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1. Brine O'Connor

<PORCA PUTTANA BRINE!>

Brine guardò Roan O'Neill, il suo capo, diventare sempre più paonazzo davanti a lei.

La ragazza si sforzò di tratenere una risata davanti a quella visione così divertente.

Certo, con la pelle che O'Neill si trovava- quella tipica delle persone con i capelli rossi- non era difficile per lui diventare paonazzo ma Brine non pensava che potesse diventare così rosso.

Per un attimo pensò che il colore della faccia sarebbe diventato uguale a quello dei capelli e della barba finchè non sarebbe più stato posibile distinguere l'una dagli altri.

Brine guardò il capo della polizia di Kilkenny e notò alcuni capelli crigi che spuntavano randomici nella chioma ancora folta dell'uomo. Che fosse stata lei a fargieli venire?

O'Neill la trafisse col suo sguardo grigio.

<COSA CAZZO TI E' SALTATO IN MENTE?>

Brine scrollò le spalle <Ci è arrivata una chiamata riguardo una lite domestica e siamo intervenuti> si giustificò.

<Ah, e come diavolo ti è venuto in mente di SPACCARE IL NASO DI QUELL'UOMO?> chiese O'Neill aumentando sempre di più il volume della propria voce fino ad urlare.

Brine guardò seria il capo della polizia che sedeva dall'altra parte dell'ampia scrivania del suo ufficio occupata da pile di carte di ogni genere.

<Lo abbiamo colto in flagrante. Se non fossi intervenuta non si sarebbe staccato da sua moglie e avrebbe continuato ad ucciderla di botte> disse fredda.

Un guizzo di ira passò nuovamente negli occhi di O'Neill.

"Caspita, è proprio incazzato nero" pensò.

Ma invece di inveirle nuovamete contro, con grande sorpresa di Brine, l'uomo si passò una delle grandi mani sul volto e fece un profondo respiro, probabilmente nel tentativo di calmarsi.

<Brine, lo vuoi capire che questo tuo comportamento è inaccettabile? Non dico che tu abbia fatto male, anzi, quel figlio di puttana non meritava solo un naso rotto, ma noi siamo polizotti, non vigilantes. Il nostro compito è quello di arrestare questi stronzi e sbaterli in prigione, non andare in giro a rompere nasi>

Brine assottigliò lo sguardo <Se questi stronzi una volta in prigione ci rimanessero, invece di uscire per cauzione o per buona condotta il mio servizio di spaccamento di nasi gratuito non sarebbe necessario>

O'Neill la guardò compresivo <Hai ragione, questo sistema fa schifo, ma questo non cambia il fatto che non puoi comportarti così. In questo modo darai solo a questi farabutti quello che vogliono, ossia qualcosa da dare in pasto ai loro avvocati per farli uscire di prigione il prima possibile>.

"Dannazione" pensò Brine.

Odiava dannatamente quando il vecchio O'Neill aveva ragione. Ma non poteva farci niente. Era più forte di lei scattare quando vedeva qualcuno causare dolore, soprattutto fisico, a qualcun'altro.

O'Neill si prese la parte superiore del setto nasale tra il pollice e l'indice- segno che stava per prendere una decisione davvero difficile. Rimase così per svariati minuti e per un attimo Brine credette si fosse addormentato.

Ma poi O'Neill alzò il suo penetrante sguardo grigo su di lei e la fulminò.

<Non posso comunque lasciare impunito questo tuo comportamento. Per questo motivo ti sospendo per una settimana> concluse.

<Mi sospendi?> chiese Brine indignata.

<Si, ti sospendo. Se hai lamentele sei pregata di esporle altrove. Ma ormai ho preso la mia decisione. Ci vediamo tra una settimana Brine>.

Brine si alzò dalla sedia, ormai incazzata nera e si avviò a grandi passi verso la porta. Stava per aprirla quando la voce di O'Neill la bloccò.

<Brine, lo so che non sono affari miei, ma penso che se non farai mai i conti col tuo passato il tuo comportamento non farà che peggiorare>.

Brine si irrigidì.

<Hai ragione vecchio> disse fredda <Non sono affari tuoi>.

E detto questo uscì sbattendo la porta.

Brine camminava nella stazione della polizia come una furia diretta dritta varso l'uscita. Se O'Neill non voleva vederla per una settimana alora lei non si sarebbe presentata per due.

Aveva quasi raggiunto il suo obbiettivo quando una mano si posò sul suo braccio tattenendola.

Brine si girò verso il fastidioso contrattempo fulminandolo con lo sguardo, ma quando si rese conto di chi fosse si addolcì leggermente.

Davanti a lei c'era Finian Smith, il suo compagno di pattuglia.

Il biodino la guardò con gli occhi castani pieni di preoccupazione <Brine, stai bene?> chiese gentile.

<Si Finian, non ti devi preoccupare, non è successo niente>.

<Non è successo niente? Ma se le urla del vecchio si sono senite probabilmente fino a Dublino!>

Brine sorrise leggermente alla battuta <Davvero non è niente. Anzi, come premio mi ha dato addirittura una settimana di ferie>

Lo sguardo di Finnian si incupì <Brine... mi dispiace. Dovevo essere punito anche io per quel che è successo oggi>

Brine scosse la testa <Ma va! Cos'è quest'atteggiamento masochista? Io sono l'unica responsabile di ciò che è accaduto e quindi è giusto che ne paghi le conseguenze> concluse.

Finian la guardò non del tutto convinto, ma decise di cambiare discorso.

<Senti allora, dal momento che domani mattina nessuno di noi deve lavorare ti andrebbe una birretta al pub?> chiese.

<solo noi due?>

Finian arrossì violentemente <si, solo noi due>.

Brine lo guardò indecisa. Era da tempo ormai che non usciva da sola con un uomo. Anzi, a dire la verità era ormai da tempo che non usciva. Forse effettivamente quella proprosta non era un'idea poi così malvagia.

<d'accordo> gli disse <accetto>

Lo sguardo di Finian si illuninò.

<Perfetto, allora verrò a casa tua per le nove>

<Ok> disse Brine voltandosi di nuovo in direzione della porta.

<E adesso dove vai?>  le chiese Finian.

<Al poligono. Ho bisogno di fare due tiri per sfogarmi> rispose Brine <Ci vediamo stasera> disse alzando la mano in segno di saluto prima di uscire nella fredda aria autunnale.

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