Capitolo 2. - Lacrime e caffè
<<Come è possibile che in questi anni sia stato tanto stupido da immaginare la mia vita con te?>> disse Marley
<<Stupido?>> risposi <<forse hai solo ignorato la persona che avevi accanto, ignorato la sua voglia di fare, la sua passione e sopratutto i suoi desideri!>>
<<Ah i tuoi desideri. Sai il mio è quello di diventare un ricco miliardario.>>
<<Continui a pensare a te, alle tue cose, alla tua visione di 'famiglia' con una donna che è li pronta ad allacciarti le scarpe la mattina quando esci per andare a lavoro e a slacciartele la sera tornato a casa.>>
<<Signorina Dyle?>> la dottoressa venne verso di me, distogliendomi dall'ennesima conversazione a cui ripensavo a distanza di tempo.
<<Si, mi dica!>> Dio ti prego, fa che stia bene!
<<Dunque cadendo dalla barca, il suo fidanzato ha sbattuto la testa provocandogli una commozione celebrale, dobbiamo ancora stabilire se ci siano state ulteriori problematiche, per ora escludiamo possibili emorragie, ma attendiamo i risultati degli esami per escluderlo definitivamente. Ora si trova in coma farmacologico per precauzione a qualsiasi altro tipo di trauma causato dalla botta che ha avuto.>>
<<Si riprenderà?>>
<< Signorina è presto per dirlo, ad ogni modo il mio consiglio è di stargli accanto. Molti sostengono possano sentire e ragionare anche in queste situazioni.>>
Perchè ha tenuto il mio contatto tra le persone da contattare in caso di necessità se mi ha allontanato dalla sua vita?
(ENTRO NELLA SUA STANZA DOPO AVER INDOSSATO IL CAMICE, LA CUFFIA E LA MASCHERA PROTETTIVA)
Ehy, puoi sentirmi? La dottoressa dice di si, quindi provo a parlarti così magari ti svegli e tutto questo finisce subito, Ok? Sembro una stupida;
Ti parlo come fossi un ragazzino, in realtà potresti già essere papà.
Ti ricordi quando pensavamo fossi rimasta incinta? Siamo tornati dal compleanno di Tom ed eravamo ubriachi entrambi e non ricordavamo di aver messo il profilattico. È stato così angosciante, le cose tra noi non andavano più così bene, penso che fosse quello il motivo della nostra preoccupazione. Avrei voluto tanto essere mamma, ho immagianto tante volte di diventare la mamma dei tuoi bambini. .
Marley perchè non ci siamo più guardarti nello stesso modo? Al liceo tu appoggiavi le mie scelte ed io le tue. . . Ma ora basta, scusa non sono qui per accusarti. Vorrei poterti aiutare. (Guardarlo in queste condizioni mi fa venire le lacrime agli occhi, comincio a piangere)
<< Signorina, oh >> (mi volto e vedo l'infermiera)
<< mi dispiace averla disturbata, ma il Signor Kobbes deve subire un trattamento per cui la sua presenza non è consentita. Non appena avrò finito la informerò immediatamente così da poter rientrare. >>
Esco e il primo pensiero va a Marie, la madre di Marley chi l'avrà chiamata? Sarà stata informata dell'incidente? (Decido di chiamarla)
<< Pronto? Stacy?Pronto?>>
<<Mar. . Mar. .Marie, sono Stacy>>
<<Si, lo so mi è comparso il tuo nome sul display>>
<<volevo farti sapere che mi trovo in ospedale e. . .>>
<< Wow. . .non pensavo saresti tornata per questo>>
<<Marley è una persona importante, sono arrivata non appena ricevuta la chiamata, avevo paura che non ti avessero avvertita!>>
<<Si mi ha avvertito Camille>>
<<Oh, per fortuna, non avrei mai trovato le parole giuste per poterti comunicare una cosa del genere, è un bene che sia stata tua nipote a fartelo sapere.>>
<<Devo lasciarti, devo imbarcarmi, sto tornando da Caracas, spero di trovarti.>>
<<Certamente>>
<<Grazie Stacy, grazie.>>
Fu una notte lunga, tra caffè e passeggiate sù e giù per il corridoio; mi affacciai spesso da Marley senza però entrare, mi sentivo in colpa per avergli parlato di noi in un momento del genere, anche se forse nemmeno aveva ascoltato le mie parole la mia coscienza faceva pressione sul fatto che anche ora, in queste condizioni, non riuscivo a perdonarlo, non accettavo il fatto che mi avesse allontanato.
Vidi Camille entrare con Marie.
<<Stacy!>> Marie mi abbracciò fortissimo
<<Marie>> dissi stringendola a mia volta
<<Come sta? Lo possiamo vedere?>>
<<Si, è in fondo al corridoio>>
<<Ha mangiato? Cosa ha detto?>>
<<M. . Ma...Marie ti hanno detto cosa è successo?>>
<<No, mi ha chiamato il primo soccorso dicendomi che ero tra i contatti da dover chiamare in caso di necessità e di recarmi urgentemente qui, avevano solo i nostri recapiti telefonici, nessun'altro sà che siamo qui. Ho subito chiamato Camille chiedendole di prenotare il volo di ritorno mentre mi recavo in aereoporto, nessuno mi ha ancora detto nulla.>>
<<Un attimo ti porto dalla dottoressa che si è occupata di Marley>>
La accompagnai dalla dottoressa, assistetti al suo pianto e al suo dolore, cercai di starle vicino e di lasciarle anche un po di tempo da sola con il figlio; nel mentre cercavo di capire per quale motivo Marley avesse lasciato il mio recapito tra i primi contatti da chiamare in caso di emergenza.
◇Il terzo capitolo vi aspetta di seguito!
Mi piacerebbe lasciaste dei commenti, con il voateo parere o i vostri consigli, così da poter migliorare!◇
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