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Capitolo 9 - Pizza e Hot Dog

Mi piacerebbe portarti a cena fuori” quante volte hai sentito tua moglie lamentarsi perché non uscite mai a cena? Con The Fork puoi usufruire di uno sconto del 20%! Utilizza il codice THEFORK20"

-“Pff..”- guardo il messaggio e lo cestino in un attimo. Saranno sette, otto mesi che non esco a cena fuori, figuriamoci con mia ‘moglie'. Sorrido al pensiero di questo ennesimo scambio di persona, ed ecco che mi torna in mente Kenneth o forse dovrei dire James o forse ancora meglio signora Kenneth.

Mentre leggevo le sue mail, quand'ero in ospedale immaginavo una signora di una certa età, una nonnina premurosa che si occupava dei miei studenti trattantoli come nipotini. Quando ho visto le sue reali fattezze non riuscivo a credere ai miei occhi. Raramente rimanevo senza parole e quella fu una delle poche volte che effettivamente la mia bocca non riuscì a proferire parola.

Quand'ero vicino a lui, perdevo il controllo del mio corpo, delle mie emozioni e della mia parte razionale. Difficile da credere. . .
Se lo avessi raccontato a mia madre non ci avrebbe mai creduto.
Io che ero la parte razionale della famiglia, perdevo il controllo dinanzi ad un uomo, anzi uno sconosciuto, così dal nulla.

I miei genitori sono sempre stati degli spiriti liberi: ricordo che quand'ero piccola mi vergognavo del loro scambio di baci e di affetto davanti a tutti.
Ricordo che i miei compagni di scuola li indicavano chiamandoli "hippie", favendomi sentire diversa per questo. Desiderai spesso dei genitori normali, ma crescendo capii che questo li rendeva felici. Essere così liberi, vivere un giorno in una roulotte e il giorno dopo in un attico al quattordicesimo piano, con vasca idromassaggio in salone e tv da 50 pollici, per loro era libertà.
Avevano ereditato dai miei nonni una decina di appartamenti e altrettanti locali commerciali che permettevano loro di vivere di rendita, permettendogli di fare viaggi in tutto il mondo, di vivere alla giornata e di non preoccuparsi del lato economico della vita, dedicandosi così al lato spirituale. Pur essendo benestanti e possedendo alcuni tra gli appartamenti più lussuosi del centro non si tiravano indietro quando lo zio Steve li chiamava per aiutarlo in Bostwana, nel suo ospedale da campo; anzi erano contentissimi, adoravano aiutare gli altri, ammiravo in loro questo altruismo: la loro continua voglia di aiutare il prossimo, di regalare un sorriso, di giocare con i bambini ed insegnare loro mille stratagemmi contro lo zio Steve.
<<Così quando torneremo a casa, loro continueranno a farti i dispetti>> dicevano.
Qualche mese fa hanno deciso di girare per la Costa Est del paese su un camioncino per vendere hot dog. . . Mi hanno chiesto di raggiungerli e di lasciar perdere il lavoro, di "vivere la vita".
Mi hanno sempre supportato, pagando i miei studi, facendomi iscrivere alla migliore università, permettendomi di studiare senza dover neppure lavorare ed ero loro grata per questo, ma la loro vita così libertina non coincideva molto con le mie ambizioni e la mia passione per l'insegnamento. Erano fieri di me e non smettevano di ripetermelo, ma secondo loro meritavo una vita meno 'noiosa'. Di tanto in tanto li raggiungevo nei loro viaggi, allontanandomi anche da Marley, che non hanno mai sopportato.
Per loro la sua visione della vita era troppo patriarcale e con il passare del tempo non potetti che dare loro ragione.

Quando mi comunicarono di voler andare a Baltimora con il loro furgoncino a vendere Hot Dog, scoppiai in una risata infinita: mia madre che pur di non cucinare comprava le confezioni surgelate di pasta o di piatti pronti, di punto in bianco aveva deciso di vendere hot dog! <<Mamma sai che dovrai prepararli tu? Dovrai farcirli e cuocerli. .>> le dissi, ma sembrò ottinista all'idea. Erano passati tre mesi e il suo ottimismo si era trasformato in <<non immaginavo che per preparare gli hot dog ci volesse così tanto>> ma tutto sommato era soddisfatta e diceva di voler continuare con questa avventura.

Non avevo ancora detto ai miei di Marley. Immaginavo una ramanzina interminabile quindi decisi di posticipare quella rottura di palle e fare finta di niente, aspettando una loro chiamata per poter raccontare loro questa nuova convivenza 'forzata' .

Quel messaggio mi fece venire voglia di pizza.

Cosa pensate di questo muovo capitolo? Fatemelo sapere nei commenti, aspetto di leggere i vostri pareri!

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