I calabroni
Le gole erano come le aveva descritte Usama: pericolose.
I quattro compagni di viaggio le affrontarono al sorgere del sole, con un cielo bianco sullo sfondo, all'orizzonte, e alle spalle l'ombra opaca dei monti lontani.
Nessuno di loro si guardò indietro.
L'altopiano sprofondava e si sgretolava degradando leggermente in quel punto.
Sembrava che la terra fosse stata graffiata via e al suo posto profonde e lunghe voragini si intrecciavano per creare un labirinto mortale.
A vederlo dall'alto, sembrava impossibile da affrontare, una volta dentro, fu ancora peggio.
Il vento era freddo e sibilava tra le rocce, ma l'aria era secca e quasi irrespirabile.
Il ronzio dei calabroni era sempre più forte e li circondava, ma nessun insetto gigante era visibile, per il momento.
- Questo posto è inquietante...- commentò Robin trovando il consenso di tutti.
- Decisamente... - rispose Kiara fissando la bussola che Zoe le aveva regalato tanto tempo prima, in cerca della direzione migliore.
- Dobbiamo fare attenzione a non perderci...- disse Anna guardandosi intorno preoccupata.
Usama sospirò, - Ne usciremo vivi. L'importante è non infastidire i calabroni. Siamo a casa loro, dopotutto...- ricordò in tono lugubre.
Ammutolirono di colpo e sosirarono. Non sarebbe stato piacevole camminare lì dentro.
La discesa era ripida e faticosa, ma lentamente si fece sempre meno pendente.
Arrivarono a camminare in piano quando la striscia di cielo sopra di loro tornò a scurirsi, segno che il tramonto si stava avvicinando.
Decisero di sostare ad un bivio, prima di dover prendere una decisione e scegliere che via percorrere avrebbero dormito un po'.
Non accesero un fuoco, nonostante fossero consapevoli che i loro inseguitori, i soldati, fossero ormai lontani. Non avrebbero mai potuto trovarli ma sarebbe stato meglio evitare, dal momento che il fuoco era anche poco amato dai calabroni.
La notte arrivò in fretta e altrettanto velocemente passò. Non riposarono molto, un po' per il freddo un po' per l'ansia.
Ripresero la strada stanchi come se non avessero mai smesso di camminare ma strinsero i denti e avanzarono.
- Quanto credete che cammineremo? Non vedo l'ora di lasciare questo posto da incubo...- commentò Robin attento al ronzio che li circondava.
Si sentiva osservato, minacciato.
Le orecchie erano ormai insensibili al suono degli insetti, si sentiva sordo.
Sospirò, non gli piaceva quel posto, vuoto, arido, freddo...
Anna camminava di fianco a lui, stranamente incantata, con la testa volta verso l'alto, la bocca socchiusa.
Aveva gli occhi persi tra le ombre della gola.
-Tutto a posto?- le chiese curioso e lei annuì appena, distratta.
- Sicura? - le domandò ancora dubbioso, lei sorrise più convinta.
- Sono solo un po' stanca...- commentò.
Lo convinse e la lasciò in pace.
Osservò Kiara indugiare insieme ad Usama fissando la bussola, un nuovo bivio, una nuova scelta.
Quale sarebbe stata la scelta migliore?
Si sentiva inutile, impotente. Fuori dal bosco le sue abilità erano pressappoco inutili...
Si fermarono, imboccarono una strettoia, sbucarono in una nuova gola, più grande.
Si fermarono, si scambiarono le ultime due borracce ancora piene.
Kiara fu la prima a bloccarsi.
- Robin... Dov'è Anna?- chiese allarmata.
Il fiato gli si mozzò in gola.
Anna...
Si voltò. Era sicuro che fosse dietro di lui...
Non c'era più però, era sparita.
- Anna? - chiamò sperando che comparisse dopo qualche istante.
Non funzionò.
Sentì il panico e l'ansia salire. Improvvisamente il ronzio dei calabroni si fece più forte.
- Anna!-.
Kiara si gettò verso la feritoia dalla quale erano sbucati per tornare indietro a cercarla.
Usama la seguì a grandi passi, calmi e misurati. Era l'unico lucido della situazione.
Lui rimase immobile. Incredulo. Come era successo?
Non si era nemmeno accorto che Anna si era staccata da loro.
Capì che lo sguardo perso era dovuto al ronzio, l'avevano incantata. Insetti intelligenti.
Come aveva potuto permetterlo?
Lentamente recuperò la calma. Estrasse dalla faretra, che aveva sempre tenuto con sé, cinque frecce.
Sfilò l'arco dalla spalla e tese la corda. Avrebbe infilzato qualunque cosa avesse volato di fronte a lui.
- Aspettatemi!- gridò verso i compagni.
Poi anche lui si buttò nella fenditura.
Kiara corse a perdi fiato. Anna non poteva essere andata lontano, l'avevano persa da poco, ne era certa.
Il ronzio dei calabroni si fece sempre più forte.
Le bastò seguire quella scia sonora per trovare l'amica.
La scena che le si presentò di fronte era semplicemente orripilante.
Un gigantesco insetto ocra e nero si librò di fronte a lei.
Gli occhietti lucidi e intelligenti la squadrarono per un secondo, poi in un attimo, dalla punta dell'addome spuntó un enorme pungiglione.
Sguainò la spada tremando e la puntò contro quella creatura mostruosa.
Ce n'erano a decine.
Erano grandi la metà di lei ma i pungiglioni erano taglienti e quasi altrettanto lunghi.
Sebbene la mole e le piccole ali potessero risultare una combinazione goffa, erano insetti agili e schivavano ogni colpo.
Dietro quella cortina di ali e corpi zebrati, identificó un ammasso di vestiti, ricoperto di liquido ramato, come Anna.
La ragazza era immobile, ma viva.
Usama di fianco a lei scrutò lo sciame con uno sguardo indeciso, non aveva mai visto quegli animali se non nella fantasia.
- Come pensi di fare? - gli chiese in cerca di consiglio.
Lui si strinse nelle spalle.
- Per ora ci hanno lasciato stare, se non li attacchiamo magari potremmo arrivare ad Anna... il problema è che lei è loro preda. Non la prenderanno bene quando cercheremo di portarla via...- disse e fece un passo avanti.
Il calabrone che li sorvegliava scattò, il suo pungiglione era pronto a ferire.
Una freccia si piantò nel centro esatto della fronte, facendolo crollare.
Robin comparve alle loro spalle.
- Vi avevo chiesto di aspettarmi...- disse severo.
Gli occhi azzurri erano tornati ad essere gelidi come quelli che aveva conosciuto nella foresta.
Il ragazzone che l'aveva salvata dai banditi, che aveva salvato Anna, era tornato ad essere il ragazzo del bosco, al servizio di una banda di fuorilegge.
Il suo arco abbattè metà dei calabroni che li separavano da Anna.
La cosa rallegrò loro ma fece infuriare gli insetti.
- Ciao...- lo accolse lei.
Usama lo fulminò.
- Sei un pazzo! Ora li hai fatti infuriare- sibilò indietreggiando. Sollevò il suo bastone e si preparò a combattere, Kiara fu obbligata ad imitarlo.
- Noi ti apriamo un varco, tu vai a prendere Anna- le ordinò Robin senza battere ciglio.
- Ricevuto- rispose lei pronta a scattare.
I due ragazzi attaccarono e nello stesso momento lei si proiettò verso l'amica, fu più facile del previsto. Tuttavia si ritrovò completamente circondata.
Cercò di sollevare la compagna ma era impacciata dalla spada e dal peso della bisaccia.
Fece del suo meglio ma non passarono che pochi minuti prima che i calabroni si accorgessero di lei.
- Anna. Ho bisogno del tuo aiuto!- le gridò per sovrastare il frastuono delle ali.
La ragazza accennò un passo, debole e indeciso.
-Brava così! - la incitò.
Anna fece del suo meglio.
Ma uno dei calabroni attaccò.
Kiara lo vide arrivare, veloce, lo schivò.
Dietro di lei però Anna non fu altrettanto pronta.
Il calabrone la ferì iniettando il suo veleno letale.
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