Recupero
Robin si era finalmente svegliato, era l'unico pensiero che attraversava la mente di Anna quella mattina.
Si era svegliata all'alba, gli occhi ancora impastati dalle lacrime della sera precedente, la luce ancora fioca.
La prima cosa che aveva fatto era stata cambiare la pezza sulla fronte del ragazzo.
Poi aveva aspettato pazientemente che Usama si svegliasse, accendesse il fuoco e preparasse una magra colazione.
Non gli aveva ancora parlato molto, né le interessava farlo.
La spaventava, le incuteva timore con la sua stazza, il suo sguardo, il colore della sua pelle.
Tutto in lui era diverso da ciò che conosceva e apprezzava, ma aveva salvato le loro vite, e di questo, gli era riconoscente.
Robin aveva aperto gli occhi lentamente, rivelando i suoi occhi celesti, stanchi ma luminosi, e le aveva sorriso.
Anna aveva quasi fatto un balzo per lo spavento, aveva sentito il suo battito accelerare e le guance tingersi di rosso perché non si era aspettata quella reazione.
Subito dopo però aveva provato una felicità immensa, che ancora la animava, e aveva risposto al sorriso con lacrime di gioia.
Non aveva osato abbracciarlo, ma l'impulso era stato fortissimo.
Era così felice che si fosse ripreso, il suo salvatore, di cui ancora non sapeva quasi nulla.
Colui che l'aveva liberata, che aveva rischiato la sua vita per lei, era vivo, sarebbe guarito.
- Buongiorno- esclamò Kiara, interrompendo il torrente di emozioni che ancora la teneva inchiodata al capezzale del giovane.
Anna si riscosse, Robin sorrise alla sua amica.
- Buongiorno a tutte e due - disse lui lentamente, dopo un po'.
Vederlo mentre si guardava attorno confuso fu divertente e fu Kiara a spiegargli dove si trovassero.
Usama li raggiunse con un caldo sorriso sulle labbra.
- Ben svegliato. Tempismo perfetto. Cominciavo a sentire la mancanza di una figura amica, e maschile- gli disse facendolo sorridere.
Anna annuì e storse il naso, Kiara sbuffò offesa, non era stato carino nei loro confronti.
Usama si scusó con un altro sorriso si avvicinò con un nuovo intruglio.
- Bevi, ti aiuterà - disse semplicemente.
Robin si mosse a scatti, a causa del dolore e della debolezza; bevve tremando.
Anna si sporse per aiutarlo e fu felice quando lui le permise di farlo, si dedicò alla compito con estrema cura.
- Hai dormito tre giorni...- gli disse a fil di voce.
Lui spalancò gli occhi sorpreso.
- Eravamo molto preoccupate. Usama ci ha spiegato come abbiamo fatto a sopravvivere. Grazie a degli alberi e dei cespugli, la caduta in acqua non è stata fatale. Non c'erano molte rocce e la corrente qui non è troppo forte... ma è anche stata una buona dose di fortuna- gli spiegò Kiara.
Robin annuì.
Gli prepararono da mangiare e gli stettero vicino fino a sera, chiacchierarono e Usama si unì a loro, sebbene rimase in silenzio per la maggior parte del tempo.
Anna osservò lui e i suoi compagni e sorrise pensierosa.
Lì non si trovava così male, dopotutto.
Kiara guardo Anna mentre lo aiutava a mangiare.
Era felice di vederli così vicini e finalmente il peso sul cuore che l'aveva oppressa la sera prima era scomparso.
Era contenta di quel gruppo, dei legami che si erano formati, nonostante il breve tempo trascorso insieme.
Anche Usama, che avrebbe potuto abbandonarli a loro stessi, li aveva accolti e conosciuti.
Robin era diventato il suo punto di riferimento, Anna la sua migliore amica, Usama era ancora tutto da scoprire.
Quel viaggio l'aveva portata a vivere cose straordinarie.
Si chiese quando sarebbero potuti ripartire.
Si alzò per uscire e incrociò lo sguardo ammonitore del giovane eremita, alzò gli occhi alzò al cielo.
- Non scapperò, te lo prometto. Hai in ostaggio i miei amici- gli ricordò e lui fece un cenno con la testa liberandola.
- Vado a prendere un po' di acqua- aggiunse afferrando l'otre vuoto che aveva notato.
Poi uscì, senza dire altro, nella luce opaca del pomeriggio.
Il torrente non era lontano, raggiunse la spiaggetta da cui, la prima sera, insieme ad Usama, aveva guardato le stelle.
Le sembrava fossero passati giorni da quando erano caduti laggiù.
Si sedette su una roccia a fissare l'acqua scorrere, come faceva quando andava da sola sull'Alicher Tun.
Guardò verso sud, verso il deserto, e sospirò.
Avrebbe mai trovato ciò che cercava?
Alcuni passi la fecero sobbalzare.
- Ti va di fare una passeggiata? - chiese Usama con voce profonda.
- Mi sembra una bella giornata e ci sono un paio di posti che devo controllare, ho piazzato alcune trappole dall'altra parte del torrente- le disse in tono pratico ma con mezzo sorriso.
Lei annuì, - Se non altro faccio qualcosa- commentò lei alzandosi.
- I tuoi amici se la caveranno anche senza di te per un po'- aggiunse il ragazzo avviandosi, quando la vide esitare.
- Vieni o no? - chiese.
Lei scattò rischiando quasi di cadere. - Arrivo!- esclamò.
Usama l'aspettò sorridendo lungo il sentiero.
- Voi ragazze siete strane- le confidò quando lo raggiunse.
Lei lo squadrò alzando un sopracciglio, - Che vorresti dire? - chiese.
Lui si strinse nelle spalle, - Non ne ho conosciute molte di voi. Non sono un esperto... però mi sembrate creature decisamente complicate- disse.
Kiara lo guardò di traverso.
- Questo non è il tipo di discorso che mi verrebbe da fare, con un ragazzo quasi sconosciuto, durante una passeggiata...- commentò divertita.
Usama sbuffò, - Ecco vedi, non so mai di che parlare- disse facendola ridere.
- Facciamo così: cominciamo dal presupposto che siamo due giovani brave persone che si sono appena conosciute, partiamo dall'inizio. In una circostanza normale, non in un caso di estremo salvataggio- disse allungando una mano verso di lui.
Usama la fissò senza capire.
- Da dove vengo io, quando ti incontri, ti stringi la mano- gli spiegò con un sorriso.
Lui eseguì il gesto, impacciato.
Kiara scoppiò a ridere, - Bhe, piacere, io sono Kiara- disse.
Il giovane eremita bofonchiò il suo nome.
- Ecco, ora possiamo cominciare a fare conversazione da conoscenti. Ora mi puoi dire che sono strana - annunciò.
Usama la squadrò esasperato.
- Tu sei la più strana di tutte però- le disse.
- Ti prego, controllati fino fino a quando non torniamo...- aggiunse preoccupato.
Kiara sospirò alzando gli occhi al cielo.
- Comincio a pensare che tu, delle ragazze, abbia paura- gli strillò dietro mentre lui si allontanava allontanava a grandi passi verso la sua prima trappola.
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