Un invito inatteso
<<Alicia! Alicia! Ti stavo aspettando, sai?>>
Fu così che conobbi Gregor.
<<Oh, non mi presenti i tuoi compagni di nuotata?>>
Alicia si voltò verso di me e verso Jaydon, poi scosse la testa sconsolata.
<<Ah, no. Conosco già lui>> disse Gregor <<ma non ho mai visto lei. Chiunque tu sia, io sono Gregor, e sarebbe bello se Alicia ti avesse parlato di me.>>
Esitai, mentre l'aria si schiantava contro il mio corpo bagnato e mi faceva sentire freddo.
<<Mi chiamo Millie. E Alicia... uh, sì, ecco. Lei mi ha parlato di te...>>
<<Ah davvero?>>
Sentii il gomito di Alicia scivolare rapido contro il mio stomaco.
<<Ah!>> esclamai, per il colpo e anche per la sorpresa.
<<Va tutto bene?>> chiese Gregor avvicinandosi a me di un passo.
Feci un passo indietro, poi spostai gli occhi su Jaydon. Non era interessato alla conversazione con Gregor. Si stava allontanando in direzione di Betty.
Sospirai.
Che cosa credevi, Millie? Quanto sei stupida.
<<Allora, bellezze!>> esclamò Gregor <<posso offrirvi un gelato?>>
Guardai Alicia e lei si guardò intorno come per cercare una via di fuga.
<<E dai, che cosa state aspettando a dire di sì? Eh? Prometto che sarò buono con voi.>>
<<Gregor, tu sei tanto un caro ragazzo, dico sul serio>> rispose Alicia in un tono insolitamente gentile <<ma devi capire che c'è una cosa che ti renderebbe perfetto. Si chiama SILENZIO. Ecco, potresti smettere di parlare e restare così, immobile ad osservare l'oceano. Non credi che sarebbe tanto tanto tanto romantico?>>
Gregor socchiuse le labbra e rivolse gli occhi all'acqua alle nostre spalle.
<<Credi davvero che lo sarebbe?>> domandò, e mi sembrò davvero curioso di conoscere la risposta.
Intanto Jaydon aveva raggiunto Betty. Avevo paura di continuare ad osservarlo.
<<Oh, sì, Greg. Saresti il ragazzo più dolce di tutta Portway. E allora potrei anche pensare di non cambiare strada ogni volta che ti dovessi scorgere a un paio di miglia da me.>>
<<E va bene. Hai finito di comportarti da stronza? Ah, già, tu sei una stronza, Alicia. Ma questo gelato vorrei offrirvelo lo stresso. Allora? Andiamo? Sto per prendere un colpo di sole qui.>>
Alicia scosse la testa, sbuffò, mi guardò e poi guardò verso Jaydon.
<<Millie? Tu che cosa dici?>>
<<Per me va bene>> risposi.
Tanto Jaydon era lontano, già.
Lontanissimo.
Ci avviammo così insieme verso una delle tante piccole tavole calde all'aperto che si trovavano a ridosso di ogni lido.
Gregor comprò tre gelati e li portò al nostro tavolo. Per la prima volta da quando l'avevo conosciuto mi soffermai ad osservare il suo aspetto. Non era molto alto ed ero certa che non fosse dedito a una qualsiasi attività sportiva. Sotto la maglietta sudata e sporca sporgeva una certa pancetta che sembrava solida e consistente. I suoi capelli erano mossi, piuttosto lunghi e spettinati, e rossi. Anche la barba, incolta, trascurata e disordinata era rossa. Aveva anche una sorta di problema al naso, una specie di tic nervoso. Allargava e restringeva spesso la narice destra. I suoi occhi erano molto belli, però. Azzurri come il mare, trasparenti. Aveva la faccia del tipo bravo ragazzo molto ma molto ma molto nerd.
<<Ecco a voi>> disse, passandoci le coppette di gelato.
<<Oh, frutta mista! Il mio preferito, Greg! Certo, avresti potuto anche trovare qualcosa di più grande, eh.>>
Sorrisi e questa volta fui io a tirare una gomitata ad Alicia.
<<Amore della mia vita, te ne comprerò quanti ne vorrai. Da qui all'eternità>> rispose Gregor con un tono incredibilmente melenso.
<<Ti prego, Greg. Millie non ti conosce ancora. Non sai che sei un cretino. Potresti ancora avere una possibilità di sembrare normale ai suoi occhi. Capisci?>>
<<Ma sì, Greg sembra un bravo ragazzo, Alicia>> le dissi, ridendo.
In parte pensavo a Jaydon, ma in parte no. Ed era una sensazione strana. Ero infastidita dal fatto che si fosse allontanato da noi senza dire nulla per raggiungere Betty, eppure al tempo stesso... mi piaceva vivere quel momento. Avrei reagito così, tempo fa?
<<E allora, Alicia, quando la smetterai di dire cattiverie sul mio conto, potrai raccontarci quanto sia bello essere tornata finalmente single. Era da una vita che aspettavo questo giorno. Mi credi?>>
D'un tratto ricordai che avevo conosciuto Alicia proprio mentre liquidava al telefono il suo ex ragazzo, quel tale Clark- pieno -di - boria.
<<Gregor>> disse lei, seccata <<devo dirtelo ancora? Tra me e te non succederà mai nulla. E con nulla intendo nulla, zero, il vuoto, l'ecatombe, l'apocalisse, i Maya, Nostradamus, il Big Bang e la pace dei sensi. Capisci? Non è difficile, non è vero?>>
Gregor affogò le labbra nel gelato e per un po' rimase in silenzio. Io guardai Alicia. I suoi occhi neri e vispi erano sempre gli stessi, ma c'era una luce dietro, in profondità, che mi sembrava di scorgere soltanto adesso.
<<Stasera, Alicia. Stasera alle nove. Pizza e poi cinema. È uscito quel film sulla sulla seconda guerra mondiale. Sarà bello, dicono. Ti prego. Prometto che non cercherò di baciarti. O di fare altro.>>
<<Altro? Eh?>> chiese Alicia, sgranando gli occhi.
<<Sì, tipo non so. Sai, ecco. Cercare un contatto fisico, o...>>
<<Gregor, non voglio vomitare il gelato prima ancora di finirlo. Ti prego. Sii clemente.>>
Risi come una cretina.
Li adoravo.
Entrambi.
E continuava a funzionare. Era chiaro, ormai. Jaydon era irraggiungibile. E avrei voluto parlare ancora di lui con Alicia, ma non finché Gregor fosse rimasto con noi.
<<Questa sera non lavori, Ali. Conosco tutti i tuoi orari. Tutti i turni. Li ho studiati. Ti ho studiata. Merito un premio, lo sai anche tu.>>
<<Sì, razza di maniaco. Meriti una bella denuncia per stalking. E il carcere. E tanti simpatici compagni di cella. Ecco il premio.>>
Risi ancora e ancora più forte.
<<Ehi ehi ehi, Millie, non fa ridere. Non fa affatto ridere!>> esclamò Alicia e poi scoppiò a ridere anche lei. Gregor fece lo stesso.
Mezz'ora dopo eravamo di nuovo in spiaggia. Gregor si era ormai incollato a noi e aveva continuato ad invitare inutilmente Alicia al cinema per quella sera. Aveva cercato di convincerla senza concederle una tregua, e ogni volta aveva ricevuto un rifiuto netto.
Ci stendemmo sugli asciugamani che avevamo lasciato quando eravamo arrivati, e Gregor si sdraiò sul suo portandolo accanto ai nostri.
Quello di Jaydon non c'era più.
Jaydon non c'era più.
Mi sdraiai, chiusi gli occhi. Lasciai che quel sole caldo del primo pomeriggio scivolasse su di me.
Voglio pensare a tutto, ma non a lui. Non ne vale la pena, Millie.
Ti ha fatto battere il cuore, però. Non lo hai immaginato. La sua mano era sulla tua schiena. Il suo respiro era sul tuo collo.
No, non Jaydon. Non ha senso. Non ne vale la pena.
<<Questo film vincerà l'Oscar, Alicia. Ma che cosa dico, uno. Ne vincerà dieci, quindici! Li vincerà tutti! Guarda che sarà... >>
<<E va bene, Gregor. Ci sto. Verrò al cinema con te. Naturalmente scordati la pizza. Ci troviamo di fronte all'ingresso, però. E a una sola condizione.>>
<<Quale?>> gridò lui, alzandosi di scatto e attirando gli sguardi di tutti i nostri vicini su di sé.
<<Che Millie venga con noi.>>
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