La risposta di Jaydon - Fuori dal sole (JAYDON'S POV)
<<Non ti amo più, Betty.>>
Forse era vero. Forse, invece, lo era soltanto in parte. Una parte grande e prevaricante, naturalmente. Ma era possibile smettere di amare qualcuno per cui si era provato davvero qualcosa? Jaydon se lo chiedeva mentre guardava le prime lacrime formarsi sugli occhi di Betty. Se lo chiedeva mentre pensava a Millie. E la sua risposta era stata sincera, certo, ma nascondeva anche frammenti di un'altra verità. C'era un posto che avrebbe voluto fingere non esistesse. Era un luogo che si stagliava sotto un'ombra creata dalla fine dell'estate, lontano dal sole. Laggiù anche Millie era lontana. Che cosa sarebbe successo dopo? Quando fosse giunto poi settembre?
Stava lasciando andare un amore per viverne uno che con tutta probabilità, di lì a poco, sarebbe stato destinato a finire. Era stupido, forse. Eppure sentiva di non poter fare nulla di diverso.
Betty si alzò dal muretto. Guardò Jaydon, scosse lentamente la testa.
<<Che cosa ti mancava con me?>> gli chiese, con un tono di voce spento, lontano.
<<Nulla, Betty. Non mi mancava nulla.>>
Nessuno dei due parlò ancora. E Betty, anche lei probabilmente sapeva, aveva intuito che ci fosse qualcosa di ormai logoro tra di loro. Era pronta a lasciarsi tutto alle spalle? Non aveva una risposta.
<<Vorrei chiederti scusa, Betty. Perché mi sono comportato come non avresti mai meritato. Non avrei voluto farti soffrire, e non...>>
<<Risparmia queste stronzate. Risparmiale per la prossima che le dovrà ascoltare. Perché quelli come te non cambiano, non cambieranno mai. Soltanto che non credevo sarebbe davvero successo. Speravo... ho sperato fino alla fine che tu fossi diverso. Ma... Che illusa. Che stupida.>>
Jaydon annuì. Non c'era altro da dire, non c'era davvero più nulla. C'era Betty che si alzava e gli dava le spalle. Faceva due o tre passi, poi si fermava e gli sembrava bellissima e triste e delusa. Non gli arrivava la rabbia che provava, ma gli arrivava qualcos'altro. Qualcosa che lo faceva sentire ancora peggio, se possibile. Amarezza. In dosi massicce.
Jaydon fu sul punto di alzarsi per andarsene, quando lei si fermò. Si voltò verso di lui e gli si avvicinò.
<<Ci sei andato a letto?>>
Lui non rispose.
<<Jaydon, ci sei andato a letto? Mentre stavi con me?>>
Si guardarono per un istante che a entrambi sembrò eterno.
Betty sorrise, perché in quel silenzio c'erano tutte le risposte che le parole non riuscivano a comunicare.
E c'era il sole che si spegneva. C'era la prima volta in cui loro due si erano scambiati un sorriso e quell'altra volta in cui si erano resi conto che forse si sarebbero potuti promettere più di una semplice avventura. Avevano messo insieme due anime, esistenze che erano agli antipodi e avevano cercato di costruire qualcosa di grande. E poi...
(E poi Millie, oh, Millie e i suoi occhi. Quegli occhi. Quelle mani.)
E poi il castello era crollato, rivelandosi così incredibilmente fragile quella mattina, sulla banchina che si affacciava sull'oceano a ridosso di East Bay.
Betty si morsicò il labbro inferiore. Si asciugò le lacrime con il palmo della mano. Sentì il sapore del sale e quello della rabbia. Fu triste e fu doloroso. Fu diverso da come si aspettava. Lei, che non era mai stata lasciata da nessuno. Lei, la regina delle fottute cheerleaders di Portway e sì, lei che dalla vita aveva sempre avuto (o creduto di poter avere?) tutto.
(Creduto, Betty, creduto, e lo sai.)
Guardò Jaydon per l'ultima volta. Lui spostò gli occhi. C'erano sensazioni che nemmeno la sua forza era in grado di reggere, e adesso lo aveva scoperto.
<<Betty, non volevo che finisse così. So che non conta niente. So che...>> si fermò, esitò, poi riprese <<non lo volevo davvero.>>
<<Vaffanculo, Jaydon. Vaffanculo.>>
Si voltò, cercando di non pensare a quanto le gambe le tremassero.
Si voltò e, di fronte a sé, trovò Millie.
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