18
4 mesi dopo...
"Amore hai messo i piatti nella lavastoviglie?non capisco perché ti ostini a lavare a mano,l'abbiamo comprata apposta".
Mark mi rimprovera,sono tornata con lui dopo 2 mesi che mi assillava di telefonate,regali,fiori,messaggi di pentimento,e alla fine sono ceduta,mi ha detto che con la sua segretaria era stata una sbandata,una debolezza dovuta al momento,perché passavano poco tempo insieme,la scusa l'ho trovata un po' banale,se uno ti ama non si fa sedurre dalla prima bella ragazza che gli passa accanto,comunque era stata licenziata dopo la mia partenza,il che mi fa sentire più tranquilla ora.
"Mark,lo sai non ho mai avuto la lavastoviglie,mi devo abituare un po'",lui mi osserva dalla soglia della porta di cucina e si avvicina a piccoli passi,cingendomi la vita con un braccio mentre asciugo la pentola.
"D'accordo Amore,come preferisci te" mi fa voltare e mi bacia,un bacio dolce,dove le nostre lingue quando s'incontrano si coccolano.
"Devo andare a lavoro,non farò tardi però" dice mentre si aggiusta la cravatta,con una precisione quasi fastidiosa,io annuisco,afferra la 24 ore,e con la giacca sulla spalla mi da un bacio veloce e sparisce dietro la porta.
Poso l'asciughino sul manico del forno, e mi guardo intorno,è così strano tornare in questa casa dopo 3 mesi,gli oggetti sono tutti nella stessa posizione in qui l'avevo lasciati.
Passo la mano sul mobile nero laccato,e chiudo gli occhi,come per ricordare,pezzi di vita passata che si ripetevano ora,prendo in mano delle statuette,souvenir che abbiamo comprato nei tanti viaggi fatti insieme:Messico,Cile,Egitto.
Non riesco a capire perché mi sembra così strano e sconosciuto tutto ciò,osservo ogni minimo dettaglio di quella statuetta intagliata in legno a forma di uomo,come per cercare una risposta,che non arriva,e la riposo con cura insieme alle altre.
Vado in camera,il letto con le lenzuola bianche ricamate che creano un netto contrasto con la spalliera nera imbottita,posizionato sotto la grande vetrata,che affacciandomi posso godermi una bella visuale di Central Park.
Mi siedo sul letto e apro il cassetto del comodino bianco,dove tengo la lingerie,mi serve una bella doccia.
Mentre rovisto,i miei diti toccano qualcosa di freddo,lo prendo e mi rendo conto che è il braccialetto che mi aveva regalato Anthony,lo stringo in un pugno e scuoto la testa riposandolo subito,come se quel ciondolino mi avesse bruciato la pelle,
Non ero riuscita a buttarlo via,cosa tengo a fare il regalo di uno stronzo come lui,sicuramente ora sarà a casa con sua moglie,a godersi la loro bambina,che ormai è nata.
Mia madre mi aveva chiamato,per dirmi del parto,1 mese fa,la mamma di Anthony aveva diffuso la notizia per tutto il quartiere.
1 mese fa,al telefono:
"Amore ti squilla il telefono","si grazie Mark,di sicuro è mia madre che chiede com'è andato il ritorno in aereo da Barcellona."
Vado in camera e afferro il telefono.
"Anny,amore come stai?" Chiede preoccupata mia madre,lo sapevo.
"Bene grazie,il volo è andato perfettamente,adesso sono a casa con Mark",sento che dall'altra parte mia madre fa un verso di disapprovazione,ma la vita era mia.
"Ok,Ti volevo parlare,vedi...ti ricordi di Angelica,la madre di Rebecca e Anthony?" A quel nome rimango paralizzata,guardo da dietro la porta se Mark ci sta ascoltando e la chiudo,
"Mamma,ti avverto,se mi hai chiamato per dirmi di Anthony,o della sua famiglia,ti avverto subito che non m'interessa niente,chiaro?",l'ammonisco,con la voce mozzata,quasi uno stridulo,
"No,volevo informarti,che stamattina sua madre è passata da me,per darmi l'invito del loro matrimonio,la bambina è nata,ieri,ha invitato tutti noi,compresa te,ma se vuoi,non andiamo tesoro",la rabbia mi sale,e stringo forte la maniglia della porta che quasi mi faccio male io,
Invitarmi al matrimonio,ma che razza di pezzente,falso,faccia di culo,menzognero,si dovrebbe vergognare,il suo nome non dovrebbe neanche uscire dalla sua bocca.
Prendo un bel respiro,per non scoppiare come un palloncino,
"Mamma,fai come ti pare,vacci,andate,divertitevi,io non voglio più sentirlo nominare,fagli le congratulazioni per la figlia,fagli un bel regalo per il matrimonio,non me ne frega un cavolo,va bene?intesi?CAPITOO?"ho l'agitazione a mille,questa giornata era iniziata tanto bene,come quanto doveva finire male,malissimo.
"Mi dispiace tesoro,devo andare,tuo padre è riuscito a far ripartire l'auto,quella carcassa vecchia mi sorprende che riesca ancora a camminare",
La saluto e riattacco,sbattendo forte il telefono a terra,che si frantuma in mille pezzi.
Presente...
A quel ricordo,una lacrima mi scende,lacrima di delusione,anche da parte di mia madre,
Come poteva partecipare al loro matrimonio,tra 2 mesi si sposeranno,con la loro bambina,felici,e mia madre sarà lì ad applaudire,ma sapevo che lo faceva per non dare a parlare di me ed Anthony,a tutto il quartiere.
Mi spoglio,mettendo i leggings,dentro il cesto dei panni sporchi in vimini,
Apro il getto della vasca e ci spruzzo il bagnoschiuma alla lavanda.
Si riempie,formando tutta la schiuma in superficie,e m'immergo,sdraiandomi con la testa appoggiata al bordo freddo,chiudo gli occhi e mi lascio coccolare.
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È una teenfiction. ❤️
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