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Capitolo 19 - Sam

"Bennet, Moore, Wilson e Specter"

Appena sentì il suo nome Sam scattò in piedi seguita ruota da Abby, accanto a lei. Non le serviva guardarsi intorno per capire chi fossero gli altri due membri del gruppo, ciononostante come una sorta di riflesso involontario si girò verso Chris per averne conferma. Sì, non c'erano dubbi: lui e Derek si avvicinarono a loro, e insieme si sistemarono sul fondo dell'aula insieme all'altro gruppo formato da Sharon, Jack, Rob e una ragazza che Sam non aveva mai visto.

Il professore continuò a chiamare gli studenti e a formare i vari gruppi, mentre Sharon le scoccava occhiate di puro odio. Quando anche l'ultimo gruppo li raggiunse, il professore si rivolse nuovamente a tutti loro.

"Vi ricordo che avete una settimana di tempo per portare a termine il compito che vi ho assegnato. Mi raccomando: musica e testo devono essere tassativamente originali. Se dovessi avere il sospetto che si tratti di plagio sia di performance esistenti che di quelle presentate dagli altri gruppi, tutti i componenti rischiano un'insufficienza che potrebbe pesare notevolmente sulla valutazione finale del primo semestre. A settimana prossima, in bocca al lupo a tutti"

Un brusio si diffuse tra gli studenti non appena il professore lasciò l'aula: c'era chi si presentava con i propri compagni e chi si metteva d'accordo per iniziare a lavorare sul progetto. Lo stesso si accinsero a fare anche Sam e i suoi amici. Sam in particolare avrebbe voluto mettersi subito all'opera. La agitava il fatto di avere solo una settimana di tempo per portare a termine il lavoro, soprattutto perché sapeva che comporre una canzone non era semplice, o meglio, non era semplice mettere d'accordo quattro persone dai gusti e dai background musicali completamente diversi.

Perciò si fece coraggio e lanciò una proposta.

"Potremmo pranzare insieme, così da iniziare a conoscerci meglio e buttare giù qualche proposta per il progetto. No?"

"Scusami Sam, ma io avevo già preso un impegno con Rob per provare la scena di Romeo e Giulietta" disse mortificata Abby "A proposito, ma dov'è finito?". Abby fece scorrere lo sguardo lungo l'aula e lo vide insieme agli altri membri del suo gruppo mentre si dirigeva verso la porta.

"Ehy Rob!" lo chiamò. Rob si voltò e assieme a lui anche Sharon. "Dove vai? Non ricordi che dovevamo provare?

"Hai ragione! Ero talmente preso da questo nuovo compito che me ne stavo dimenticando. Arrivo subito." rispose lui. Ma a Sharon questa risposta parve non andare giù, difatti lo incenerì con lo sguardo e gli urlò contro.

"Dove pensi di andare? Abbiamo deciso che avremmo parlato della canzone o sbaglio?"

"S-sì, ma abbiamo tutta la settimana e con Abby eravamo già d'accordo prima, non posso mollarla" disse Rob, facendosi più deciso mano a mano che andava avanti nel discorso.

"E vorresti mollare me?" fece Sharon stizzita.

A quel punto Abby non ci vide più ed intervenì. "Senti carina, te l'ho detto e te lo ripeto: non ho paura né di te, delle tue extention, né tanto meno della tua voce da gallina. Quindi ora io e Rob andiamo a pranzo insieme come programmato e tu puoi rimanere pure qui a strepitare, tanto non mi importa". E detto ciò prese Rob sotto braccio ed uscì dall'aula. Lo stesso fece Sharon fumante di rabbia, seguita da Jack che mimava a Sam richieste di aiuto per tirarsi fuori da quell'impiccio, pur sapendo di non avere scelta essendo quello il gruppo che gli era toccato.

"Wow, che caratterino! Mi piace!" esclamò Derek che aveva assistito alla scena. Come tutti del resto.

"Falla finita!" gli sussurrò Chris sottovoce tirandogli una gomitata, cosa che a Sam non sfuggì.

"Ragazzi, so che la cosa vi deluderà enormemente, ma anche io sono costretto a saltare il pranzo. Purtroppo avevo già preso un altro impegno". disse Derek "Però potete sempre andare tu e Chris, così iniziate a pensare qualcosa e la prossima volta che ci vediamo non partiamo da zero." Diede una pacca sulla spalla a Chris a mo' di saluto e senza dare loro nemmeno il tempo di replicare si congedò con un gran sorriso.

Un silenzio imbarazzato calò tra loro. Sam si pentì subito della sua proposta. Non riusciva a portare avanti più di dieci minuti di conversazione con lui, figurarsi un intero pranzo.

"Hai cambiato idea, dì la verità" fece ad un tratto Chris.

Che avesse la capacità di leggere nel pensiero? Si chiese Sam.

"No, no, figurati" fece lei con finta nonchalance. "Però se vuoi rimandare lo capisco"

Si fece i complimenti da sola per come ne era uscita. Forse c'era ancora qualche speranza di evitare situazioni imbarazzanti.

"Io sono libero, non vedo perché dovremmo rimandare" rispose Chris cogliendola di sorpresa. "Conosco un posto, non ti assicuro che sia propriamente tranquillo, ma di sicuro si mangia bene"

"Ehm, ok" rispose Sam seguendolo.

Sam non aveva idea di come si fosse ritrovata a dover pranzare da sola con Chris. Se qualcuno glielo avesse detto, probabilmente gli avrebbe riso in faccia. Avevano ormai raggiunto il parcheggio e Sam continuò a camminare in direzione del cancello d'ingresso, convinta di andare in uno dei bar disseminati nei paraggi, quando si sentì chiamare.

Era Chris. La stava aspettando davanti a quella che doveva essere la sua macchina, con la mano poggiata sullo sportello del passeggero aperto. Sam tornò indietro, si avvicinò alla macchina e guardò Chris come a chiedere conferma del fatto che dovesse sedersi lì. Lui le fece un cenno di incoraggiamento con la mano, dopodiché una volta che lei si fu sistemata sul sedile, chiuse lo sportello e si mise al posto di guida.

In quel momento il suo profumo la colpì come una carezza gentile. Sapeva di mare, ma non un mare calmo, un mare in tempesta e di sale, come quello ti si attacca alla pelle dopo essere usciti dall'acqua, il tutto mescolato ad un aroma di sandalo. Le piaceva quel profumo.

"Tu sei nato qui, non è vero?" gli chiese Sam all'improvviso

Chris si voltò per un secondo a guardarla, gli occhi nascosti dagli occhiali da sole. Indecifrabile.

"Già. Si nota molto?" rispose senza distogliere lo sguardo dalla strada.

"No, ho tirato ad indovinare"

Non era vero. Lo aveva osservato mentre guidava. La pelle abbronzata ma non di recente, come se quello fosse il suo colorito abituale, l'odore del mare che portava con sé e anche se parlava poco, quando lo faceva, l'inflessione californiana era leggermente marcata.

Chris fece un leggero sorriso, come se sembrasse soddisfatto della risposta.

"Pensavo che la prima domanda che mi avresti fatto sarebbe stata, dove mi stai portando"

In effetti Sam non ci aveva ragionato molto. Era salita e basta. Di solito si faceva mille paranoie e voleva avere tutto sottocontrollo, ma in quel frangente aveva agito d'istinto. Ora che glielo faceva notare, però, erano a circa venti minuti dall'accademia e un lieve senso di agitazione iniziò a farsi strada in lei. Si impose di mantenere la calma. È vero, non lo conosceva per niente ed è anche vero che la prima volta che lo aveva conosciuto stava per picchiare il suo tassista, ma ciò non significava che fosse una cattiva persona. No?

"Comunque siamo arrivati"

Sam scese e si trovò davanti ad un diner in stile anni 50'. Sulla facciata giallo senape svettava un insegna rossa al neon che riportava la scritta Peppers'.

Chris aprì la porta di ingresso facendo tintinnare una campanella appesa proprio sopra l'uscio ma il suono si perse tra il chiacchiericcio della folla che ospitava il locale.

Chris alzò il braccio in cenno di saluto ad una signora dietro il bancone, che sembrò riconoscerlo, dato che con un sorriso gli indicò uno dei pochi tavolini liberi vicino al jukebox.

Chris fece strada e Sam lo seguì, dopodiché si accomodarono sui divanetti di pelle nera uno di fronte all'altro.

Diversamente da lei che sedeva rigida ed impacciata, Sam notò che Chris si sentiva a proprio agio in quel posto, un po' come se fosse a casa sua. Infatti lo vide portare gli occhiali da sole alla testa, scostando il ciuffo di capelli neri che gli ricadeva sugli occhi, appoggiare la schiena ed allungare il braccio sullo schienale bombato.

"Ciao ragazzi cosa vi porto?"

Una signora sulla sessantina, non molto alta e dall'aria esuberante si avvicinò al loro tavolo. Sam non aveva la più pallida idea di cosa prendere, così afferrò il menù appoggiato sul tavolo e gli diede una scorsa veloce, sperando che Chris non fosse tanto più pronto di lei.

"Ciao Karen, per me il solito" rispose Chris con un sorriso.

Per l'appunto, pensò Sam.

"E per questa bella ragazza invece?" chiese gentilmente Karen rivolgendosi a lei.

"Mmm... io prendo... Ah ecco trovato!" esclamò Sam felice di essere riuscita a trovare qualcosa che le piacesse in tempo record. " Io prendo un Grilled Cheese ed un Milkshake al cioccolato" disse sorridendo.

"La ragazza ha buon gusto, mica come voi ragazzi che andate avanti solo ad Hamburger!" approvò Karen

"Ma se i tuoi Hamburger sono i migliori della città!" intervenne Chris

"Questo non significa che gli altri piatti non siano altrettanto buoni se non di più" disse facendo l'occhiolino a Sam, a cui venne da ridere per l'espressione basita di Chris. Nel frattempo qualche altro cliente dall'altra parte del locale aveva attirato l'attenzione di Karen, la quale, dopo aver lasciato la loro ordinazione ad una ragazza al bancone, aveva ripreso il proprio giro fra i tavoli.

"Vi conoscete da molto? Sembra una persona in gamba" disse Sam

"Non da tanto, all'incirca un anno. Però non si può fare a meno di volerle bene" rispose, guardando verso Karen che trotterellava da un tavolo all'altro, mentre l'ombra di un sorriso gli solcava il volto.

"Qual è la tua specialità?" le chiese poi.

"In che senso?" rispose Sam confusa

"Intendo dire qual è il tuo talento. Di me sai che sono un dj, tu invece come mai hai scelto di venire all'Accademia?"

Sam iniziò ad attorcigliare uno dei tovagliolini impilati sul tavolo, poi alzò lo sguardo verso di lui e rispose.

"Io sono una cantautrice".

Era la prima volta che lo diceva ad alta voce a qualcuno. La sua famiglia e i suoi amici naturalmente sapevano che il canto era la sua passione e che scriveva da sé le sue canzoni, ma non aveva mai avuto modo di definirsi in questo modo. Questo le infuse fiducia, le fece sentire che tutto ciò che stava vivendo era reale, che poteva effettivamente definirsi una cantautrice anche se aveva molto da imparare.

Nel frattempo erano arrivate le loro ordinazioni.

Il suo toast era fumante: Sam rischiò quasi di bruciarsi le labbra con il formaggio fuso che fuoriusciva da ogni lato, perciò decise di metterlo da parte per un attimo e di prendere una sorsata di milkshake. Intanto si accorse che Chris la osservava con espressione perplessa.

"Che c'è? Mi sono sporcata?" chiese agitata, controllando la camicetta bianca.

"No, no, è solo che... Toast al formaggio e milkshake al cioccolato? Non è un po' azzardata come accoppiata?"

Aveva sempre avuto gusti discutibili in fatto di cibo. Non faceva grande distinzione tra dolce o salato prendeva solo quello che le desiderava. Quella era una delle poche cose su cui non cercava di esercitare alcun tipo di controllo e agiva senza riflettere. Certo non tutte le accoppiate che creava andavano a buon fine, alcune erano veramente disgustose, ma si rincuorava pensando che almeno non poteva pentirsi di non averle provate. Forse avrebbe dovuto applicare quella filosofia anche ad altre scelte della sua vita.

"A volte gli abbinamenti a cui non penseresti mai, sono quelli che funzionano di più" rispose semplicemente.

Dopo che lei ebbe pronunciato quella frase un lampo di sorpresa passò nello sguardo di Chris, ma fu solo un attimo perché poi tornò all'atteggiamento rilassato di poco prima.

Dopo aver finito di mangiare Sam scostò il piatto di lato e tirò fuori dalla borsa una penna ed un taccuino color tiffany su cui annotava qualsiasi cosa le passasse per la testa. Idee per una canzone, frasi o momenti particolarmente degli di nota. Poi si rivolse a Chris.

"Immagino che voi del secondo anno abbiate svolto lavori simili a questo. Tu hai qualche idea?" gli chiese mentre si accingeva a scrivere sulla sua agenda.

"Sì, l'anno scorso io e Derek abbiamo lavorato assieme ad un progetto simile, è così che siamo diventati amici. So che a volte può sembrare uno spaccone ma è un tipo a posto"

"E tu che tipo sei?".

La domanda le scappò di bocca prima ancora che se ne rendesse conto. Se avesse potuto ricacciare dentro le parole lo avrebbe fatto, ma ormai era troppo tardi. Forse Chris avrebbe pensato che il suo fosse un tentativo maldestro di flirtare, ma la realtà era che Sam voleva davvero sapere che persona fosse. Sembrava così diverso dal ragazzo che aveva incontrato dal primo giorno, arrabbiato e scontroso.

"Bella domanda" disse lui, senza lasciar trasparire alcuna emozione.

Il silenzio si era fatto di nuovo strada fra loro e Sam si diede della stupida, perché prima che le scappasse quella domanda doveva ammettere che il pranzo non era stato così disastroso come pensava. Ma ora a causa sua stava per diventarlo. Perciò decise di riportare il discorso sulla canzone che dovevano comporre.

" Ho visto Derek esibirsi al falò e sono convinta che con le sue rime potremmo creare un ottimo testo" buttò lì

"Tu che genere di canzoni scrivi di solito?" le chiese, incrociando le braccia sul tavolino e protendendosi verso di lei, interessato.

Se avesse potuto anche lei avrebbe risposto come Chris, ma sarebbe sembrata una presa in giro. Però era davvero una bella domanda.

"Non ho un genere, scrivo sull'onda delle sensazioni. Scrivo di me, delle cose che mi succedono e di ciò che mi lascia un emozione" rispose tenendo lo sguardo puntato sul milkshake ormai finito.

Non appena lo sollevò vide che Chris la stava scrutando. I suoi occhi azzurri puntati dritti nei suoi, come se cercasse di capirne i segreti. Sam distolse lo sguardo imbarazzata, ed iniziò a picchiettare con la penna sull'agenda, come faceva sempre quando era nervosa o concentrata.

"Dovemmo decidere un giorno per incontrarci" disse Chris

Il cuore di Sam fece una capriola. Cosa intendeva per incontrarsi? Un appuntamento forse? Il suo cervello aveva iniziato ad elaborare mille pensieri al minuto finché Chris non riprese a parlare.

"Io e Derek non dovremmo avere lezione domani dopo le cinque, per te e la tua amica andrebbe bene?"

"Cosa? Si, domani alle cinque andrà benissimo" rispose Sam cercando di apparire disinvolta mentre si appuntava sull'agenda il giorno e l'ora dell'appuntamento.

"Ora è meglio che ti riaccompagni in Accademia. Tra poco ho lezione" disse Chris alzandosi.

Sam lo imitò e lo seguì al bancone per pagare, ma Chris la precedette. Senza dire una parola tirò fuori la carta di credito e pagò per entrambi, poi salutò Karen e uscì dal locale.

Una volta entrata in macchina Sam tirò fuori il portafogli decisa a saldare la sua parte. Non che non avesse apprezzato il gesto di Chris, anzi, ma era abituata a pagare per sé e non vedeva perché quella volta sarebbe dovuto essere diverso.

Ancora una volta, prima che lei potesse dire o fare qualcosa, Chris la interruppe.

"Non pensarci neanche, la prossima volta che usciremo pagherai tu" disse avviando il motore.

La prossima volta che usciremo. Sam non poté fare a meno di chiedersi che cosa intendesse. 

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Spazio autrice

Ciao a tutti! Lo so che ho aggiornato tardi rispetto al solito ma spero che con questo luuuungo capitolo mi sia fatta perdonare ahahaha

p.s. questo capitolo l'ho scritto proprio ora e pubblicato perciò chiedo venia per eventuali errori  ;) 

Vi avevo promesso più momenti di Sam e Chris ed eccoci qua!

Vi è piaciuto questo loro pranzo insieme?

Come pensate che proseguirà il lavoro di gruppo?

Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti e se vi va lasciate qualche stellina ;)

A presto!

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