Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Cap 12• Entra, coglione e...bella addormentata!

Happening - Olivia Broadfield

Henry

Mi sveglio a mezzogiorno con un mal di testa pazzesco.
Ottimo, sono ancora sbronzo. Mi passo una mano sulla faccia mentre cerco di ricordare cosa sia successo.
Ero andato al solito club con Adam e ricordo di aver bevuto come una scimmia. Eravamo al nostro privé quando in lontananza avevo scorto una figura familiare.
Poteva essere Elèna? Un solo nome nella mia testa aveva sovrastato i fiumi di alcol rendendomi lucido per un solo secondo e facendomi allontanare dal tavolo barcollando per cercare di raggiungerla, ma vedendoci doppio l'impresa risultava più ardua del solito.
Avevo preso la ragazza per il polso facendola girare. Con amara delusione avevo scoperto che non era affatto Elèna e anzi, a parte i capelli, non le assomigliava affatto. Il detto "l'alcool annebbia la vista" era più che azzeccato alla situazione.

Avevo preso un enorme abbaglio, non c'è che dire. La ragazza però aveva colto la palla al balzo e aveva iniziato a strusciarmisi addosso cercando di provocare una qualche reazione in me.
Il mio corpo aveva iniziato a muoversi cercando di spegnere il cervello che continuava a urlare che non era lei che volevo. Eppure ballavo con lei e vedevo Elèna. Le parlavo e vedevo Elèna. La portavo fino in albergo e vedevo Elèna. Solo allora mi ero reso conto che non era lei.

L'ultimo ricordo che ho della notte trascorsa è di me che caccio via la ragazza dalla stanza e sprofondo nel letto ancora vestito.

Caro mio piccolo Evans, tu hai qualcosa che non va. We have to fix this, dico guardando storto il mio amichetto che si affaccia dai boxer.
Con la voglia di vivere di un bradipo, raggiungo il bagno con l'intenzione di fare una doccia per cercare di ritrovare la mia lucidità persa in uno dei bicchieri della sera precedente.
Esco dalla doccia dopo aver lavato via la nottataccia e proprio quando sto per togliere l'asciugamano per vestirmi, bussano costringendomi ad andare ad aprire con l'asciugamano avvolto in vita e i capelli ancora umidi.

«Henry! Vestiti! Brutto pervertito» urla Brian con la vocina da femminuccia sconvolta coprendosi gli occhi con le mani come se non mi avesse mai visto in asciugamano.

«Entra, coglione» sbuffo avviandomi in bagno per vestirmi.

«Hai fatto ancora baldoria vedo, eh?» mi urla dalla stanza.

«Uhm-uhm» mugolo in risposta mentre asciugo i capelli e mi vesto.
Tutto a un tratto mi ricordo che stamattina avrei dovuto vedermi con Jackson per firmare dei documenti. «Merda» impreco cercando il cellulare che chissà dove era finito.

«Che succede?» mi chiede Brian.

«Ho dimenticato un appuntamento di lavoro. Devo chiamare Adam» dico trovando finalmente il cellulare incastrato tra la spalliera del letto e il cuscino.
Dopo tre squilli Adam risponde.

«Buongiorno bella addormentata!» canticchia lui.

«'Giorno. Ti ho chiamato perché mi sono ricordato che oggi dovevamo andare da Jackson, perché non mi hai chiamato?» gli chiedo.

«Ho immaginato dormissi beatamente e nelle condizioni in cui eri ieri sera non penso saresti servito a molto, per cui sono andato a ritirare io i documenti e te li sto portando. Sei ancora in albergo?» mi chiede mentre sento spegnere il motore in sottofondo.

«Grazie amico. Ti devo un favore. Sì, sono qui e c'è anche Brian!» rispondo.

«Io ho appena parcheggiato, sono sotto. Ci vediamo nella hall» e stacca la chiamata.

«Devi aver proprio bevuto parecchio se non ti sei ricordato di un appuntamento di lavoro. Non ti è mai successo» nota Brian inarcando il sopracciglio.

«Sì, ho un tantino esagerato ieri sera» confesso passandomi una mano dietro la nuca. «Andiamo, Adam ci aspetta giù» gli dico avviandomi verso la porta.

«Sissignore» dice mettendosi in piedi sbattendo il tallone per terra e facendomi ridere.

«Muoviti» dico sorridendo.
Ci avviamo alla hall dove troviamo Adam seduto a leggere un giornale.

«Buongiorno principesse» ci dice lui.

«Sempre il solito, ma non cambi mai?» dice Brian mentre arruffa i capelli di Adam, cosa che lui odia.

«E tu?» risponde lui dandogli un pugno nelle parti basse che Brian riesce a scansare per un pelo.

«Smettetela voi due, sembrate due bambini dell'asilo» li rimprovero io.

«Ha parlato Mr Evans. Quello che si sbronza così tanto da dimenticare di avvisare gli amici abbandonati nel privé per chissà quale figa» mi punzecchia Adam.

«Cazzo, hai ragione, ma ieri sera ho davvero toccato il fondo» mi scuso passandomi una mano tra i capelli.

«Più che il fondo hai toccato un bel fondo schiena. Ti ho visto da lontano con la brunetta» ammicca Adam.

«Naaah niente di che, qualche strusciata e sono tornato in albergo e non chiedermi neanche come. Non saprei risponderti!» rispondo annoiato.

«Tu cosa? Sei tornato solo? E io che credevo...» mi guarda allibito Adam.

«No! Ieri sera non era serata, non ero in vena. Con quello che ho bevuto ho fatto pure fatica a sedermi sulla tazza del cesso, figuriamoci fare altro» sospiro.

«Evans, mio caro cugino, è ufficiale. Stai invecchiando!» afferma Brian mettendomi una mano consolatrice sulla spalla e guardandomi rammaricato.

«Fottiti demente! E se non sbaglio qui c'è qualcuno che è uscito prima di me, quindi guardati bene dallo sparare cazzate» lo metto all'angolo spintonandolo.

«Parlando di cose serie: dove sono i documenti di Jackson e che ti ha detto?» chiedo ad Adam. Lui tira fuori una cartella dalla sua valigetta e me la porge.

«Ha detto di leggere con calma, ma entro oggi e per qualsiasi dubbio di chiamarlo. Ci aspetta domani in ufficio perché vuole parlarti di persona» conclude Adam.

«Mmm» annuisco mentre scorro le pagine piene di inchiostro che avrei dovuto leggere entro domani, dunque stanotte.

«Ah, c'è un'altra cosa. Jackson mi ha assunto» dice tutto d'un fiato Adam.

«Jackson ha cosa?» chiedo io scandendo bene le parole.

«Mi ha assunto come autista della sua assistente dato che dovrete lavorare molto spesso insieme, per cui non dovrebbe essere un problema. Ho comunque chiarito che i tuoi impegni sono davanti a qualsiasi altra cosa» mi dice Adam.

Assistente? Sicuramente quella Caroline. Oh beh che m'importa.

«Spero non sia un problema dati i vostri trascorsi» continua lui.

Come fa a saperlo? Non mi sembra di avergliene parlato. Beh, forse mentre ero ubriaco. Accidenti alla mia boccaccia.

«Oh, no nessun problema. Non m'importa» rispondo tagliando il discorso.

«Bene, allora che ne dite di andare a mangiare che sto morendo di fame?» esordisce Brian interrompendo i miei pensieri.

«Tu hai sempre fame!» dico io.

«Sai che ho il verme solitario» mi dice guardandomi mettendo il broncio.

«Oh e va bene! Andiamo, per carità! Non voglio doverti portare in braccio come quella volta sotto al London Eye prima del concerto» dico dandogli un pugno sul braccio.

Brian ride al ricordo del suo svenimento dovuto all'ansia per l'esibizione e al fatto che per fare le prove avevamo saltato il pranzo. E lui, buona forchetta qual è, aveva accusato il colpo. Mangione mai quanto Mason. Dio, quel ragazzo potrebbe ingoiare del cemento e uscirne illeso.
Brian e Adam facevano entrambi parte della mia band. E poi c'era Mason, un irlandese pazzo, divoratore di qualsiasi sostanza presente sulla faccia della Terra.
Ogni volta che penso al nostro gruppo mi sale rabbia e rammarico e penso che forse un giorno riuscirò a convincere Dean a lasciarmi almeno tentare. Forse un giorno riuscirò a fargli capire che faccio sul serio e che per me non è un gioco come crede lui.
Scaccio questi pensieri dalla testa e seguo Brian e Adam fuori dall'albergo.

Trascorriamo il resto della giornata tutti e tre insieme. Mi mancava passare del tempo con loro e la giornata vola via veloce. Riesumiamo ricordi dei momenti più divertenti passati insieme, chiamiamo Mason che ci racconta le novità di Londra e parliamo del più e del meno.

«Si è fatto tardi, rientriamo?» suggerisco agli altri due testoni.

«Già, non vorrai saltare anche l'appuntamento di domani con Jackson?» scoppia a ridere Adam.

«È tutta colpa tua che mi trascini a serate in cui non dovrei neanche mettere piede in momenti così delicati per l'azienda. Perché non ti porti Brian la prossima volta?» propongo io.

«Beh nulla in confronto alle feste a cui ci portavi tu durante il college! Quelle sì che erano feste con i fiocchi. Tornando a noi però, Brian, la prossima volta sarai dei nostri?» gli chiede Adam.

«Ci puoi contare» e si scambiano la parola dandosi i pugni mentre io mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo.

«Notte ragazzi. Adam domani per le 9 usciamo» lo avviso.

«Ok. Notte» saluta lui per poi andare in stanza seguito da Brian con il quale condivide il piano.
Io invece raggiungo la mia suite. Ho assolutamente bisogno di dormire e cercare di recuperare il sonno perso della notte scorsa.



***

Pagina Instagram autricemartina.ingallinera

Playlist Spotify: Underground Love - La mia ancora di salvezza

Pagina Facebook: Redlipsers

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro