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10 (Daniel)

«Scostumata. Non è nient’altro che una scostumata. Quella ragazza e l’ottava piaga d’Egitto. Che Dio la perdoni! E il mio Robert, perdio. Appena rientrerà gli farò una bella ramanzina. Ha contagiato anche lui con la sua scostumatezza. Mi ha mancato di rispetto! Oh, ma dopo mi sentirà.»

Furono i borbottii furiosi della modista con la sua dipendente prima che giungesse nella nostra direzione. Ero sovrappensiero e leggermente irritato dalla confidenza che aveva usato questo “Robert” con Isabel, quando, d’un tratto, venni svegliato dalle parole di zio.

«Ecco cosa accade quando si ha che fare con dei popolani. Quella ragazza non ha avuto la decenza di scusarsi dopo il modo in cui si è spudoratamente comportata. È stata una gran maleducata. Sei ancora sicuro di voler invitare tutte le persone di qui? Potremo avere dei grattacapi se gente del genere creasse dei problemi con i nostri conoscenti. Spero che nessuno di loro urti la sensibilità dei Campbell. Non possiamo rischiare falli con la migliore società di Londra.» Zio Charles mi parlò a bassa voce cercando la mia attenzione. Il suo commento mi ferì. Il divertimento che mi aveva suscitato l’impertinenza di Isabel scomparii immediatamente al verdetto di mio zio.

«Certo che sono ancora sicuro.» Cercai di apparire determinato «D’altronde quella ragazza si è solo difesa dalle accuse della modista» sperai di scagionarla, ma sapevo che zio non avrebbe mai approvato il suo temperamento. Lui era primo a sostenere il modello patriarcale e convenzionale. 

«È una donna, per l’amor del Cielo, Daniel. Lei deve tacere. Credo che sia proprio questo che le manchi. L’educazione di zittirsi nel momento opportuno, considerando la sua lingua biforcuta.»

Il suo commento mi irritò. «Oppure è solo stanca di essere sopraffatta dalle costanti ingiurie che riceve. La signora dell’emporio è donna che conosce i suoi doveri.»

«Ma sua nipote no. E a quanto pare, sembra che tu ne sia eccellentemente informato sul suo conto, considerando che tu sappia di ciò di cui stai parlando» mi sottolineò. La pertinenza mi agitò, ma tentai di restare tutto d’un pezzo.

«No, ho solo ipotizzato.»

«Non ne dubito. Tieni ben a mente le tue origini, Daniel» mi avvisò.

«Certamente.»

Il nostro diverbio si concluse appena la presenza della modista e della sua assistente furono al nostro servizio. Mentre zio si fece prendere le misure per una giacca, io restai muto e pensieroso riguardo ai sospetti di mio zio. Mi preoccuparono le sue parole sul mio interesse per Isabel e provai collera sul fatto che la giudicasse senza conoscerla.

D’accordo, lei era stata troppo esplicita e irriverente contro quella donna, ma lui non era al corrente della sua storia. Non era una giustificazione, ma un motivo per interpretare il suo punto di vista.

La cosa che temevo di più, però, era scervellarmi di capire cosa avesse visto in me da farlo dubitare della mia inclinazione.

Forse era stato troppo diretto a difenderla senza ragioni?

Può darsi, ma mi garantii di non commettere più errori nel far trapelare pareri che potessero comprometterla. Non volevo che lei si trovasse coinvolta in qualche vicenda solo perché ammiravo la sua libertà.

Probabilmente, avrei dovuto fermami in tempo, prima che la cosa degenerasse. Dovevo abbandonare qualsiasi idea mi fossi fatto di lei per non incorrere a pesanti conseguenze.

Sì! Era la decisione più saggia da prendere.

Mi era piaciuto credere che ci fosse qualcuno che sfidasse le convenzioni sociali senza timore, ma d’ora in poi avrei evitato di trascinarla nella mia asfissiate vita.

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