Capitolo 17
Michele era sdraiato sul letto e Lucifero lo sovrastava con il suo corpo, sorreggendosi con le mani ai lati della sua testa. Era nella sua forma angelica e le sue ali erano semiaperte alle sue spalle, coprendo quasi interamente l'angelo con la loro ombra. Lucifero lo stava baciando con passione, prendendo possesso della bocca dell'altro e dominando il bacio. Michele sottostava volentieri a quel dominio, le braccia intrecciate dietro il collo dell'amante per tirarlo giù, più vicino a lui. Lucifero lo accontentò e si abbassò ulteriormente su di lui, tanto che i fini capelli biondi solleticarono dolcemente il viso dell'Arcangelo, facendogli interrompere il bacio per toglierli dal viso.
Michele gli sorrise e, posando le mani sul petto dell'altro, ribaltò le posizioni. Lucifero spalancò gli occhi a quella mossa improvvisa, ammirando il suo angelo posizionarsi sopra di lui con i capelli scompigliati e gli occhi luccicanti di passione. Era la prima volta che faceva quella presa di posizione, ma il Diavolo non era arrabbiato, anzi.
"Mi piace questo nuovo lato di te" sussurrò Lucifero, accarezzando le braccia nude dell'angelo. Michele sorrise a quelle parole, sorriso che si ampliò ulteriormente nel notare che l'angelo ribelle manteneva a stento la sua forma angelica. Il suo aspetto tremolava come se fosse sotto un torrente: a intermittenza riusciva a vedere la sua vera forma demoniaca sotto quella proiezione angelica. Ed era lui a provocare quella difficoltà di concentrazione a Lucifero.
Fece scorrere una mano sul petto nudo di Lucifero, disegnando con le dita i contorni dei muscoli che guizzavano sotto la pelle d'alabastro. Il Diavolo sospirò sotto quel tocco e fece abbassare Michele per imprigionare nuovamente le sue labbra con le proprie, smorzando il piccolo grido di sorpresa dell'angelo. Lucifero mosse la mani sul torace nudo dell'amante, provocandogli la pelle d'oca a causa delle sue mani fredde, accarezzando la sua pelle morbida. Le fece scendere lentamente, accarezzando poi la schiena dell'angelo, passando le dita sulla sua spina dorsale fino all'osso sacro. Sentì Michele rabbrividire e sospirare sotto il suo tocco e sorrise nel vedere l'effetto che aveva su di lui. Quando provò ad insinuare le mani oltre l'elastico dei pantaloni di Michele le mani ferme dell'angelo lo bloccarono.
"No" sussurrò lui deciso, rialzandosi leggermente senza però lasciare la presa.
"Perché? Non senti l'effetto che hai su di me?" domandò Lucifero e Michele abbassò lo sguardo, capendolo benissimo.
"Sì, anche tu mi fai questo effetto, ma lo sai perché" rispose Michele con una punta di rammarico. Gli liberò i polsi, ma non osò alzare lo sguardo su di lui.
"Michele" due lunghe ed affusolate dita lo costrinsero ad alzare il volto e incrociare lo sguardo del Diavolo, sentendosi sollevato quando non vide rabbia nei suoi occhi "Per quanto non mi piaccia, lo capisco. Però non posso negare l'effetto che hai su di me"
Michele sorrise e avvampò perché quello che provava Lucifero lo provava anche lui. Non era la prima volta che si baciavano così, ma Michele non poteva permettersi di andare oltre per evitare che gli altri scoprissero che in realtà non stava più adempiendo ai suoi compiti. Scese dal bacino di Lucifero e si stese al suo fianco, posando la testa sul suo petto. Lucifero lo strinse a sé con un braccio, cercando di calmarsi il più possibile: capiva Michele, ovvio, ma a volte gli sarebbe piaciuto andare oltre quei baci passionali che si scambiavano, ma non voleva creare ulteriori problemi all'Arcangelo.
"Lucifero?" lo chiamò l'angelo, spezzando quel piacevole silenzio che si era creato.
"Sì?"
"Devo dirti una cosa" cominciò lui, ma sentendo il demone irrigidirsi sotto di lui si affrettò a chiarire "No, non è niente di terribile. Volevo solo dirti che Nico mi ha chiesto se domani potessi andarlo a trovare. A quanto dice, Vicky non lo lascia in pace da una settimana perché vuole vedermi"
"Certo, perché sei mancato solo a lei" rispose Lucifero con un sorriso, facendo ridacchiare l'angelo.
"Orgoglioso com'è non lo ammetterà mai"
"Beh, cosa posso dirti? Divertiti, di certo non mi mancherai domani" gli rispose il demone, beccandosi una pacca sul petto "Ahia!"
"Smettila. So benissimo che ti mancherò" ribatté Michele in tono scherzoso, alzando la testa per guardarlo negli occhi.
"Sì, ma non montarti troppo la tua testolina" mormorò Lucifero, alzando gli occhi al cielo, ma il sorriso sulle sue labbra lo tradì.
"Non ci metterò troppo"
"Vuoi dirgli di noi?"
"No, non ancora, ma potrei digli una mezza verità"
"Una mezza verità?"
"Tu lascia fare a me" Michele sorrise e gli diede un bacio a fior di labbra.
"Penso che passare troppo tempo con me ti abbia fatto male" disse Lucifero con un sorriso, facendo ridere l'angelo.
Michele respirò a pieni polmoni l'aria salmastra mentre sorvolava Miami in volo. Nico gli aveva detto che erano andati lì in vacanza per una settimana, scrivendogli anche il luogo dell'incontro. Batté pigramente le ali, tenendole poi spalancate per farsi trasportare dalle correnti.
Per quanto adorasse passare del tempo con Lucifero non poteva negare che gli era mancato volare: sentire la brezza tra i capelli e sotto le ali, quella sensazione di libertà che provava solo quando si librava in cielo. Chiuse gli occhi per qualche secondo e si beò di quella sensazione, battendo una volta le ali per volare ancora più in alto dove l'aria cominciava a raffreddarsi, nonostante fosse la metà di luglio.
Riaprì gli occhi e vide di essere arrivato alla piccola spiaggia isolata che Nico gli aveva indicato, vedendo un omino steso sulla sabbia. Fece aderire le ali al corpo e si lasciò cadere in picchiata verso il terreno, sentendo l'adrenalina scorrergli nelle vene veloce come la sua caduta. A cento metri da terra spalancò le ali con un colpo secco, bloccando la caduta e risalendo di qualche metro per il contraccolpo, battendole piano fino ad atterrare dolcemente a terra.
"Un'entrata in scena con stile, non c'è che dire" lo accolse la voce scanzonata di Will. Si voltò e lo vide venirgli incontro con gli occhiali da sole sul capo e con indosso solo un costume verde.
"Sono la mia specialità" rispose Michele con un sorriso, abbracciando il compagno del suo amico. Will sembrò preso in contropiede da quella mossa, ma ricambiò comunque l'abbraccio "Ti trovo in forma"
"Grazie, anche tu" rispose lui, sciogliendo l'abbraccio e invitando l'angelo a sedersi su una delle sdraio sotto l'ombrellone. Michele accettò volentieri, non prima di aver fatto sparire le ali.
"Allora, Nico mi ha detto la notizia: vi siete sposati"
"Sì, finalmente" confermò Will, mostrandogli la fede dorata al dito "Ormai sono passati quasi sette anni, ma ancora non riesco a capacitarmi di essere sposato con un angelo"
"È comprensibile" disse Michele con un sorriso accondiscendete "Sono felice per voi"
"Grazie" rispose Will "E tu? Come stanno andando le cose con Lucifero?"
"Oh..." Michele improvvisò un sorriso e rispose, scegliendo con cura le parole "Sta andando bene, ci sono dei miglioramenti, ma penso che sia presto esprimere dei giudizi. Penso che ce la stia mettendo tutta per redimersi"
"Mmh" mormorò Will, abbassando gli occhiali da sole sugli occhi azzurri "Spero che tu non ti stia sbagliando, ma Nico mi ha detto che l'unico che può farlo rinsavire sei tu. Ti auguro di riuscire nel tuo intento"
"Lo spero" rispose l'angelo, grato che quella mezza verità avesse convinto l'altro "Dove sono Nico e Victoria?"
"Nico l'ha portata da qualche parte per farla esercitare con i suoi poteri e farla migliorare nel volo"
"Migliorare nel volo?"
"Già. A quanto pare non riesce bene a mantenere la rotta e ad atterrare, così Nico le sta insegnando"
"Questa mi è nuova: gli angeli sono naturalmente portati per il volo"
"A quanto pare lei è l'eccezione che conferma la regola, ma ha fatto enormi progressi, anche se le piace di più stare con i piedi per terra"
"E io che pensavo non mi sarei stupito più di niente" disse Michele con una risata, non riuscendo a credere che sua nipote fosse poco portata per il volo.
"È un angelo particolare" Will rise a sua volta e Michele notò che ai lati degli occhi si erano formate delle piccole rughe, segno che rideva molto spesso. Ora che lo guardava bene, però, si rese conto che i segni del tempo stavano cominciando ad intaccare il volto dell'uomo, anche se in maniera ancora lieve "Cosa c'è, Michele? Ho qualcosa in faccia?"
"No, stavo solo notando che tu sei..." si morse il labbro, rendendosi conto che probabilmente sarebbe stato maleducato.
"Invecchiato?" gli venne incontro Will in tono pacato, per niente arrabbiato. Michele annuì, anche se le sue guance si imporporarono leggermente "Il tempo passa per tutti e io non sono immortale"
Michele si limitò ad annuire, anche se un'altra domanda gli premeva sulle labbra, ma si trattenne dal porgerla, ma Will doveva essersene accorto.
"C'è qualcos'altro che vorresti chiedermi?"
"Io... non vorrei sembrarti invadente o maleducato"
"Tranquillo, prometto di non arrabbiarmi" disse Will con un sorriso, non riuscendo a credere di star rassicurando un angelo millenario.
"Tu e Nico vi siete sposati, e sono felice per voi, ma lui e Vicky vivranno in eterno però tu... morirai. Non vorresti essere immortale per stare sempre con loro?" domandò Michele e Will tacque per un po' prima di rispondere.
"No, non vorrei essere immortale" rispose alla fine ma, alla vista della faccia stupita di Michele, si affrettò a spiegare "Amo Nico come non ho mai amato nessun altro e la stessa cosa vale per nostra figlia, ma non sono sicuro di voler vivere in eterno. Molte persone lo vorrebbero, ma io non riuscirei a vivere con la consapevolezza che le persone che amo muoiano, mentre io continuerò a vivere. Innamorarmi di Nico è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata e so di essere fortunato: a quante persone capita che un angelo si innamori di loro?" Will si fermò un attimo, osservando la fede al dito, per poi rialzare lo sguardo su Michele e continuare.
"Sai, questa storia dell'immortalità è stata la causa di molte nostre liti, non te lo nascondo. Nico mi aveva accennato che c'era un modo per lui di diventare mortale, così da invecchiare insieme, ma io non ho mai voluto che lui lo facesse. Essere un angelo è tutto per lui, lo vedo che è felice quando vola in cielo o quando si allena e io non potrei mai negargli tutto questo, non potrei mai avere la presunzione di condannare un angelo ad una vita mortale solo per poterlo tenere con me. Io sarò solo uno dei tanti capitoli della sua lunga esistenza, ma lui per me è stato il compagno di tutta la mia vita e tanto mi basta. So che morirò e gli spezzerò il cuore, ma almeno avrà degli amici che saranno sempre con lui per aiutarlo e ci sarà sempre per Victoria. Questo mi rassicura, perché non sarà mai da solo, e spero che dopo di me non si lasci andare, che non chiuda più il suo cuore a nessuno"
"Hai un animo puro e comprendo perché Nico abbia rischiato le ire del Cielo per stare con te" rispose Michele con sincerità. William era uno dei pochi umani che preservava un cuore puro e privo di superbia: non c'era da stupirsi se l'Arcangelo Guerriero avesse perso la testa per lui.
"Ti ringrazio, ma non penso di aver fatto nulla di speciale per meritarmi le sue attenzioni. Penso sia stata solo una fortuita coincidenza"
"Non credo nelle coincidenze"
"Sarà" rispose Will "Michele, posso chiederti una cosa?"
"Certo"
"Quando me ne sarò andato stai loro vicino, fa in modo che vadano avanti. Promettimelo" disse Will, togliendosi gli occhiali per guardare Michele direttamente negli occhi.
"Sì, lo farò" promise l'angelo e gli sembrò di vedere Will tirare un sospiro di sollievo. Non ebbe modo di accertarsene perché l'urlo di una ragazza fece alzare gli occhi al cielo ad entrambi. Michele strinse gli occhi e vide un puntino in cielo farsi via via sempre più grande e, con stupore, si accorse che era Victoria "Ma cosa...?"
"Victoria, spalanca le ali!" urlò Nico, poco più in alto di lei, mentre cercava di raggiungerla.
"Si schianterà" mormorò Will con gli occhi spalancati e Michele si rese conto che aveva ragione. Nico era troppo lontano per raggiungerla e Victoria si stava facendo prendere dal panico. Senza pensarci, l'angelo evocò le ali e, con uno slancio, si lanciò in cielo. Batté velocemente le ali e prese al volo la nipote, stringendola tra le braccia per evitare che precipitasse. La ragazza si aggrappò al suo collo quando lo riconobbe, affondando il viso nell'incavo del collo dello zio. Michele sospirò e scese verso terra, dove un preoccupato Will corse loro incontro per vedere se la figlia stesse bene.
"Papà, sto bene" mormorò Victoria, anche se era ancora scossa. Una folata di vento fece voltare Michele e vide Nico atterrare e piegarsi su un ginocchio per l'impatto. Si rialzò e si avvicinò a sua volta alla figlia, gli occhi pieni di apprensione.
"Vicky ti senti bene?" domandò l'angelo preoccupato e la figlia lo rassicurò del fatto che stesse bene "Mi hai fatto spaventare! Perché non hai seguito le mie istruzioni?"
"Sono andata nel panico" si giustificò lei, abbassando lo sguardo.
"Nico, non è il momento" mormorò Will, posando una mano sul braccio del marito. Aveva notato i suoi occhi screziarsi d'oro, segno che stava perdendo il controllo, ma non era il momento di fare una scenata con Michele presente. L'Arcangelo lo guardò e, seguendo il suo sguardo, vide Michele a pochi passi da loro.
"Sei davvero tu?" disse Nico, incredulo. L'angelo annuì e poco dopo si trovò racchiuso nell'abbraccio dell'amico insieme a quello della figlia "Mi sei mancato"
"Anche voi" mormorò Michele rispondendo all'abbraccio. Quando si allontanarono per poco l'Arcangelo non si spaventò nel vedere il suo amico... invecchiato. Certo, gli angeli potevano assumere qualunque forma ed avere qualunque età, ma nella sua lunga esistenza Michele aveva sempre visto Nico con l'aspetto di un ventenne. Ora, mentre lo osservava più da vicino, vide che i tratti del suo volto si erano fatti più marcati e che dimostrava almeno venti anni in più. Nico sorrise nel vedere l'espressione dell'amico e si strinse nelle spalle, senza dire nulla, ma Michele capì lo stesso: voleva avere l'illusione di invecchiare con il marito, anche se sapeva che l'altro sarebbe morto. Gli sorrise a sua volta, posandogli una mano sulla spalla.
"E tu saresti la mia nipotina? Sei cresciuta tantissimo!" esclamò l'Arcangelo, spostando lo sguardo sul giovane angelo. Victoria era cresciuta molto dall'ultima volta che l'aveva vista: ora era una bella ragazza sui diciassette anni con lunghi capelli neri e limpidi occhi blu oltremare. Le ali, ora ripiegate dietro la schiena, erano bianche con sfumature rosse che cedevano il posto al blu verso la fine: segno che era figlia di due demoni, che prima erano stati l'Angelo dello Zodiaco e l'Angelo delle Tempeste. Vide che all'anulare destro portava un anello col rubino e capì che Nico e Will le avevano parlato delle sue origini.
"Zio, sono quasi dieci anni che non vieni più a trovarci" protestò la ragazza, incrociando le braccia al petto.
"Lo so tesoro, ma sono stato davvero molto impegnato. Senza contare che il tempo scorre in maniera diversa, quindi non pensavo fossero passati così tanti anni" si giustificò Michele, alzando le mani in segno di difesa.
"Sono felice che tu sia venuto a trovarci" capitolò Victoria, abbracciando nuovamente lo zio "Mi sei mancato"
"Anche tu, piccola" l'Arcangelo la strinse a sé per qualche minuto, prima di separarsi "Però ti lascio da sola qualche anno e tu rischi di precipitare quando vengo a trovarti?"
"Non credo che il volo sia il mio forte" borbottò lei, arrossendo vistosamente "Non mi piace molto"
"Forse è colpa dell'insegnante" non fece in tempo a finire la frase che Nico gli diede una pacca sulla testa "Ahia!"
"L'insegnate va più che bene, grazie" rispose Nico, prima di sedersi su un telo sulla spiaggia e far comparire un pic-nic davanti a loro "Che ne dite di mangiare qualcosa?"
Si scoprì che tutti avevano fame. Presero posto sul telo e gli angeli fecero sparire le ali, prima di servirsi da mangiare e cominciare a chiacchierare. Nico, Will e Victoria subissarono il povero Michele di domande e l'Arcangelo rispose pazientemente ad ognuna di esse, facendo a sua volta delle domande ai due sposi e alla nipote. Scoprì che Will aveva aperto la sua pasticceria, sempre a New York, e che Nico lo aiutava quando non doveva allenare i giovani angeli nei Cieli. Victoria, invece, stava frequentando il penultimo anno di superiori in un liceo newyorkese. I genitori, nonostante la sua natura angelica, volevano che vivesse una vita il più possibile normale. Sapevano che un giorno avrebbe smesso di invecchiare e che avrebbe preso il posto che le spettava di diritto nelle schiere angeliche ma, per il momento, viveva la sua vita come una normale adolescente.
"Hai già scoperto i tuoi poteri?" domandò Michele, bevendo un sorso d'acqua.
"Sì, ho scoperto di avere il potere di creare tempeste e i poteri di Angelo dello Zodiaco di mia madre" rispose lei, giocherellando con il rubino dell'anello.
"Dovrai prendere un titolo quando diventerai un angelo a tutti gli effetti. Hai già deciso quale?"
"Un titolo?" domandò Victoria, spaesata, guardando il padre in cerca di aiuto.
"Normalmente, quando un nuovo angelo si aggiunge alle schiere dei Cieli, Lui lo annuncia con il suo titolo, ovvero una sua abilità particolare. Ad esempio, io sono l'Arcangelo Guerriero perché sono un ottimo combattente, tuo zio Raffaele è l'Arcangelo Guaritore perché è un maestro nel curare le ferite. Il titolo lo affida Lui, ma visto che tu sei un angelo particolare, dato che discendi da due angeli, dovrai scegliere se essere chiamata con il titolo di tua madre o di tuo padre" le spiegò Nico.
"Non lo sapevo" commentò lei, sovrappensiero "Devo deciderlo ora?"
"No, quando sarai pronta a prendere il tuo posto in Paradiso allora ce lo dirai" la tranquillizzò Michele, sorridendo quando lei si rilassò visibilmente alle sue parole.
"Bene, perché non lo so ancora. Faccio ancora fatica a controllare i miei poteri e poi non vorrei entrare subito nelle schiere celesti"
"Perché?"
"Voglio girare il mondo, visitarlo tutto prima di unirmi a voi!"
"E come pensi di farlo? Non sei ancora brava nel volo" le ricordò Nico con un sorrisetto.
"Non c'è bisogno di avere le ali per viaggiare, tesoro" gli ricordò candidamente il marito, spegnendo il sorriso dell'angelo.
"Lo so, ma non avrebbe senso per un angelo prendere un aereo quando può volare" rispose lui, ma Will lo mise nuovamente a tacere.
"Ti devo forse ricordare che, durante il nostro primo viaggio insieme, hai preso l'aereo con me per raggiungere le Hawaii?"
"Davvero?" esclamò Victoria con un sorriso, non riuscendo ad immaginare il padre su un aereo.
"Sì, ma... non potevo portare te e le valige... e poi non volevo lasciarti da solo e..." borbottò Nico, suscitando le risate degli altri "E va bene! Hai vinto!"
"Io vinco sempre, tesoro" gli sussurrò Will prima di dagli un bacio sulle labbra. Michele si scambiò uno sguardo con la nipote e si scambiarono dei sorrisi complici. Era felice nel vedere il suo amico finalmente in pace con sé stesso e con qualcuno che lo amasse: erano secoli che non lo vedeva così spensierato. Si era costruito una bellissima famiglia e gli augurò ogni bene, temendo però il momento in cui la morte avrebbe richiesto la vita di Will.
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