Con Jaydon (corpi che si sfiorano)
L'acqua era calda, calma. Il cielo azzurro sopra di noi, senza una nuvola. Si era creato un irreale silenzio da quando Alicia aveva raggiunto quel Gregor. Non eravamo soli, naturalmente. Oltre a me e Jaydon c'erano diverse altre persone, ma la sensazione più forte che provavo era... era quella. Come se fossi da sola con lui.
<<È bello qui>> disse, avvicinandosi a me camminando sulla sabbia e smuovendo l'acqua con le mani.
Era vero. Il posto era incredibile. Ma non sarebbe stato lo stesso senza il suo respiro a così poca distanza dal mio collo.
Perché sei così vicino adesso? Non è proprio normale. Certo che sei uno schianto. Ma che cosa dovrei fare adesso io?
Cercavo di non pensare e naturalmente non vi riuscivo.
E Betty, allora?
Volevo lui. Era chiaro come il sole che lo volevo, che lo desideravo, eppure al tempo stesso avevo paura. Non di averlo così vicino, ma del dubbio. Dell'incertezza. Che cosa avrei dovuto fare? Che cosa vero dovuto dirgli? Che cosa sarebbe...
L'attimo successivo i suoi occhi erano incollati ai miei. Dentro, incastrati in modo perfetto. E le nostre parole erano svanite nel nulla. Mi guardava e sembrava che volesse di più. Non potevo saperlo, eppure lo sentivo. Riuscivo a sentire quel momento, ed era qualcosa che partiva dalla mia pancia. Una vibrazione che mi faceva tremare. Una scossa forte, intensa, che esplodeva nel mio corpo e mi lasciava poi vuota, in attesa di qualcosa.
Poi la sua mano strinse la mia, senza chiedere il permesso. Le sue dita forti abbracciavano le mie e mi trasmettevano un'incredibile sensazione di sicurezza, di tranquillità.
<<Non lo stavi facendo bene, Millie.>>
Lo guardai senza riuscire a controllare le emozioni.
Non potevo specchiarmi ma ero certa di essere rossa come il fuoco.
<<La morta a galla. Dai, riproviamo insieme. Ti faccio vedere.>>
Esitai. Abbassai gli occhi e finii involontariamente a fissare il suo costume a boxer.
Millie, che diavolo stai facendo? Eh? Millie??
<<Sì, ma pensavo che fosse quello il modo giusto per...>>
<<No>>, mi interruppe lui <<guarda.>>
Si avvicinò ancora di più a me. Il suo corpo toccava il mio sotto quell'acqua calda e straordinaria, e mi faceva impazzire. Ero già fuori controllo, potevo soltanto continuare a cadere in picchiata.
<<Ecco, aspetta>> disse, poi appoggiò una mano contro la mia schiena. Le sue dita si posarono tra la mia pelle bagnata e il pezzo sopra del mio costume.
Ed era così eccitante. Stava succedendo davvero?
<<Adesso segui la mia mano, Millie. Così, brava. Lasciati andare all'indietro. Non cadrai, perché sarò qui a tenerti.>>
Obbedii. Mi piegai all'indietro. Lasciai che le mie gambe cedessero, poi le feci risalire verso la superficie e al tempo stesso continuai a scivolare nella direzione opposta, con gli occhi puntati prima sull'orizzonte e poi contro il cielo. E continuavo a sentire la sua mano forte sotto la mia schiena. Poi sentii le sue ginocchia che premevano contro la parte posteriore delle mie gambe. Era dietro di me ed era così vicino. Sentivo il suo respiro sul mio collo ed era una sensazione difficile da descrivere.
<<Così, Millie. Cosi. Stai andando alla grande. Brava.>>
Era bello. E senza rendermene conto, mi ritrovai a guardare il cielo, con lui accanto a me, a galleggiare nel cuore dell'oceano.
Non mi disse più nulla ed io feci lo stesso. Fu una sensazione strana, difficile da descrivere. Ma era... era perfetto. Era perfetto così.
Ecco com'era con Jaydon.
Non c'era bisogno di parole, con lui. La vita ci scivolava addosso, come il tempo. E non avevamo bisogno di nient'altro. Ancora non potevo saperlo, naturalmente, perché lo conoscevo da un giorno appena.
Eppure c'era già quella sensazione dentro di me. Sentivo che il mondo intero era differente se lui era nei paraggi. Sentivo che io ero differente.
<<Mi piace restare qui con te>> gli dissi, strabiliata da quel coraggio che avevo trovato.
Lui si avvicinò di più a me. La sua spalla toccò la mia. I suoi piedi sfiorarono i miei. E poi...
<<...e poi si capisce il valore dell'amicizia dalle piccole cose, eh? È stato bello essere aiutata da voi, dico sul serio! Grazie per avermi tratta in salvo da Gregor- il- re- dei- subdoli. Sì, bravissimi, continuate a galleggiare come due angurie in mezzo all'oceano, tanto che cosa volete che sia? Ho soltanto dovuto schivare dieci attacchi consecutivi alle mie tette! Vi odio. È chiaro? Conoscete il significato del verbo "odiare"? Eh? Grazie, ragazzi, grazie di cuore!>>
Cademmo insieme e un po' d'acqua mi entrò in bocca. Tossii, mentre Jaydon accanto a me rideva come un pazzo.
<<Dieci attacchi alle tue tette? E quali sarebbero le tue tette, Alicia?>>
Alicia sgranò gli occhi e poi lo fulminò con lo sguardo.
<<Saranno piccole ma sono fottutamente sode, razza di ebete! Vai, vai, continua ad esercitarti con il galleggiamento! Quella è la tua utilità nel mondo, Jaydon. Hai la stessa importanza di un tappo di sughero, in pratica. Riesci a capirlo?>>
Jaydon tirò un calcio all'acqua bagnandole gli occhi e lei imprecò in tanti modi differenti, quasi in modo compulsivo.
Io ero combattuta, perché da un lato mi era impossible trattenere le risate e dall'altro non riuscivo a smettere di pensare alla mano di Jaydon sulla mia schiena, alle sue ginocchia che spingevano contro le mie gambe, ai nostri respiri che erano così vicini. E a quanto era stato bello restare insieme da soli anche se per pochi minuti appena.
<<Millie? Hai gli occhi fulminati. Sembra quasi che tu stia pensando a qualcosa di osceno. È così, non è vero? Sapevo che c'era da stare attente a quelle come te. Eh-eh-eh.>>
Avrei voluto sprofondare. Svanire dall'oceano, spiccare un balzo e catapultarmi a Washington, nella mia bella stanzetta al riparo dal mondo.
Sì, due giorni prima lo avrei desiderato, se mi fossi ritrovata in una circostanza simile. Ma adesso...
Scoppia a ridere. Le lanciai acqua addosso anche io, imitando Jaydon.
<<Porca di quella puttana!>> esclamò Alicia, e mi venne da ridere ancora di più.
Era tutto così incredibile. Avrei voluto che il tempo smettesse di correre.
<<Dai, torniamo sulla spiaggia. Abbiamo del sole da prendere, se non l'avete capito>> blaterò Alicia allontanandosi da noi.
Così ci avviammo verso la riva, ma quando fummo abbastanza vicini ci fermammo.
Lei si fermò, a dire il vero.
<<Oh, no. Quel lurido essere deplorevole. Gregor. No, vi prego. Lui ci sta aspettando. Lo capite? Ci sta... ma che dico, mi sta aspettando. Oh, cielo. Ma che cosa ho fatto di male? Vendo zucchero filato al Luna Park. Del fottutissimo zucchero filato. Perché meriterei questo? Eh? Eh? Vi prego, dovete...>>
Ma non era il solo ad aspettarci. Dietro di lui, ad alcuni metri di distanza, in piedi accanto ad un'imbarcazione dei bagnini, la vidi.
La ragazza che la sera precedente aveva baciato Jaydon.
La sua ragazza.
Betty.
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