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Capitolo 5

Una sorpresa! Una sorpresa! Come aveva potuto essere così stupido da dire quell'assurdità? Lucifero non lo sapeva. Si era sdraiato a pancia in giù su una piccola nuvola dopo l'allenamento con Michele e da allora non riusciva a farsi venire in mente una soluzione che risolvesse il madornale errore nel quale si era cacciato. Aveva provato a cercare Gavri'el, Nico, Gabriele e persino Raffaele, ma gli Arcangeli sembravano essersi magicamente volatilizzati.

Lucifero gemette e posò la fronte sugli avambracci, la mente che lavorava freneticamente per cercare un'inesistente via d'uscita per il suo problema. Ma come aveva fatto ad incasinarsi con cinque semplici parole? Come ci era arrivato a quel punto? Purtroppo nemmeno a quella domanda il Portatore di Luce trovò una risposta soddisfacente. Sospirò sconfortato e appoggiò il mento sugli avambracci, fissando il cielo senza realmente vederlo. Ma come, e soprattutto perché, si era cacciato in quella situazione? Perché aveva dovuto fermare Michele e digli tutto ciò?

Perché non puoi fare a meno di lui...

Lucifero spalancò gli occhi quando pensò quella frase, eppure sapeva che era la verità. Adorava tutto dell'Arcangelo: il suo carattere dolce e introverso, i suoi occhi d'argento e la sua risata così sincera e contagiosa che gli faceva battere più velocemente il cuore quando ne era lui l'artefice. L'angelo sorrise inconsapevolmente e si portò una mano all'altezza del cuore: batteva veloce, sembrava un cavallo imbizzarrito, a causa di quei semplici ricordi. Un brivido di piacere scivolò lungo la sua schiena, facendogli fremere le grandi ali violette e illuminandole di una tenue luce viola. Ma cosa gli stava succedendo?!

"Lucifero!" l'angelo sussultò e si riscosse dai suoi pensieri, cercando colui che lo aveva chiamato.

"Gavri'el" disse Lucifero sorpreso nel trovarselo davanti "Ma dov'eri? Ti ho cercato dappertutto!"

"Ero andato a volare" rispose stringendosi nelle spalle, battendo piano le ali e appoggiandosi alla nuvola del Portatore di Luce con gli avambracci "Perché mi cercavi?"

"Ho bisogno di aiuto" borbottò Lucifero, riappoggiando la testa sulle braccia.

"E cosa posso fare per te?" incalzò Gavri'el e Lucifero si agitò nervoso, sedendosi e facendo cenno all'amico di mettersi al suo fianco. L'angelo lo fece, ripiegando le ali dietro la schiena. Su quella nuvola c'era a malapena lo spazio per entrambi, le ali che si sfioravano ad ogni loro movimento.

"Non è facile da spiegare" disse Lucifero, giocherellando con il lembo della sua veste bianca, gli occhi che fissavano ipnotizzati il suo anello con l'ametista.

"Provaci" rispose Gavri'el dolcemente, posando una mano su quelle di Lucifero per farle stare ferme. Il Portatore di Luce annuì a disagio e, con un sospiro, cominciò a raccontare all'amico quello che aveva combinato con Michele. Rivisse tutto l'episodio e, il fatto di raccontarlo a voce alta, non fece altro che farlo sentire più in imbarazzo di quanto già non fosse.

"Ecco, questo è quanto" borbottò Lucifero alla fine del suo racconto, evitando accuratamente lo sguardo di Gavri'el.

"Fammi capire: hai chiesto a Michele di incontrarti questa sera perché avevi una sorpresa per lui, ma in realtà non è così?" riassunse l'angelo spalancando gli occhi "Ti sei decisamente cacciato in un bel guaio"

"Questo lo sapevo già Gavri'el" mugugnò Lucifero, passandosi una mano tra i capelli platino "Non c'è bisogno che me lo ripeti"

"Vero, ma bisogna trovare una soluzione" decise l'angelo, scivolando giù dalla nuvola e spalancando le ali.

"Dove vai?"

"Alla Radura. Da qualche parte dobbiamo cominciare ad organizzare questa sorpresa, anche se non abbiamo molto tempo!" urlò Gavri'el mentre si lanciava in picchiata verso la Radura, subito seguito da Lucifero. Atterrarono entrambi sulle sponde della sorgente d'acqua e Gavri'el cominciò a camminare nei dintorni.

"Cosa fai?" chiese Lucifero seguendo con lo sguardo i movimenti dell'amico.

"Penso di aver avuto un'idea" mormorò Gavri'el, sfregandosi il mento con la mano e voltandosi verso l'angelo.

"E vorresti rendermene partecipe?" domandò Lucifero allargando le braccia.

"Tra poco, ma prima quale di questi è il preferito di Michele?" Gavri'el sorpassò l'amico e si accovacciò sulle rive della sorgente, studiando i vari fiori colorati che crescevano sulla riva.

"Questo" rispose sicuro il Portatore di Luce, indicando una bella orchidea bianca con sfumature lilla all'interno dei petali.

"Bene. Muoviamoci, abbiamo del lavoro da fare" disse l'Arcangelo sorridendo a Lucifero, il quale lo guardava perplesso.


Michele era agitato. Sedeva sul suo scranno dietro il Suo altare e, anche se non lo dava molto a vedere, non era per niente tranquillo e il suo cuore aveva deciso di provare a schizzare fuori dal suo petto da quanto batteva forte.

"Michele" disse una voce che fece sobbalzare l'Arcangelo "Cosa ci fai qui da solo?"

"Nicola, mi hai spaventato" borbottò Michele mentre l'angelo sorrideva e gli si avvicinava, seguito da Raffaele "Non sto facendo nulla di che. Pensavo"

"A cosa?" domandò Raffaele, sedendosi a gambe incrociate di fronte a lui, la testa inclinata da un lato.

"Nulla" mormorò l'Arcangelo, ma le sue guance lo tradirono quando si colorarono di rosso.

"Sicuro?" incalzò Nico con un sorriso, scambiandosi uno sguardo d'intesa con l'Arcangelo della Guarigione.

"Stavo pensando ad una cosa che mi ha proposto Lucifero" disse Michele vago, anche se aveva notato l'occhiata che si erano scambiati i due Arcangeli.

"E cosa ti avrebbe proposto?" chiese Raffaele, mentre Nico si sedeva a sua volta di fianco all'Arcangelo guaritore. Michele sospirò e raccontò loro quello che era successo poco tempo prima, non riuscendo ancora a credere che tutto quello fosse vero.

"Cosa ti turba?" domandò Nicola, poggiando i palmi delle mani dietro di sé, la testa inclinata da un lato.

"Non hai sentito quello che ti ho appena detto?"

"Certo, ma non vedo perché dovresti essere agitato. In fin dei conti tu e Lucifero siete buoni amici e penso ti abbia organizzato qualcosa di bello, non vedo perché tu debba essere così nervoso" rispose Nico con semplicità, stringendosi nella spalle.

"Prima di questo momento non mi aveva mai fatto nessun regalo" puntualizzò Michele, torcendo con le dita la sua tunica bianca.

"Magari avrà qualcosa di speciale da mostrarti" ipotizzò Raffaele "Comunque lo scoprirai tra poco. Il sole sta calando e tu dovresti avviarti alla Radura"

"Avete ragione" mormorò l'Arcangelo mentre si alzava dal suo scranno, lisciandosi la tunica.

"Stai tranquillo" disse Nico con un sorriso, alzandosi insieme a Raffaele, mentre gli posava una mano sul braccio. Raffaele gli posò una mano sul petto e, utilizzando un po' del suo potere, placò l'agitazione dell'amico. Michele li ringraziò e prese il volo, dirigendosi verso il luogo prefissato con Lucifero.

Atterrò all'entrata della Radura e percorse l'ormai familiare sentiero che conduceva al centro di essa, al piccolo specchio d'acqua. Quando arrivò spalancò gli occhi per quello che vide: centinaia e centinaia di piccole sfere di luce divina fluttuavano leggiadre sopra la Fonte dell'Armonia e sulle sue rive.

Le piccole sfere si muovevano lentamente senza una vera e propria meta cambiando colore ogni qualvolta si scontravano tra di loro. Michele si avvicinò titubante ad una di esse, all'altezza dei suoi occhi, e la osservò con attenzione notando che non erano sfere: era luce divina plasmata ad immagine e somiglianza di boccioli di orchidea. L'arcangelo alzò una mano per toccarlo. Con le lunghe dita sfiorò il fiore, il quale cambiò colore, diventando di un tenue azzurro, mentre un piacevole calore gli riscaldò le membra grazie a quel semplice tocco.

Volse a malincuore lo sguardo dal fiore per cercare Lucifero in mezzo a tutti quei bellissimi fiori e lo trovò: era seduto a gambe incrociate alla base di un grande albero, la schiena appoggiata al tronco. Sembrava tranquillo, ma il continuo oscillare della sua gamba destra suggeriva il contrario e questo fece sorridere Michele: alla fine non era solo lui quello agitato. L'Arcangelo volse lo sguardo sulle gambe incrociate di Lucifero, notando che su di esse era poggiata una sfera leggermente più grande delle altre che l'angelo stringeva convulsamente tra le mani. Quando il Portatore di Luce alzò lo sguardo e si accorse della presenza di Michele si alzò di scatto, talmente veloce da rischiare di perdere l'equilibrio, avvicinandosi con passo malfermo verso l'Arcangelo.

"Sei venuto" disse Lucifero con un sorriso luminoso, gli occhi violetti che scintillavano.

"Certo, perché non avrei dovuto?" rispose Michele, sorridendo a sua volta. Lucifero scosse la testa, senza però perdere quell'espressione di gioia pura.

"Ti piace?"

"Se mi piace? È meraviglioso!" esclamò l'Arcangelo alzando lo sguardo verso le sfere più alte, talmente luminose da poter essere scambiate per stelle "Non sapevo fossi così bravo a plasmare la luce divina"

"In verità Gavri'el, Raffaele e Nicola mi hanno aiutato" confessò Lucifero, arrossendo leggermente. Michele annuì e all'improvviso capì perché Nico e Raffaele si erano scambiati quell'occhiata quando stavano parlando con lui: loro sapevano "Questa è per te"

Lucifero tese a Michele la sfera che teneva tra le mani e l'Arcangelo l'accettò volentieri. Una volta nelle sue mani la luce divina si plasmò fino a diventare un ramo di orchidea dai fiori bianchi con sfumature violette: la sua preferita. Si era innamorato di quella particolare orchidea sin dalla prima volta che l'aveva vista, gli ricordava molto lui e Lucifero.

"Grazie, è bellissima" mormorò Michele, sfiorando i boccioli dei fiori "È una sorpresa meravigliosa"

"Sono felice ti sia piaciuta, ma c'è ancora una cosa che voglio mostrarti" disse Lucifero mentre toglieva delicatamente la sfera dalle mani dell'Arcangelo e la lasciava fluttuare insieme alle sue sorelle attorno a loro, prendendo poi la mano di Michele. Entrambi sentirono una scossa percorrere i loro corpi e i loro cuori aumentare i battiti.

"Ti fidi di me?" chiese Lucifero mettendosi di fronte all'angelo, dando le spalle allo specchio d'acqua, stringendo le mani di Michele tra le sue.

"Perché?"

"Rispondi alla domanda"

"Sì, sì mi fido" disse Michele scrollando le spalle, cercando di capire la prossima mossa dell'angelo. Lucifero sorrise e guidò le mani dell'Arcangelo attorno al suo collo.

"Stringiti forte" mormorò il Portatore di Luce a pochi centimetri dal suo orecchio. Michele deglutì a fatica, ma fece come richiesto: intrecciò le mani dietro il collo di Lucifero, i morbidi capelli platino che gli solleticavano la pelle. Pochi secondi dopo sentì le braccia del Primo angelo di Dio stringersi attorno alla sua vita, attirandolo ancora più vicino al suo corpo tonico  "Non muovere le ali per nessuna ragione, va bene?"

"Sì" sussurrò Michele e in quel momento realizzò che avrebbe fatto qualsiasi cosa Lucifero gli avrebbe chiesto senza lamentarsi. Vide le ali viola spalancarsi in tutta la loro grandezza e magnificenza alle spalle dell'angelo. Lucifero fletté le ginocchia e batté le ali per librarsi in volo, una calda folata d'aria scompigliò i capelli di Michele. Nello stesso momento la stretta di Lucifero sulla vita dell'angelo si rafforzò mano a mano che si alzavano in volo. Michele si strinse a sua volta al collo dell'angelo, provando una strana sensazione: stava volando, ma le sue ali erano immobili. Era quanto di più strano e di più bello avesse mai provato.

"Non così forte. Non ti faccio cadere" mormorò Lucifero con un sorriso e Michele diminuì la presa sul suo collo. L'angelo arrischiò uno sguardo sotto di loro: la Fonte sotto di loro rifletteva la luce emessa dalle sfere di luce e, la loro immagine, si trovavano esattamente in mezzo a quella piccola nuvola di luce divina. Riportò lo sguardo su Lucifero, aggiustando appena la presa sul suo collo "Ti piace?"

"Sì, è splendido" disse Michele, osservando rapito gli occhi di Lucifero. Il viola delle sue iridi era venato di sfumature simili all'argento puro a causa dei riflessi delle sfere. I capelli biondi sembravano ancora più chiari sotto quella luce, tanto da sembrare bianchi. Le ali battevano senza alcuno sforzo apparente, come se sostenere una persona in volo non costasse nessuna fatica all'angelo.

Lucifero guardò a sua volta Michele negli occhi, i quali sembravano ancora più chiari, simili ad un grigio perla. Sorrise dolcemente e fece saettare il suo sguardo sulle labbra all'apparenza morbide ed invitanti dell'Arcangelo. Il Portatore di Luce bramava quelle labbra, voleva tanto poter posare le sue su quelle dell'angelo che stringeva tra le braccia, sentire il suo sapore e sapere una volta per tutte se Michele ricambiava quegli strani e sconosciuti sentimenti che tormentavano l'animo di Lucifero. I volti dei due angeli erano così vicini, solo pochi ed insignificanti centimetri a dividerli, sarebbe bastato che una dei due si avvicinasse all'altro per annullare quell'irrisoria distanza che li separava.


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