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Una notte con Alicia (storie di amori perduti e canzoni)

<<E va bene. È giusto che tu lo sappia. Pensavo di tenere tanta crudeltà soltanto per me, ma siccome si tratta di te farò un'eccezione. Gli ho dato buca.>>

Guardai Alicia e finii di bere la birra.

<<No! L'hai fatto sul serio?>>

Lei chiuse gli occhi, annuì con il capo e si strinse nelle spalle.

<<Già, l'ho fatto sul serio. L'asfissiante, brutto e impacciato Gregor. Bleah. Millie, non presentarmi all'appuntamento era il minimo che potessi fare. Voglio dire, è uno stalker. Ed è un maniaco. Per quanto ne so, è gente come lui che prima o poi finisce sulle prime pagine di un quotidiano dopo aver confessato un triplice omicidio. Hai presente qui tipi che sembrano innocui? Quelli che secondo le parole dei vicini di casa sono sempre dei ragazzi "tanto per bene." Ecco, Gregor potrebbe davvero essere uno di loro. Pensaci.>>

Rimasi immobile a fissare Alicia, per capire se stesse parlando sul serio.
Lei non fece una piega. Qualche attimo dopo scoppiamo a ridere di nuovo.

<<Quanto sei stupida!>> le dissi, scuotendo la testa.
<<Sai, dovresti dargli una chance. Dopotutto sembra un bravo ragazzo.>>

Lei chiuse ancora gli occhi, poi si passò una mano tra i lunghi capelli neri.

<<Millie, piuttosto che trascorrere una sola notte con quell'essere immondo preferirei restare celibe a vita. O come diavolo si dice. Avere dei gatti, o dei pesci rossi, o guardare qualche telenovela da casalinga disperata. Ecco, meglio disperatamente casalinga che con Gregor il manico. Oh, puoi giurarci.>>

Risi ancora e Alicia si alzò, infilò le mani nella tasche dei pantaloncini corti e bianchi che mettevano in risalto le sue gambe attraenti e abbronzate, e cominciò a ruotare su se stessa.

<<Che cosa stai facendo?>> le chiesi.
<<Ballo. Non vedi?>>
<<Balli?>>
<<Già. Come se ci fosse la musica. Questa è la canzone che vorrei sentir suonare al mio matrimonio. È bella, sai?>>
<<Qual è?>>
<<Non ricordo il titolo. È un po' triste. Parla di due persone che si sono lasciate>> disse, continuando a muoversi sotto le stelle, in una scena che mi sembrava tanto surreale quanto... poetica, in un certo senso.
<<E quieto queste due persone si amavano a si sono lasciate... e infatti la canzone è un duetto. Prima canta lui, raccontando ciò che prova>> continuò Alicia, senza smettere di muoversi di fronte a me <<e poi canta lei. Ognuno dei due racconta all'altro ciò che prova durante la separazione.>>
<<Sembra molto triste>> le risposi, curiosa.
<<Già, forse lo è. Lui... sai, lui le dice che i giorni senza di lei sono stati un inferno. Niente luce del giorno, camere di albergo piene di donne diverse ogni sera, whisky e droga... e poi aggiunge che tutto ciò che vorrebbe fare sarebbe riuscire a cambiare. Le
dice che ha messo via la sua fotografia perché non riesce a guardarla mentre è sdraiato accanto a un'altra.>>

Esitai. Provai un brivido.

Stava parlando di sé stessa, forse?

<<Poi incomincia a cantare lei. E sai, non è che la sua situazione sia migliore di quella di lui. Lei gli dice che lo ha aspettato per tanto tempo, che lo ha chiamato all'hotel, che è andata avanti con un cuore che la faceva soffrire e vino scadente per tanti giorni...gli dice che lo ha aspettato, che non ha avuto sue notizie per tre fottute notti. Gli dice che ha messo via la sua fotografia perché non riesce a guardarlo mentre dorme accanto a un altro.>>

Alicia si fermò per un attimo, smise di parlare e si sedette di nuovo accanto a me. Prese la birra e mandò giù ciò che rimaneva.

<<Alla fine, entrambi si ritrovano a dire che i giorni senza l'altro sono stati scuri e grigi. Promettono a vicenda che cambieranno, e si chiedono a vicenda di tornare a casa.>>

<<I Just called to say I love you" dicono alla fine, insieme <<come back home...>>

Guardai Alicia senza parlare. Adesso ero certa che stesse parlando di qualcosa che le doveva essere successo in passato.

<<Ho chiamato soltanto per dirti che ti amo. Torna a casa>> disse lei, ripetendo il verso della canzone.

<<Non è fottutamente romantico, e realistico, e triste e bellissimo al tempo stesso?>> chiese, guardandomi negli occhi.

<<Lo è>> le risposi. Sapevo che quello era stato il suo modo di aprirsi con me. Era bello. Ero contenta che lo avesse fatto. Avrei voluto dirle qualcosa di carino, perché questo è ciò che fanno le amiche quando c'è una difficoltà, no? Si danno conforto a vicenda. E invece non trovai nulla da dire.
<<Va bene, Millie, smettila di far fumare il cervello per trovare qualcosa di carino da dirmi. Ti voglio bene lo stesso. Non vincerai il Nobel come consolatrice di amiche dal passato triste, ma va bene così. Piuttosto, hai ancora lui in testa - e non solo in testa- non è vero?>>

Sorrisi, scossi la testa. Avrei voluto dire di no ma non ero certo brava a mentire.

<<Sì. È difficile non pensarci.>>

Alicia tirò fuori la lingua in segno di disgusto, e subito dopo il mio telefono squillò. Era un sms e sul display c'era scritto "Jaydon."

<<È stato bellissimo stasera.>>

<<È lui?>> domandò.
<<Già.>>
<<E che cosa dice?>>
<<Dice che è stato bellissimo stasera.>>

Alicia alzò gli occhi al cielo, scosse la testa e poi mi guardò.

<<Avanti!>> esclamò <<fai qualcosa. Potrebbe essere la tua occasione, sciocca. Dai, digli qualcosa.>>

Esitai. Da un lato avrei voluto scrivergli che anche per me era stato bellissimo. Dall'altro, però, sapevo di aver bisogno di spiegazioni da parte sua.

<<E va bene>> disse ancora Alicia <<sei innamorata persa e vorresti andare a letto con lui tra meno di un secondo e poi sposarti e mettere al mondo dieci figli, ma al tempo stesso pensi che sia un grande stronzo perché è sparito nel cuore della notte. Ho ragione?>>

Spalancai la bocca, poi gli occhi, poi mi arresi.

<<Sì>> risposi, incapace di aggiungere altro.

<<Dammi. Ci penso io.>>

Mi fidavo di lei. Forse perché conosceva Jaydon più di me, forse perché semplicemente riuscivo a vedere oltre i suoi occhi la persona incredibile che era.

Alicia scrisse qualcosa in fretta, poi premette invio e il messaggio partì senza che lo avessi letto.

<<No, no, no, lo hai mandato davvero? Almeno potevi far...>>
<<Shh>> rispose, appoggiando l'indice contro le labbra.

Si alzò, cominciò a cantare sottovoce e mi resi conto che era la canzone di cui mi stava parlando prima.

<<Se solo ricordassi il titolo di quel brano...>> disse, mentre afferravo il telefono per leggere il messaggio che aveva inviato a Jaydon.

Prima che riuscissi a farlo, però, accadde qualcosa.

Dal vecchio Jukebox all'ingresso del Burgers' Tyrant partì all'improvviso una canzone.

Era un pezzo lento, dall'andamento country.

<<Picture>> disse una voce proveniente da dietro il jukebox.

Entrambe ci voltammo per scoprire chi fosse, stupite di non essere sole.

<<La canzone, quella che vorresti al tuo matrimonio. Si chiama così.>>

Era Gregor.

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]

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