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La storia di Tate

Dopo che ho mangiato e mi sono ripresa dalla mia improvvisa tristezza, dato ciò che ho raccontato, alzo lo sguardo e vedo Tate che mi stava fissando seduto sulla sedia.

-Hey Tate, e tu cos'hai fatto tu di tanto terribile? E insomma... Come sei morto?-

Tate: -Dai tempo al tempo-. Eh no, ancora questa frase? Io voglio sapere!

Nicky: -Oh, andiamo Tate! Non ci hai mai raccontato la tua storia-.  Ma come? Non sono suoi amici? Credevo che almeno loro sapessero qualcosa.

Dan: -Già fratello, è da 5 mesi che ci conosciamo e non sappiamo nulla del tuo passato-.

Il diretto interessato cerca in tutti i modi di evitare la sua risposta ma dati i nostri sguardi inistenti su di lui alla fine si arrende.

Tate: -Si, okay, va bene. Quanto siete insistenti-. Fa una pausa restando brevemente in silenzio, poi ricomincia a parlare.
-Ricordo ancora quelle persone malcapitate e le loro urla che rimbombavano per tutta la scuola. È stato davvero... Orribile e appagante allo stesso momento. Non so se mi spiego-, commenta chiaramente compiaciuto.

*Tate pov.*

Flashback:

Una sera litigai con mia madre perché passava ogni minuto della sua vita a rendere miserabile la mia. Ero troppo nervoso per riuscire a restare fermo, perciò mi rinchiusi in camera mia. Solitamente prendevo gli antipsicotici per restare calmo e non dare di matto ma quella notte andai a letto senza preoccuparmente.

Nemmeno il giorno dopo li presi, ma non per dimenticanza, per mia scelta. Mi vestii totalmente in nero, mi misi on viso una maschera a teschio e recuperai il fucile che all'oscuro di mia madre comprai illegalmente, poi uscii di casa e andai a scuola.

Ad ogni passo che compievo in quegli stramaledetti corridoi scolastici c'era qualche studente che prima del mio arrivo stava conversando indisturbato con qualcun altro o che si facceva gli affari suoi, ma appena gli altri, per niente saggiamente, decisero di fissarmi io caricai il fucile e sparai a tutti quanti. Dal primo all'ultimo, attento a non lasciare nessuno in vita che potesse testimoniare.

*Steph pov.*

Io resto esterrefatta alle parole di Tate e i miei occhi sono ancora incollati su di lui. Intorno a noi c'è un silenzio tombale ed ovviamente io sono la prima a spezzarlo. Dannata boccaccia...

-Perché hai ucciso tutta la scuola?-. Quella domanda mi esce automaticamente dalle labbra.

Tate: -Perchè mi andava... E poi mi annoiavo. Che devo dire? Si beh, sono pazzo e sono morto perché una squadra di agenti della Polizia mi ha sparato. Erano venuti ad arrestarmi completamente armati perché quella stronza di mia madre fece una soffiata e dato che non mi arresi ricevetti infinità di proiettili mortali-. Ma dai, davvero?

Nicky: -Fortunati quelli che erano assenti a scuola, quel giorno...- Dice lei per sdrammatizzare.

Dan: -Minchia veramente!-

Risponde il biondo, assecondando la sorella e la cosa mi causa una breve risatina.

Tate: -Contenti? Ora vi ho raccontato la mia fottuta storia, non fatemene pentire-.

Finito di parlare se ne va, come se non avesse raccontato nulla di tragico.

Wow, davvero... Insomma, sapevo che in passato avesse fatto qualcosa di brutto, ma non mi aspettavo nulla di simile. Fantastico, adesso dovrò vivere con un pazzo fottuto che ha fatto una strage di corpi a scuola... Per fortuna siamo già morti e quindi, da come ho capito, se siamo ritornati in vita continuiamo a morire e a risorgere finché non riusciamo a rimediare ai nostri peccati... Fico no?

Nicky: -Tranquilla, non ti farà del male... Anche perché non può farti del male... E poi gli piaci, quindi non vorrebbe fartene, fidati-.

Mi fa un occhiolino complice e io sorrido con le guance in fiamme.

-Tu dici?-.

Okay, nulla toglie il mio pensiero del fatto che Tate sia pazzo e pericoloso, ma c'è qualcosa in lui che mi attira come lo fa la luce ad una falena.

Dan: -Puoi scommetterci, cazzo! Lo conosciamo da poco più di 5 mesi e ci accorgiamo subito se a lui piace qualcuno, o qualcuna al di fuori di sé. Ti mangia con gli occhi, ma tranquilla, era solo una metafora. E ad essere sincero non è l'unico a cui piaci-.

Amicca di nuovo guardandomi e io alzo gli occhi al cielo. Le sue avances mi infastidiscono ancora ma lentamente mi sto abituando alla cosa... Infondo dovrei essere lusingata se qualcuno mi trova carina.

-Si ma potrei piacergli solo come compagnia. Infondo anche voi gli piacete, o sbaglio?-

Nicky: -Si, ma in modo diverso-.

Dan: -Puoi dirlo forte... Beh, sempre se lui non sia bisex, ovvio-.

Lo guardo male ma allo stesso tempo le sue parole mi hanno divertita.

Dan: -Hey, piccola, stavo solo scherzando, non c'è bisogno di uccidermi con lo sguardo... Anche perché non posso morire, quindi caschi male-.

Appena lui mi chiama "piccola" io scatto.

- Uno, non chiamarmi piccola e due, se solo potessi uccidere con lo sguardo sarebbero tutti morti, e sono seria-.

Nicky: -Già esatto, vorrei avere quel potere. Altro che strage di Tate, io avrei fatto molto di peggio-.

-Anch'io fidati-.

Le rivolgo un sorriso amichevole. Com'è possibile che quella riesca a sdrammatizzare su qualsiasi cosa? È una cosa che mi piace molto.

Dan: -Idem... Ragazze io vado a letto. Steph, vieni con me?-.

Io lo guardo alzando entrambe le sopracciglia e non esito a rispondere.

-Ha, no-. Lui mi guarda e si finge deluso.

Dan: -Okay, ci ho provato... Sorellina, tu vieni a dormire?-

Ad un tratto lui si addolcisce. Credo lo faccia solo nei confronti della sorella ma ancora non lo conosco abbastanza da poterlo confermare.

Nicky: -Si, ho sonno. Notte Steph-.

Si alza dalla sedia e mi stampa un bacio sulla guancia.

-Notte ragazzi-.

Quando tutti se ne vanno io mi guardo intorno e non sapendo dove dormire mi sdraio sul divano. È sorprendentemente comodo e per questo mi addormento quasi subito.



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