Dolore, l'amore più sincero che esista
Un nuovo, lungo taglio si era aggiunto a quelli già numerosi che si era autoinflitto le volte precedenti. Quel liquido caldo e cremisi gli scendeva lungo il braccio, lento e piacevole, facendolo sorridere dolcemente.
"Chissà che sapore ha il mio sangue...non te lo chiedi anche tu, Justin?", Sussurrò, accarezzandosi l'amata ferita. Come per non alterare la sua bellezza, leccò il proprio sangue accuratamente, mutando espressione.
"Non sa di niente..."
Per qualche secondo restò immobile.
"È...vuoto...proprio come me, vero Cristina?... è... buonissimo...", E con foga iniziò a leccare e leccare.
"Non è abbastanza!", E senza esitazione, infilò i lunghi canini nello stesso braccio più e più volte.
"Come ho potuto vivere fin'ora senza questo sangue insapore?", Rise con occhi accesi da una strana ed inquietante luce, mentre l'amato liquido gli attraversava il collo bianco.
"Forse è per questo... sì! È per questo! È per questo che vi piaceva tanto picchiarmi, vero fratelli?? Non riuscivate a vivere senza l'odore del mio sangue!!", Ride sempre più forte buttando la testa indietro.
"Non mi odiavate! Eravate solo gelosi! Amavate il mio sangue!! Già!... già...mi...mi gira la testa...gira tutto... è così bello...".
Cadde con un tonfo, ammirando la pozza rossa intorno a lui. Era come un letto caldo ma lui sentiva freddo...era un piacevole contrasto. Era da tanto che non si sentiva così leggero, così libero...
...così amato.
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