~Capitolo 9~
Cercai di afferrare qualcosa, per poi staccarmi.
Continuava a ripetere sottovoce frasi che dovevano essere rassicuranti.
Riuscivo a stento a respirare, lui mi tappava con la mano la bocca, affinché io non urlassi. Presi la prima cosa che mi capitò sotto mano, era una foto della figlia incorniciata con sotto una dedica. Con tutta la mia forza che avevo gliela scaraventai in testa, lui lasciò la presa e io corsi il più veloce possibile lontano da quell'ufficio, scesi le scale, per miracolo non inciampai. Vidi un espressione nella segretaria che non avevo mai notato, era come una maschera che copriva una vita passata in lacrime. Dio solo sa cosa quell'uomo le facesse.
Presi l'auto e andai a casa di Simone, senza dir nulla a nessuno.
Quando parcheggiai notai dall'altra parte della strada un auto blu, l'auto di Martina.
Non avevo voglia di peggiorare la situazione, quindi ripartii e mi diressi verso il mio appartamento. Mi chiusi dentro e andai in bagno, lasciai l'acqua scorrere nella vasca finché fino al bordo e quando era pronta mi levai i vestiti ed entrai.
L'acqua era quasi bollente, di sottofondo misi della musica classica.
Lasciai che la schiuma aumentasse attorno a me.
Continuavo a sentire le mani di quel verme sul mio corpo, non ero al sicuro, e non lo ero da nessuna parte.
Chiamai Simone, era l'unica persona che riusciva a tranquillizzarmi almeno un pochino.
Lasciò squillare per tantissimo tempo però poi rispose, dalla sua voce capii che aveva pianto da poco, in realtà non lo avevo mai visto piangere, e cercò di mascherarlo in tutti i modi.
Io: Ciao Simone..
Simo: Ciao, come stai?
Non volevo rispondere a quella domanda e cercai di cambiare discorso.
Io: Volevo passare a casa tua, però ho visto l'auto di Martina..e ho deciso di lasciar perdere.
Simo: Non-
Lo interruppi velocemente.
Io: Si si ho capito, ma non era di questo che volevo parlare, oggi ho lasciato il lavoro.
Era sorpreso, e aspettò un attimo prima di rispondere.
Simo: Posso sapere il perché?
Io: Il capo ha tentato di stuprarmi.
Simo: Aspetta cosa?
Io non risposi, fu lui a continuare.
Simo: Dove sei ora? Vengo a prenderti.
Io: Non è il caso.
Me lo immaginavo sul letto, con al suo fianco Martina che gli stava chiedendo spiegazioni.
Simo: No sul serio, sei al tuo appartamento vero?
Rimasi in silenzio, non sapevo neanch'io cosa volevo, ero delusa dal sul comportamento nei miei confronti, un attimo prima gliene importa poi non conto più nulla.
Io: Senti, HA TENTATO ma io sono scappata, è tutto ok tranquillo.
Non credevo neppure io a ciò che avevo detto, ma lui capì che volevo stare da sola.
Simo: Ok, ma chiamami se hai bisogno, mi manchi.
Si lasciò sfuggire quelle due parole, eravamo entrambi imbarazzati, rimanemmo in silenzio qualche secondo, forse era meglio essere sincera una volta ogni tanto..
Io: Anche tu Simo.
Ci salutammo e io tornai alla mia serenità, era però un silenzio rumoroso, i miei pensieri continuavano a rimbombarmi in testa, dovevo mettere un po' in ordine:
Ok, stamattina mi sono svegliata a casa di Simone, sono andata al lavoro, dove il mio capo ha tentato di stuprarmi. Sono tornata da Simone, ma ho visto che era in compagnia..di Martina, ho preso l'auto, sono tornata in appartamento. Ho chiamato Simone ed ora sono nella vasca da bagno.
Direi che poteva andarmi peggio..credo.
Passai le restanti ore a guardare la tv e ingozzarmi di gelato alla vaniglia.
Sentii bussare alla porta, Simone non avrà resistito, dopo essersi divertito con Martina sarà tornato a farmi visita. Mi alzai, mi sistemai i capelli e aprii quella porta.
[Ok, fine capitolo 9 yeee, comunque non so se vi stia piacendo la storia ma vabbhè, stellinate e commentate, ho sonno ciau❤️]
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