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Cap 14• Tu sei un pazzo squilibrato e lei la tua àncora di salvezza

When I look at you - Miley Cyrus

Elèna

«Ma che gli avrò mai fatto?» chiedo ad Adam.

«Nulla, ha la luna storta. Lascialo perdere» risponde lui cercando di sdrammatizzare.
Odio essere odiata dalle persone. Da lui poi... Ma che gli ho fatto? Mentre continuo ad arrovellarmi non mi accorgo che Adam mi sta passando la mano davanti alla faccia cercando di scuotermi dai miei pensieri.

«S-scusa mi ero incantata» rispondo io.

«Avevo notato!» osserva lui pensieroso.

«Allora... Uhm, niente chiamate dal tuo ragazzo oggi?» mi chiede scalciando un sassolino col piede.

«Leo? Ci siamo sentiti prima che venissi a prendermi» rispondo impacciata.

«Da quanto state insieme?» mi chiede.

«Cinque anni» rispondo abbassando lo sguardo.
Ultimamente quando le persone mi fanno questa domanda mi sento tutto d'un tratto pesante. Come se gli anni con Leo fossero un peso di cinque chili a cui sono legata e che mi sta lentamente trascinando sempre più giù, nelle profondità degli abissi.

L'influenza di Eleonora e JJ si sta facendo sentire, scaccio l'immagine di me versione zavorra nell'oceano.

«Cinque anni? Ma quanti anni avevi? Cavolo, è un sacco di tempo» esclama lui sbarrando gli occhi come se fosse una cosa impossibile da credere.

«Già» dico io cercando di sorridere e non fare trapelare quello che realmente penso della mia storia.

«Ti accompagno dentro intanto» si offre Adam rompendo questo momento di confessione imbarazzante. Grazie a Dio! Lo seguo ed entriamo nell'edificio avviandoci all'ascensore.
Una volta dentro, Adam preme il tasto dell'ultimo piano e inizia a fissarmi.

«Che c'è Adam?» gli chiedo.

«Niente, pensavo. Anche lui abita qui?» chiede guardandomi. Ancora domande?

«No, dopo essermi trasferita per studiare abbiamo iniziato una relazione a distanza che va avanti ormai da quattro anni. Lui lavora e non può spostarsi, io studio e voglio iniziare a lavorare qui e per ora non voglio tornare perché qui ci sono opportunità decisamente migliori» rivelo tutto d'un fiato.

È strano, ma anche se non mi aspettavo queste domande sulla mia vita privata da un tipo come lui, sento di potermi fidare e forse è per questo che gli dico tutto quello che mi passa per la testa, o quasi.

«A distanza? Deve essere dura» afferma lui.

«Sì, ma ormai ci abbiamo fatto l'abitudine» sorrido io cercando di negare quanto mi pesi in realtà non avere accanto la persona con cui condividere le piccole cose. Da una passeggiata a fare la spesa a vedere un film insieme la sera.
L'ascensore arriva al decimo piano e mi salva dall'interrogatorio di Adam.
Ad aspettarmi c'è Caroline che mi rovescia parole su parole senza quasi neanche salutare in due minuti spiegandomi tutto quello che avrei dovuto fare durante la giornata per cui, presa alla sprovvista, cerco di segnarmi mentalmente il maggior numero di informazioni possibili. Questa donna mi odia!
Vedendomi indaffarata, Adam mi saluta dopo aver fatto una linguaccia a Caroline che gli dà le spalle. Mi mordo la lingua per non scoppiare a ridere e ricambio con un cenno della mano.
Mentre Caroline mi elenca le cose da fare, Jackson esce dal suo ufficio e ci viene incontro.

«Buongiorno» ci saluta entrambe.

«Buongiorno» rispondiamo in coro io e Caroline.

«Elèna, vieni un attimo nel mio ufficio. Ho bisogno di te» mi dice Jackson facendomi cenno di seguirlo. Posso quasi sentire gli occhi laser di Caroline che mi trapassano, ma faccio finta di nulla e lo seguo. Jackson mi tiene la porta per farmi passare e per poi richiuderla dietro di sé.
Inizialmente sussulto, ma poi roteo gli occhi quando vedo che c'è anche Henry che, ovviamente, sta guardando fuori dalla finestra senza degnarmi di uno sguardo, neanche per sbaglio.

«Elèna, hai già avuto modo di conoscere Henry durante il colloquio della settimana scorsa e a quanto ne so sarete visti anche stamattina dato che ora condividerete i servigi di Adam» dice Jackson indicandolo e io annuisco e il nervoso mi sale al ricordo delle domande che mi aveva posto in occasione del colloquio e del comportamento di poco fa.

«Henry, tu ti ricordi di Elèna, vero?» chiede anche a lui Jackson.
Lui fa un cenno del capo stando ben attento a non incrociare il mio sguardo e torna a guardare distrattamente fuori.

«Ottimo. Convenevoli conclusi, direi che possiamo passare agli affari» esclama Jackson battendo le mani, al che giro i tacchi per andarmene e lasciarli soli.

«Elèna, dove pensi di andare?» squittisce Jackson.

«Pensavo di dovervi lasciare soli a discutere» mi giustifico.

«No, no. Tu parteciperai a questo affare» dice lui.

Henry, che fino ad ora è rimasto in disparte mostrandosi disinteressato a qualsiasi cosa includesse me nella conversazione, scatta girandosi e io vengo assalita dal panico.

«Cosa?» ripetiamo in coro io e Henry.
Per un attimo lui mi fissa e poi torna a posare lo sguardo su Jackson.

«Jack! Vorrai scherzare, amico? Sai quanto è importante questo affare e vuoi mettere di mezzo una... una stagista?» ringhia con tono duro Henry e, nonostante la cattiveria delle sue parole, stavolta non posso che essere d'accordo con questo maleducato donnaiolo figlio di papà. Lavoro da neanche una settimana e avere troppe responsabilità mi metterebbe a disagio e temo di non saper affrontare una situazione del genere.

Jackson se ne sta seduto comodo sulla sua poltrona ergonomica di pelle marrone e guarda prima me e poi Henry passandosi le dita sul mento.

«Vi ho osservati» dice fissandoci da dietro le sue folte ciglia. «Siete come cane e gatto anche se non vi conoscete. Tu sei l'esperto di musica e lei è vergine in fattore di business. Tu sei il diavolo e lei l'acqua santa. Tu sei un pazzo squilibrato e lei la tua ancora di salvezza. Vi compensate a vicenda e per questo ho deciso di mettervi alla prova e credo che insieme farete grandi cose. Molto spesso sarò fuori città e vorrei che fosse Elèna a fare da tramite, da ponte tra me e te. È una ragazza sveglia e so che può farcela» afferma Jackson con tono sicuro rivolto a Henry e poi guarda me facendo un sorriso.

Sono ancora bloccata. A quelle parole il mio cervello è andato in totale tilt.

Tu sei il diavolo e lei l'acqua santa. Tu sei un pazzo squilibrato e lei la tua àncora di salvezza. Vi compensate. Che diavolo sta dicendo? Io la sua salvezza? Ma di che parla?

Continuo a torturarmi non riuscendo a dare un senso al corso degli eventi che mi sta travolgendo come un fiume in piena.
Noto che anche Henry si è ammutolito e sta stringendo i pugni così forte che posso quasi sentire il dolore delle sue nocche come se fossero mie.

«Fai come credi» sibila d'un tratto staccandosi dalla finestra alla quale era appoggiato. Mi passa accanto e per un attimo si ferma spalla a spalla con me guardandomi con gli occhi pieni di, non saprei, ma sembra paura mista a rabbia.
Lancia di nuovo un'occhiata a Jackson prima di uscire sbattendo la porta alle sue spalle facendo sussultare me e sospirare Jackson.
Resto zitta anche perché non saprei cosa dire dopo una scena del genere. Sono in totale imbarazzo.

«È sempre stato una testa calda, ma non ha mai rifiutato di lavorare insieme a una bella ragazza. Non capisco perché si comporti così con te. È davvero un mistero» afferma Jackson passandosi un dito sulle labbra.
È la seconda persona che nota questo modo strano di Henry di approcciarsi a me e quasi mi viene da pensare che forse gli ricordo qualche balia che deve averlo traumatizzato anni addietro o qualche vicina che lo costringeva a farsi pizzicare le guance. Non c'è altra spiegazione!

«Dovresti affidare questo affare a Caroline. Ha molta più esperienza di me e sembra andare d'accordo con lui» cerco di obiettare mentre mi avvicino alla scrivania implorandolo con gli occhi.
Non voglio trovarmi a dover stare tutti i giorni accanto a uno che mi odia e non mi parla. Non lo sopporterei.

«No. Ho deciso che sarai tu a occupartene e così sarà. Che lui lo voglia o no, decido io nella mia azienda» afferma lui picchiando il palmo della mano sul tavolo facendomi sussultare.

«Scusa, non volevo farti spaventare. Adoro quel ragazzo, ma quando fa così lo ucciderei con le mie stesse mani. Ad ogni modo più tardi ti girerò nella casella mail le linee guida del progetto a cui stiamo lavorando che vorrei leggessi attentamente per domani. Segnati qualsiasi dubbio e domani rivedremo tutto punto per punto. Mi raccomando ovviamente di non divulgare nulla su quanto leggerai. È abbastanza top secret a livello mondiale e non possiamo permetterci che scappi fuori una sola virgola! Ora puoi andare e mi raccomando, non lasciarti intimorire da quel riccio cocciuto. Sembra un teppista, ma in realtà è solo testardo» mi dice sorridendomi.

Io ricambio il sorriso e mi congedo uscendo dall'ufficio fingendo che vada tutto bene quando invece sono ancora del tutto sconvolta.

***

Pagina Instagram autricemartina.ingallinera

Playlist Spotify: Underground Love - La mia ancora di salvezza

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