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Six

"So darling,
Save the last dance for me."

Lezioni di ballo, lezioni di ballo settimanali. Yuuri non poteva crederci. 
Al preside Cialdini era venuta questa folle idea che tutti i presidi avevano accolto. 
“Almeno saranno spettacoli meno pietosi” aveva sbottato Yakov lanciando un’occhiataccia agli studenti sconvolti davanti a lui, le uniche persone emozionate sembravano essere le ragazze. Oh e Viktor, ovviamente. 
“Al ballo potranno partecipare soltanto gli studenti dal quarto anno in su” Continuò Lilia Baranowska, preside di Beauxbatons “E le lezioni saranno obbligatorie. Vi prego di recarvi nell'aula di trasfigurazione, vi raggiungerò tra poco.” 
Yuuri era terrorizzato da quella donna, aveva un espressione tremendamente seria e sembrava passasse il suo tempo a giudicarti costantemente.
 
L'orda di studenti entrò nella stanza e Yuuri si fermò accanto a Pichit che punzecchiava il suo braccio lamentandosi “Nessuna ragazza verrà con me, rimarrò solo per sempre! Come hai potuto abbandonarmi, Yuuri-Kun?”
L’altro gli lanciò un occhiata “Se non vuoi restare solo posso dire a Viktor che-“
“Oh provaci soltanto e giuro che ti odierò fino alla fine dei miei giorni, Yuuri Katsuki. Casomai preparati psicologicamente, stai per ballarci davanti a tutti.” Il Thailandese si pentì di aver parlato non appena vide che il moro stava perdendo colore “Ma tu sei bravissimo! Non ti devi preoccupare, farete una bellissima figura ne sono sicuro” tentò di rimediare guardandolo speranzoso. 
‘Farò una figuraccia davanti a tutti, davanti a lui. Sono finito’ pensò guardandosi intorno, era ancora in tempo per scappare.
“Sedetevi sulle panche, voglio i campioni nel mezzo della stanza” Appena sentirono la voce di Lilia gli studenti di affrettarono a eseguire quello che aveva ordinato, tutti si sedettero mentre Otabek, Viktor e Sara si sistemarono in piedi in mezzo alla stanza.
La donna si fermò davanti a loro, le mani incrociate dietro la schiena. 
Nella stanza non volava una mosca.
 
“Andate dalla compagna o dal compagno, non mi interessa decisamente, che avete scelto e con un profondo inchino invitatelo a seguirvi. Anche tu, Crispino. Non stare li impalata.” 
Yuuri arrossì violentemente, intorno a lui tutte le ragazze parlottavano. 
Ognuna di loro sperava di essere scelta e il giapponese non le biasimava, Viktor era la persona più bella che avesse mai incontrato.
 
Nel frattempo il russo si era avvicinato a lui e si era piegato in un profondo inchino porgendogli la mano. 
Yuuri non esitò a prenderla e insieme si diressero verso il centro della sala, era convinto che Pichit stesse per piangere di gioia mentre tutti gli altri non desideravano altro che pestarlo a sangue. 
Accanto a lui, Sara era affiancata da un alto ragazzo biondo con la divisa di Durmstrang che sorrideva e continuava a blaterare sotto voce, era sicuro di non averlo mai visto prima d'ora. 
“C’è qualche problema, signor Altin?” 
Yuuri spostò lo sguardo dall’altro lato e si accorse che Otabek era ancora solo, sempre al centro della stanza. 
“Non ho un accompagnatore” Rispose calmo e con la solita espressione imperturbabile. 
“Beh lo trovi!” Replicò gelida l'altra sorvolando sul genere che l'altro aveva imposto “Non abbiamo tutto il giorno, sa?”
Il kazako si guardò intorno, evidentemente in difficoltà e Yuuri era convinto che il parlottio di sottofondo non aiutasse. 
“Io sto aspettando l’inchino, Altin” una voce conosciuta si levò sopra le altre e il giapponese vide le labbra di Viktor aprirsi in un sorriso. 
Otabek era evidentemente sorpreso e osservava Yuri scettico “Ma avevi detto che-“ 
“Fai quel fottuto inchino prima che cambi idea” sibilò il serpeverde tra i denti fissandolo male.
Il moro sembrò riprendersi e si avvicinò al russo, raggiunsero il centro anche loro non appena ebbero completato le procedure richieste per un semplice invito.
 
“La danza è uno sport difficile e pieno di sacrifici, ma non mi aspetto che voi teste vuote lo capiate” Soffermò lo sguardo su Yuri che continuava a guardare davanti a se, immobile “Fatta eccezione forse per un paio di voi. Comunque non mi aspetto niente di che ma il mio compito è quello di portarvi ad essere decenti.” Batté le mani una volta “Forza, in posizione!” 
Per Yuuri fu automatico appoggiare la mano sul fianco di Viktor e quando notò lo sguardo sorpreso dell'altro non riuscì a non arrossire “Scusa io.. sono.. sono abituato a portare” sussurrò imbarazzato. 
“Oh non preoccuparti” Il suo viso si aprì in un grosso sorriso e gli prese la mano posizionandola sul proprio fianco. “Mi piace quando prendi posizione, dovresti farlo più spesso.” 
Il giapponese era convinto che di li a poco sarebbe svenuto, lo stava davvero provocando?
La mano sinistra di Viktor si appoggiò delicatamente sulla sua spalla mentre la sua destra andrò a stringere la sinistra dell’altro, in quel preciso momento entrambi sentirono una scossa lungo la schiena che li portò a guardarsi e sorridersi.
 
Lilia fece partire una musica calma e dolce e Yuuri, appena preso il tempo, spostò il piede in avanti con eleganza. 
Viktor rimase quasi ipnotizzato da quel movimento e prese a seguire il più piccolo: tutti concordavano che i due fossero una visione bellissima. 
Danzavano insieme, senza pestarsi i piedi o andarsi addosso e i loro sguardi rimanevano incatenati in ogni passo compiuto.
 
Le persone accanto a loro sembrarono svanire e Yuuri si ritrovò in una specie di trans, perso negli occhi profondi dell'altro. Non erano azzurri, ne grigi e non erano nemmeno blu: era un colore a cui il ragazzo non sapeva trovare un nome.
Quando la musica finì si ritrovarono stretti uno all'altro, le loro fronti quasi si toccavano e i loro respiri erano sincronizzati. 
“Terribili! Assolutamente terribili” Non appena la voce di Lilia gli arrivò alle orecchie Yuuri si allontanò velocemente da Viktor e si guardò intorno. 
Tutti, tranne Otabek e Yuri che ridacchiavano e si spintonavano leggermente per conto loro, li guardavano sconvolti e alternavano lo sguardo da lui al russo. 
Il moro abbassò lo sguardo ed era fortemente convinto che se non fosse stato il sette di novembre si sarebbe sciolto li e subito. 
“Ci vorrà tanto lavoro, decisamente troppo lavoro. Plisetsky e Katsuki dato che sembrate gli unici due con un minimo di impostazione aiutate i vostri compagni” Si girò verso gli studenti ancora seduti “Beh? Che ci fate ancora comodi?” La sua voce uscì dura e gelida e tutti scattarono in piedi, spaventati.
Yuuri si girò sorpreso verso Viktor che lo guardava e sorrideva “Complimenti, davvero” prende dolcemente la sua mano e gli lasciò un bacio sul dorso “Solo tu sai come sorprendermi in continuazione, Yuuri Katsuki.” 
Il moro arrossì intimidito e sorrise, poco dopo venne trascinato da una parte all'altra della stanza per aiutare gli altri. 
Una volta finita la lezione,Pichit gli promise più volte che Viktor non aveva mai staccato gli occhi da lui.


~

 
Y

uuri passò con Viktor veramente molto tempo.
Stavano insieme tutti i giorni e ai pasti non erano da meno, si cercavano sempre e non solo con lo sguardo.
Era capitato più volte che si ritrovassero a sfiorarsi con le mani, le spalle o addirittura le ginocchia. 
Tutto pur di avere un minimo contatto con l'altro. 
La prima volta che il contatto si fece decisamente più approfondito fu il ventiquattro dicembre, allo scattare preciso della mezzanotte e quindi del compleanno di Viktor.
 
Il preside Cialdini aveva deciso che per quell'anno, vista la presenza del ballo del ceppo durante le vacanze natalizie, gli studenti sarebbero potuti tornare a casa una settimana esatta fino alla mattina del venticinque dicembre e passare almeno il giorno della vigilia insieme alla propria famiglia. 
Gli studenti erano rimasti circa in venti per casata e gli ospiti delle altre scuole si ritiravano nei loro alloggi per passare le feste con i propri compagni. 
Yuuri non era potuto tornare a casa a causa delle terme piene di turisti e aveva passato quei giorni quasi tutti con Viktor.
Non faceva eccezione neanche la vigilia: i due si stavano dirigendo verso la sala comune tassorosso in silenzio, ma comunque vicini.
Yuuri si fermò accanto alle cucine e si avvicinò alle botti messe in fila “Ogni sala comune ha il suo metodo segreto per entrare” sorrise timidamente “noi tassi dobbiamo colpire la seconda botte dal basso nel mezzo della seconda fila con un ritmo preciso.” 
“Ma è geniale!” Viktor si avvicinò curioso “E questo metodo è diverso per tutti?” 
L'altro annuì iniziando a colpire secondo il ritmo e solo quando il quadro raffigurante la frutta si aprì rivelando un corridoio rispose “I corvonero hanno un indovinello mentre i grifondoro e i serpeverde una parola d'ordine” 
Appena entrarono Viktor si levò il mantello e aiutò Yuuri a sfilarsi la giacca, la sala era deserta. 
“La maggior parte delle persone sono tornate a casa” Spiegò il giapponese sfilandosi la sciarpa e lasciandosi cadere a sedere sul tappeto davanti il camino “I pochi che ci sono resteranno in sala grande insieme agli altri fino a tardi.” 
Viktor lasciò il mantello su una sedia e si sedette accanto a lui sorridendo “È una stanza davvero incantevole, è così calda e accogliente. A Durmstrang abbiamo un solo dormitorio e le stanze sono enormi, da dieci persone per una circa. Le nostre scuole sono molto diverse.” 
Tra i due scese un silenzio piacevole che venne spezzato da Viktor solo una decina di minuti dopo “Balli con me, Yuuri?” 
“Come?” l'altro lo guardò sorpreso, convinto di aver capito male. 
“Balla con me, ti prego” sorrise Viktor alzandosi e porgendogli la mano “Voglio vederti ballare ancora, non me ne stanco mai.”
 
Yuuri afferrò la mano del più grande senza esitare e si alzò sorridendo timidamente “Manca la musica.” 
“Quando balli il tuo corpo la produce da solo” Confessò il russo appoggiando una mano sul suo fianco e prendendo nella propria l'altra “È un peccato che tu non te ne accorga.”
Il giapponese sgranò gli occhi mentre appoggiava la mano sulla sua spalla “È.. È la cosa più bella che mi abbiano mai detto” sussurrò emozionato “Grazie Viktor, davvero.” 
Si sorrisero e ballarono, ballarono per quelle che gli sembrarono ore guardandosi negli occhi. 
Viktor aveva ragione, il corpo di Yuuri produceva musica, ma i loro due insieme creavano una melodia che neanche il musicista più bravo sarebbe stato capace di comporre. 
“Viktor” bisbigliò il più piccolo con lo sguardo rivolto verso il grande orologio appeso alla parete “tanjoubi omedetou.” 
Lo sguardo dell'altro era confuso “Come?” 
“Buon compleanno” sorrise timidamente Yuuri “Significa buon compleanno in giapponese.” 
Gli occhi di Viktor si illuminarono di una strana luce e il tassorosso giurò che fossero ancora più belli del normale “Grazie Yuuri, non potevo chiedere regalo più bello di passare questa serata con te.” 
“In.. in realtà ho qualcosa per te” Arrossì abbassando lo sguardo “Non è niente di che ma non volevo restare con le mani in mano il giorno del tuo compleanno.” Sì allontanò da lui e prese un pacchetto rosso che era appoggiato sul tavolo, Viktor non lo aveva notato. 
Il più grande sorrise curioso e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio “Non dovevi, Yuuri. È stato un pensiero davvero carino da parte tua.” Prese il pacchetto e in poco tempo lo aprì: una morbida sciarpa blu gli scaldava le mani solo al contatto. “È.. È davvero bellissima Yuuri, grazie. Non sono nemmeno abituato a festeggiare il mio compleanno.” 
Il sorriso che Viktor gli stava rivolgendo avrebbe potuto farlo sciogliere. 
“È solo una sciocchezza, purtroppo non ho trovato ni-“ Le parole gli morirono in gola. 
Viktor gli aveva buttato le braccia al collo e aveva attirato contro il suo petto in un caldo abbraccio. 
Al più piccolo servì un attimo per riprendersi e appena ci riuscì portò le mani a cingere il busto dell'altro, la testa affondata nel suo petto. 
“Grazie per aver pensato a me, Yuuri” sussurrò, l’altro sentì il respiro caldo vicino all'orecchio e non riuscì a non rabbrividire “Sarà il mio portafortuna!” 
Il giapponese sorrise con il cuore che sembrava volesse uscire dal petto “È stato davvero un piacere.” 
Appena si separarono Yuuri sentì un senso di freddo che non aveva mai provato in vita sua. 
Viktor gli prese dolcemente la mano e gli lasciò il consueto bacio sulle nocche “Quello che ho detto prima non cambia, sei il regalo di compleanno migliore.” 
Yuuri arrossì ancora fino alla punta delle orecchie e quella non fu di sicuro l'ultima volta che lo fece quella notte.

Spazio autrice
Heilà! Tutto bene?
Hanno ballato insieme, quanto sono teneri? Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Se vi va, passate dalla mia nuova storia Victuri 'the boy on the train'

A presto,
Arey

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