Capitolo 20 Aysun
Mi alzai dal letto lentamente, controllando ogni minimo movimento per il timore che potessi svegliare Adam. Si era addormentato con la testa sul materasso, il petto appoggiato ad esso e le gambe sul pavimento.
Era rimasto con me tutta la notte e io non avevo avuto il coraggio di svegliarlo per mandarlo via.
Mi ero incantata a guardare il suo viso, a perdermi in ogni suo piccolo dettaglio.
Il suono del suo respiro mi aveva tenuto compagnia fino alle prime luci dell'alba.
Speravo che si svegliasse e che se ne andasse ma non lo fece, imperterrito, continuava a dormire.
Con delicatezza gli adagiai il lenzuolo coprendolo fino alle spalle e mi adoperai per uscire dalla stanza.
Camminavo in punta di piedi, cercando in tutti i modi di essere delicata e aprii la maniglia della porta, chiudendola silenziosamente alle mie spalle e mi guardai attorno.
Il corridoio era vuoto, la luce delle candele iniziava ad affievolirsi, segno che erano state accese tutta la notte.
Dormivano tutti e io ne approfittai per attuare il mio piano.
Avevo bisogno di sapere come stava la giovane donna e se si fosse ripresa.
Scesi le scale e quando arrivai al piano inferiore fui sorpresa di trovare il locandiere già all'opera.
L'ultimo gradino scricchiolò e lui si voltò nella mia direzione, per niente sorpreso della mia presenza.
-Desiderate fare colazione, signorina?-
Era stranamente gentile, ieri lo avevo sentito imprecare talmente tante volte con i clienti che avevo perso il conto.
-No, la ringrazio. Ho una cosa importante da fare.- E gli sorrisi, lui mi ricambiò e ricominciò a svolgere il suo lavoro.
Varcai la porta dell'ingresso della taverna e uscii fuori, alzai gli occhi al cielo. Il sole stava tentando invano di penetrare la fitta coltre di nuvole sopra la mia testa, speranzoso di riuscirci.
Piccole gocce iniziarono a cadere per posarsi definitivamente a terra, mi lasciai andare a quella bellissima sensazione che mi donava la pioggia. Amavo camminare sotto di essa, permettendo all'acqua, in qualche modo, di purificarmi. Percorsi le stradine del villaggio senza fretta per recarmi dalla giovane mamma. Non c'era nessuno, dormivano tutti e assaporai a pieno quella solitudine, ne avevo disperatamente bisogno.
Quando arrivai di fronte alla casetta in pietra, sperai e pregai di trovarle già sveglie. Bussai delicatamente sul legno duro e la porta si aprii immediatamente, come se stessero aspettando la mia visita.
La bambina si fiondò tra le mie braccia, mentre la madre era intenta ad accendere il camino.
-Ti stavamo aspettando.- mi disse la bambina in modo dolce.
-Lo so.- Le confermai io.
La mamma stava bene, quel corpo pallido e morente di ieri si era ripreso alla perfezione e quando mi vide abbracciata alla figlia, mi rivolse un bellissimo sorriso.
-Vieni, accomodati vicino al camino. Sei completamente zuppa.-
Non me ne ero resa conto, ma stavo bagnando completamente il pavimento in legno.
-Non ce n'è bisogno, davvero. Volevo solo assicurarmi che stessi bene.-
-Aysun è il minimo che possa fare. Tu ci hai salvate.-
Con la mano mi fece segno di accomodarmi e dopo un attimo di indecisione mi sedetti accanto a lei, vicino al camino.
-Io non so davvero come sdebitarmi, Aysun. Senza di te sarei morta.-
Mi afferrò la mano, la strinse forte e io ricambiai, -Sono felice di vederti in salute. Non immagini nemmeno quanto.-
-Freja, prendi un bicchiere di latte per la nostra ospite.- Si rivolse alla figlia, che nel frattempo si era accomodata anche lei al mio fianco.
-Ho appena fatto colazione alla locanda.- Dissi rammaricata, non volevo pesare su di loro. Dalle condizioni in cui versava la casa non dovevano passarsela molto bene e io non volevo infierire su di loro ulteriormente. Mia madre la chiamava la grande fame, ma tutti sapevano che John aveva imposto delle tasse troppo alte ai contadini.
-Di dove sei, Aysun? Hai un bellissimo nome, lo sai? Anche mia mamma ha un bel nome, si chiama Hel.-
La piccola Freja era ritornata con due bicchieri di latte e uno lo porse alla mamma.
-Ti ringrazio, anche il tuo mi piace molto. Io..- Esitai, non volevo rivelare che ero vissuta al regno del Sud. -Sono la Volga del nuovo re.- Ammisi, incerta sulla loro reazione.
-Intendi quello che ha ucciso re John?- Hel si portò il bicchiere alle labbra, bevendo il suo latte caldo.
-Sì.- Ammisi. Tutti sapevano che John era stato ucciso dal sovrano del regno del Nord, dai licantropi.
-Finalmente.- Confessò lei. -Ci sono stati mesi che non sono riuscita a mettere un solo pezzo di pane sulla tavola. Io e la piccola ci siamo arrangiate con quello che trovavamo nel bosco. Spero che questo sovrano sia più clemente con i pagamenti delle tasse.-
'Lo spero.' Pensai.
E se non lo avesse fatto, avrei agito in modo tale che lo facesse.
-Vedi, mio marito dopo l'ultima battuta di caccia non è più tornato da noi.-
Non ci avevo fatto caso ma in quel poco tempo che ero stata lì non avevo visto nessuna presenza maschile.
-Cosa intendi?-
Il suo sguardo si incupì e mi iniziò a raccontare la sua storia.
Suo marito era un cacciatore, uno dei migliori, era uscito per una battuta di caccia con altri uomini e di tutti loro, solo uno aveva fatto ritorno.
L'uomo non era riuscito a dare spiegazioni su ciò che era successo poiché aveva perso completamente l'uso della parola. Fu così che il capo villaggio decise di andare in ricognizione e, dopo vari kilometri, avevano trovato alcuni corpi sventrati e privi degli organi interni.
Non appartenevano al villaggio, ma loro si adoperarono comunque a dargli una degna sepoltura.
Da quel giorno, avevano ristretto le loro battute di caccia ma, nonostante questo, alcuni uomini erano svaniti comunque, senza riuscire a tornare a casa.
-Io sento che è ancora vivo, Aysun.- Hel aveva gli occhi lucidi. Immaginavo che per lei non fosse stato facile tirare avanti con una bambina piccola.
-Lo sento nel mio cuore e avverto che, un giorno, farà ritorno a casa.- Si affrettò ad asciugare una lacrima, per non farsi vedere dalla piccola Freja.
-Avete scoperto chi, o cosa, ha ucciso quegli uomini?-
Domandai curiosa, mentre Hel finì completamente il bicchiere di latte.
-Si vocifera che siano spettri, ombre senza volto.-
Mai sentito una cosa del genere.
-E del fiume, invece? Sai che sono state le sue acque ad avvelenarti?-
Hel calò il capo, era evidente imbarazzata.
-Io ne ero a conoscenza ma non credevo che anche solo lavarmi il viso mi avrebbe condotta alla morte.-
Si alzò per abbracciarmi, -Se non fosse per te, credo che sarei ormai nel mondo degli spiriti.-
Gli abbracci degli sconosciuti mi mettevano a disagio, non ero abituata a essere trattata così.
Hel si sciolse dall'abbraccio e io le fui inspiegabilmente grata.
C'era qualcosa che non riuscivo a spiegarmi, le voci raccontavano, e io stesso avevo appurato, che l'acqua fosse talmente sporca che il fondo non era visibile.
Nei ricordi di Hel l'acqua era cristallina, ero riuscita anche ad intravedere il fondale.
Qualcosa non quadrava.
-Hel come mai eri al fiume?- Le domandai cauta. Non volevo che pensasse che dubitassi di lei.
-Ogni tanto vado a lavare i vestiti ad un'anziana signora e suo nipote.- Non notavo menzogna nei suoi occhi, la sua voce era ferma, decisa.
-Per racimolare qualche soldo mi recavo da lei per darle una mano. È molto anziana, sai? A volte quando non poteva pagarmi si sdebitava regalandomi del cibo.-
-Al villaggio?-
-No, lei si trova...-
Non riuscii a completare una frase, uno strano ticchettio proveniente dall'esterno la interruppe.
Era costante, ma leggerlo, come se qualcuno stesse bussando alla porta.
Mi alzai e ruotai la maniglia, non appena essa si aprì due persone varcarono rumorosamente l'uscio.
Liam e Adam atterrarono con un tonfo sul pavimento in legno, l'uno sopra l'altro.
Se la situazione fosse stata diversa forse mi avrebbero strappato una risata.
Inarcai un sopracciglio e li guardai accigliata.
Freja si strinse alla mamma e lei li guardava spaventati.
-Tranquilla, Hel. Stanno con me.-
Dissi per rassicurarle, tanto bastò per affinché si calmassero.
Mi rivolsi di nuovo ai due licantropi, a cui riservavo continue occhiatacce.
In modo goffo si alzarono, mettendosi in piedi, entrambi con gli occhi abbassati.
-Signora ci dispiace molto ma in tutta onestà non volevamo interrompere la conversazione.-
Il primo ad interrompere il silenzio fu Liam mentre continuava a mantenere lo sguardo basso.
'Non volevate disturbare, eppure stavate origliando.' Pensai, mantenendo gli occhi fissi su di loro.
-Credo che sia meglio togliere il disturbo.- Mormorò Adam.
-No ragazzi, nessun disturbo, davvero. Anzi rimanete, credo che l'argomento interessi anche a voi. Giusto?-
Hel mi guardò, sbuffai rumorosamente per essere certa che Adam mi sentisse.
-Sì, interessa anche a loro.- Confermai, incrociando le braccia al petto.
-Mi stavi raccontando di dove vive l'anziana signora.- Le ricordai, affinchè potessimo riprendere il discorso lasciato a metà.
-Mh sì, lei si trova poco prima del lago. È l'unica casa lì.-
Bingo!
La signora era sicuramente la risposta su cosa si celasse nella grande pozza d'acqua.
Lei poteva aiutarci, ne ero sicura.
Lo sentivo.
-Vive da sola con il nipote?- Chiese curioso Adam. Delle piccole gocce d'acqua gli cascavano dai capelli neri, lasciandosi cadere sul pavimento.
Le guance rosee a causa del calore della piccola stanza, il suo sguardo sicuro di sé e la sua voce profonda.
Era bello, non potevo far altro che rimanere affascinata dal suo corpo e dal suo modo di fare.
Sentivo il cuore in gola e le guance in fiamme. Mi pizzicai la gamba per tornare alla realtà e per cercare di concentrarmi su altro.
Nulla, continuavo a guardare Adam completamente presa dalla visione che avevo davanti.
Mi pizzicai più forte e questa volta mi feci così male che mi sfuggì con un piccolo urlo.
-Che hai? Stai male?-
Il licantropo si avvicinò a me e prese le mie mani tra le sue, quel contatto mi fece rabbrividire.
Il tocco della sua pelle con la mia mandava il mio cervello in tilt.
Respira, Aysun. Respira.
-Sto bene.- Gli risposi dura e tirai via le mani.
-Vi piacete?- La voce di Freja interruppe il flusso dei miei pensieri.
-Cosa? Assolutamente no!- Risposi acida.
Adam notò il tono della mia voce e abbassò lo sguardo, deluso.
-No.- Confermò lui, freddo e distaccato.
'Non sai tenere a freno la lingua, Aysun.'
Me lo ripeteva sempre il principe Kyle, io all'epoca pensavo fermamente che fosse il contrario.
Forse non aveva tutti i torti.
-Dove eravate rimaste? Ah sì, le stavi spiegando dove trovare la vecchietta. No, aspettate, forse Adam ti aveva chiesto se vivesse solo in compagnia del nipote. Mi sono perso anche io, scusatemi.-
Liam spezzò quell'aria tesa da cui eravamo circondati.
Che tu sia Benedetto, Liam.
-Sì, vive solo con lui.- Hel ci spiegò che il nipote della signora era proprio colui che, del gruppo di cui faceva parte il marito, era rimasto vivo.
C'erano tante cose che non quadravano in quella storia, spiegazioni che al momento non riuscivo a trovare. Poteva un'anziana signora vivere isolata dal villaggio? Non era mai stata attaccata da quegli esseri spaventosi di cui Hel mi aveva parlato? Come faceva a procurarsi il cibo?
Ci congedammo, diedi un bacio alla piccola Freja e strinsi la mano alla giovane mamma. Era il massimo che il mio corpo riusciva a fare ma andava bene così, l'affetto poteva essere dimostrato in vari modi e il mio era uno di quelli.
Ci salutarono affettuosamente rimanendo sull'uscio della porta e la chiusero non appena riprendemmo il nostro cammino.
Aveva smesso di piovere e il colore delle nuvole si era sbiadito, assumendo il tipico colore bianco.
Adam e Liam camminavano davanti a me, immersi in chiacchiere senza senso e lamentandosi che il viaggio stava durando decisamente troppo.
Li ascoltavo solo di sfuggita, ero troppo presa da tutto quello che mi aveva raccontato Hel.
Cosa erano quegli esseri? Che fine facevano i cacciatori? Forse qualcuno li comandava? Chi era quell'anziana signora che viveva lontana dal villaggio?
D'istinto mi portai la mano destra sul polso su cui tenevo il bracciale, era ormai diventata abitudine toccarlo quando venivo assalita dai dubbi.
Non appena sfiorai il polso, i miei polpastrelli incontrarono la nuda pelle.
Adam si era dimenticato di rimettermi il bracciale.
Finalmente, finalmente, ce l'ho fatta! Sono riuscita a pubblicare! Fuochi d'artificio per me!
In questo capitolo abbiamo conosciuto meglio Hel e Freja e, a tal proposito, ci tengo a dirvi che questi sono i nomi di due Dee norrene. Io adoro la mitologia norrena, assieme a quella greca. Voi cosa ne pensate di tutta questa situazione? Non è strano che una signora riesca a sopravvivere da sola, anche se proprio sola non è? Io sento puzza di bruciato comunque e no, non è il pranzo :').
Vi auguro una buona giornata e mi raccomando, se il capitolo vi è piaciuto, lasciatemi una stellina! Sono graditi anche i commenti <3
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