Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 11

"Sei un pazzo se credi che riuscirai a fare tutto ciò" sibilò l'Arcangelo, ritraendo la spada dalla stretta del Diavolo con un colpo secco.

"Lo vedremo, la mia vendetta è appena cominciata e so essere molto paziente" sussurrò Lucifero, scomparendo in una nube nera.

E Lucifero tenne fede a quelle parole. Dopo aver fatto cacciare dall'Eden Adamo ed Eva aveva reso la loro miserabile vita un vero Inferno. Si era divertito molto ad ostacolare qualunque cosa loro cercassero di fare, per poi continuare con quelle dei loro innumerevoli discendenti. Era stato particolarmente felice quando le loro anime si erano presentate al suo cospetto dopo la loro morte: aveva riso di gusto nel vederli implorare la sua misericordia. Avevano blaterato preghiere nei suoi confronti, ma il Principe aveva ricordato loro il Peccato Originale.

"Come posso essere misericordioso con voi dopo quello che avete fatto nel giardino dell'Eden?" domandò candidamente Lucifero, seduto sul suo trono con le ali infuocate spalancate alle sue spalle.

"Vi prego, abbiamo sbagliato ma abbiamo pagato per il nostro errore" supplicò Adamo, chinando il capo in segno di sottomissione. Il Principe si alzò dal trono con calma, scese i pochi gradini del basamento su cui era disposto lo scanno e fronteggiò i due umani. Si accovacciò davanti ad Eva e con un lungo dito artigliato le alzò il mento, costringendola ad alzare lo sguardo su di lui.

"Mia bella Eva, guardami negli occhi. Mi riconosci?" sussurrò suadente Lucifero, incatenando lo sguardo della donna col suo. Dapprima vide solo terrore nei suoi occhi, ma poi una scintilla di comprensione si accese nel suo sguardo.

"No" mormorò incredula, spalancando gli occhi mentre riconosceva la voce e gli occhi bicolore. Erano gli stessi del serpente che l'aveva persuasa a cogliere la mela.

"Sì, mia bella Eva. Sono io" sibilò Lucifero all'orecchio della donna così che solo lei potesse sentire "Povera piccola umana. Ora per la tua debolezza le porte del Paradiso non vi accoglieranno mai, rimarrete qui con me. Per sempre"

"Vi prego" supplicò lei prendendo il braccio del Diavolo per trattenerlo.

"Consolatevi, la mia vendetta non si fermerà solo a voi, ma anche sui vostri figli. Qualsiasi cosa faranno io sarò lì, pronto a dirottarli sulla via del male" disse Lucifero con un sorriso, mettendo in mostra i denti candidi e affilati, strappando il braccio dalla stretta della donna. Si rialzò, schioccò le dita e poco dopo due demoni comparvero e presero di forza Adamo ed Eva, portandoli alle loro condanne eterne. Ma quello era solo l'inizio.


Nel corso dei secoli e dei millenni aveva scoperto i piaceri di ogni periodo storico, persuadendo gli uomini a soddisfare le sue richieste, mettendo zizzania tra di loro e facendo scoppiare innumerevoli guerre. Ah, le guerre... di tutte loro ne era il responsabile: aveva sussurrato all'orecchio degli uomini parole seducenti per far scoppiare quei conflitti. Se doveva dirla tutta le due Guerre Mondiali erano il suo più grande successo, in special modo la seconda. Quanto si era divertito nel possedere il corpo di quell'insulso Adolf Hitler: prima che lui lo rendesse il Fuhrer era semplicemente un imbianchino austriaco. Lui lo aveva fatto diventare il grande dittatore che aveva scatenato una Guerra Mondiale.

Ma ovviamente in quel tempo non si era semplicemente dedicato a come distruggere la razza umana, no. Aveva scoperto, con grande stupore, le arti amatorie degli umani. Doveva ammetterlo, non se lo sarebbe mai aspettato ma le donne, e anche gli uomini, ci sapevano fare tra le lenzuola. In ogni secolo che era vissuto, sotto mentite spoglie, non si era mai fatto mancare quel genere di piacere e che fosse generato da un maschio o da una femmina aveva poca importanza.

Aveva anche fatto prosperare il suo nuovo regno: l'Inferno. Aveva sistemato, con l'aiuto dei demoni, la grande voragine che avevano creato con la loro Caduta, ampliandola e adattandola per ospitare il regno infernale. Lucifero aveva fatto costruire un enorme palazzo, che era diventato la sua dimora, con i metalli racimolati nel sottosuolo: oro e argento. Tutt'intorno al palazzo c'erano i Campi della Pena, delimitati da alte colonne di fuoco perpetuo che bruciava le anime dei dannati. All'entrata del regno aveva posto un fidato guardiano: Cerbero. L'enorme mastino infernale con tre teste sorvegliava i cancelli dell'Inferno, con le anime che gli sfilavano tra le possenti zampe in attesa di ricevere la punizione eterna.

Il compito di decidere la punizione per ogni anima era di Lucifero: ognuna di esse entrava nella sala del trono e raccontava i suoi peccati al Diavolo, il quale poi decideva la condanna e faceva scortare il defunto nel girone assegnato. Doveva ammettere che si divertiva immensamente nel sentire quelle anime che per sfuggire all'eterna dannazione lo imploravano di risparmiarle, proclamandosi innocenti. Il Principe degli Inferi le lasciava parlare per poi stroncare le loro speranze e facendole scortare nei campi.


"Ho alcune notizie che potrebbero interessarti" disse Gavri'el, il suo lungo-tenente, chinandosi leggermente al suo cospetto.

"Parla, che notizie mi porti?" gli concesse Lucifero mentre accavallava le lunghe gambe. Da alcuni secoli a quella parte aveva scoperto come poter riacquistare il suo vecchio aspetto angelico, nascondendo quello demoniaco. I suoi occhi, entrambi viola, scintillavano di curiosità.

"L'Arcangelo Nicola ha accettato di passare un anno sulla Terra. Se non troverà il vero amore entro il tempo prestabilito farà parte delle nostre schiere" gli riferì Gavri'el con un sorriso. Il Principe piegò le labbra in un sorriso diabolico che poco si addiceva ai lineamenti dolci del suo viso d'angelo.

"Eccellente" sussurrò compiaciuto "Voglio che sia tenuto sotto controllo, tenetemi informato su ogni suo movimento"

"Sarà fatto, non dubitare" rispose il demone prima di uscire dalla sala del trono. Il Diavolo si era rallegrato per quella notizia: era sicuro che Nico non avrebbe mai rinunciato a quella piccola scommessa e lui avrebbe usato ogni briciola della sua astuzia per farlo schierare dalla sua parte, anche se avesse dovuto usare le maniere forti per convincerlo. Mancava solo lui a compiere la scelta decisiva e Lucifero si sarebbe assicurato che Nicola passasse dalla sua parte, cosa che avrebbe dovuto fare fin dall'inizio. Non sarebbe stato facile, conosceva la testardaggine di Nico, ma tutti avevano una debolezza e prima scopriva quella dell'Arcangelo prima lui sarebbe stato in suo potere.


William, così si chiamava l'umano del quale Nico si era innamorato. Lucifero doveva ammettere che era piuttosto carino per un essere umano, aveva spiato personalmente la nuova conquista dell'Arcangelo prima di mandare Belial a rapirlo. Sinceramente pensava che ci sarebbe voluto di più per far cedere Nico, ma è proprio vero quello che dicono: si fanno cose folli quando si è innamorati. Il rapimento del suo prezioso Will era stato come uno specchietto per le allodole e Nicola era caduto nella sua imboscata come se niente fosse. Povero ingenuo.

"Portatemi il prigioniero" ordinò Lucifero con un schiocco di dita e due demoni corsero fuori dalla sala del trono verso le prigioni. Giocherellò con l'anello d'ametista mentre aspettava l'arrivo del suo ospite d'onore, un sorriso ferino gli increspava le labbra perfette. Finalmente avrebbe rivisto l'angelo che più bramava di incontrare, finalmente sarebbe stato ai suoi ordini e si sarebbe aggiunto alle sue schiere demoniache. Nonostante i millenni, gli bruciava ancora il suo tradimento. Alzò lo sguardo quando sentì le porte della sala del trono aprirsi e rivelare il suo prigioniero: era come lo ricordava, solo più sciupato per la permanenza nelle segrete del palazzo, ma gli occhi erano duri e accusatori mentre osservavano la sala riccamente decorata con pietre preziose.

"Ecco qui il mio ospite d'onore" esordì Lucifero con voce profonda e vellutata, sorridendo leggermente "È un piacere averti qui nella mia umile dimora" mentre il demone alle sue spalle lo faceva cadere in ginocchio di fronte a lui.

"Il piacere non è reciproco" disse Nico sprezzante.

"Suvvia, non credi si ora di mettere da parte i vecchi dissapori?" chiese Lucifero con finto dispiacere, gli occhi, però, rimasero freddi e impassibili.

"Come posso dimenticare tutto? Come posso dimenticare tutto ciò che hai fatto, tutto il male che hai provocato?" ringhiò Nico, fulminandolo con lo sguardo.

"Tutto ciò che ho fatto è stato necessario per arrivare a questo momento" sibilò Lucifero, assottigliando gli occhi "Tutto ciò che ho fatto è servito per averti finalmente nelle mie schiere. Con te al mio fianco l'esito della guerra verterà a nostro favore"

"Non contarci" disse Nico, gli occhi neri striati d'argento.

"Lo farai o le persone a te care moriranno. Con un semplice schiocco di dita i tuoi amici moriranno, compreso quel biondino a cui sei così affezionato" rispose Lucifero, tranquillo, alzandosi elegantemente dal trono.

"Mostro" sibilò l'arcangelo.

"Non sai fino a che punto io lo sia" rispose Lucifero sorridendo malignamente. Il Diavolo mutò: il suo aspetto d'angelo cadde mentre il suo corpo cresceva fino a riprendere le sue sembianze demoniache. Vide gli occhi di Nico allargarsi per lo stupore e per la paura, rendendosi conto che lui non lo aveva mai visto con il suo aspetto demoniaco. Tanto meglio, amava le entrate di scena spettacolari e quella lo era di sicuro.

"Cosa ne pensi del mio nuovo aspetto?" chiese Lucifero, ripiegando le grandi ali infuocate dietro le schiena. Nico rimase in silenzio, completamente scioccato dal suo nuovo terrificante aspetto

"Cosa...?" balbettò Nico, incapace di parlare di fronte a quell'angelo così diverso da quello che aveva conosciuto.

"Cosa mi è successo?" finì Lucifero per lui, scendendo dal piedistallo, la voce più cupa e graffiante "Vedi il nostro caro Padre, dopo che voi neutrali ve ne foste andati e che i rimanenti avessero scelto la loro fazione, per punizione, come pena del contrappasso, mi trasformò in questo. Dall'angelo più bello dei Cieli, il prediletto di nostro Padre, la Stella del Mattino a il mostruoso Signore dell'Inferno, Principe delle Tenebre, Signore di tutti i mali"

"Tutto questo è stata solo colpa tua. Se tu non ti fossi ribellato ora non ci troveremmo in questa situazione" disse Nico, riscosso dalle parole di Lucifero.

"Ma certo! Dovevo starmene buono e zitto, continuando a servire e adorare Lui, senza avere possibilità di scelta!" sbottò il Diavolo, il fuoco sulle sue ali arse con più ardore, come se fosse allineato con i suoi stati d'animo.

"Perché? Volevi tutto questo? Voler scendere in battaglia sapendo a priori che perderai?" domandò Nico, arrabbiato.

"La vittoria sarà nostra, è una promessa. Cosa avevo in Paradiso di importante? Cos'avevo di così prezioso da non poter perdere?" lo provocò Lucifero, sprezzante, girandogli intorno.

"Avevi degli amici. Eravamo amici, lo ricordi? O il tuo ego e la tua mania di grandezza hanno offuscato la tua memoria?"

"Amici, che bella parola" disse suadente, fermandosi di fronte a Nico "Sì, ricordo. Lo ricordo come se fosse ieri. Amici... più che amici io li definirei traditori e tu per primo lo sei"

"Lucifero sai che non è così..."

"Oh, davvero? Non sei forse tu uno dei miei amici, anzi il mio migliore amico, che al momento della decisione finale hai preferito rimanere neutrale quando invece mi avevi detto che saresti stato sempre al mio fianco?" ringhiò il Diavolo, gli occhi bicolore che scintillavano maligni.

"Sì, ti avevo promesso che sarei sempre stato al tuo fianco. Anche io non accettavo gli ideali del Paradiso, ma le tue idee di ribellione erano folli. Volevi metterti alla pari di nostro Padre! La tua superbia e la tua vanità ti hanno portato a questo! Pensavamo che Michele fosse riuscito..." ringhiò Nico, ma Lucifero non lo fece finire. La mano sinistra del Diavolo colpì il volto dell'angelo, lasciandogli una profonda ferita alla guancia sinistra, poco sotto l'occhio.

"Non nominare il suo nome!" sbottò Lucifero, ritraendo la mano, i lunghi artigli grondanti di sangue. Nico si piegò su sé stesso, urlando di dolore "Riportatelo nella sua cella, con lui ho finito" ordinò, voltando le spalle all'angelo agonizzante, riprendendo le sue precedenti sembianze, andando a sedersi nuovamente sul trono. Osservò i demoni accorrere e tirare su di peso Nico per poi trascinarlo fuori dalla sala, lasciando una pozza di sangue come unica traccia del suo passaggio. Lucifero abbassò lo sguardo sulla sua mano: le dita erano rosse del sangue dell'Arcangelo e la ricoprivano come un macabro guanto. Eppure non era stato capace di fermarsi quando aveva sentito il nome di Michele, come se la sua mente avesse smesso di funzionare. Quel nome che per così tanto tempo non si era mani neanche concesso di pensare tutto ad un tratto gli era stato sbattuto in faccia e, con esso, tutti i ricordi che lo riguardavano. All'improvviso l'immagine di Michele, del suo Michele, sovrastò qualunque altro ricordo: rivide il suo viso, le sue labbra dolci delle quali non aveva mai dimenticato il sapore e i suoi occhi grigi come l'argento puro, brillanti e felici.

"Mio Signore, vi sentite bene?" domandò una demone, titubante, avvicinandosi al trono.

"Sì" rispose secco Lucifero, riprendendosi "Portami una bacinella d'acqua calda così che possa ripulirmi"

"Subito, Mio Signore" rispose lei con zelo, correndo a prendere quanto richiesto. Tornò pochi minuti dopo con una bacinella di bronzo ricolma d'acqua bollente e un panno. Lucifero immerse la mano e la ripulì dal sangue, colorando l'acqua di rosso, asciugandola poi con il panno.

"Puoi andare" la congedò e la demone si ritirò nelle tenebre. Lucifero si alzò di scatto dal trono e lasciò la sala, ordinando alle guardie di non essere disturbato per nessun motivo. Attraversò innumerevoli corridoi fino ad arrivare di fronte alla statua del serpente. Infilò la mano con l'anello nelle fauci spalancate del rettile e poco dopo la porzione di muro di fronte a lui si aprì, rivelando una stanza. Entrò e la parete si richiuse alle sue spalle, rinchiudendolo nel suo rifugio segreto. Quando aveva progettato il palazzo aveva fatto costruire quella camera segreta per conservare il suo tesoro più prezioso e nessuno dei suoi demoni, tranne pochi fidati, sapeva dell'esistenza di quella stanza segreta.

Si avviò a passo sicuro verso il camino e, al suo tocco, la porzione di muro sopra di esso si aprì rivelando il suo tesoro. Estrasse il violino dalla nicchia con delicatezza, come se stesse maneggiando un neonato, cullandolo tra le braccia. Si sedette su una delle poltrone di fronte al camino e poggiò il violino sulle sue ginocchia insieme all'archetto accarezzando, con dita tremanti, la piuma incastonata nello strumento. Al suo tocco pulsò di una fioca luce bianca e Lucifero la sentì calda sotto i polpastrelli, come se fosse una creatura vivente. Un lieve sorriso gli increspò le labbra, ma era un sorriso triste e non si estendeva agli occhi, i quali rimasero spenti e vacui. Accordò il violino con minuziosa pazienza, ruotando i pioli con delicatezza fino a quando non fu soddisfatto del risultato. Poggiò lo strumento sulla spalla e chiuse gli occhi mentre cominciava a far scorrere l'archetto sulle corde del violino. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che lo aveva suonato, ma quando diede vita alle prime note le altre le seguirono subito dopo come un torrente. Suonava senza seguire una melodia precisa, seguiva il suo cuore e le sue emozioni, facendosi guidare dai ricordi. Ogni nota musicale che scaturiva dal violino portava con sé un ricordo: alcuni belli, altri tristi, altri ancora passionali. Suonò quello che non era capace di esprimere a parole, mettendo in musica tutta la sua vita. Eppure in quell'insieme di note apparentemente senza senso c'era un unico filo conduttore. Un nome e i ricordi di una vita ormai passata.

Michele


Scusate immensamente per il ritardo!!


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro