capitolo 1: la partenza
Chiusi la mia valigia e con essa in mano mi diressi giù per le scale, attraversai la cucina e il salotto, per poi sedermi sul divano accanto a mia sorella Natsu.
Quindi misi la mano sinistra in tasca e ne estrassi il mio cellulare, non era un nuovo modello, anzi era abbastanza vecchio, ma mi bastava per parlare con i miei amici. Lo accesi e aprii la chat di gruppo della mia squadra per controllare i messaggi.
<<Onii-chan!>>
Mi spaventai e lanciai il telefono, speravo solo di non averlo rotto.
<<Onii-chan, scusami se ti ho fatto spaventare>> disse Natsu dispiaciuta.
<<No...No, non ti preoccupare... cosa volevi chiedermi?>> le risposi mentre mi alzavo per andare a raccogliere il cellulare.
<<È oggi il giorno,giusto?>>
<<Di cosa stai parlando?>>
<<È oggi che vai in vacanza con i tuoi amici vero?>> Nastu disse più piano l'ultima parte della domanda.
<<Sì sorellina mia, perchè?>>
<<Ma così mi lascerai sola...>>disse la fanciulla con voce incrinata.
<< no non lo farei mai, Natsu io ti voglio tanto bene e per me sarai sempre la mia sorellina numero uno, non ti devi preoccupare anche se non mi vedrai per quest'estate. Anche se sarò con i miei amici ti prometto che penserò a te tutte le sere!>> le dissi per rincuorarla.
<<Davvero?>>
<<Davvero.>>
<<Ti voglio tantissimo bene onii-chan!>>
<<Anche io, Nastu>>
In quel momento suonò il campanello, così Natsu corse ad aprire la porta.
Arrivò davanti all'uscio di legno e spinse la maniglia, poi la tirò verso di sè.
<<Chi siete?>>
<<Sono Sawamura Daiichi, lui è Koshi Sugawara e loro sono i nostri compagni di squadra.
Siamo venuti a prendere Hinata, è pronto?>>
<<Credo di si, te lo porto qui subito>>
Vidi Nastu riaprire la porta della stanza del salotto e avvicinarsi a me per poi prendermi la mano e portarmi nel corridoio.
<<Ecco a voi l'ONII-CHAN!>>
<< S-i, si, Nastu, g-grazie di avermi portato qua>>
Mi misi il giubbino e presi la valigia, poi salutai Natsu e le diedi un bacino,poi uscii di casa andandomi a posizionare di fianco a Kageyama quando salimmo sull'autobus.
Erano le 11:16 si sera e saremmo arrivati all'incirca alle 12:00 del giorno dopo. Ero stanchissimo, non ce la facevo più: avevo assolutamente bisogno di un pisolino.
Quindi senza quasi nemmeno pensarci appoggiai la testa di lato, su qualcosa di morbido e profumato che sapeva di latte e mi addormentai.
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