mostrarmi disinvolta.
"non starai mica guardando Ethan con quella troia" mi chiese con un tono retorico, sapeva già la risposta.
Ma io evitai la domanda " mi butto un po' in mezzo alla pista, ci vediamo dopo"
Non le diedi il tempo di controbbattere perché mi dileguai.
Decisi che non avrei permesso a Ethan di rovinarmi la serata. Forse era arrivato il momento di fare qualcosa che non facevo da troppo tempo: divertirmi. E, perché no, dargli un assaggio della sua stessa medicina.
Mi infilai tra la folla che ballava, lasciando che la musica mi investisse. Mi muovevo lentamente all'inizio, ma con ogni battito, con ogni movimento, sentivo la tensione scivolare via. Chiusi gli occhi, ignorando tutto il resto, lasciandomi trasportare dal ritmo.
Qualcuno si avvicinò. Non lo riconobbi subito, ma non mi importava."Ti va di ballare?" chiese, la voce abbastanza alta per superare la musica.
Non risposi. Sorrisi soltanto e continuai a muovermi, lasciando che lui si adattasse al mio ritmo. Non sapevo chi fosse e non mi interessava.
Stavamo ballando già da un po' quando ragazzo misterioso si avvicinò ancora di più, oltre il limite che avrei voluto mantenere. Le sue mani si posarono sui miei fianchi, stringendomi con troppa confidenza.
"Ehi, rallenta," dissi, spostando le sue mani con un gesto deciso.
Lui sorrise, inclinando la testa come se avessi detto qualcosa di divertente. "Dai, stiamo solo ballando," rispose, avvicinandosi di nuovo.
"dai vieni fuori con me, qua c'è troppo caos" disse prima di prendermi per il braccio e trascinarmi fuori in giardino "dai ci divertiamo, fidati di me" continuava a dire mentre cercavo invano di divincolarmi.
"Cosa vuoi da me?" chiesi, il respiro corto. Provai ancora una volta a tirarmi indietro, ma lui mi bloccò contro un muro, mettendo una mano accanto alla mia testa per impedirmi di scappare.
"Sei così bella," mormorò, con uno sguardo che mi fece venire i brividi. "Non devi avere paura di me."
"Lasciami andare!" gridai, la voce rotta dal terrore.
"Shh," fece lui, avvicinando il viso al mio. "Non vuoi che gli altri sentano, vero? Siamo solo io e te adesso."
"Dai, rilassati" disse, il suo tono quasi dolce ma terribilmente falso. Prima che potessi dire qualcosa, afferrò il mio viso con entrambe le mani e si chinò per baciarmi.
Mi divincolai, girando la testa per evitare le sue labbra, ma lui non si fermò. "Non fare la difficile," disse, stringendomi il viso con più forza.
"No! Basta!" urlai, spingendolo con tutte le mie forze.
Ma lui era implacabile. Mi bloccò nuovamente contro il muro, schiacciandomi con il suo corpo. "Basta urlare," disse con la voce bassa e minacciosa. "Non vuoi far arrabbiare nessuno, vero?"
La paura mi paralizzò. Sentivo il suo respiro sul mio collo, e ogni muscolo del mio corpo gridava per muoversi, ma non riuscivo.
La mia bocca non riusciva ad emettere un suono perché schiacciata dalla sua che non si fermava.
Le sue mani vagavano per il mio corpo ormai immobile e inerme di fronte alla sua forza.
La sua mano scivolo lungo il mio seno per poi scendere sulle mie cosce.
"ti prego lasciami andare, non dirò nulla a nessuno" lo supplicai sperando si fermasse.
"smettila, so che ti piace" disse con tono saccente.
Continuava a stringere le mie cosce mentre mi teneva ferma con l'altra mano e tutto il peso del suo corpo.
Poi avvenne la catastrofe, mi aprii le gambe, nonostante stessi provando in tutti i modi di impedirglielo, e mi spostò il vestito; insinuandosi così tra il mio intimo.
E poi le sentii, le sue dita dentro di me, prima una e poi l'altra.
Gli occhi chiusi dal dolore, la paura che mi logorava, il bruciore tra le mie gambe e la sensazione di star morendo.
A un certo punto una voce si fece spazio tra il silenzio del giardino.
"Toglile le mani di dosso coglione" disse questa voce prima che si sentisse un tonfo al pavimento, avevo ancora gli occhi chiusi ma capii che lo aveva spinto facendolo cadere.
Realizzai subito, era Ethan.
ETHAN
Ashley crolla in ginocchio a terra mentre io continuo a sferrare pugni a questo maniaco.
Sangue sgorga dal tutto il suo viso mentre lo blocco con il mio peso a terra.
Sento Ashley piangere sempre più forte e i miei neuroni perdono il controllo, non riesco a fermarmi, voglio ucciderlo.
"Ethan, ti prego" lei reclama la mia presenza "così lo uccidi, smettila"
Solo quando apre finalmente gli occhi riesce a convincermi "così finisci tu nei guai, non voglio perderti per colpa mia" mi supplica singhiozzando ancora.
Lascio perdere il coglione solo dopo avergli preso il portafoglio e visto il suo nome.
Corro da Ashley e la prendo in braccio mentre con l'altra mano dico a telefono a Noah che avrei preso la sua macchina.
Nel tragitto verso casa lei non proferisce parola ma continua a tenere gli occhi chiusi.
Il viaggio fu breve, ma il silenzio nell'auto sembrava eterno. Ogni tanto lanciavo uno sguardo verso di lei, il suo corpo era ancora teso. La conoscevo abbastanza per capire che stava cercando di mantenere il controllo, anche se dentro stava crollando.
La tirai fuori dalla macchina e portarla fino alla porta fu facile; cercare le chiavi nella sua borsa mentre la tenevo in braccio un po' meno. Alla fine le trovai e riuscii ad aprire. Entrai, chiudendo la porta con un piede, e la portai direttamente nella sua stanza.
La poggiai delicatamente sul letto, tirando via la coperta e coprendola con attenzione. Lei non parlava, ma il suo sguardo mi seguiva, come se stesse cercando qualcosa, forse un motivo per fidarsi di me.
Le presi un bicchiere d'acqua dalla cucina e quando rientrai nella stanza lei era rannicchiata sotto le coperte, rivolta verso l'interno del letto.
"bevi un po'" le porsi il bicchiere con delicatezza e lei si voltò a guardarmi prima di bere un sorso d'acqua e restituirmi il bicchiere.
"Ashley" riuscii a malapena a pronunciare il suo nome, ero scosso persino io, non riuscivo ad immaginare neanche quanto lo fosse lei.
Mi appoggiai sul letto affianco a lei e le posai una mano sulla spalla, al mio tocco lei tremo.
"sono io, puoi fidarti di me" la rassicurai piano e lei si voltò di nuovo verso di me.
"Ethan...." disse piano,la sua voce tremava.
"sono qui" la feci appoggiare su di me "non vado da nessuna parte, non sei sola" la mia voce era più dolce di quanto fosse mai stata prima.
Sembrava voler dire qualcosa, ma poi si limitò a chiudere gli occhi. Rimasi accanto a lei finché il suo respiro non si fece più regolare. Solo allora mi permisi di rilassarmi leggermente, ma non di andarmene. Restai affianco a lei.
Non avrei mai immaginato di prendermi cura di qualcuno in quel modo, meno che mai di Ashley.
Ma qualcosa era cambiato, e non sapevo nemmeno spiegarmi perché sentissi il bisogno di proteggerla.
Forse perché quella notte, per la prima volta, avevo visto quanto fosse vulnerabile. E sapevo che non avrei mai permesso a nessuno di farle del male di nuovo.
Li, con lei tra le mie braccia, mi resi conto di amarla.
Eccoci, capitolo un po' pesante lo so, ho pianto per scriverlo 🥹.
Prometto che il prossimo sarà più bello (forse👀).
Dai, almeno avete avuto una dichiarazione di Ethan.
Come sempre fatemi sapere che ne pensate, a venerdì prossimo💋
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro