25
Quando Anthony finisce di pagare il conto,m'infilo la giacca, e uscendo dal locale vengo colpita da un ondata di venticello fresco,che mi fa rabbrividire.
"Hai freddo?" La sua voce dietro le mie spalle,mi fa sussultare,e mi fermo per ritrovarmelo al mio fianco,per guardarlo in viso.
"No,sto bene grazie" scuoto la testa,e mi stringo la giacca sopra al collo con le mani,un velo di cipolla coprirebbe meglio.
"Ma se stai tremando,dai tieni,un vero gentiluomo presta la propria giacca,ad una ragazza infreddolita" mi strizza l'occhio,e vedo apparire dal suo sorriso la sua dentatura perfetta e bianca,che mi abbaglia,e mi appoggia sulle spalle la sua giacca di pelle,inalando il suo odore speziato,quell'odore che mi ha sempre fatto uscire di fuori.
E riprendiamo a camminare,lentamente,senza fretta,come se volessimo gustarci ogni singolo passo,per far durare più a lungo la serata.
"Oh,quindi ammetti che fai così con tutte le ragazze infreddolite" gli rivolgo un occhiata sprezzante,e lui abbassa la testa per poi tirata la su passando una mano sui suoi meravigliosi capelli.
"Ebbene si ragazzina,ma te hai Mark se non erro" ora è lui che punta il suo smeraldo nei miei,uno sguardo che mi lascia interdetta.
Continuo a camminare senza dargli una risposta,mi limito a fissare l'asfalto,contando mentalmente i passi.
Quando sento le sue dita che mi avvolgono delicatamente il polso,bloccandomi.
"Non devi dirmi niente?" Incalza,quando io alzo la testa e mi accorgo che siamo arrivati davanti all'hotel.
"Niente...io devo andare,siamo arrivati" indico con l'indice l'hotel,in quel preciso istante mi vibra il cellulare,e mi scuso con un gesto della mano,frugando nella borsa,come una ricerca del tesoro.
Sblocco la schermata e leggo 'Maggie'
'Panterona,non aspettarmi,ho trovato un dolce passa tempo,ci vediamo domani mattina in Aeroporto, baci'.
Perfetto,ora non posso neanche sfogarmi con la mia amica assatanata.
"Ti accompagno in camera" sentenzia mentre rimetto via il telefono.
Scuoto la testa,"non c'è n'è bisogno" lo ammonisco,salutandolo con un gesto della mano,entrando dentro l'hall,e lasciando che i suoi occhi mi osservino.
Quando sta per arrivare l'ascensore mi accorgo di avere il suo giubbotto,mi volto per andare a riportarglielo,quando vado a sbattere contro il suo petto che mi spinge all'interno dell'ascensore.
"Anthony che diav..." Non mi lascia finire la frase,che mi tappa la bocca con la sua mano grande e calda,poggiando la sua fronte contro la mia,e chiudo gli occhi inalando il suo profumo,voglio prendere ogni singolo respiro ogni singolo odore che emana.
"Ho bisogno di sapere se ami Mark,ne ho un bisogno repellente" apre gli occhi per guardarmi e lascia la sua presa sulle mie labbra aride,spostando la mano al lato della mia testa,poggiandola alla parete grigia e fredda dell'ascensore,provocando un suono metallico.
"Io...io...veramente..." Le porte in quell'esatto momento si aprono,e mi trovo difronte la signora del giorno prima,oggi non porta il cappello viola,che ci guarda maliziosa,e Anthony indietreggia subito.
"Credo che questo sia il vostro piano ragazzi" interviene la signora,che ride sotto i baffi.
Usciamo a testa bassa e prima che le porte si richiudono gli mimo un grazie,e lei mi strizza l'occhio e mi fa il gesto di seguire Anthony con la testa,buona intenditrice...
Estraggo la chiave metallica,dalla borsa,che fortunatamente trovo subito,la faccio scivolare sul metallo della maniglia e si apre accendendo la lucina verde.
"Dai entra,non c'è Maggie" lo avverto,vedendo che guarda l'interno perplesso,prima di entrare del tutto e chiudere la porta.
"La tua amica fuori di testa?" Mi chiede prima,di scivolare in una risata,quando lo fulmino con lo sguardo,e alza le mani in segno di resa.
Mi tolgo le due giacche,sistemandole sulla poltrona verde a righe oro,e mi tolgo anche le scarpe che mi stavano uccidendo il mignolo divenuto rosso.
"Mi vuoi rispondere ora?" Mi massaggiò il piede dolorante,e alzo lo sguardo incontrando i suoi occhi,non ha preso tempo a sistemarsi seduto sul divanetto verde,con le gambe divaricate e i gomiti appoggiati sui ginocchi.
"Non ho niente da risponderti,se sto con lui un motivo ci sarà,non trovi?" Gli chiedo poco convinta.
"No veramente non lo so il motivo,non sembri così innamorata di lui" la sua rivelazione mi lascia basita,è così sicuro di se da non scomporsi mai.
"E tu che ne sai?" Gli ruggisco contro,mentre lui si alza,avanzando a piccoli passi verso di me,che indietreggio,finendo con il culo sul materasso.
È sempre più vicino,e rimango immobile a guardarlo,finché non è davanti a me,e alzo gli occhi per incontrare i suoi.
"Non lo so infatti,ma so quello che proviamo quando stiamo a contatto,pelle contro pelle" a quel suono delicato ma deciso,sento un formicolio piacevole che mi percorre tutta la spina dorsale,facendomi arrendere,e scacciare via la tensione.
È ancora in piedi di fronte a me,mi prende i capelli tra le sue dita,intrecciandoli,massaggiandomi dolcemente,e istintivamente appoggio la guancia al suo addome duro e caldo.
Lui si scosta vedendo il mio totale abbandono,la mia totale arrendevolezza,e apro i miei occhi lucidi,offuscati dal desiderio di sapere che lui mi desidera,glielo leggo nel suo smeraldo,e prendendomi una mano mi sdraia dolcemente sul materasso,dove i miei capelli si aprono a ventaglio sulle lenzuola fresche.
In un attimo si sdraia sopra di me,tenendo il peso su i gomiti per guardarmi.
"Cristo,sei così bella,così immensamente desiderabile" la sua voce roca,un sussurro dolce che arriva alle mie orecchie,mi accarezza una ciocca di capelli che mi era ricaduta sulla guancia.
"Anthony ti prego" gli avvolgo il polso,stringendolo tra le mie dita delicate,che non riescono a fare pressione,continuando a coccolarmi e accarezzarmi lentamente,fino a farmi perdere quasi i sensi.
"Ti prego cosa Anny?" Il respiro caldo e smanioso sul mio collo,mi fa spostare come un comando la testa dall'altra parte,mettendo in bella mostra la carne morbida del mio collo,come una richiesta di assaggiarmi.
"Dimmi,cosa vuoi da me?" Mi da un piccolo bacio sull'incavo del collo,e inarco la schiena a quel contatto,che mi era mancato come l'ossigeno,non riesco ad aprire gli occhi,non riesco a pensare a niente,se non a volere le sue labbra carnose su tutto il mio corpo,finché non arrivi il mattino.
"Io...non..." Scuoto la testa non riuscendo a parlare,e sento un altro bacio dietro l'orecchio,delicato,il suo respiro irregolare che mi risuona sotto la pelle,come se volesse imprimermi qualcosa di suo dentro,quando non sa che dentro di me c'è tutto di lui,c'è sempre stato da qual maledetto giorno che l'ho incontrato quando si tolse i suoi stramaledetti Ray-Ban a specchio,e incontrai il suo smeraldo,il suo passo deciso e virile,lo volevo già dentro di me,sentire come mi possedeva,lui lo sa come nessun altro.
"Tu...non...cosa?" Mi sposta la manica della maglia per lasciar i dei piccoli baci leggeri sulla spalla,il suo soffio avvolgente,che mi scuote dentro.
Non posso cedere,riprendo il controllo di me in un lampo di lucidità,e apro gli occhi incontrando i suoi carichi di desiderio,le sue labbra,dio le sue labbra,se potessi fargli un monumento sarebbe dedicato a loro.
"Anthony,non posso...m...mi dispiace" alzo la testa e lo scanso dolcemente per non ferirmi io,più di quanto non stia facendo rifiutandolo in questo momento.
"Ami Mark si o no? Lo voglio sapere" si alza dal letto,facendomi voltare,alzando la voce di tre tacche,si passa una mano agitato sui capelli,vedo gli occhi che m'implorano,quegli occhi che amo più di me stessa.
"Si lo amo" mi esce un suono spezzato,incomprensibile perfino a me,i suoi occhi indugiano sui miei,e cerco di sembrare il più convincente possibile,quando lo vedo avviarsi alla porta,lo inseguo porgendogli la giacca.
"Non hai nient'altro da dirmi per uccidermi ancora un pò?" Vedo le sue narici che fremono,la mascella rigida,la sua espressione dura,che mi fa male,un dolore al petto lacerante sordo,che posso sentire solo io.
"Mi dispiace,ci vediamo a New York,per farti incontrare Mark,per discutere sul da farsi"
Accosto un po' la porta per richiuder,a e lui la blocca.
Appoggio la testa allo stipite.
"Che c'è ancora?" Gli occhi stanchi,non per il sonno,ma per il bisogno di piangere che mi fa sforzare la vista a non farlo.
"Ricordati che farò di tutto,ci vediamo ragazzina" un sorriso gli contorna il volto,e ricambio,chiudendo la porta,portandomi una mano al cuore,come per tenermi quell'espressione stretta a me,solo per me.
Passate a leggere il libro della nostra vincitrice del concorso Emi_2808
È una teenfiction. ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro