13| WHOSE FAULT IS THIS MESS?
perché so cosa vuol dire stare male
fino a diventare tu quel mostro che ti divora
▶️Ogni maledetto giorno, Mostro
23/08/2020
Il sole splende alto su Monaco quando, la mattina seguente, Scarlett apre gli occhi. La prima cosa reale che percepisce è un mal di testa lancinante, seguito da un oggetto di vetro che le sfiora la mano penzolante oltre il materasso. Una bottiglia di vino vuota.
D'improvviso, tutte le immagini della sera prima si ripresentano nella sua mente. Si ricorda di Charles, qualche fermo immagine della loro conversazione, la loro partita a carte, le loro risate. E, infine, Lewis.
Immagina come potrebbe essere al momento, magari ancora in un club di Monaco, oppure a casa, addormentato sul divano, a crogiolarsi nel dolore. Quel dolore che lei stessa gli ha causato.
Recupera il cellulare dal comodino e, prima ancora che possa anche solo pensare di aprire la chat con Lewis, si ritrova sullo schermo una ventina di notifiche di chiamate perse e messaggi da parte di Cynthia. Legge solo il primo, ma quello le basta già.
Chiamami, riguarda Lewis
Nel giro di un secondo sta già chiamando la sua migliore amica.
<<Non ti chiederò scusa perché ti ho svegliata, sappilo. Allora, cos'ha fatto Lewis?>>dice Scarlett, senza lasciare il tempo all'amica nemmeno di pensare ad una risposta.
<<Buongiorno anche a te tesoro, il party è andato abbastanza bene, a parte i fiumi d'alcool che ho ancora in circolo nel corpo. Tu tutto bene?>>la sfotte Cynthia, mentre si rigira tra le lenzuola dell'ampio letto.
<<Okay d'accordo, scusa se ti ho svegliata. Ora possiamo affrontare il discorso Lewis?>>si scusa Scarlett, scendendo dal letto per andarsi a preparare il solito caffè mattutino.
<<Il discorso Lewis, come lo chiami tu, è una roba piuttosto tosta. Te la senti?>>domanda prima Cynthia, onde evitare di essere successivamente accusata di aver raccontato all'amica qualcosa che le non voleva sentire.
<<Sono ancora anestetizzata dalla sbronza e dal sonno, quindi dimmelo ora o mai più.>>afferma Scarlett.
<<Ieri sera Lewis se n'è andato dall'evento con una ragazza, poi sono saliti sulla macchina di lei e sono partiti verso non so dove.>>
Per Scarlett, quelle parole equivalgono ad una pugnalata in pieno petto. Si sente il cuore sgretolarsi, lentamente, dolorosamente, e si sente inerme. Non ha più alcuna forza, nemmeno quella di parlare.
Si accascia sul pavimento della cucina, prendendosi il tempo che Cynthia le ha lasciato per metabolizzare il tutto per prendersi la testa tra le mani, con gli occhi velati di lacrime. Se nel profondo del suo cuore sa che è tutta colpa sua, la sua mente stenta ancora a credere che lui possa aver fatto un gesto così sfrontato e irrispettoso nei suoi confronti. Però d'altro canto, sul rispetto non può contestargli proprio nulla, non se anche lei ha peccato proprio di quello.
<<Okay>>risponde infine, consapevole di essere lei l'unica responsabile di tutto questo casino. Comprese le azioni di Lewis di ieri sera.
<<Okay? Sul serio Scar? Prega che sia la sbronza di ieri sera a farti parlare così, perché se tra due minuti vengo lì e tu fai una frase di senso compiuto te le prendi. Prepara colazione, sto arrivando.>>la liquida Cynthia, secca e diretta come al solito. Ha capito subito che l'amica era in palese difficoltà, e, come suo solito, non può fare a meno di correre a porgerle la sua mano come aiuto.
Pochi minuti dopo, infatti, si ritrova davanti alla porta dell'appartamento dell'amica, a suonare insistentemente il campanello per farsi aprire. Quando Scarlett spalanca la porta, Cynthia si fionda immediatamente ad abbracciarla, aumentando la presa su di lei man mano che i singhiozzi aumentano.
La tazzina del caffè che Scarlett aveva in mente di prepararsi è rimasta sul bancone della cucina, esattamente dov'era quando Cynthia le ha comunicato la terribile notizia. Ed è proprio Cynthia che va a recuperare la tazza e ci versa dentro del caffè, amaro quanto basta per scacciare via i brutti pensieri dell'amica.
<<Ora che siamo davanti ad una bella tazza di caffè, puoi raccontarmi tutto. Che succede tra te e Lewis?>>afferma Cynthia, dando una tazza a Scarlett e tenendosene una per sé, mentre si accomoda sulla poltrona davanti al divano sul quale è coricata l'amica.
Scarlett inizia a fare una sorta di riassunto degli avvenimenti di ieri sera, sottolineando più volte che la colpa è sua, e versando parecchie lacrime ogni volta che lo fa, perché in fondo si, quella è la verità, ma è dura da accettare.
Sapere che il tuo ormai ex fidanzato è uscito con un'altra che non è te e che però anche tu hai fatto più o meno lo stesso è una tortura per l'anima, una tortura alla quale Scarlett sente di non poter sopravvivere ancora a lungo.
<<Cavolo, siete proprio messi male.>>commenta Cynthia, una volta che le lacrime di Scarlett sono diventate troppe, tante da impedirle di continuare il discorso.
<<Siamo un disastro, ecco cosa siamo. Ha ragione Lewis, questo tira e molla non fa bene a nessuno dei due, per questo credo sia il caso di smettere di provarci.>>urla però Scarlett, molto vicina alla crisi isterica. Quando poi vede l'espressione dell'amica, non si trattiene più e dice:<<Non farmi quella faccia, lo sai bene quanto me che non riusciamo mai a mantenere il nostro rapporto saldo, che sia un'amicizia o ancora peggio una relazione. Combiniamo sempre qualche casino, qualsiasi cosa tocchiamo la danneggiamo. Prendi mio fratello, per esempio. Non parlo con lui da più di un mese, e credi che questo mi faccia piacere? E' pur sempre mio fratello, al di là di tutto.>>
<<Sai che ieri sera era all'evento, vero?>>la informa Cynthia, con tono delicato come se avesse paura di togliere la sicura alla bomba Scarlett e di farla scoppiare.
<<No, non lo so, perché io non so mai niente di Nico. Non so nemmeno come sta lui, come sta sua moglie Vivian, se si sono riappacificati dopo aver litigato lo scorso inverno, come stanno i miei genitori, che, ovviamente, stanno dalla parte di mio fratello e che quindi non vedo da febbraio. Non so assolutamente nulla di tutti loro, sembro estranea persino alla mia famiglia.>>si lascia andare Scarlett, ormai preda di un flusso di coscienza liberatorio.
<<Scar, odio vederti così. Tu stessa mi hai detto parecchie volte che bisogna arrendersi solo quando si è sicuri di aver perso, e magari nemmeno a quel punto. Provaci Scar, devi provarci. Mal che vada hai me e Emma, saremo la tua famiglia se lo vorrai.>>cerca di consolarla Cynthia, finendo finalmente la sua tazza di caffè ormai freddo e andandosi a sedere vicino all'amica.
<<Non ho bisogno di una famiglia, non ho bisogno di nessuno in realtà.>>A parte di Lewis, vorrebbe aggiungere ancora Scarlett, ma se ne sta zitta.
<<E' proprio evidente che hai rotto con Lewis, parlavi così solo prima del vostro incontro a Manhattan.>>constata Cynthia, accortasi del cambiamento che Scarlett ha subito.
Conosce talmente bene l'amica che sapeva già prima di rispondere alla sua chiamata di poche ore fa quali sarebbero stati i suoi seguenti stati d'animo. Per prima cosa si sarebbe crogiolata nel dolore, chiedendosi perché tutti la abbandonano prima o poi, in seguito si sarebbe auto colpevolizzata fino ad avere la coscienza logorata dal rimorso, e infine avrebbe reagito, ricostruendo la corazza che salta fuori nei momenti in cui non vuole che il mondo capisca cosa prova. Che è proprio ciò che sta facendo ora.
<<Non chiuderti in te stessa Scar, sai che con me puoi aprirti. Sono sempre la tua Cynthia che non ti abbandonerà mai, nemmeno quando arriverai a cinquant'anni ancora alle prese con questo tira e molla con Lewis e tutto ciò che vorrai fare dopo aver litigato con lui sarà affogare il tuo dolore nel gelato al limone.>>cerca di sdrammatizzare Cynthia, e si scopre ben felice di essere riuscita a strappare anche solo una misera risatina alla sua amica. In questo momento, è già tanto.
<<Allora ti andrebbe una coppetta di gelato al limone?>>domanda quindi Scarlett, sorridendo debolmente a Cynthia, la quale non esita ad annuire.
<<Gelato per colazione, sembra carino! Ammetto che non l'ho mai provato.>>commenta quest'ultima, dirigendosi verso la cucina e aiutando l'amica a mettere due palline di gelato al limone in due coppette diverse. Poi si siedono entrambe sull'ampio divano e si gustano il gelato, ridendo di tanto in tanto e chiacchierando delle sfilate che hanno in programma.
La giornata passa in fretta, sicuramente più velocemente rispetto a quanto sarebbe trascorsa se le due fossero state ognuna a casa propria. Cynthia a riprendersi dalla scorsa serata, Scarlett invece a rimpinzarsi di schifezze guardando serie tv adolescenziali e piangendo perfino quando i protagonisti ballano ad una festa.
Alla fine della giornata le due amiche si trovano ugualmente a guardare una serie tv per teenager, colte dalla malinconia verso quel bellissimo periodo e desiderose di riviverlo, seppure solo davanti ad uno schermo.
La sera cala presto sul principato, e con lei inizia ad essere sempre più vicino il momento in cui Cynthia dovrà tornare in hotel per recuperare i bagagli e recarsi in aeroporto, diretta a casa sua in America, e, di conseguenza, in cui dovrà lasciare Scarlett da sola. Quest'ultimo fatto in particolare spaventa molto l'americana, che, viste le condizioni dell'amica quando è arrivata da lei, ha paura che Scarlett senza di lei possa ritrovarsi persa.
Al contrario di ciò, però, quando Cynthia lascia l'appartamento di Scarlett raccomandandole di non fare cazzate, la bionda si scopre incredibilmente serena. Passare la giornata con la sua amica le ha migliorato di gran lunga il morale, come del resto fa sempre Cynthia. Ma se per i primi minuti da sola Scarlett si sente felice perché reduce dai bei momenti passati in compagnia, poco dopo la malinconia e la tristezza si impossessano nuovamente di lei, e si ritrova seduta sul pavimento esattamente come la mattina.
Riprende anche a piangere e a urlare e a sfogarsi, e tutto ciò che non era venuto fuori stamattina esce di getto ora, come un fiume in piena che frantuma la diga ed esce dal proprio letto. Scarlett rimane perfino senza cena, straziata com'è dal dolore, e si fionda dritta sotto le coperte.
Ma prima che possa anche solo pensare di addormentarsi, il campanello suona. Tre volte.
<<Vattene Dan.>>urla Scarlett dalla camera da letto, ricevendo un ticchettio sul legno della porta come risposta. Sbuffando, si alza dal letto e si trascina verso l'ingresso.
<<Ti ho portato la cena. Deduco che con tutti quei pianti e quegli strilli tu non abbia neanche avuto tempo di mettere qualcosa sotto ai denti.>>esordisce Daniel, alzando la mano con cui tiene due sacchetti di cibo d'asporto.
<<Ah, mi hai sentita...>>dice Scarlett, e la sua frase suona più come una triste affermazione che come una domanda.
<<Scar, ti hanno sentita anche in Italia.>>afferma lui, sorridendole. Lascia i due sacchetti in mano a Scarlett, poi la segue all'interno della casa, chiudendosi la porta alle spalle.
<<Posso restare per cena? Oppure rischio di finire sbranato dalla tua rabbia?>>domanda Daniel, dimostrando però di sapere già la risposta mentre si accomoda su una delle sedie della cucina.
<<Non me la sento di mandare via chi mi porta del cibo, va contro i miei principi.>>dice Scarlett, accomodandosi di fronte all'amico e addentando un morso del suo panino, che ovviamente Daniel sapeva essere il suo preferito.<<Dov'è la ragazza di ieri?>>
<<Oh, è tornata in Svizzera. Era qui solo per lavoro, siamo stati insieme per un giorno e basta. Niente di complicato o serio, in pieno stile Daniel Ricciardo.>>le racconta Daniel, che, vedendo Scarlett abbastanza a corto di parole, decide di pensare lui ad intrattenerla.
Il racconto di Daniel fa così da colonna sonora alla cena dei due, che si perdono nelle loro risate e talvolta si sfottono anche per i modi grossolani che hanno di mangiare. Però sono felici, felici davvero.
E forse, si dice Scarlett, è proprio quello che dovrebbe scegliere.
La felicità.
Ma quale prezzo dovrebbe pagare per ottenerla?
La risposta sarebbe vivere senza Lewis, e le fa male anche solo pensarla. Senza nemmeno sperimentarlo, sa già che non sarebbe possibile, che lei ha bisogno di Lewis nella sua vita, nonostante tutto.
Scarlett sceglierebbe Daniel, lo farebbe sul serio, anche subito, ma sicuramente non sarà lo stesso. E non è di una questione di estetica che si parla, ma di complicità.
Tra lei e Daniel c'è complicità solo perché è lui a crearla e a portarla avanti. E' lui a intavolare per primo una conversazione, è lui a farla ridere, è lui a buttare ogni discorso sul divertente. Lei vive questi momenti passivamente, ridendo quando la situazione fa ridere, ma mai facendo ridere.
Con Lewis, invece, nessuno dei due deve fare il minimo sforzo per star bene insieme. La complicità tra loro c'è non appena sono anche solo vicini, e basta già questo per far sì che la scintilla si accenda. Non è la stessa scintilla di gioia ed euforia e leggerezza che scatta con Daniel, anzi è esattamente l'opposto. È una scintilla che li ingloba entrambi e li conduce in un mondo parallelo dove non sono il pilota Hamilton e la modella Rosberg, ma semplicemente Lewis e Scarlett.
Proprio per questo, appena finisce la cena, Scarlett sa esattamente cosa deve fare.
Caccia Daniel da casa sua, propinandogli la scusa della stanchezza a cui lui sembra credere ciecamente, e si da una sistemata generale, con tanto di cambio d'abiti. Non si trucca nemmeno, in fondo dove sta andando non serve apparire per ciò che non si è.
Afferra le chiavi della macchina ed un giubbotto leggero per ripararsi dalla brezza fresca che soffia su Monaco, poi scende nel garage. Mette in moto il suo Mercedes nero, e gira il volante fino ad arrivare ad immettersi in strada.
🌹🌹🌹
tutte noi dopo questo capitolo:
io non parlo, scatenatevi voi con i commenti. baciiii
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