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Capitolo Sei - Cassandra

Che razza di domanda è?

La mia ultima conquista risale a qualche anno fa e da allora non ho frequentato nessuno, a eccezione di qualche rapporto occasionale. All'improvviso mi torna in mente Samuele. Come posso averlo dimenticato anche solo per un secondo?

«Non faccio conquiste da tempo», rispondo dopo aver sorseggiato un po' d'acqua, «tu invece, quante ragazze ti cadono ai piedi?» Sono curiosa. Chi sarà la fortunata ad aver conquistato il cuore di addominalidaurlo Mike? Perché sono sicura che sotto quella maglia sia pieno di muscoli.

Si gusta il suo pranzo con una calma allucinante e devo aspettare diversi secondi prima di ricevere risposta.

«No, nessuna fidanzata.»

«Nessuna? Sul serio?» chiedo sbalordita e, appena lui mi fissa, sento un brivido percorrermi lungo la schiena. Ma non solo. Do un morso al panino per distrarmi da quella vista e, quando torno a puntare lo sguardo su di lui, lo vedo lanciarmi un'occhiata piena di desiderio.

«Eh già. Aspetto la ragazza giusta.»

«Ti capisco. Il mondo sarà anche pieno di persone, ma c'è solo un'anima gemella.»

Dannazione, non riesco a rimanere lucida neanche per un semplice sorriso.

«Credi nell'anima gemella?» mi chiede sbalordito.

«Tu no? Chiamala come vuoi, ma tutti cerchiamo una persona giusta per noi, il vero amore, e credo che si possa trovare. L'importante è essere non solo aperti con la mente, ma anche col cuore.» Penso di aver detto qualcosa di sbagliato perché mi scruta senza sbattere le palpebre.

«Va tutto bene?» gli chiedo.

«Come?» domanda confuso mettendosi a ridere. Trattengo il respiro, il cuore fa un saltello. Non capisco perché la sua risata mi travolga in un modo che non ho mai provato. Sorrido a mia volta. Sono così concentrata su di lui da non rendermi neanche conto che un po' di pesto stia colando dal mio panino.

«Attenta» esclama, cercando di prenderlo al volo, ma ormai è andato... sulle mie scarpe. Si piega per potermi ripulire dal piccolo disastro. Lo faccio anche io nello stesso istante e le nostre teste si scontrano. Avverto una fitta alla tempia, ma scoppio a ridere, esattamente come lui. Siamo così vicini che sento forte il suo profumo e vorrei solo sprofondare nell'incavo del suo collo, per rimanere lì.

Non so cosa mi stia prendendo e la sua vicinanza non aiuta.

Mentre cerca di rimuovere il pesto con uno dei fazzoletti ancora puliti, vedo fin troppo bene le vene che dalle braccia si diramano fino al bicipite scomparendo sotto la maglia e vorrei sfiorarle.

«F-fatto.» balbetto spostando la mia attenzione dal suo corpo alla nostra conversazione. Mike si alza in piedi e mi aiuta a tirarmi su.

È anche un gentiluomo.

«Cosa stavi dicendo prima?» Mi studia puntando, ancora una volta, i suoi occhi nei miei e mi disarma. Sembra che stia esplorando nella mia anima, senza far rumore, comprendendo ciò che ho dentro. Abbasso lo sguardo, lo conosco solo da un giorno eppure è riuscito a capirmi molto più in fretta di persone che mi conoscono da anni.

«Mmmh, quindi Caravaggio è il tuo artista preferito. Ne hai altri?» Mi schiarisco la gola, provando a tornare in un ambito meno sentimentale in cui riesco a sentirmi più a mio agio.

«Il Bernini. Credo sia un vero genio che ha portato alla luce opere piene di passione e di dettagli unici. Ha elevato la storia e la bellezza di Roma a un altro livello. Guarda ad esempio Piazza Navona, grazie a quella fontana è diventata una delle piazze più belle d'Italia, se non di tutto il mondo.» Sembra percepire al volo il mio disagio per la sua affermazione di poco fa e segue il cambio di rotta. Non è mai capitato che qualcuno riuscisse a leggermi dentro come un libro aperto tanto che ora, con Mike, mi sento persino in imbarazzo.

Vedo le sue pupille perdersi nel ricordo della scultura appena nominata e mi sforzo anch'io di delineare nella mia mente i tratti di quell'opera maestosa. Nonostante non vada lì da tempo, mi scappa un sorriso ripensando alla prima volta che, da piccola, ci sono stata. Era estate e stavo facendo una passeggiata con i miei genitori, la piazza era gremita di turisti e siamo riusciti ad avvicinarci con fatica. Mi sembrava così grande e terrificante, con quei giganti che pensavo mi stessero fissando. Solo dopo anni, seguendo le prime lezioni di storia dell'arte al liceo, sono riuscita ad apprezzarla veramente.

«Il tuo artista preferito, invece?» mi chiede tirandomi fuori dai ricordi.

Ne ho davvero tanti, ma il migliore è solo uno per me.

«Michelangelo.» Appena pronuncio quel nome, sgrana gli occhi.

«Tutto ok?» chiedo preoccupata.

«Sì, certo» annuisce in maniera evasiva. Eppure è strano: l'arte è il suo lavoro, la sua passione, perché una reazione del genere?

«Non ti piace Michelangelo?» indago incuriosita e anche un po' sconvolta.

«Oh, ehm, sì. È uno dei migliori. Artisticamente era una bomba, ma comunque preferisco il Bernini.»

«De gustibus» asserisco e lui fa un cenno di assenso, con la testa chissà dove. Forse l'ho sconvolto con la mia confessione, ma la sua attenzione ora è tutta per le mie labbra, me le sta divorando con quelle iridi azzurre. Lascio scendere il mio sguardo sulle sue e deglutisco a fatica. 


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Spazio Autrice:  Oh oh... chissà che sarà successo al nostro Mike. Una cosa è certa, però: il feeling tra loro è innegabile, proprio come l'attrazione. Chissà cosa accadrà in futuro...

Non potete perdervi i prossimi capitoli per scoprirlo!

xoxo, Althaia

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