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Qualcosa di selvaggio

L'acqua salata bruciava sulle mie ferite alle ginocchia. Mi ero fatta male anche a un braccio, e riuscivo a malapena a muoverlo.

<<Ma non è niente, vedrai. Ti passerà presto>> disse Jaydon, continuando a versare acqua sulle mie ginocchia.

Eravamo seduti a riva. Io ero sdraiata, a dire il vero. Alicia era in ginocchio di fronte a me e mi guardava con un'aria che era a metà tra l'essere perplessa e l'essere disgustata.

Ma Jaydon. No, lui no. Lui sembrava... lontano, dopotutto. Anche se era accanto a me, anche se le sue mani stavano toccando il mio corpo.

<<Grazie, Jaydon>> dissi, scuotendo la testa, <<non so come abbia fatto a non accorgermi di quella curva e...>>
<<Non importa, Millie. Non ti preoccupare. È andato tutto bene. Forse non sarai una grande ciclistica, ma per il resto poteva andare molto peggio.>>
<<Già. Potevi essere investita, lo sai, schiappa? Potevi essere schiacciata e diventare, non so, qualcosa come carne in scatola. Si può sapere che cosa ti passa in quella testa di...>>
<<Falla finita, Alicia>> disse Jaydon tirandole acqua negli occhi <<può succedere. E può succedere a chiunque, compresa te, che fai tanto la super donna.>>

Alicia si alzò mostrando un fisico che era ancora più incredibile di quanto non mi fosse sembrato poco prima.

<<Senti, coso. Prima di tutto non devi credere di essere libero di rivolgermi la parola. E in secondo luogo, qualora tu dovessi malauguratamente farlo, sei tenuto a utilizzare un linguaggio che sia all'altezza della sottoscritta. Anche perché se non fosse per me oggi non saresti qui. Saresti a lucidare la barca di qualche riccone giù a Southern Beach. E quindi adesso alzati in piedi, chiedimi scusa e poi ringraziami, bello.>>

Scoppiai a ridere divertita, e per la prima volta dimenticai il dolore e soprattutto la figura indecente che avevo fatto. Anche Jaydon rise, poi però le tirò dell'altra acqua negli occhi, prendendosi uno schiaffo come risposta.

Io abbassai la testa mentre loro due incominciarono a rincorrersi sulla spiaggia di fronte a me, come due ragazzini.

Avrei voluto chiudere gli occhi per qualche secondo, e invece rimasi immobile a guardalo. Perché avrei potuto dire qualunque cosa, tranne che non fosse bello come il sole. Il suo fisico era asciutto, atletico, attraente. Perfetto ma senza esagerare. Non era il fisico che si contribuisce in una palestra. Nella mia adolescenza da ricca Millie di quartiere avevo avuto modo di frequentarne diverse. Per un periodo ero riuscita addirittura a lavorare benissimo sui miei addominali, ma era stato più che altro per accontentare i desideri di mia madre Katherine. E Jaydon aveva un fisico incredibilmente attraente ma non fasullo. C'era qualcosa di primordiale in lui. Avrei detto addirittura qualcosa di selvaggio.

Come ciò che stai provando guardandolo. Non è vero? Smettila di negarlo, o anche solo di provare a negarlo. Non è innamoramento da ragazzina. Non è come con Clark. Adesso lo guardi e lo stai proprio desiderando, Millie. Forse, e dico forse, potrebbe essere tutto molto meno grande del grande amore che hai sempre sognato. Forse potrebbe essere quello che per anni è stato per le tue compagne di corso al liceo. Divertimento e basta. Perché no? Non ti piacerebbe se fosse così?

<<Dai, Millie!>>

Era Alicia. Per fortuna mi allontanò da quei pensieri, perché si stavano perdendo su sentieri troppo ripidi, e non riuscivo a gestirli.

<<Vieni, facciamo il bagno! Che cosa stai aspettando? L'illuminazione? O stai pensando di iscriverti a un corso di pedalata avanzata?>>

Scossi la testa, sorrisi ancora. Provai ad allontanare le immagini che si stavano creando nella mia testa, perché mi rendevo conto che stavo lavorando troppo con la fantasia.

Un attimo dopo, gli addominali di Jaydon erano a un centimetro dalle mie labbra.

<<Santo cielo>> pensai. <<Ci sto provando. Ci stavo provando. È uno scherzo. Deve essere uno scherzo.>>

Poi lui si inginocchiò e allora i suoi capelli neri, i suoi occhi verdi, le sue labbra rosse e carnose... tutto, di lui, invase ogni mio senso, anestetizzando il resto del mondo.

Annullandolo.

<<Te la senti?>> mi chiese con un tono caldo, parlando piano, quasi sottovoce. Quasi come se quel dialogo fosse soltanto tra me e lui.

E allora i miei occhi scivolarono lungo le sue spalle abbronzate, sui muscoli delle sue braccia, sui suoi pettorali così ben definiti, che per qualche ragione che non conoscevo  mi trasmettevano calma ed eccitazione al tempo stesso.

<<Sì, Jaydon>> risposi <<me la sento.>>

Allora lui annuì, mi sorrise e mi porse entrambe le mani. Gliele strinsi e mi sentii sollevare.

E fu come scivolare su un pendio dolce, rosso, caldo, anche se non stavo cadendo ma mi stavo alzando.

Senza preavviso portò il suo braccio attorno alla mia vita e insieme raggiungemmo Alicia sulla riva.

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