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Capitolo 14 - Chris

Il "backstage", se così poteva essere definito il retro del piccolo palco montato sulla spiaggia, era animato da un andirivieni continuo di persone, tra cui vi erano anche Derek e Chris, in attesa di entrare in scena.

Derek camminava avanti e indietro canticchiando tra sé e sé le strofe delle sue canzoni, mentre Chris, era appoggiato ad una delle casse ed osservava quanto accadeva intorno a lui. Ormai non aveva granché da fare, aveva svolto tutte le prove tecniche con largo anticipo e la sua consolle era già stata sistemata dietro le quinte, quindi non gli rimaneva altro che aspettare.

"Ragazzi tra 5 minuti tocca a voi" fece loro, uno dei ragazzi del reparto tecnico, al quale continuavano ad arrivare direttive da un walkie talkie, che teneva appeso ad uno dei passanti dei pantaloni.

Chris fece un cenno di assenso, segno che aveva recepito il messaggio, prese le sue amate cuffie da sopra la cassa, cui era appoggiato, e avvertì Derek, che concentrato com'era nel suo ripasso mentale, non aveva sentito l'avviso.

"Pronto ad andare in scena?" gli chiese Chris

"Io sono nato pronto" rispose Derek con un sorriso strafottente e una strizzata d'occhio.

I due ragazzi fecero scontrare i loro pugni l'uno contro l'altro, come per darsi la carica e augurarsi buona fortuna e salirono sul palco.

Chris indossò le cuffie, accese la consolle e lanciò la prima canzone di Derek. Come immaginava, il pubblico si fece presto trascinare dalla carica del suo amico sul palco. Vi si muoveva sopra come se fosse il suo regno, con una naturalezza e una carica tale da rendere impossibile dubitare che quello fosse il posto giusto per lui.

Ben presto, dalla prima traccia Chris dovette passare alla seconda e infine alla terza, segno che ormai il turno di Derek era volto al termine ed era giunto il momento di passare al suo mash-up. Iniziò a calare gradualmente la base dell'ultima canzone di Derek, e quasi contemporaneamente anche le luci sul palco iniziarono ad abbassarsi, finché tutto non divenne buio ed illuminato solo dalla luce delle stelle, proprio come piaceva a lui. Dopodiché iniziò ad alzare il volume della base di "Sky is the limit", che nell'oscurità risuonava prepotente ed ammaliante, un po' come il canto delle sirene per i marinai. E anche lui, come uno di quei marinai, si lasciò trascinare dalla sua stessa musica: non sentiva altro che il suo cuore pompare sangue allo stesso ritmo a cui le casse pompavano musica, tanto da non rendersi conto dei riflettori, che nel frattempo, erano stati puntati su di lui abbagliandolo.

Gocce di sudore gli cadevano sugli occhi e gli scivolavano lungo il collo, a causa del calore provocato dalle luci e dall'adrenalina, ma a lui non importava, era arrivato il momento della sua canzone. Aveva deciso di inserire uno dei suoi pezzi originali, "The Search", che aveva composto di recente. Era una canzone che parlava di come tutti siano sempre alla ricerca di qualcosa, di un senso nelle cose che accadono quotidianamente, della strada giusta da percorrere per raggiungere i propri sogni, della persona amata. Ad un tratto Chris sollevò lo sguardo per cercare di carpire le reazioni del pubblico, ma con quelle luci accecanti riusciva solamente a scorgere una serie di sagome indistinte e poiché nessuno pareva fischiarlo, si disse che era un buon segno, così chinò di nuovo la testa alla consolle e riprese a suonare. "The Search" lasciò poi spazio all'ultima canzone "The Sparks" ed allora anche Chris decise di lasciarsi andare. Iniziò ad incitare la folla battendo le mani in aria e invitandoli a saltare a ritmo, e si accorse con soddisfazione che tutti lo seguivano. Avrebbe tanto voluto che suo padre potesse vederlo, potesse capire quanto significavano per lui quei momenti e quanto quello che faceva lo rendeva felice. Ma non era il momento per quei pensieri, era il momento di suonare. Così alzò ancora di più il volume, per chiudere in bellezza, e una volta tolte le cuffie il boato del pubblico lo travolse. Imbarazzato, fece un cenno di saluto con la mano e si allontanò dietro le quinte mentre lo speaker stava ancora parlando della sua performance.

"Ehi bello abbiamo spaccato!" lo accolse Derek dandogli una pacca sulla spalla

"Già" rispose Chris con un gran sorriso

"Sai cosa ci vorrebbe adesso?" chiese Derek, che però non gli lasciò neanche il tempo di rispondere perché continuò "Un bel panino! Sto morendo di fame!"

"Chissà perché ma lo immaginavo" rispose Chris, "Tu inizia ad avviarti. Io metto via l'attrezzatura e ti raggiungo".

Derek non se lo fece ripetere due volte e si diresse veloce come un fulmine dall'altra parte della spiaggia, per accaparrarsi il prima possibile da mangiare. Chris invece ripose le cuffie, la consolle, il mixer e tutti i cavi nelle apposite custodie, e nel mentre compieva queste operazioni si rese conto che anche lui iniziava ad avvertire un certo languorino. In fondo non aveva toccato niente dall'ora di pranzo e anche se due panini al giorno non erano proprio il massimo della salute, si ripromise che avrebbe fatto delle scelte più salutari a partire dal giorno seguente. Forse.

Riposta l'ultima coppia di cavi, aggirò il palco e proseguì lungo il cordone laterale della spiaggia finché non raggiunse Derek che teneva in mano due hamburger appena cotti.

"Tieni amico, te ne ho preso uno, già che ero in fila" disse Derek tra un boccone e l'altro. Chris si era chiesto più volte come riuscisse a non strozzarsi, considerando come si abbuffava ogni volta che aveva del cibo a portata di mano.

"Grazie", disse afferrando il suo e dandogli un morso.

Poco dopo vennero raggiunti dai loro amici Tom e Dylan, i quali facevano parte della crew "L.A. Force" e si erano esibiti per primi, quindi avevano finito già da un pezzo.

"Ragazzi siete stati mitici" disse loro Tom

"È vero" concordò Dylan "Quel pezzo, "The Search", era davvero una bomba"

"Grazie ragazzi" rispose Chris "Anche voi siete stati forti, per quello che ho potuto vedere da dietro le quinte e dagli applausi del pubblico"

"Già, devo dire che ce la siamo cavata piuttosto bene" disse Tom con un gran sorriso.

"Va bene, ora che abbiamo smesso di farci i complimenti a vicenda, ditemi un po', avete adocchiato qualcuno di interessante?" fece Derek con aria da finto cospiratore.

"Io ti ricordo che sono gay" disse Dylan

"E con questo. Ciò non ti impedisce di rispondere alla mia domanda" disse Derek con tranquillità.

Dylan scosse la testa fingendosi esasperato e Chris scoppiò a ridere.

"Rispondo io se vuoi" disse allora Tom "Nessuno di nuovo all'orizzonte, ma qualcuno di nostra conoscenza sta cercando Chris"

Intuendo di chi si potesse trattare Chris alzò gli occhi al cielo.

"Mi spiace amico, ma c'è Sharon che continua a chiedere di te" aggiunse Tom

"Dovrebbero denunciarla per stalking" sbottò Derek

"Apprezzo la vostra preoccupazione ma penso di poterla gestire, comunque credo che avrò bisogno di una birra prima di affrontarla. Vi raggiungo subito".

Chris si allontanò dai suoi amici e si diresse verso uno dei contenitori termici nei paraggi, vicino al quale c'era una ragazza apparentemente impegnata nella ricerca di qualcosa. Chris allora si avvicinò e la riconobbe. Prima ancora che il suo cervello potesse formulare un pensiero logico, afferrò la birra che la ragazza teneva stretta in una mano e gliela aprì con un colpo secco, facendo leva su una scanalatura del contenitore, e gliela porse.

La ragazza, dopo avergli urlato contro, si voltò a guardarlo, prese lentamente la birra lo ringraziò e poi rimase immobile. Chris temeva che lei pensasse il peggio di lui, dopo averlo visto aggredire in quel modo il tassista quella mattina, perciò decise di rompere il ghiaccio, sperando che lei non scappasse a gambe levate.

"Non la bevi? Non l'ho avvelenata" disse.

"C-Cosa? Si, certo?" rispose lei, portando meccanicamente la bottiglia alle labbra e iniziando a bere. Dopodiché, calò nuovamente il silenzio.

Non sapeva esattamente cosa sperava di ottenere con quella frase, ma di certo puntava ad avviare una conversazione, una cosa non esattamente nelle sue corde. Ed infatti i risultati parlavano da soli, perché la ragazza fece per andarsene. Chris preso alla sprovvista, disse la prima cosa che gli venne in mente, che poi era l'unica cosa che avrebbe voluto dirle fin da subito.

"Mi dispiace per stamattina"

La ragazza si voltò verso di lui. Chris lo prese come un invito a continuare, e così fece.

"Normalmente non aggredisco le persone in quel modo, davvero"

"Perché lo hai fatto?" chiese lei.

Una bella domanda davvero. Sembrava semplicemente curiosa, dal suo tono non sembrava trasparire alcuna accusa, ma era troppo lungo da spiegare e troppo personale. D'altronde non si conoscevano nemmeno, non le doveva alcuna spiegazione. Nonostante ciò decise di dire qualcosa, altrimenti sarebbe passato per uno stronzo e lei sarebbe andata via di nuovo.

"Aveva toccato un nervo scoperto". Poi afferrò anche lui una birra e ne bevve un sorso.

Parve andare bene come giustificazione, perché lei gli chiese se frequentava l'Accademia, e dopo aver risposto affermativamente, anche lui le rivolse la stessa domanda, nonostante sapesse già la risposta. Non gli sembrava il caso di dirle che l'aveva riconosciuta all'inaugurazione dell'anno accademico, e che non aveva smesso di guardarla per tutto il tempo, sarebbe risultato patetico oltreché probabilmente un maniaco.

Terminati i convenevoli, il silenzio piombò ancora tra loro e Chris, che iniziava stancarsi di tutti quegli intervalli, decise che forse era arrivato il momento di presentarsi, prima che lei andasse via senza dirgli il suo nome.

"Per la cronaca, io sono Chris" disse con finta noncuranza.

"Pensavo ti chiamassi 'The Spectre' " rispose di getto lei.

Una battuta, non se lo aspettava. Forse c'era qualche speranza che lei non lo considerasse un pazzo, come aveva fatto il suo amico Jack, la prima volta che si erano rivisti.

"Io non volevo essere sgarbata, scusami, mi piace il tuo nome veramente". La ragazza aveva iniziato a parlare a raffica e a scusarsi. Sembrava quasi imbarazzata.

A Chris venne da ridere. Lei che si scusava con lui. Da non crederci.

"Sei buffa, lo sai?" non poté trattenersi da dirle. Perché davvero la trovava buffa, ma in senso positivo. Era autentica.

"Comunque io sono Sam" e tese una mano nella sua direzione. Chris sorpreso ma contento del gesto gliela strinse. Perlomeno adesso sapeva come si chiamava e poteva smetterla di considerarla la ragazza del taxi.

Ad un tratto Chris sentì una voce chiamare il suo nome. Lasciò la mano di Sam e si voltò, anche se non aveva bisogno di vederla per capire che si trattava di Sharon. La quale, oltre ad aver avuto un pessimo tempismo, aveva iniziato a mettergli le mani attorno al collo come se nulla fosse. Chris, infastidito dall'interruzione, aveva provato ad allontanarla, ma con scarsi risultati.

"Eccoti qui, ma dove ti eri cacciato?" gli chiese sbattendo le lunghe ciglia. Però con Chris quelle moine non attaccavano, la conosceva fin troppo bene da sapere che stava solo cercando di marcare il territorio. Come se lui fosse di sua proprietà. Chris le voleva bene, ma quando faceva così lo faceva innervosire immensamente, facendogli desiderare di mandarla al diavolo una volta per tutte.

"Qui" rispose seccato. La risposta era già nella sua domanda, se lo sapeva che senso aveva chiederlo?

Sam sembrava pensarla allo stesso modo perché scoppiò a ridere e cercò di mascherare la risata con un colpo di tosse. Troppo tardi, lui l'aveva beccata, e probabilmente anche lei lo aveva capito, perché si scambiarono uno sguardo complice.

"Bhe io devo andare" disse Sam. Chris avrebbe preferito che lei restasse, ma non poteva biasimarla, anche lui avrebbe evitato volentieri di rimanere lì con Sharon.

"Ci vediamo" disse lui. Poi si rivolse a Sharon, che aveva assistito a tutta la scena.

"Allora, cosa c'è?"

"Niente" disse lei, ora con un tono di voce più normale.

"Niente?" Chris sentiva che l'avrebbe mandata al diavolo molto presto se continuava così.

"Si, volevo solo congratularmi per l'esibizione. Sei stato molto bravo" disse lei con un'alzata di spalle.

"E c'era bisogno di fare tutte quelle scene?" chiese lui, tra l'esasperato e l'arrabbiato.

"Perché? La tua amica si è offesa per caso?" fece Sharon velenosa.

"Il problema non è quello. Il problema è che tu non puoi continuare a fare così ogni volta che io parlo con qualcuno. Devi capire che non stiamo più insieme. Io ho promesso che sarei rimasto tuo amico, ma questo tuo atteggiamento mi rende difficile mantenere la mia parola. E ora, se vuoi scusarmi, me ne torno dai miei amici." Pur senza alzare la voce, il tono di Chris era duro e fermo, tanto da lasciare Sharon senza parole.

Chris le voltò le spalle e se ne andò. 

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Spazio autrice

Ciao a tutti! Ecco il falò vissuto da Chris

Cosa ve ne pare?

Come pensate reagirà Sharon?

Lasciatemi i vostri commenti che per me sono molto importanti e se vi va anche una stellina.

A presto! :) 

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