Sei anni prima - JAYDON'S POV
Portway, East Bay, sei anni prima.
<<Sei perso, ragazzo. Sei perso davvero.>>
Jaydon lo ascoltava ma non lo guardava. Harold Cogan fissava il tavolo davanti al quale erano seduti. Giocava con un paio di monete. Le faceva girare su se stesse, come delle trottole. La sua espressione era seria e compassata. Non lasciava trasparire né pensieri né emozioni. Jaydon, invece, lasciava trasparire entrambe le cose. Strano, perché non era abituato a sentirsi tanto nudo, soprattutto di fronte agli altri. Harold Cogan era il boss di Portway e in realtà di chissà quante altre cittadine come quella, costruite poco alla volta su legno vecchio e divenute poi gradualmente meta di vacanza per un numero sempre maggiore di persone.
<<Sei perso come è giusto che sia per un ragazzo che si trova nella tua condizione. Quello che è successo a te, Jaydon... avrebbe devastato chiunque. E tu sei qui a chiedermi un lavoro. Avresti potuto rivolgerti a chiunque, giù in città. Ma presumo che i nostri gentili concittadini abbiano, come dire... un po' di timore, di te, eh?>>
Harold strizzò l'occhio e Jaydon tornò a vivere ciò che era successo qualche giorno prima al pub del vecchio Joe. Aveva bevuto, aveva perso il controllo. Aveva incominciato a menare le mani. Il locale era stato distrutto, le persone che si erano scontrate con lui avevano avuto la peggio. A salvarlo dalla polizia era stato proprio lui, Harold Cogan. Per qualche ragione, quel ragazzo con il fuoco nello sguardo gli aveva ispirato una strana e familiare sensazione di tenerezza. Lui stesso, tornando a casa dopo aver scambiato qualche parola con Jaydon, si era stupito della propria reazione così compassionevole. Certo, aveva dovuto riconoscere che era dotato di talento.
Qualche giorno dopo, Jaydon aveva chiesto di lui e così si erano trovati laggiù, a Orange Bay, a bere un paio di birre ghiacciate con vista sull'oceano.
<<Ho soltanto bisogno di trovare il mio posto, signor Cogan.>>
<<E credi che il tuo posto sia con me?>>
Jaydon aveva alzato lo sguardo e poi si era stretto nelle spalle.
<<Non mi resta molto altro. A dire il vero, non mi resta nulla.>>
Harold l'aveva guardato a lungo negli occhi, poi aveva annuito con la testa, lentamente.
<<Tu sai di che cosa mi occupo, ragazzino?>>
<<Beh, lo so come lo sanno tutti. Quindi no, non lo so. Giusto?>>
Harold era scoppiato in una risata fragorosa e improvvisa. Jaydon l'aveva scrutato con attenzione. Era un uomo alto e robusto, sulla sessantina. Aveva pochi capelli grigi pettinati all'indietro e il pizzetto, anch'esso grigio. Era elegante, molto elegante. E aveva un profumo che a lui era sembrato troppo intenso, troppo forte. Portava una catena d'oro al collo, con un crocifisso appeso. Ed era molto abbronzato.
<<Tu mi piaci, ragazzo. E sono molto amareggiato per ciò che è successo a tua madre. Non la conoscevo. La droga... beh, sappiamo tutti come vadano a finire certe storie. Dimmi, posso fidarmi di te?>>
Jaydon non aveva risposto immediatamente. L'aveva guardato negli occhi a lungo prima di parlare.
<<Pensa che la mia risposta potrebbe modificare in qualche modo ciò che pensa di me, signor Cogan?>>
Harold aveva riso ancora. Aveva poi estratto dal taschino della giacca grigia un portasigari argentato. Aveva preso un sigaro e ne aveva offerto uno a Jaydon, che aveva rifiutato.
<<Tu mi piaci molto, Jaydon. Sei uno stronzo con le palle. Sai, non se ne trovano tanti così, in giro. Beh, credo che potresti essermi davvero molto utile.>>
Ed ecco come era nato il loro rapporto. Si era trattato di lavoro per molto, moltissimo tempo. Gradualmente, però, e senza che nessuno dei due avesse potuto evitarlo, quella conoscenza si era trasformata in qualcosa di diverso e di più intenso, più profondo.
<<Avrai il lavoro. Naturalmente questo significa molto di più. Non è semplice essere a capo di una realtà come questa, Jaydon.>>
Harold aveva parlato in modo lento, scandendo ogni singola sillaba. Jaydon l'aveva guardato negli occhi e aveva sentito l'adrenalina crescere dentro di sé, assieme alla tensione. Gli tremavano le mani ma aveva sperato che lui non se ne fosse accorto.
<<Sono abitato a prendermi tutto. Sempre e ovunque. Da sempre. E questo non cambierà. Potrebbe essere molto pericoloso. Anzi, sarà indubbiamente molto pericolo lavorare per me. Assorbirà tutte le tue energie. In cambio, avrai la certezza di far parte di una famiglia nuova. Troverai tutto ciò di cui hai bisogno. Ma non sono concessi errori. Puoi capirlo?>>
<<Sì. Posso capirlo.>>
<<Sai, da queste parti diciamo che vincere alla lotteria è più facile che perdonare. La cosa buffa è che io... beh, lo penso davvero.>>
Jaydon aveva annuito con la testa. Harold gli aveva offerto la mano e lui l'aveva stretta.
<<Ti aspetto domani giù a Orange Bay. Vieni da me alle sette. Avrai il tuo primo incarico.>>
<<Ci sarò>> aveva detto Jaydon.
Poi il sole si era preparato a tramontare.
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