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Capitolo 30 - Toccami con gli occhi

Armata di smartphone, Nathalie usò lo zoom oltre le ante leggermente aperte dell'armadio e cliccò sul pulsante rosso per registrare quando Sean e Hunter entrarono.

Sean chiuse la porta a chiave e si attaccò alla bocca di Hunter con la propria. Le labbra di Nathalie si schiusero, respirare era diventato difficile.

Hunter allontanò leggermente Sean da sé, le mani sul suo petto. «Aspetta, aspetta, aspetta, non dovrei. Ho la ragazza».

«Ma lei non è qui, giusto?»

Hunter rise nervosamente, guardando il basso. «Non farmi fare cazzate, amico».

Sean lo artigliò per il collo. «Non sono tuo amico», proclamò e gli ficcò la lingua in gola. La mano libera gli strinse deciso il culo sodo e lo fece indietreggiare fino al letto, lasciandosi cadere con lui sotto.

Nat cercò di non tremare quando Sean prese a strusciarsi su Hunter, il quale prese a gemere. La ragazza aprì il bottone dei propri jeans e abbassò lentamente la lampo. Vedere Lord Menace con un ragazzo era totalmente diverso che con una ragazza. Dentro di lei, stava avvenendo un tiro alla fune. Una parte voleva fermarli e scopare Sean davanti a Hunter, l'altra pregava che continuassero.

Era un porno dal vivo. Talmente eccitante da farle quasi cascare il cellulare quando si mise due dita nella carne della fica bagnata e pulsante.

Il costume di Hunter venne calato sotto i glutei e Sean sfilò la maglietta. «Se lo fai con un maschio, non è tradire. Lei non ha tutti i mezzi per farti godere appieno. Tu hai dei bisogni, come me. Sbaglio?»

Hunter balbettò, non sapendo come ribattere e deconcentrato dalle dita di Sean che gli stringevano la gola e la lingua che gli accarezzava la bocca. «Sei proprio uno stronzo».

«Non è un no il tuo», ghignò. Lo palpò all'uccello, duro come la pietra. «Non ti manca la sensazione di un cazzo tra le labbra? Il sapore, la pesantezza sulla lingua?»

Hunter era perso nella foschia della beatitudine, ma si risvegliò spaventato quando Sean rimase nudo e impugnando lubrificante e un preservativo. «Wow, ehi, che pensi di fare?»

Nat giocò con il clitoride, lo strinse e sfregò.

Sean, intrepido e con le braci nelle pupille, bagnò le dita con il lubrificante. «Si chiama sesso, Marquez. E lo si inizia preparandoti».

La morsa ferrea sul suo polso fece sussultare Sean. Hunter aveva il respiro pesante. Con i polpastrelli a pochi centimetri dall'entrata di Hunter, Sean lo scrutò e capì. «Prima volta da passivo?»

«Come hai potuto pensare che te l'avrei permesso?»

«Credevi che ci saremmo limitati a pompini e seghe? Io le cose le faccio per bene. E l'unica volta in cui sto sotto è per farmi cavalcare. Adesso hai due scelte. O te la godi o te ne vai in giro per la festa con un'erezione perenne».

Nat fu felice di appurare di non essere l'unica a non riuscire a rifiutare Foster. Hunter si decise e condusse con premura la sua mano dove la voleva. La sua espressione divenne di dolore. Resistette, con Sean che gli sussurrava di respirare e di rilassarsi.

La ragazza si toccò il seno. Fece dei cerchi alle aureole e pizzicò i capezzoli. Poi la mano sprofondò ancora negli slip e fu costretta a trattenere il respiro per non gridare.

Per poco non lo fece Hunter, bloccato dal palmo di Sean. Le dita in più avevano trovato il punto giusto. «Shh. Non vuoi che ci becchino, vero?»

I fianchi di Hunter si mossero con vita propria, cavalcando la mano che li stavano dominando. Sean calzò il profilattico aperto coi denti e avvicinò il membro. «Guardami. Voglio ricordare ogni tua reazione al mio cazzo, mentre assapori l'arte della penetrazione».

E quando Sean gli rubò la verginità, il polso di Nat fece un'impennata, portandola a sgroppare in avanti e a stringere forte i denti. Si impose di non chiudere gli occhi, doveva assicurarsi di star registrando tutto.

Fu come il gioco dello specchio: quando Sean spingeva dentro Hunter, Nat faceva lo stesso con il proprio corpo. Lo seguì, lo imitò e si godette la presa di Sean su Hunter, intento a tenerlo fermo.

Sean era perso nel calore di quello stretto canale alle prime armi, tuttavia riuscì a parlare. «Merda, sei stretto. Ma non quanto lei».

Le pupille di Hunter ruotarono all'indietro, la fronte sudata. «Eh? Lei chi?»

Sean lo afferrò per la mandibola e gli fece girare il volto verso l'armadio dov'era nascosta Nathalie. Gli occhi verdi la trovarono oltre il buio, quelli di Hunter erano chiusi. «È morbida. È fradicia come la pioggia. Ti fa passare il purgatorio e al col tempo ti porta in alto. Ha il sapore del peccato, per questo ne vuoi di più».

Nat quasi cascò, le gambe faticavano a reggerla. Le dita la scoparono, il pollice giocò col clitoride. Ogni spinta era di Sean.

«Lei è pericolosa, non dovresti volerla». Diede a Hunter una stoccata che gli mozzò il fiato. «Non puoi impedirlo. Il frutto proibito è sempre il più dolce. Per questo ora sei qui con me, ho ragione?»

Hunter si impegnò per non impazzire dalla goduria, ma ogni sforzo fu vano. Il suo uccello che sfregava contro i muscoli di Sean fu la fine.

Sean ansimò per le convulsioni intorno al suo membro. «Qui qualcuno sta per venire». E nel dirlo, fissò Nat.

«Fallo. Fallo, fallo, fallo...!» Hunter ringhiò quando Sean aumentò la velocità e si morse il pugno per soffocare l'urlo. Schizzò su sé stesso e su Sean, tremando come se avesse avuto freddo.

Fine registrazione dall'armadio.

Sean lo morse alla gola e si irrigidì. Nat oramai sapeva bene come funzionava il suo corpo quando stava per raggiungere l'orgasmo. Respiro smorzato, arti contratti e vene sul collo in bella vista.

Come se i loro corpi fossero sincronizzati, Nat venne insieme a lui. Come se Sean avesse scopato lei in quegli attimi spettacolari.

Ci vollero alcuni secondi prima che Hunter si riprendesse. Poi si rivestì e chiese a Sean di non fare parola dell'accaduto con nessuno. Lui si limitò a sogghignare, si accomodò contro i cuscini e si accese una sigaretta.

Hunter se andò e Sean sorrise. «Vieni fuori, Miss Lily».

Nat camminò lentamente, ancora provata. Si stravaccò sul materasso al fianco del ragazzo ed esaminò il video. «Domani leviamo l'audio e glielo mandiamo in anonimato per ricattarlo, come da programma. Il link è già pronto. Fortuna che non si vede che mi hai guardata. Potevi evitarlo, coglione».

Sean soffiò fuori il fumo. «Non ho resistito». Le passò la stecca. «Ti è piaciuto?»

Nat succhiò dove aveva succhiato lui, il sentore di cenere le diede i brividi. «Non è stata la tua migliore prestazione».

«Demone biondo del cazzo...», borbottò lui. «Faccio solo buone prestazioni, io».

Nat fece schioccare la lingua, gli ridiede la sigaretta e mise le mani dietro il cuscino dov'era poggiata la testa. «Oh, ho ferito il tuo povero ego maschile? Sii onesto, è stata una passeggiata. Voi uomini siete sempre arrapati, per questo è stato facile. Avrebbe detto di sì al primo che capita. No, aspetta. Eri tu il primo che capita».

Le era impossibile stargli vicino e non dargli sui nervi. Forse perché era divertente. Forse perché la consapevolezza che si fosse appena sbattuto qualcun altro stava cominciando a irritarla.

«Vaffanculo». Sean spense la sigaretta sul terreno di una piantina in un vasetto vicino alla finestra e rimise la maglietta. «Me contro te, Gray. Vediamo chi porta un'altra persona in questa stanza».

Una sfida? Mmh, non erano implicate auto stavolta, però la cosa le interessò. «Giochiamo ad armi pari? Sia ragazzi che ragazze?»

«Ogni fottuta persona a questa maledetta festa, Miss Lily».

Guarda caso, Nat ricordò proprio in quel momento di aver intravisto nella casa Gavin Raymond. «Te ne pentirai amaramente, Lord Menace».







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