Sapevo benissimo che lasciar andare Alicia sarebbe stato il momento per me più difficile; forse peggio ancora di quando avevo salutato Jaydon la notte precedente. Se con lui mi ero resa conto di che cosa significasse provare qualcosa per qualcuno, con lei avevo capito che un'amicizia reale poteva nascere all'improvviso e lasciare un solco in profondità per chissà quanto tempo.

Per sempre, magari. Una voce mi sussurrava che sarebbe stato così.

<<Va bene, dai, facciamola finita, Mills. Abbracciami.>>

Me lo disse sorridendo. La guardai ancora una volta. I suoi lineamenti bellissimi; i suoi capelli neri che scivolavano oltre le spalle piccole ma che nascondevano una forza gigantesca -una montagna che durante tutti quegli anni lei era riuscita a portare con umiltà e sacrificio.

Ci stringemmo l'una all'altra.

<<Mi mancherai Alicia. Dico sul serio.>>

E pronunciare quelle poche parole fu come prendere un pugno in pieno stomaco.

Perché le cose più belle sono destinate a finire? Perché devo lasciare andare tutto ciò che di buono mi sembra finalmente di aver trovato?
Jay e Alicia. Non chiedo poi tanto, non è vero?

Averli sempre, averli vicino.

Ma sapevo che la vita non funzionava proprio così.

<<Verrai a trovarmi?>> chiesi ad Alicia.
Lei allargò le braccia in un gesto tipicamente esasperato, tipicamente suo.

<<Se i bellimbusti abitanti di Portway la smetteranno di comprare quei fottuto popcorn almeno per qualche giorno, beh, allora puoi scommetterci che verrò.>>

Sorrisi.

<<E tu tornerai?>> mi chiese, e per la prima volta aprì uno spiraglio su un mondo che ancora non avevo considerato.

Ma Portway è un granello di sabbia in un deserto. Ci sono miliardi di altri posti nell'universo dove mio padre vorrà andare. Certo, potrei convincerlo, ma...

Ma la domanda era un'altra. Sarei davvero tornata indietro? Ripensai alle parole che Alicia aveva pronunciato prima che io e Jay venissimo rapiti da Ashton. Aveva parlato di una cotta estiva, e della vita che sarebbe andata avanti oltre Portway. Ci sarebbe stato il college, i nuovi amici, le nuove compagnie. E magari avrei incontrato un altro ragazzo, chissà. Allora a quel punto sarei ancora tornata laggiù? In quella piccola cittadina della Carolina affacciata sull'oceano? La verità era che non conoscevo la risposta. Probabilmente no, però. Il futuro si stendeva incerto davanti a me. Avevo la sensazione di essere a un passo dal cominciare una vita nuova con addosso delle consapevolezze che prima di quell'estate non erano mai state parte di me. Ma se con il pensiero tornavo a Jay e. all'idea di svegliarmi ogni singolo giorno della mia nuova esistenza senza di lui, una fitta di dolore esplodeva nel mio stomaco, lascandomi vuota e vulnerabile.

Una cotta estiva.

Non era una cotta estiva, non lo era mai stata.

<<Andiamo, Mills. Si farà tardi.>>

Guardai mio padre e cercai di trattenere le lacrime e il respiro.

<<Vai, diamine. Ho capito che sono una super figa e che fare a meno di me è impossibile, ma ora...>>
<<Grazie di tutto. Grazie per tutto, Alicia. Ti voglio bene.>>

Ci sorridemmo ancora una volta e poi salii sull'automobile. Chiusi la portiera e sentii il motore che si accendeva, mentre l'aria frizzante di quella mattina soleggiata inondava i miei occhi asciugando ciò che restava delle mie lacrime.

<<Ciao, Alicia>> dissi, in un sussurro, guardando quella che era diventata la ragazza più incredibile che avessi mai conosciuto allontanarsi e diventare sempre più piccola dallo specchietto retrovisore.

Una cotta estiva, pensai.

Jaydon non era soltanto una cotta estiva. Non lo era mai stato.

Non lo è mai stato.

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