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THIRTEEN || FIGHTING FOR HER

THIRTEEN || FIGHTING FOR HER


"Sali in macchina, dobbiamo andare da Carrie!"


La voce allarmata di Zayn raggiunse in fretta le orecchie di Priya la quale, spaventa si avvinghiò al braccio del fratello correndo verso la sua auto. Il rombo del motore del pick-up di Barney si fece sempre più vicino e tutti i ragazzi videro all'inizio della via la forma ancora per poco indistinta della macchina rossa.


"Correte si sta avvicinando!"


Il riccio urlò di nuovo nella direzione dei due fratelli, Zayn sbloccò l'allarme dell'auto col piccolo telecomando blu e Priya si avvicinò traballante e terrorizzata al fratello. Il suo corpo fragile tremava a causa della paura e del freddo di gennaio. Troppa confusione, troppe preoccupazioni e pochi chiarimenti.


"Priya sali!"


La ragazza pakistana si chiuse nell'auto nera del fratello che rapidamente entrò al posto di guida, mettendo in moto la macchina che in pochi secondi uscì dal parcheggio in retromarcia abbassando il finestrino.


La casa di Carrie era un nido sicuro per Priya, la sua migliore amica era sempre stata al suo fianco, sapeva ogni singolo dettaglio oscuro della sua vita e così Priya sapeva quelli di Carrie. La dolce amica viveva poco distante dalla metropolitana con la madre ormai vedova; ogni qualvolta ne avesse avuto bisogno la sua famiglia era sempre pronta ad ospitarla e a confortarla, per quanto fosse possibile colmare il vuoto e il dolore lasciato da Barney.


"Ci penso io a lui..."

Harry sussurrò quelle parole all'orecchio di Zayn infilando la sua chioma ribelle all'interno del finestrino e lui annuì in risposta, ma Priya riuscì comunque a sentirle. Ne fu intimidita, ma anche grata: non conosceva praticamente nulla di quel ragazzo, ma era solo sollevata all'idea che forse qualcuno sarebbe stato in grado di fermare l'ira che Barney scatenava su di lei ogni giorno.

Qualche anno prima la loro madre decise di ricominciare una nuova vita scegliendo di fidanzarsi con Barney e quell'uomo si insediò nella loro casa. Inizialmente trattava bene sia Zayn che Priya, ma quando rimase al verde la madre lo sorprese a spacciare coca per guadagnare qualcosa e nonostante dicesse di amarlo - per amore dei figli - lo mollò lasciandolo in mezzo alla strada senza vita o soldi. Fu in quel momento che Barney si accorse di quanto quella donna amasse i suoi figli, e che avrebbe fatto tutto se loro gliel'avessero chiesto; iniziò a seguire Priya e a toccarla le prima volte, minacciandola di farlo tornare con sua madre altrimenti l'avrebbe uccisa. Da quel giorno la vita di Priya fu tormentata e condizionata dalla paura, dal dolore, dalle botte e dal sesso. Col tempo infatti Barney si rese conto che quella ragazzina - al tempo solo sedicenne - poteva farlo sentire vivo, iniziò a picchiarla così da costringerla facilmente ad andare sotto le coperte con lui. Più di una volta Zayn cercò di dire tutto alla madre ma, prima di confessare tutta la violenza sulla sorella, lui minacciò di uccidere anche la madre se mai lo avesse lasciato. Lui si riguadagnò l'amore ceco della donna che però ancora non sapeva - e forse mai saprà - quanto quell'uomo avrebbe rovinato la loro famiglia.



L'auto sportiva sfrecciò nella direzione opposta a quella del pick-up attraverso il quale il corvino incrociò lo sguardo nero e pieno di rabbia di Barney. L'uomo scese dall'auto notando il riccio avvicinarsi con un ghigno sulle labbra già spaccate dai pugni di Zayn.


"Dove sta andando"


Chiamò l'uomo riferendosi alla ragazza in fuga, mentre sbatté la portiera dell'auto. Con un paio di falcate raggiunse il ragazzo di fronte a lui portandosi solo a pochi centimetri di distanza e sovrastandolo di poco con la sua altezza.


"Che importa? Ora ci sono io"


Lo stuzzicò con un sorrisetto istigatorio sulle labbra, si accese un'altra piccola canna verdognola aspirando il sapore inebriante attraverso le labbra sporcate dal sangue ormai secco.


"Che vuoi moccioso? Chi cazzo sei!"


Rispose stringendo gli occhi su di lui. In quel momento l'unica cosa a cui riusciva a pensare Harry era al suo pugno che colpiva ripetutamente quel fottuto bastardo. Come si può picchiare una ragazza in quel modo? Come puoi rovinare la vita di una ragazzina, di quella ragazzina. Quella ragazza che ogni mattina passava di fronte a lui nella metro, che ogni mattina osservava fare un passo dopo l'altro la sua strada lungo la fredda banchina; mentre lui sbuffava fumo e aria intento a osservare ogni suo singolo e minuscolo dettaglio, lei sfilava nei suoi tacchi alti e cappotto bianco fino all'ultimo posto. La sua camminata seducente e i suoi lunghi capelli neri che le ricadevano sulle spalle, cazzo, lo attraevano come una calamita e non poteva fottutamente credere o solo immaginare quanto le accadeva praticamente ogni giorno, e tanto meno non poté rifiutare di proteggerla da quel mostro dopo i racconti di Zayn.


"Io? Chi cazzo sei tu, hai una donna perché devi fottere una ragazzina, sei un fottuto pervertito!"


Lo minacciò, ma lui non sembrò intimidito dalla sua voce roca. Harry in tutta la sua vita aveva fatto di tutto, spacciato fumato si era drogato aveva picchiato molta gente, addirittura quasi ucciso un uomo, aveva scopato molte ragazze, non sapeva esattamente quante, ma di certo non si era mai sognato di picchiarne una sola di queste. Di fronte a una ragazza desiderava solo fotterla e farsi fare un bocchino, ma quella ragazza, Priya, aveva una diversa attrazione su di lui. Solo la desiderava, desiderava sentire ancora la sua pelle morbida e color miele sfiorare la sua più chiara, sapeva che tutto questo era sbagliato, ma forse giusto. Lui era il suo 'salvatore' alla fine, non è così?


"Oh già" Rise prendendosi gioco di Styles "Ora mi ricordo di te, sei quello dell'altra volta, ce l'hai fatta poi a scopartela dopo il tuo atto eroico eh? Devo ammettere che non è male...forse un po' stretta"


Ancora lo schernì e Harry sotterrò nella neve la canna quasi terminata soffiando il resto del fumo in faccia a quella fottuta testa di cazzo. La rabbia provocata dalle sue parole crebbe al solo pensiero che quell'uomo davvero l'aveva portata a letto contro la sua volontà, e che avesse rovinato - ormai per sempre - quel corpo armonioso e fragile. Lui per quanto drogato, sbagliato o qualsiasi cosa si dicesse in giro di lui, non avrebbe mai fatto una cosa del genere a una ragazza. Tanto meno a quella ragazza.


"Io non sono come te, bastardo"


Rispose tra i denti contenendo la rabbia e il disprezzo ormai al limite. Si sentiva sul punto di esplodere, un solo passo falso di quell'uomo avrebbe potuto realmente scatenare tutta la furia che era in lui in quel momento, non sapeva esattamente perché, ma lì davanti a quell'uomo avrebbe fatto qualunque cosa pur di proteggere Priya e mettere fine alla sua tortura. Avrebbe anche ucciso quell'uomo se l'avesse ritenuto necessario, e non avrebbe esitato un attimo a fare lo stesso con chiunque avesse cercato di fermarlo.


"Se sei così onesto perché non me lo dimostri"


L'uomo lo sfidò un'altra volta mentre si avvicinò ancora alzando le maniche della camicia di feltro che indossava, scoprendo gli avambracci muscolosi e inclinando la testa di lato un paio di volte.


Styles questa volta non riuscì a contenere la sua rabbia e si gettò sull'uomo possente di fronte a lui. Iniziò a prendere a pugni la sua mascella che rapidamente si scardinò provocando la fuoriuscita di un urlo di dolore dalla sua bocca. Non contento si ricompose sistemando la mascella malconcia e dolorante per poi ricambiare il favore sul labbro già segnato di Harry. Il ragazzo non si piegò di fronte a quella fitta di dolore lancinante che lo travolse - forse era abitudine o forse il pensiero che qualcun'altro lo soffriva ingiustamente ogni giorno ed era compito suo ora far si che non lo provasse più - con un gancio destro dritto nello stomaco del suo avversario lo stese a terra e si gettò sopra al suo corpo quasi inerme, mettendosi a cavalcioni sul sudicio ventre dell'uomo colpì ripetutamente il suo volto deformato fino a quando rigoli di sangue non incominciarono a sgorgare dalle ferite fresche.


"Così lo ucciderai Harry!"


La voce preoccupata e imperativa dell'amico distolse l'attenzione del riccio dal pestaggio, si girò solo per trovare Liam alle sue spalle che si avvicinava a grandi passi verso di lui. Un solo pugno inatteso - proprio quando aveva abbassato la guardia - fu sufficiente per scaraventare il ragazzo a terra tra la neve fredda e l'asfalto dura sporcata dai segni di pneumatici del pick-up. Prima di accorgersene l'uomo ribaltò la situazione alzando per la maglietta il ragazzo e mantenendolo per il colletto gli sferrò un pugno in pieno stomaco, il ragazzo sputò un grido soffocato di dolore ed ebbe solo la forza per un ultimo pugno, nello stesso punto, a quel fottuto bastardo. Lui si accasciò a terra mentre Harry, prima che potesse fare lo stesso sporcandosi del suo sangue, venne sorretto da Liam che lo accompagnò in macchina lasciando giacere a terra quell'uomo che avrebbe ormai cambiato le loro vite. Forse avrebbero davvero dovuto ucciderlo?

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"Pronto?" la sua voce debole e spezzata dalle lacrime rispose dopo il terzo squillo al Blackberry.
"Sono Liam, dov-" La voce forte e preoccupata di Liam contrastò quella di Priya, prima di essere interrotto.
"Che è successo!? Sono passati due giorni, che cosa è successo?, come sta Harry? Zayn mi ha raccontato tutto, voglio vederlo adesso, dove siete?" Il sollievo di sentire finalmente la voce di quel ragazzo - o meglio dell'amico del ragazzo che l'aveva salvata - cancellò quel filo di incertezza nella sua voce e la ragazza si spazzò via le lacrime salate dal viso col dorso della mano, correndo istintivamente alla finestra dell'ampio salone di Carrie, forse cercando un indizio della presenza di Harry giù nella metropolitana.
"Siamo al nostro appartamento, ora non puoi venire Priya" Priya notò un cambiamento nel tono di voce di Liam, ormai aveva una sfaccettatura più rassicurante nei suoi confronti, ma poté anche capire dal suo tono che qualcosa non andava.
"Io voglio" Si impose e afferrò prontamente il cappotto blu che le aveva prestato l'amica e diede un ultimo sguardo alla finestra prima di affrettarsi all'uscita dell'appartamento.
"Senti ora io devo andare...resta dove sei okay?" Insisté lui ma senza risultati, e percepì dall'altra parte del telefono le lacrime uscire - per quella che sarebbe stata la centesima volta - dagli occhi color ghiaccio della dolce pakistana.
"No Liam...sto già venendo, dimmi l'indirizzo" Oridinò e Liam tirò un sospiro rassegnato.
"Zayn lo sa-" Di nuovo fu interrotto dal tono sempre più sicuro e sorprendentemente forte della giovane donna.
"Dimmelo e basta Liam!" Disse scendendo rapidamente le scale trasparenti a chiocciola che portavano direttamente nell'atrio del grande appartamento, con un cenno veloce salutò l'amica sdraiata sul divano - i suoi dolori addominali continuavano costringendola sempre a letto o sul divano, Priya avrebbe voluto restare per ricambiare tutto quell'aiuto che lei le aveva sempre dato, ma Carrie le fece cenno di andare e la ascoltò - afferrando dal mobiletto le chiavi della macchina del fratello assente scivolò fuori di casa chiudendo rumorosamente il portone di legno scuro.
"Siamo al 318 di South Street" La risposta tardò qualche secondo in più ad arrivare tanto che la ragazza ebbe il tempo di mettere in moto l'auto prima di conoscere la sua prossima meta.
"Che succede!?" La voce turbata. "Liam!" Il ragazzo attaccò e così fece Priya non ricevendo più nessuna risposta dall'altra linea.


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