15 - Harry is scary?
LOUIS' POV
Aveva smesso di respirare. Probabilmente la cosa più essenziale per vivere, e il mio Cucciolo aveva smesso di farlo per un po'. E io non fui nemmeno capace di inventarmi qualcosa per aiutarlo. Non ero nemmeno presente, al suo fianco, quando più ebbe bisogno di me. Fortunatamente, il dottor Shell era nei paraggi oppure...onestamente non riesco nemmeno a pensare quali sarebbero state le conseguenze. Però, per qualche miracolo della natura, Harry stava bene. Si era addormentato prima di me, tenendo stretta la mia mano. Giudicando dalla luce che entrava dalla finestrella nell'angolo più remoto della stanza, era già mattina presto. Il dottor Shell mi aveva spiegato che sarebbe stato meglio per Harry dormire lì da lui, in modo che l'avesse potuto controllare. Io non obiettai.
Non avevo dormito nemmeno un secondo, io. Avevo paura che Harry potesse avere un'altra reazione allergica improvvisa, nel sonno, e così per la strizza che nessuno se ne sarebbe potuto accorgere, non chiusi occhio. Il dottor Shell aveva disposto per terra dei materassi ad aria, che non avevo ancora capito cosa ci facessero nel suo laboratorio. Ne diede uno a Liam e Niall, che avrebbero diviso, e ne tenne uno per sé. Dormivano ancora tutti, ma io mi tirai su bene con la schiena e guardai il petto di Harry alzarsi ed abbassarsi. Ancora una volta decisi di rimanere a casa dal lavoro. Non potevo permettermi di lasciare Harry da solo.
La sera prima, avevo chiamato Zayn non appena le labbra di Harry ritornarono ad un colore normale e quando ricominciò a sfregare il viso contro la mia mano. Aveva quasi rischiato la vita, ma tutto ciò che gli interessava era il fatto che io rimanessi con lui e che non andassi a lavoro. Zayn era impazzito quando glielo dissi.
"Ha avuto una reazione allergica a cosa?", potei sentire le sue urla echeggiare nel mio cervello.
"Frutti di mare", gli dissi.
Zayn e Chris dovevano essere fuori a cena insieme, o qualcosa del genere, perché poi sentii la voce di Chris dire, "Chiedigli se sta bene! Povero ragazzo!"
"Sta bene, grazie a Dio", dissi a Zayn prima che potesse chiedermelo, "Ma ha rischiato parecchio"
Zayn aveva capito subito del mio bisogno di starmene a casa da lavoro, mi disse anche di dire ad Harry di riprendersi presto. Se io e Zayn ci eravamo spaventati non appena avevamo sentito che Harry aveva avuto una reazione allergica, non volevo pensare cosa avevano passato i poveri Niall e Liam, avendo assistito dal vivo a tutta la scena. Certo, avrei potuto stare a fianco del mio Cucciolo, seppur significasse rimanere spaventato a vita. E già mi ero sentito abbastanza male quando pensai che forse avrei potuto perdere il mio piccolino.
Niall, fino a che non si addormentò raggomitolato contro Liam, passò tutto il tempo a chiedere scusa ad Harry. Harry non aveva il permesso di parlare o di agitarsi, per cui l'unica cosa che fece fu dare dei colpetti di conforto sulla mano di Niall, per farlo smettere di scusarsi. Harry ora stava dormendo, non al meglio delle sue condizioni, ma quantomeno era felice e guarito. Il ragazzo era ormai abituato ad accoccolarsi contro di me, ma il dottor Shell gli aveva detto che per quella notte sarebbe stato meglio dormire da solo e supino, perché la reazione allergica era stata grave. L'unico momento in cui gli fu permesso di sollevarsi leggermente fu quando il dottor Shell arrotolò una coperta per creare un cuscino per Harry. Si addormentò in poco tempo, ma in quel poco tempo il suo stomaco si ribellò, facendolo svegliare per farlo vomitare. Mi aveva fatto spaventare, certo, fino a che non mi informarono che era normale vomitare dopo una reazione allergica del genere. Il dottor Shell mi offrì un materasso, ma gli dissi che avrei dormito bene anche solo con una sedia di metallo, vicino ad Harry. Tuttavia, Shell mi diede una sedia reclinabile, molto meglio di quella che avevo scelto.
Un colpo di tosse mi fece riprendere dal mio flusso di pensieri. Il mio sguardo cadde su Harry, nel panico, e gli occhi del ragazzo si spalancarono. Mi sorrise ampiamente quando mi vide, cercando di tirarsi su per sedersi, "Buongiorno, Louis di Harry!"
"Calmo, piccolo", allungai le mani per farlo fermare, "Stai bene?"
Harry annuì, facendo un gran respiro e indicandosi la gola, "Harry sta meglio!"
Buttai un occhio sul dottor Shell, chiamandolo poi a bassa voce, "Lucca! Ehi, Lucca!"
Il dottor Shell borbottò qualcosa ma si svegliò, guardandomi con un sopracciglio alzato, "Posso aiutarti, Tomlinson?"
"Il mio Cucciolo è sveglio", risposi severo, "Ti dispiacerebbe assicurarti che stia bene?"
"Sono più che sicuro che stia bene, Louis", sospirò il dottor Shell, alzandosi e venendo verso di noi.
Harry gli sorrise, "G-grazie per aver fatto sparire il solletico di Harry. Ad Harry non piaceva per niente..."
"Non succederà mai più", gli promisi, "Non ti imbatterai più, neanche per sbaglio, in un gambero"
"Ma il gambero non era male, però", si accigliò Harry.
"No, no, amorino", gli afferrai leggermente il viso con le mani e lui si sfregò contro, "I gamberi non sono buoni, ok? Mai più gamberi"
"O aragoste, o granchi...", elencò il dottor Shell, "Giochiamo d'anticipo. Niente frutti di mare, solo filetti di pesce per il tuo Harold. Credo che il tuo Cucciolo non abbia "scampo"...", disse ridacchiando come un cretino.
"Era orribile", lo guardai male, "La peggior battuta di sempre"
Il dottor Shell mi ignorò, andando verso la scrivania per prendere lo stetoscopio. Si mise gli auricolari nelle orecchie, "Puoi sederti bene dritto Harry?"
Aiutai istantaneamente il ragazzo, tenendo una mano sulla sua spalla, mentre il dottore appoggiò il fonendo sulla schiena di Harry. Annuì in approvazione, poi si tolse, "Tutto bene?", chiesi.
"Si sta riprendendo molto velocemente", ridacchiò il dottor Shell, "Dovrebbe essere in grado di camminare, almeno qua intorno. Sono sicuro che tu sia affamato, Harry. Barretta di cereali?"
"Si!", sussultò Harry tornando tra le mie braccia per farsi abbracciare. Lo sollevai dal tavolo e me lo portai sulle gambe, sedendomi ed appoggiando la testa contro la sua.
"Cucciolo", cantilenai romanticamente, sentendomi sollevato nel vedere che Harry stesse bene e fosse tra le mie braccia. Harry emise un suono gioioso, sfregando il naso contro il mio collo. Un senso di pura protezione si impossessò di me, "A parte i frutti di mare, potrebbe essere allergico a qualcos'altro? Non voglio che capiti più una cosa del genere"
Il dottor Shell increspò le labbra, "Bè, non è impossibile...ma dobbiamo aspettare e vedere, suppongo. Se è allergico a qualcos'altro non sembra sia un altro cibo. Sarebbe inutile fargli fare i test"
"Volevo dire, qualcosa come...", mi accigliai, stringendo il ragazzo. Harry stava mormorando gioiosamente qualcosa a sé stesso, "Non potrebbe avere una reazione come questa al pelo del nostro gatto, vero?"
"Lucy!", Harry sussultò realizzando, "Oh, come sta Lucy? Dov'è? Chi le ha dato da mangiare?"
"Piccolo", lo tranquillizzai, "Lucy è da Liam e Niall. Credo che abbia ancora abbastanza cibo nella sua ciotola, dovrebbe stare bene fino a che non andremo a prenderla...sempre se va bene per te averla intorno"
"Harry ha dato segni di poter avere un'allergia ai gatti, prima d'ora?", si accigliò il dottor Shell, "Starnuti? Lacrime agli occhi? Tosse?"
"Non credo proprio...", scossi il capo.
"Bene, dire che va bene", il dottor Shell rise, "O ci saremmo cacciati in guai seri"
"Perché, cosa vuoi dire?", chiesi esitante.
Harry picchiettò il dito sulla mia clavicola, "Lucy...?"
"Se Harry fosse stato allergico ai gatti", ridacchiò il dottore, indicando le orecchie di Harry, "Sarebbe stato anche allergico a sé stesso"
"La gola di Harry avrebbe solleticato?", chiese Harry.
Il panico si impossessò di me ancora, "Senti il solletico ora?"
"No, no", mi assicurò, dandomi un colpetto sul braccio, "E' di nuovo...la solita gola di Harry"
Il dottor Shell mi toccò la spalla, "Calmati, ragazzo. Capisco che sia stata una chiamata all'ultimo secondo, ma sta bene ora. Non avrà nessun altro shock anafilattico a meno che non mangi altri gamberi, per qualche strana ragione"
"Harry ha fame", scrollò le spalle il ragazzo.
"No", piagnucolai, stringendomelo tra le braccia, "Mai più gamberi"
"Giusto", il dottore alzò un dito, "Hai bisogno di una barretta di cereali, aspetta qua"
Il dottor Shell lasciò la stanza, lasciandomi da solo a coccolare il mio Cucciolo. Harry si sedette composto sulle mie gambe, poi iniziò ad esaminarmi. Tracciò i contorni dei miei zigomi con le dita, poi si avvicinò per sfregare il naso contro al mio, "Louis è stanco? Louis sembra stanco"
"Sto bene", gli dissi, massaggiandogli i ricci dietro la nuca. Sembrava come se avesse bisogno di un bel bagno, e forse era giusta la mia supposizione, dato tutto il sudore che aveva versato la sera prima. In più, gli avrei voluto far disinfettare le mani, per lavare via qualsiasi residuo di gamberi che gli fosse rimasto addosso e che l'avrebbe fatto sentire male di nuovo.
Si tirò su con la schiena, sfoggiando uno sguardo confuso, "Ieri sera...Liam ha detto che Louis si sarebbe fe-ferito? Non lo sei...ma...di co-cosa stava parlando Liam?"
"Era...un modo di dire, in un certo senso, Cucciolo", gli dissi gentilmente, accarezzandogli i capelli, "Voleva dire che, se ti fosse successo qualcosa, non sarei stato troppo felice"
"Non ferito, Louis", concordò Harry.
"Bè, in un certo senso, si, sarei rimasto ferito", gli spiegai teneramente, "Quando ho chiamato Liam per chiedergli cosa ti era successo, mi ha detto che non stavi respirando. Pensavo che volesse dire...che non avresti ricominciato più a farlo. Ho pensato che volesse dire che ti avevo perso"
Harry mi esaminò compassionevolmente, prendendo poi la mia mano e mettendola sul suo cuore, "Harry sta respirando ora"
Chinai il capo e chiusi gli occhi, sentendo le lacrime uscirmi e scorrere lungo le guance. Harry emise un suono triste, accoccolandosi addosso a me ed accarezzandomi. Lo abbracciai stretto, singhiozzando, "Non posso perderti, Cucciolo. Tu sei il mio Cucciolino, non posso, capisci?"
"Harry non si perderà", sussurrò, "Non piangere...va tutto bene"
Sentii il dottor Shell rientrare nella stanza, ma le lacrime, che ormai avevano iniziato a scendere copiosamente, non si fermarono. La sera prima evitai di piangere istericamente perché non volevo spaventare Harry, ma ora che mi ero spaventato al solo pensiero di non averlo mai più potuto avere al mio fianco, non riuscivo a smettere. Non ci sarebbe stato più nessuno con cui coccolarmi, non sarei più stato il Louis di nessuno...nessuno mi avrebbe tirato su il morale quando sarei stato triste. Gli Aristogatti non sarebbe stato più lo stesso film se Harry non fosse stato lì con me a canticchiare le canzoni. Il dottor Shell appoggiò la barretta di cereali sul tavolo, uscendo subito dopo dalla stanza, ancora una volta. La gente dice sempre che non sai mai cos'hai finché non lo perdi, ma io sapevo bene cos'avevo tra le mani, e non potevo essere più grato di così. Se se ne fosse andato, avrei perso anche me stesso. Lui era il mio Cucciolo.
"Louis, per favore", mi pregò Harry tirando su col naso, "Stai fa-facendo diventare tri-triste Harry, non piangere! Ad Harry non piace! E ora la go-gola di H-Harry si sente str-strana e-..."
"Dottor Shell!", gridai immediatamente, cercando di non entrare nel panico.
"Non in quel senso", mi rassicurò Harry, "Brucia"
Tirai un sospiro di sollievo, asciugandomi le lacrime prima di far sistemare bene Harry sulle mie gambe, in modo che potessimo guardarci negli occhi, "Harry...ti ricordi quando ti ho detto quali erano le mie paure più grandi?"
"Cavallette", annuì Harry, "Stupide come i grilli"
Malgrado il terrore che si era formato nel mio organismo, non riuscii a non sorridere, "Vero...ma ce n'è un'altra"
Harry corrucciò le sopracciglia, ma poi si ricordò, "P-perdere qualcuno che Louis ama?"
"Esatto, Cucciolo", annuii ed Harry arrossì fieramente, "Tu sai cosa amo io, vero?"
Harry annuì, "Le caramelle gelatinose"
Risi, "Tu, sciocco! Io amo te!"
"Oh", Harry ridacchiò, "Anche Harry ama Louis, amore di Harry"
Mormorai approvando la sua risposta, poi lo baciai sulla fronte, "Quindi se ho paura di perdere qualcuno che amo..."
Harry non rispose subito, poi annuì realizzando, "Lo-Louis ha paura di perdere Harry..."
"Liam mi ha detto che avevi già ricominciato a respirare prima che io arrivassi, ma avevo lo stesso paura. Perché se avessi smesso di nuovo, prima che potessi vederti, cos'avrei fatto senza il mio Cucciolo?"
"Liam ha detto ad Harry che non poteva l-lasciare il suo Louis", mi disse, "Harry lo sapeva...ma Liam lo ha ricordato ad Harry"
Guardai il ragazzo accoccolato vicino a Niall, sul materasso, "Liam sa quello che dice..."
"Liam ha portato in braccio Harry, anche", spiegò Harry, giocando con il colletto della mia camicia, "Ha detto tante cose carine ad Harry quando Harry non riusciva a respirare bene..."
"Hai spaventato anche Liam", gli sussurrai, "Penso che tu abbia spaventato tutti"
"Harry è spaventoso?", disse alzando un sopracciglio. Poi, come se volesse testarsi, si spinse indietro con la schiena, mostrò i denti e soffiò.
Finsi un brivido di paura, "Terrificante!"
Harry rise, "Non dire le bugie ad Harry!"
Lo coccolai, "Non ti sfugge niente, eh?"
"Louis è felice, adesso?", chiese speranzosamente.
"Sto molto meglio adesso, grazie Cucciolo", presi la barretta e gliela aprii, passandogliene un pezzettino, "Staremo insieme per un bel po', ok? Quando so che stai bene, sto bene anch'io. Potrai venire con me a lavoro"
"Non ti fidi di me?", chiese Niall dal materasso, spaventandomi.
"Cagnolino", ridacchiai, "Pensavo stessi dormendo"
"Bè, nemmeno io mi fiderei di me stesso", tirò su con il naso Niall.
"Niall, sì che mi fido di te. Voglio solo che Harry stia un po' con me", sospirai, "Vieni qua"
Guardai Niall staccarsi da Liam e venire verso di noi, però standosene qualche metro più in là. Le sue orecchie erano nascoste tra i suoi capelli e la coda era ferma, "Mi urlerai contro?"
"No, voglio un abbraccio", gli dissi, "Hai aiutato il mio Cucciolo"
"Non l'ho aiutato!", gemette Niall, "Gli ho solo detto che i gamberi erano buoni, e poi ti ho chiamato quando Liam e Shell sono andati via"
"Liam mi ha raccontato tutto", lo informai, "Hai chiamato Liam in cucina"
"Non è niente!", tirò su col naso, "Sono orribile"
"Non hai permesso che Harry continuasse a ma-mangiare i gamberi", gli disse il mio Cucciolo, alzandosi dalle mie gambe ed andando verso Niall, "Hai fatto ma-mangiare ad Harry quel pe-...uno di quei cosi piccanti. Non era buono...ma non hai fatto mangiare ad H-Harry i gamberi. Non è arrabbiato e non pensa che sia stata col-colpa di Niall"
Il labbro inferiore di Niall cominciò a tremare, così Harry lo abbracciò. Niall ricambiò stringendo la vita di Harry e seppellendo la faccia sulla sua spalla. Il mio cuore si sciolse alla vista di quella scena. La grandezza del cuore del mio Cucciolo non smetteva mai di impressionarmi. Un piccolo risolino mi avvertì che Liam fosse sveglio, finalmente, così mi girai per sorridergli.
"L'hai convinto finalmente che non è stata colpa sua?", chiese Liam gentilmente.
"Credo che l'abbia fatto Harry", annuii, "Povero...non dovrebbe darsi la colpa!"
Liam si appoggiò alla mia spalla, "Tu non devi nemmeno parlare, signorino!"
Sogghignai, poi Harry sciolse l'abbraccio e tornò a sedersi sulle mie gambe, "Quando andiamo a vedere Lucy?"
Harry appoggiò le sue labbra sulle mie prima che potessi rispondermi, e quando terminò, gli dissi, "Non appena torna il dottor Shell, così posso parlare con lui in caso ci fosse un'emergenza. Non voglio che smetti di respirare ancora una volta"
"Ti darà qualche penna di adrenalina da somministrargli in caso succeda di nuovo", disse Liam, "Quella roba che ha iniettato il dottore nella gamba di Harry...ah, ma tu non eri ancora arrivato..."
Sbiancai, "Ci parlerò dopo"
Così aspettammo che il dottore tornasse nella stanza, e quando finalmente riapparve, scoprii che Liam aveva ragione. Il dottor Shell mi diede due penne di adrenalina e mi fece promettere di chiamarlo in ogni caso. Che sarebbe stato comunque quello che avrei fatto. Avrei giocato d'anticipo, da quel momento in avanti. Avrei mantenuto gli occhi puntati su di lui durante ogni pasto. Harry era troppo importante per rischiare. E comunque sapevo che Harry non avrebbe obiettato, dato che si voleva sedere sempre sulle mie gambe mentre mangiava.
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