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23 - We're gonna be alright, Harry... (parte seconda)

CAPITOLO TRADOTTO PER VOI, BELLEZZE, ENJOY! 

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LOVE YA, LAPPI<3

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NIALL'S POV

"Quando verrà a prenderci Louis?", mi chiese il ragazzo per la decima volta.

Lo guardai, accarezzando Maisy sulla testa, "Non lo so, Harry. Liam e Louis ci troveranno il più presto possibile, sono sicuro"

Il ragazzo si guardò le mani, "M-mi manca il mio Louis..."

"Lo so, anche a me manca Liam", sospirai.

Io ed Harry eravamo seduti sul divano nella nostra prigione sotterranea e stavamo guardando la televisione. O almeno, era accesa, ma non eravamo poi così attenti. Harry aveva preferito avvolgersi nel maglione che indossava e ogni dieci o quindici minuti chiedermi di Louis.

"Ci troveranno oggi?", chiese speranzosamente, "Come...quando Louis mi viene a prendere...a ca-casa tua?"

"Non lo so, Harry", sospirai, non volendo spiegargli che ci sarebbero voluti dei giorni, forse settimane. Speravo non ci fosse voluto più di tanto, in realtà.

Improvvisamente, la porta della taverna si aprì e da essa entrò Ella, per la seconda volta quel giorno, "Cosa volete per cena voi due?"

"A-andare a ca-casa", rispose Harry, e io spalancai gli occhi. Quando si rivolgeva alla donna, Harry diventava molto insolente e io avevo paura che il suo lato ancora più pazzo si potesse scatenare su di lui.

"Tu sei qua con me, adesso!", sputò, "Vi preparerò quel che riesco a trovare!"

"Harry non ha fame", sbuffò il ragazzo.

"Potresti ripetere, prego?", sibilò Ella.

"I-io-...", Harry sbiancò, "I-io non ho fa-fame"

Ella avanzò verso di lui e io lasciai andare Maisy per mettermi davanti e proteggerlo. Ella lo indicò con un dito, "Tu sei mio figlio, Harold. E ti comporterai rispettosamente. Ho paura di dover dire a mio fratello di fare una visitina al tuo Louis"

"Per dirgli di venirci a prendere?", chiese speranzosamente.

"No", sputò Ella, "Per farti vedere come gli posso far del male"

"Lascia in pace Louis", sbuffai, "A meno che tu non voglia dirgli dove si trova Harry. Sarà già devastato abbastanza. Non hai nemmeno idea di quanto Louis ami Harry"

"Vedremo quando lo distruggerò per colpa di questo stupido ingrato", ammiccò, "E non parlo solo di un misero braccio rotto"

"Co-cosa?", urlò Harry, spingendomi via, "No! Louis di Harry!"

"Harry, la grammatica!", incrociò le braccia.

"N-no!", ripetette ancora urlando, "La-lascia Louis di Harry in pace, non pu-puoi ucciderlo!"

"Non gli può far del male, Harry", cercai di consolarlo, "Lui non le crederà, in ogni caso"

"Lo trarrò in inganno", scrollò le spalle, "Ho il suo numero. L'ho rubato alla clinica dove lavora. Gli dirò di incontrarci da qualche parte per ridargli Harry, ma quello che riceverà non sarà Harry, bensì una bella coltellata allo stomaco"

"No!", urlò di nuovo Harry, "No-non po-posso perdere Louis, no, no-..."

"Ti do ancora una possibilità", disse al ragazzo, "Mangia quello che ti preparo, trattami come una mamma e sii un po' più rispettoso. O ammazzerò questo Louis che reclami come tuo"

"Ok!", Harry scoppiò a piangere, pregando la donna, "Lo fa-farò! Non ucciderlo, non pu-puoi-..."

"Calmati, Harry", mi alzai e presi il ragazzo per farlo sedere con me sul divano.

Ella se ne andò poco dopo ed Harry scoppiò a piangere con la faccia tra le mani. Maisy si arrampicò sulle sue gambe, accoccolandosi come se volesse consolarlo. Gli accarezzai la schiena, poi disse tra i singhiozzi, "Vo-voglio solo Louis...Louis di Harry! Harry ama L-Louis. Io lo a-amo"

"Lo so che lo ami", gli dissi dolcemente, "Non gli farà del male. Louis ti troverà, come Liam troverà me. Ce ne andremo a casa e saremo di nuovo felici"

"E po-poi potrò avere i baci e coccolarmi con...il mio Louis?", singhiozzò.

"Certo!", gli dissi, "Scommetto che Louis non vorrà più lasciarti da solo per un solo secondo"

"E H-Harry si pre-prenderà cura di Louis perché è ro-rotto!", si asciugò le lacrime.

"Vedi? Abbiamo già pianificato tutto", annuii, "Ora dobbiamo solo aspettare che ci trovino. Perché ci troveranno..."

"Grazie, Niall", disse Harry tirando su col naso.

"Noi ibridi dobbiamo guardarci le spalle a vicenda, o no?", gli arruffai i capelli, notando che le orecchie, che erano spariti tra di essi, stavano lentamente riapparendo. Gli sorrisi largamente, con una voglia di scodinzolare fortissima.

Ella rientrò ancora nella stanza poco dopo con un piatto con del cibo molto strano. Lo appoggiò sul bancone della cucina e disse, "Li ho comprati al supermercato. Dovrebbero essere ancora caldi, venite a mangiare"

Harry si alzò velocemente, ricordandosi la minaccia di Ella, e corse verso il cibo. Lo seguii poco dopo, controllando la donna prima che gli fosse venuto in mente di fare qualcosa di strano al ragazzo. Non avevo fame e, giudicando dallo sguardo di Harry, nemmeno lui ne aveva. Tuttavia, il ragazzo prese un po' di quel cibo strano e se lo infilò in bocca. Lo masticò con una smorfia, prima di deglutire, "E' strano..."

"Mangiane un altro", disse lei, "Mangia, Niall"

Harry ne mangiò un altro pezzo prima che io potessi assaggiare il mio. Il cibo era familiare, solo aveva un gusto un po' più dolce. Ma quella parte familiare mi fece ricordare di un brutto evento. Presi un pezzo di quella roba e lo aprii, per guardare all'interno. Gamberi.

"Harry, sputalo subito!", gli ordinai impaurito.

"Cosa?", Ella sputò.

Il ragazzo mi guardò, "Ma se no-non mangio, poi Louis ver-..."

"Sono gamberi", gli allungai la mano e lo incitai a sputare.

Il ragazzo sbiancò, "Harry ne ha ma-mangiati tre?"

"Cosa c'è di male nel mangiare i gamberi?", disse Ella infastidita.

"E' allergico, sei sua madre, dovresti saperlo!", le urlai in faccia, poi girandomi verso Harry per vedere se già aveva iniziato a tossire. Sembrava spaventato, "Ha bisogno della sua medicina, adesso. Potrebbe morire"

Ella si diedi un colpo sulla fronte, "Quel Louis me l'aveva detto, come ho fatto a dimenticarmene! Quale sarebbe la sua medicina?"

"Louis ce l'ha! O il dottor Shell, chiamali!", dissi.

"Neanche per sogno", sputò.

"Harry morirà?", squittì il ragazzo.

"No!", dissi al ragazzo, "Ella chiamerà il dottor Shell"

"Mi rifiuto di chiamarlo", incrociò le braccia.

"Stai solo perdendo tempo, vuoi che Harry-...", non continuai, guardai Harry disperato, "Per favore, Ella...sei sua madre, aiutalo!"

La paura stava lentamente crescendo in me, ma poi la donna mi passò il cellulare, "Tu chiamerai Louis. Trova il numero. Poi chiami Shell, gli dici l'indirizzo e che cos'ha Harry"

Cominciai a cercare nella rubrica, "Come lo hai salvato?"

"Stupido idiota", disse. Andai alla S, trovai il nome e poi attivai il vivavoce, "Aspetta, cosa stai facendo?", chiese lei.

Mi indicai le orecchie, "Non sono fatte per ascoltare dai cellulari"

"Louis...", Harry si avvicinò a me speranzoso, dopo aver realizzato, "Stai chi-chiamando Louis?"

"Si ma non possiamo stare molto al telefono, Harry", dissi mentre il telefono squillava, "Noi-..."

"Pronto?", gracchiò una voce dall'altro capo.

"Louis!", urlai, nel panico, "Dammi il numero di Shell-..."

"Niall!?", Louis praticamente gridò, "Sei tu?"

"Sì, Lou, ma-..."

"Louis!", disse Harry.

"Oh mio Dio!", sospirò Louis, "Cucciolo? Cucciolo mio? Stai bene?"

"Louis!", gridai per attirare la sua attenzione, "Ascoltami! Ho bisogno del numero di Shell! Harry ha mangiato i gamberi-..."

"Cosa?", gracchiò Louis, "Gamberi? Ma sembrava stesse bene, ha appena parlato, il mio Cucciolo-..."

"Non ha ancora fatto reazione! Louis, muoviti, il numero di Shell!", lo pregai.

"Merda, dove siete ragazzi?", piagnucolò Louis, "Sta bene?"

"Harry ama Louis!", singhiozzò Harry, poi facendo un colpo di tosse che mi fece irrigidire.

"Merda, dammi il numero di Shell!", ripetei.

"Ehm...", Louis stava cercando il numero e io potei sentire delle voci simili a quelle della madre e delle sorelle, "Pronto, Niall?"

"Dillo ad alta voce, lo scrivo nel telefono", dissi e lui mi recitò i numeri.

Li segnai, "Lou, riattacco, scusa ma-...", gli dissi.

"No!", Harry urlò, schiarendosi la gola, "Aspetta, Louis, t-ti amo!"

"Non hai parlato in terza persona, Cucciolo...", disse Louis, "Il mio Cucciolo intelligente...ti amo anch'io...tanto, tantissimo!"

E mio malgrado dovetti schiacciare il bottone di fine chiamata, sapendo di aver spezzato due cuori in un colpo solo. Anche perché Harry scoppiò a piangere, "No!", e l'ultima cosa che Louis aveva sentito riguardo ad Harry era che stava per avere una reazione allergica ai gamberi.

Rischiacciai il bottone per avviare una nuova chiamata ed apparve sullo schermo il numero di Shell. Harry stava tossendo e singhiozzando ed Ella lo stava fissando irritato. Harry alzò poi la mano e cominciò a sfregarsi la gola, il che mi spaventò sempre di più. Il cellulare di Shell continuava a squillare, e per qualche istante credetti che non avrebbe mai risposto, ma finalmente sentii la voce del mio creatore, "Lucca Shell"

"Dottor Shell!", dissi ad alta voce, "Harry ha mangiato i gamberi, ho detto tutto, Ella digli l'indirizzo!"

"Sta già tossendo, lo sento da qua. Louis e Liam sono preoccupati, datemi l'indirizzo", disse velocemente.

"Non lo può dire a nessuno", sputò Ella, "O non lo avrà mai"

"Non lo dirò", disse il dottor Shell, "So mantenere i segreti. Non ho mai detto a nessuno di te...anche perché non ricordavo il tuo nome, ma quello non conta. Indirizzo, veloce!"

Ella mormorò il famoso indirizzo, il nome della strada e il numero non avevano nemmeno senso, e poi gli ricordò, "Non dirlo a nessuno"

"Niall", disse lentamente il dottor Shell, "Ti ricordi l'indirizzo?"

"Ehm...si, credo di sì, perché?", chiesi.

"Io sono a un'ora da lì. Non voglio metterti in ansia, ma Louis ha le medicine di Harry e ci arriverebbe prima di me...hai il suo numero?", chiese Shell.

"Cosa?", dicemmo all'unisono io e Ella.

"Chiama Louis e dagli l'indirizzo", ordinò il dottor Shell.

"No!", ringhiò Ella, "Mi fido di Shell, non di quello stupido"

"Harry morirà!", urlai, alzandomi e cercando di rubare il telefono ad Ella, "Io chiamo Louis!"

Sentii qualcuno prendermi il braccio e girarmi violentemente, poi un dolore fortissimo mi fece cadere il cellulare e piegare a terra.

"Niall!", rantolò Harry. Mi guardai la spalla e tolsi la mano di Ella debolmente.

"Dottor Shell", dissi, "Chiama Louis. Ho un coltello nella spalla"

Ella appoggiò un piede sul telefono e lo schiacciò riducendolo in mille pezzi. Il sangue usciva a fiumi dalla mia spalla, sporcando il tappeto bianco, ma non avevo il coraggio di togliermi il coltello. Harry cadde di fianco a me, rantolando e singhiozzando, "Ni-Niall!"

"Sto bene!", dissi, "Risparmia il fiato, Harry, riesci ancora a respirare?"

"Fa il solletico, ma Niall!", gracchiò.

"Staremo bene...staremo bene, Harry!"

Facevo fatica a credere alle mie parole. Harry rantolava e tossiva, mentre la mia spalla aveva creato una macchia spaventosa e rossa sul tappeto. 

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