4. La lettera
Lucia
Giro e rigiro tra le mani la lettera che ho trovato sotto la fessura della porta della mia camera. È chiaro che c'è solo una persona al mondo che avrebbe potuto lasciarmela lì, e quella persona è mia sorella.
Per un attimo non mi sento di essere pronta o di avere voglia di aprirla, ma poi capisco che devo assolutamente farlo, soprattutto dopo il litigio che abbiamo avuto al bar qualche giorno fa e che mi tormenta. Non sono solita a litigare, le discussioni mi si annidano dentro e mi pesano, facendomi stare male ogni secondo. Non riesco ad accantonarle e non riesco a non pensarci, per nessuna ragione al mondo.
Da allora poi non ci siamo nemmeno più viste, nemmeno di sfuggita in casa, e questo potrebbe sembrare strano, ma non lo è se si prova in tutti i modi ad evitare una persona. Sto uscendo prestissimo la mattina e tornando tardi la sera. Benjamin resta a dormire quasi sempre con me e questo mi esula dal doverla incontrare o doverle parlare.
Prendo un bel respiro profondo e inizio a leggere le parole stese in penna blu da mia sorella, ignorando il cuore che galoppa fin troppo veloce.
"Cara Lucia,
lo sai che io non sono mai stata bravissima con le parole e i sentimenti (ma ora ci proverò), forse perché crescendo non abbiamo avuto chissà quale esempio di affetto dai nostri genitori, solo nonna ci amava e coccolava facendoci sentire importanti, ma nonostante tutto tu sei cresciuta con un animo più che dolce e con tantissimo amore da donare. Al contrario mio, fin da bambina, eri quella che sognava un bel matrimonio da favola, con un bell'abito bianco da principessa e un uomo che ti amasse tanto quanto desideravi. Eri capace di usare le parole giuste al momento giusto per consolare qualcuno, riuscivi a mostrare i tuoi sentimenti e tutto l'affetto che provavi, mentre magari io restavo in silenzio anche se qualcosa mi feriva, non sapendo dimostrare ciò che provo e non riuscendo nemmeno a piangere perché ci è sempre stato imposto di nasconderlo. Io non volevo ferire mamma e papà, anche se questo significava ferire me stessa e soffocare il mio essere, perdere un pezzo ogni volta e ritrovarmi ad essere un Aurora diversa, più spenta. Averti accanto, però, mi ha sempre aiutata ad andare avanti, mi ha aiutata a non mollare mai, perché nonostante non parlassi, nonostante non buttassi giù nemmeno una lacrima tu mi conoscevi abbastanza bene da sapere quando avevo bisogno di un abbraccio e di sostegno. Al mondo non mi conosce nessuno più di te, nessuno sa leggermi come te, e io mi sento una merda per ciò che ti ho fatto.
Sono stata egoista, e non ti sto scrivendo per ripulirmi la coscienza dal senso di colpa, bensì per scusarmi di averti lasciata sola. Non avrei mai dovuto farlo, avrei dovuto starti accanto nonostante fossi distante, non sarei dovuta diventare così egoista. Ho deciso di partire a New York per inseguire il mio sogno di diventare una chef, era la possibilità della mia vita e non mi sembrava vero poterlo fare, addirittura poi in un posto così lontano da casa, sfuggendo ai nostri genitori che non hanno mai appoggiato il mio sogno. Aver accettato quel lavoro, però, non significava assolutamente che dovevo tagliare completamente i ponti con la mia vita qua, in particolar modo con te. Avrei dovuto continuare ad essere un cuore e un'anima con te, come avevamo sempre fatto, ma io volevo sfuggire a quella che ero, per questo mi sono buttata a capofitto nel lavoro e ho messo da parte ogni cosa per non soffrire più e non pensare più.
Non avrei mai voluto ferirti, sono stata così sciocca da non pensare minimamente a quanto male saresti potuta stare, ho fatto l'errore di pensare che un giorno tutto sarebbe tornato uguale, come se io non fossi mai partita, ma ovviamente appena sono tornata a Londra ho capito che non era così. Tutto è cambiato e quasi questa non mi sembra più casa mia. Ma se ci penso la verità è che non mi sembra più il mio posto solo perché io e te siamo ormai lontane, perché so che se fossimo unite come una volta mi basterebbe averti accanto e ogni luogo mi sembrerebbe casa.
Non avevo capito il motivo reale del tuo dolore, non avevo capito fino in fondo come sei stata in questi anni, di come mamma e papà abbiano sfogato ogni pressione su di te, ma poi ho parlato con Benjamin. Mi ha spiegato ogni cosa, e devo dire che è stato molto esaustivo, è andato dritto al punto facendomi capire tutti i miei errori e mi ha consigliato do scriverti una lettera per darti il giusto tempo di pensare e decidere ma dicendoti tutto ciò che sento. Ti ama tanto e io sono davvero felice, per quel che può contare ora, che tu abbia trovato qualcuno che ti stia accanto e che ti ami in questo modo. Non lo conosco, è vero, ma basta poco per capire quanto tenga a te e che farebbe ogni cosa per renderti felice. Ero sicura che alla fine avresti trovato quel principe delle favole che tanto desideravi. Ti meriti di essere trattata come una regina, non accettare mai nemmeno un briciolo in meno di ciò che ti spetta.
Credo di aver detto tutto ciò che penso, voglio solo ancora scusarmi per tutto. Non ho mai voluto eliminarti dalla mia vita, nessuno potrebbe mai prendere il tuo posto, sei e sarai sempre mia sorella, la mia metà esatta, la persona più importante della mia vita. Ti lascerò tutto il tempo che ti serve per smaltire la rabbia e la delusione che ti ho creato, quando vorrai sai dove trovarmi. Ti voglio un bene infinito anche se negli ultimi anni non l'ho dimostrato.
Tua per sempre, Auri."
Una lacrima abbandona i miei occhi automaticamente e mi rendo conto, solo ora che ho finito di leggere, di essermi messa a piangere. Mia sorella mi manca, davvero tanto... se mi volto indietro e penso a come eravamo unite, posso sentire il mio cuore spezzarsi in milioni di pezzetti. È proprio questo che mi ha fatto male infatti, il dover rinunciare a lei, al rapporto speciale che avevamo, ma arrivata a questo punto devo decidere: devo continuare a portare rancore e per questo stare male o provare a perdonare e tornare a essere quelle di una volta? So che probabilmente ci vorrà tempo, ma so anche che io ho bisogno di lei, così come lei sembra, leggendo le sue parole, averne di me. So che è sincera, so che le parole che ha scritto le sono uscite dal cuore e so cosa significa voler riniziare la propria vita da zero, lontani dai giudizi dei nostri genitori.
Improvvisamente qualcuno bussa alla mia porta e io mi asciugo le lacrime di fretta, invitando poi ad entrare chiunque sia. Immediatamente una testa bionda fa capolino nella mia stanza e io sorrido vedendo il mio migliore amico.
"Ehi, stai bene?" mi analizza attentamente e poi posa il contenitore con dentro i miei dolci norvegesi preferiti. Li ho assaggiati per caso una volta a casa sua durante una cena tutti insieme e da lì ho scoperto l'amore per quei biscotti speciali. Martin me li porta ogni volta che sa che sto male o che sono stressata per un esame o per chissà cosa. "Stavi piangendo..."
"Sto bene." gli sorrido per rassicurarlo e lo faccio accomodare nella sedia libera accanto alla mia "Aurora mi ha scritto una lettera per chiedermi scusa... stavo piangendo per questo. Le sue parole mi hanno toccata molto, e poi la mia mente si è persa nei ricordi del nostro passato."
"È in cucina, l'ho vista mentre cucinava con un'espressione molto seria, ma non le ho detto nemmeno una parola perché avevo paura mi facesse esplodere la testa in qualche modo." fa una piccola smorfia spaventata e questo mi fa ridacchiare "Penso mi odi, e devo dire che la cosa è abbastanza reciproca. Sicuro non mi vedrà pregarla per avere un po' di gentilezza da parte sua."
"Non ti odia, solo è molto diffidente con chi non conosce." faccio spallucce e apro il contenitore che mi ha portato per poter rubare un biscotto "E so che anche tu non la odi, anche se so pure che non farai niente per disinnescare il meccanismo che sembra ormai partito tra voi."
"Io non la stuzzico, se è quello che vuoi insinuare, è lei che mi dà addosso anche se sono in silenzio. Non offenderti, ma non sembrate nemmeno sorelle, direi che è un po' stronzetta." sbuffa infastidito e non so perché questo mi fa sorridere. "Comunque ti senti pronta a perdonarla dopo la lettera?"
"Ci dormirò su stanotte, domattina vedrò cosa fare." mi serve un po' di tempo per riflettere serenamente, anche se la mancanza di lei è così forte che non so quanto riuscirò a tenerla lontano come se fosse un'estranea, non ora che viviamo nuovamente sotto lo stesso tetto e non ora che mi ha parlato con questa lettera.
"D'accordo, sai che sono accanto a te qualunque decisione prenderei. Quando farete pace però non aspettarti che mi metta il grembiule e che la aiuti a cucinare, o che organizzi un pigiama party e mi faccia pettinare i capelli da lei, o qualsiasi cosa facciate voi ragazze tra di voi." scoppio definitivamente a ridere sentendo le sue parole e lui sorride compiaciuto per essere riuscito a tirarmi su il morale. Martin è una delle persone più importanti della mia vita ormai, è quell'amico che c'è sempre stato da quando abbiamo legato, quell'amico che posso chiamare in ogni momento per qualsiasi questione, sicura che mai mi giudicherà, e pensare che le prime settimane che l'ho conosciuto non andavamo nemmeno d'accordo... la vita non finisce mai di sorprenderti e di farti ricredere.
"Tranquillo, non te lo chiederei mai. E poi voi due siete così simili che probabilmente finireste per ammazzarvi se solo vi lasciassi soli nella stessa stanza per cinque minuti." tutti e due reprimono i loro sentimenti, tutti e due non sono mai interessati a costruire una relazione amorosa seria e duratura, tutti e due si preoccupano degli altri senza dire mai come loro si sentono davvero, tutti e due hanno messo la carriera davanti ai sentimenti. "Non voglio che uno dei due finisca morto e l'altro in carcere."
"Per inciso: io sarei quello in carcere perché ovviamente sarei quello sopravvissuto." si vanta fintamente e io scuoto il capo mentre rido leggermente "Nessuno può sconfiggere Martin Odegaard, quella persona che potrebbe mettermi al tappeto deve ancora nascere."
"Sei davvero un cretino, te l'ha mai detto nessuno?"
Finge un'espressione offesa e si passa la mano destra tra i capelli biondi. "Questo è il ringraziamento per averti portato i tuoi dolcetti? Dirò a mia madre di non preparartene mai più, perché sì questi sono fatti direttamente da lei, visto che è da me per qualche giorno, non te li meriti."
Gli do un colpo di cuscino, afferrandolo dal letto, e gli punto il dito a mo' di minaccia. "Non ti permettere più di ricattarmi su una questione delicata come i biscotti. Martin mezzo avvisato Martin mezzo salvato."
"Mio Dio, sei pericolosa, non si può nemmeno scherzare sul cibo." mi prende in giro affettuosamente e io rido non riuscendo a fingere di essere arrabbiata con lui. È incredibile come riesca a farmi tornare velocemente il buon umore. Mi conosce bene, sa della leggerezza che ho bisogno quando sto così... lui e Benjamin sono stati una benedizione nella mia vita. Non avrei mai immaginato che incontrando l'amore della mia vita avrei conosciuto anche un migliore amico perfetto.
"Dovresti saperlo, i biscotti soprattutto poi sono sacri per me." si batte la mano sul viso con fare esasperato appena sente la mia risposta, mentre io ridacchio.
Questi minuti di risate mi servivano davvero per farmi scegliere a mente più sgombra e a cuor più leggero cosa fare con mia sorella.
Non so ancora cosa domattina deciderò di fare, ma so che non ho più voglia di stare male, di soffrire, di vivere in apnea... devo pensare a me e a cosa potrebbe farmi vivere in modo più sereno.
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