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"Anny...oggi esco con...George, mio dio sono così eccitata, mi ha richiamato, a dire il vero non ci speravo neanche più, certo ho tenuto un tono distaccato, non volevo dargli a vedere che ero felice come una pasqua, dopo si sarebbe montato la testa..."
Ilaria girella per tutta la stanza con aria sognante, gli occhi azzurri che gli brillano, il volto illuminato dalla luce che viene sprigionata attraverso la finestra, gesticolando con le mani.
Non posso che essere felice per lei, un po' meno per me.
Dopo aver saputo la notizia del Farabutto, nuovo soprannome che credo sia più azzeccato, sono passati tre giorni e non l'ho più sentito e più rivisto, per mia fortuna.
Quel giorno alla premiazione sarei voluta andare lì a muso duro, guardandolo dritto in quei maledettissimi occhi verdi, e insultarlo e schiaffeggiarlo, ma mi sono trattenuta per non dare spettacolo...e per non rovinare la giornata di mio padre, può ritenersi fortunato,ma abbiamo un discorso in sospeso.
"Ila...sono immensamente felice, ma si chiama proprio George?!? no per niente ma è un nome orrendo"
la fisso corrugando la fronte con una mano sul fianco.
"Giorgio in verità, ma George fa più effetto." Incalza con nonchalance.
Poi arriva la fatidica domanda..."te...Anny...insomma,come stai?" Mi scruta in volto per captare la mia espressione, mi siedo sul letto, non voglio far trasparire nessuna emozione, e anche se dentro sono in parte ferita, per essere stata presa per il culo, come una cretina, non mi lascio sopraffare dall'emozioni, quindi con fare disinvolto e disinteressato come meglio riesco ribatto puntando i miei occhi ambrati nei suoi occhi mare "Bene...perché?!?non ho tosse, non ho febbre, non ho mal di pancia, non ho... " resto sospesa a metà perché Ilaria mi blocca, fermando una mano a 2 centimetri dalla mia bocca, come uno stop.
"Anny, porca miseria sai cosa voglio dire, non mi prendere per il culo, ricordati che sei mia sorella e ti conosco bene, sotto questa corazza da donna diffidente e non curante se ne nasconde una fragile, e lo sai bene anche te, quindi ti riformulo la domanda, come stai?"
Mi punta il dito contro e io sgranando gli occhi La guardo immobile, lo so non posso nascondergli nulla, ma non voglio ammettere a me stessa, che sono in grado di soffrire, ma penso che stavolta almeno con lei devo essere sincera.
Con un sospiro ammetto...
"come pensi che possa stare Ila?!? Sai com'è sono stata presa in giro, mi ha baciata, l 'ho respinto dopo è vero, ma mi è piaciuto, quel suo profumo al sandalo che ricorda note aggrumate e spezziate, mi fanno impazzire, e quella bocca calda e morbida...non sto bene, affatto, mi costa dirtelo ma sei mia sorella e se non mi confido con te rischio di finire in reparto psichiatria, sono frustrata, umiliata,è un vero pezzo di merda".
Ormai mi sono arresa.
Ilaria s'inginocchia davanti al mio letto e mi prende la mano, una lacrima mi solca la guancia, ed è calda come fosse fuoco, ho paura di bruciarmi, ma forse già l'ho fatto.
Mentre sento la porta di casa sbattere, sicuramente perché Ilaria è uscita per il suo appuntamento galante, i miei sono a fare una gita organizzata dalla parrocchia, mi stendo sul letto per perdermi tra i miei pensieri, sussulto sentendo dei passi lungo le scale e prima che mi alzi, penso che magari i miei sono già rientrati.
"Mamma, già di rientro?!?vedo che la vostra gita non è stata molto divertente, siete andati via solo un'ora fa." Puntualizzò ma non ricevo risposta.
Quando la mia porta di camera si apre e incontro i suoi occhi smeraldo, mi si secca la gola, e mi viene a mancare un battito, è talmente bello con indosso un maglione aderente nero e i jeans chiari con sfumature, mi schiarisco la gola e sbotto,
"Anthony che cazzo ci fai qui,a casa mia?chi ti ha fatto entrare?" Riesco a far uscire fuori le parole a fatica, Sono seccata, amareggiata,bi suoi occhi mi fissano imperturbabili, ha l'aria di chi non si sente minimamente in colpa e mi accenna un sorriso laterale, il suo solito sorriso che vorrei strappargli dalla faccia per essere così insolente.
"Ciao Anny, bel modo di accogliere gli ospiti, mi ha fatto entrare tua sorella, è uscita e gli ho chiesto se eri in casa." Continua a fissarmi, si passa una mano tra i capelli mori e si avvicina al letto.
"Per me te non sei un ospite, puoi riaccomodarti fuori, hai una bella faccia di bronzo a ripresentarti, mi persuadi, mi baci e vengo a sapere dalla tua adorata sorella che sei fidanzato, sei un vigliacco."
Scatto alzandomi dal letto, e lo fisso anche io, mi sento tutta contratta, la gola sempre più secca, ma le parole che gli dico sembrano non toccarlo.
"Mi dispiace, non volevo che lo venissi a sapere in questo modo, ma non è del tutto vero quello che ti ha detto Rebecca, lei sa la versione che racconto ai miei, ma non la mia, voglio solo che mi lasci spiegare, volevo chiamarti ma avevo paura che non mi avresti risposto, l'unico modo era di presentarmi qui, guardarti negli occhi, guardare il tuo viso, sentire la tua voce che mi prende in giro con le tue battute sempre pronte, guardare la tua bocca a cuore, il modo in cui ti mordi il labbro e ti sposti i capelli di lato."
A quelle parole rimango paralizzata, mi sarei aspettata tutto da lui, meno che questa, non so se definirla una dichiarazione o roba simile, il fatto è che mi sciolgo completamente,nla sua voce mi manda scariche elettriche, con lui mi sento come sulle montagne russe, la paura di morire è tanta ma la voglia di continuare la corsa è eccitante.
"Non so cosa dire...ad essere sincera non vorrei parlare proprio...non so a che gioco stai giocando e la cosa mi fa paura, non voglio essere una pedina che sposti a tuo piacimento e quando il gioco è finito la ributti insieme alle altre pedine, ti odio, mi fai sentire una stupida, mi sento impotente perché ogni pensiero, ogni parola che vorrei dirti mi muore sul nascere quando ti vedo, odio i tuoi occhi, odio il tuo sorriso sexy, odio il tuo profumo, odio il tuo petto scolpito, odio tutto di te, ma sopratutto odio me stessa, per non avere la forza di farti male. Ti rendi minimamente conto almeno di come posso essermi sentita?!?"
Ci fissiamo, vedo il pentimento sul suo volto, ma non voglio lasciarmi andare, mentre lui si avvicina sempre di più sento che un fuoco mi avvampa dentro.
"Anny, ti prego voglio solo spiegarti, non sto giocando a nessun gioco, non sarei venuto qui se fossi stata una qualunque. Da quel giorno che mi hai battuto la macchina non riesco a non pensarti, lei non è più la mia ragazza, siamo stati insieme si tra vari tira e molla, ma ogni volta è sempre stata lei a venirmi a cercare, i miei l'adorano ed è quello che mi spingeva a rimettermi con lei ogni volta, mi faccio influenzare facilmente dal parere dei miei genitori, e quando è venuta alla premiazione ero sorpreso, sono venuto a sapere che mia madre l'aveva chiamata, ha fatto tutto da sola, i miei pensano che stiamo insieme, ma non è così, lei ci prova in ogni maniera, ma gli ho spiegato che non m'interessa più sotto il punto di vista come mia ragazza perché mi sento molto coinvolto da un altra persona."
Si siede sul letto accanto a me, i suoi occhi verdi non si staccano dai miei ambrati e insieme formano un colore stupendo, sento che ogni parte del mio corpo si scioglie come neve al sole, e non riesco a restare indifferente, contro tutte le mie volontà.
"Chi sarebbe questa persona da cui sei molto coinvolto?!? Una delle tue tante conquiste da rubacuori serale?!?" Ribatto piccata.
"Vedo che non hai perso il tuo umorismo insolente, la informo suo malgrado signorina Mancini che le mie doti da rubacuori si sono consumate tutte, l'ultima carta me la sono giocata in un pomeriggio davanti alla sartoria, diciamo che questa ragazza mi ha attratto subito, per il suo corpo esile e prosperoso, i suoi capelli ondulati, e i suoi occhi da cerbiatta...ma non so se sono riuscito a pieno nelle mie doti da seduttore, cosa ne deduce lei?!?"
Sento che sto diventando lava, che brucia.
Con l'indice mi alza il mento per guardarmi meglio, e con il pollice mi sfiora il labbro inferiore.
"Credo che se ciò che dici è vero, e voglio crederti, con questa signorina le tue doti hanno preso in pieno"
Gli faccio un sorrisino, e lo vedo deglutire, si avvicina sempre di più al mio viso e poggia la fronte contro la mia.
Al posto del mio sorriso ora c'è desiderio,e lui lo legge, come io leggo la voglia nel suo verde smeraldo.
Sento la sua mano famelica salirmi piano dal collo alla nuca facendo scorrere i miei capelli tra le sue dita, mi sposta il viso di lato e si avvicina al mio orecchio, leccandomi il lobo e mordendolo delicatamente.
Mi esce un gemito dalla bocca, lui lo capta e scende con la sua lingua calda e liscia lungo il collo, risalendo su fino alle mie labbra.
Non resisto più,bgli prendo il labbro inferiore e glielo mordo delicatamente per poi succhiarlo tra le mie labbra come fosse il frutto più prelibato che abbia mai assaggiato, mi butta sul letto e si avvicina gattonando sopra di me, premendo il palmo della sua mano sul materasso impugnando le lenzuola di flanella bianche di fianco al mio viso, con l'altra mi accarezza i capelli e poi preme di nuovo le sue labbra sopra di me, leccandomi prima il labbro superiore e poi quello inferiore per poi farsi spazio nel mezzo, entrando ansimando per il desiderio.
Le nostre lingue calde e vogliose si sfiorano, e si assaggiano, danzando insieme, come se si conoscessero da sempre, mi afferra il labbro tra i denti e lo lascia delicatamente per poi riprendermelo con più foga, leccandolo, io faccio lo stesso, staccando le mie labbra da lui gli prendo i capelli tra le dita e gli bacio il collo. Gli lecco la mascella, inebriandomi del suo profumo speziato.
Lo sento ansimare con voce roca, si stacca un attimo dal mio viso e mi fissa,avvicinandosi di nuovo al mio orecchio,
"Cazzo, quanto adoro la tua bocca, la tua lingua mi fa impazzire."
Mi sento divampare, mi bacia di nuovo con voglia e desiderio, che accresce sempre di più ad ogni spinta dentro la mia bocca, che geme di piacere.
Mi alza la maglietta facendo scorrere la sua mano calda sul mio ventre arrivando fino al mio seno, stringendolo delicatamente, stuzzicandomi il capezzolo turgido tra le dita.
Sempre più in preda alla voglia gli afferro il collo della maglia e glielo alzo, lui se la estrae da sopra la testa, mostrando il suo corpo scolpito, i suoi addominali perfetti.
Mi sdraio su di lui e gli lecco tutto l'addome, facendolo ansimare, mi riprende il viso e mi bacia, ora più delicato, come se volesse confermarmi che la mia bocca è il posto più accogliente del mondo, ed io ormai sono sciolta, abbandonata da ogni pensiero.
Quando sento qualcosa vibrare sulla mia coscia distolgo il suo sguardo, abbassandolo sui suoi pantaloni, vedendo il cellulare.
Lui lo lascia perdere, continua a sfiorarmi con le dita i seni, baciandomi e mordendomi, alternando il delicato con il rude, ansimiamo insieme sulle labbra.
Il telefono si ferma,ma riprende subito a vibrare,
"Anthony, credo che dovresti rispondere." Lo fisso ancora frastornata e eccitata, palpitando.
Anche lui mi fissa, il desiderio nei suoi occhi che mi bruciano, come se mi volessero divorare,
"Già dovrei...scusami." Lo guardo mentre fa scorrere il dito sull'iphone per rispondere.
"Rebecca dimmi...si ma ora non posso...certo capisco...okay aspettami ora vengo." Lascia cadere il cellulare sul letto scocciato, mi fa il suo solito sorrisetto sexy, passandomi il pollice sul labbro, e sfiorandolo con le labbra.
Mi prende il volto tra le mani e appoggia di nuovo la fronte alla mia e siamo occhi negli occhi, ci mescoliamo,
non vorrei più guardare i miei occhi senza il suo colore che ormai si è fuso insieme al mio,
"Devo andare, mia sorella a problemi allo studio, e devo andare a controllare i 2 pestiferi. Dirti che sono stato bene è riduttivo, ogni aggettivo è troppo poco per ciò che sto provando in questo momento, ti chiamo dopo" mi alza il mento dandomi un bacio appassionato sulle labbra e mi saluta.
Quando sento chiudere la porta mi ributto sul letto, con le guance e le labbra ancora infuocate.
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