~Capitolo 14~
Io: Scusami davvero ma è Raechel ed è urgente..
Ripensai al significato di questa parola, e se fosse successo ancora qualcosa con il capo?
Simo: Tranquilla Vale ci vediamo dopo ok?
Sorrise e mi diede un bacio sulla fronte.
Iniziai a camminare con il telefono in mano, per rispondere a Raechel che sarei arrivata presto da lei. Misi scarpe e giacca ed uscii di fretta.
Questa volta presi l'auto, non distava molto il parco però dovevo sul serio muovermi.
Quando arrivai scesi dall'auto e dal lontano un uomo mi salutò, intanto Reachel mi aveva scritto che sarebbe arrivata presto.
Mi avvicino è noto che è Luca, quello che aveva il colloquio all'agenzia viaggi e con sè c'era anche una ragazza.
Luca: Ciao Valentina, come stai?
Io: Bene bene, non mi presenti..
La ragazza mi interruppe e si presentò:
?: Piacere, mi chiamo Charlie.
Io: Piacere, Valentina.
Luca: È la mia fidanzata, oh comunque nell'agenzia viaggi perché ti hanno licenziato alla fine..? Se posso chiedere..
Io: Me ne sono voluta andare io, mi sono trasferita con il mio fidanzato, Simone.
Luca: Beh io sono stata la loro seconda scelta.
Poi scoppiò a ridere, però ripensai a Raechel così decisi di salutarli.
Io: Scusatemi ma io devo vedermi con una mi amica, devo andare.
Luca: Ciao Vale!
Charlie: Ciao!
Mi allontanai, sembravano molto felici, Charlie era una ragazza molto bella.
Aveva lunghi capelli ricci ed un sorriso meraviglioso.
Vidi Raechel su una panchina con la testa fra le mani, sembrava stesse piangendo.
Io: Raechel tutto ok?
Raechel: Ti sembra tutto ok?
Sembrava arrabbiata, oltre ad essere triste.
Io: Beh io sono qui, se vuoi puoi sfogarti o potremmo vederci a casa tua..
Raechel: NO CASA MIA NO!
Sembrava sorpresa dalla mia proposta, però poi continuò:
Raechel: Scusami è che non ho voglia di tornare a casa, e poi abito lontano.
Io: Tranquilla, comunque puoi dirmi cos'hai?
Raechel: Ieri è tornato il mio ex..
Io: Oh..
Raechel: Vuole tornare con me..ma lui è così così..
Sospirò, si asciugò le lacrime e continuò:
Raechel: Violento.
Mi guardò negli occhi qualche istante poi tirò fuori un nuovo pacchetto di fazzoletti.
Io: Cosa vuole da te?
Raechel: Un figlio.
Io: Cosa intendi?
Raechel: Vuole "ricominciare."
La guardai e la abbracciai, aveva il peso di una bambina da crescere, il capo abusava di lei e poi..poi anche questo.
Io: Vuoi stare da me qualche giorno?
Raechel: Non posso..c'è mia sorella..lei va ancora all'asilo non può mica saltare.
Non riuscivo a trovare una soluzione o qualcosa che la confortasse poi però lei disse:
Raechel: Credo che per qualche giorno andrò a dormire da mia cugina, Martina.
Io: Martina?
La guardai sbalordita.
Raechel: La conosci?
Io: No no..
Non può sicuramente essere lei.
Raechel: Scusami Vale ma io dovrei andare a riprendere la mia sorellina..
Io: Ti accompagno?
Raechel: Assolutamente no!
La guardai offesa, lo avevo detto per confortarla e lei mi risponde così?
Raechel: È una bambina timida e di solito a fine giornata in auto mi racconta come è andata la giornata, un po' per sfogarsi..capisci?
Io: Si tranquilla.
Ci salutammo abbracciandoci.
Iniziai ad incamminarmi verso l'auto e presi il telefono per chiamare Simone:
Simo: Pronto..
Sembrava indaffarato, infatti si sentii una pentola cadere ed imprecò.
Io: Che stai facendo?
Simo: Cosa stavo facendo? Cucinando, o almeno ci provavo..
Io: Vengo io a darti una mano va..
Iniziammo a ridere ed io entrai in auto.
Io: Scusami ora vado in auto ci vediamo dopo.
Simo: A dopo, MERDA!
Sentii il rumore di qualcosa rompersi e lui chiuse la chiamata ancora prima che potessi chiedere spiegazioni.
Parcheggiai l'auto in garage e mi diressi verso casa.
Poi presi le chiavi dalla tasca della giacca ed aprii la porta.
Tolsi le scarpe e andai in cucina, vidi Simone per terra intento a prendere il vetro del defunto bicchiere.
E in tono ironico dissi:
Io: Hai bisogno di una mano?
Simo: Ce la faccio da solo.
Sembrava offeso, andai a vedere cosa c'era nella pentola.
Io: Spaghetti? Ancora?
Simo: No no, questi non sono solo spaghetti, questi sono gli spaghetti.
Io: Se..certo.
Mi guardò offeso poi mi mandò via dalla cucina perché doveva mettere l'ingrediente "segretissimo".
Nel frattempo andai verso camera nostra e aprii l'armadio in cerca del mio pigiama.
Era un pigiama largo e caldo, adatto per l'inverno, lo poggiai sul letto ed entrai nel bagno.
Iniziai a struccarmi e a togliere la mia collana preferita, era una semplice con un ciondolo a cuore regalatomi dai miei genitori, che tra l'altro non sentivo da un po'.
Misi il pigiama e chiamai mia mamma, siccome mio papà aveva deciso di non comprare un telefono, perché crede sia inutile.
Squillò per un bel po' poi rispose:
Mamma: Ehi Vale!
Sembrava contenta che l'avessi chiamata, ma anche un po' sorpresa.
Io: Ciao come va? Vi devo aggiornare un po'.
Mamma: Stanno ancora cercando chi ci ha derubati e da te? Come va?
Io: Mi dispiace, davvero. Non vi ho detto che ho lasciato il lavoro, non mi piaceva, ne sto cercando un altro.
Mamma: Bene ora passa alle notizie un po' più..carine.
Io: Se è questo che vuoi sentire il bambino sta bene, e mi sono trasferita da Simone.
Non sembrava sorpresa, però poi sentii la voce di Simone che mi chiamava urlando che era pronto.
Così salutai mia mamma, poi mio papà e scesi in salotto.
Io: Wow, hai già apparecchiato vedo.
Simo: Sei pronta a farmi i complimenti?
Non risposi, lui andò in cucina e portò due piatti con delle lasagne.
Io: Ma gli spaghetti?
Simo: Non fare domande e mangia.
Io: Ma che fine hanno fatto?
Simo: È un interrogatorio? Provale almeno, sono buonissime, le ho fatte io.
Le provai ed erano davvero buone, poi chiesi in tono accusatorio.
Io: Sono quelle in scatola che avevo preso io vero?
Non disse nulla e io scoppiai a ridere.
Io: Conosci un certo Luca?
Simo: Sì..perché?
Io: E una certa Charlie?
Simo: Sono quelli con cui faccio i video..perché?
Io: Oh, oggi li ho incontrati.
Continuammo a parlare finimmo le lasagne e lo aiutai a lavare i piatti e a mettere in ordine la cucina.
Andammo a letto a rifugiarci sotto le coperte.
Lui mi abbracciò da dietro mettendomi una mano sulla pancia.
Restammo lì così a lungo, fino a quando decise di prendere parola.
Simo: Come lo chiameremo..?
Io: Non saprei..
Simo: Che ne dici di..di Leo?
Io: Leonardo?
Simo: No, solo Leo.
Io: Mi piace..ma parliamone domani ora sono stanca.
Mi abbracciò ancora più forte e sottovoce disse:
Simo: Buona notte amore.
[Oggi un capitolo un po' più lungo rispetto al solito, avevo voglia di scrivere ahaha.
Stellinate ⭐️🌟 e commentate per favore, ciau❤️]
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