Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Aggredita

Fu un attimo soltanto, ma dalla mia testa non andò più via.

I nostri occhi si incrociarono, si fermarono e mi piace pensare che si sorrisero.

 Mi persi come una bambina nel verde del suo sguardo, per rendermi conto quasi subito che oltre la superficie perfetta c'era qualcos'altro: qualcosa di forte, che sembrava bussare da dietro una porta nascosta su quel viso.

Era malinconia, capii dopo, tornando verso casa. Forse era lo stesso tipo di malinconia che tante volte di recente avevo ritrovato sul volto di mio padre.

Rimanemmo immobili così, i miei occhi nei suoi, i suoi nei miei. Smisi di pensare a qualunque altra cosa. Respiravo lentamente, trattenendo il fiato. Le mie mani tremavano e sapevo che quella era tutta emozione che mi portavo dentro e che stava cercando di venire fuori, per mettermi in imbarazzo.

Poi "90 Days" finì, la musica si fermò e una ragazza si materializzò improvvisamente alle sue spalle.

Era alta, con lunghi capelli biondi che le toccavano il sedere e un corpo che sarei stata bugiarda a non definire attraente in maniera spudorata. 
Indossava un costume da bagno due pezzi, striminzito, che esaltava ancora di più le sue forme strabilianti. Accese una sigaretta e si sedette accanto a lui, facendo con la mano libera un cenno a qualcuno che doveva essere alle sue spalle. Mi voltai in quella direzione e vidi due ragazzi fermi a qualche metro da lei insieme a una persona più anziana. Li osservai incuriosita per alcuni istanti e mi resi conto che c'era qualcosa di terribilmente serio sui loro volti. Ma no, serio non era il termine adatto. Era qualcosa di... spaventoso.

Spaventoso?

Forse.

La mia preoccupazione se ne andò qualche istante dopo insieme a loro, e tornai ad osservare lui e lei. Fumavano restando seduti uno accanto all'altra e non parlavano, se non poche frasi spezzate, veloci. Si guardavano poco ma con quel modo di fare che appartiene soltanto a chi sembra conoscersi da sempre.
Esitai e volsi per un istante lo sguardo all'oceano di fronte a me.

Forse è ora di tornare a casa, pensai. Tanto che cosa sto facendo qui? Quanto devo sembrare stupida.

Anche se non era ciò che avrei voluto fare, tornai ad osservare loro due. Adesso lei gli era più vicina, o almeno così mi era sembrato. E aveva portato un braccio attorno al collo di lui, che era rimasto immobile, come se non la sentisse.

Ma non mi riguardava. Perché non me ne ero già andata? Che cosa stavo cercando? Quel formicolio allo stomaco era scomparso, giusto?

Oh no, non era proprio vero. C'era ancora. Forse era anzi aumentato; forse, addirittura, mi stava anche rendendo nervosa. Ma perché?

L'immagine dei suoi occhi che poco prima erano scivolati silenziosamente nei miei tornò ad oscurare i miei pensieri, e i battiti del mio cuore accelerarono.

Ma non hai mai amato nessuno, Millie. Che cosa pensi di sapere sull'amore? O su un battito del cuore? È un ragazzo che si è girato nella tua direzione. Tutto qui. È stato un caso. Una fatalità. Una...

E poi accadde di nuovo. Mentre lei sembrava sempre più vicina al suo corpo, lui si voltò di nuovo verso di me e i nostri occhi tornarono a incrociarsi mentre il resto del mondo, ancora una volta, si fermava.

Come un blackout durante un temporale estivo.

Poi, fu lei a voltarsi. Seguì con il collo il movimento di lui, che era durato soltanto una frazione di secondo, e puntò i suoi occhi nei miei. Così riuscii ad osservarla ancora meglio, e  mi resi presto conto che era ancora più bella di come mi fosse sembrata poco poco prima.

Bella, ma...

C'era qualcosa in lei. Qualcosa di difficile da definire, come per i due ragazzi ai quali aveva fatto cenno di andare. Aveva un'aria segnata, in un certo senso.

E continuava a fissarmi. Improvvisamente mi sentii a disagio. Rivolsi ancora una volta lo sguardo verso le onde di fonte a me, che lente e regolari venivano a infrangersi contro i miei piedi e le mie gambe, e poi cercai di capire se mi stesse ancora osservando.

Sì, lo stava facendo. Ma che cosa...?

Lui le disse qualcosa e allora lei smise di fissarmi.

Stavo pensando di andarmene quando la sentii gridare. Mi voltai verso di loro e vidi che si era alzata e che gli rivolgeva accuse che non riuscivo a comprendere. La guardai mentre si muoveva avanti e indietro. Si portò le mani di fronte agli occhi, poi tra i capelli, poi sembrò cercare con lo sguardo qualcuno nella direzione opposta all'oceano. Per una frazione di secondo posò nuovamente anche gli occhi su di me, ma fu soltanto un attimo. L'istante successivo la vidi incamminarsi in lacrime verso la direzione dalla quale era venuta, non prima di aver rivolto a lui altre parole colme di rabbia.

Mi alzai anche io e mi incamminai con la Mountain Bike verso lo stabilimento, decisa a tornare a casa.

Hai visto abbastanza per oggi, Millie.

Anche se dentro di me c'era una voce che mi suggeriva di rimanere.

Soltanto un altro po', dai. Aspetta ancora qualche minuto. Magari...

Magari che cosa? Che cosa stavo cercando? Non era così che funzionava il mondo.

Senza rendermene conto, avevo già attraversato l'intero stabilimento e stavo percorrendo il tratto di strada accanto alla tavola calda. Non mi ero mai voltata indietro per cercare i suoi occhi un'ultima volta.

E perché avrei dovuto?

Avrei dovuto. Perché forse non ci saremmo incontrati mai più.

Raggiunsi il parcheggio e mi resi conto, guardandomi intorno, che non c'erano quasi più automobili.

Ma quanto tempo ero rimasta sulla spiaggia?

Il sole era ormai tramontato e l'aria adesso era più fresca. Anche la luce era cambiata. Provai una sensazione strana di inquietudine nell'attraversare quel grade parcheggio da sola, così accelerai il passo.

L'uscita, Millie. Dove diavolo è il cancello dal quale sono entrata?

Non lo trovavo più. Mi guardai intorno alla ricerca dell'uscita e continuai a non vedere uno sbocco. Ma come era possibile? Come...

Poi, d'un tratto, sentii una voce alle spalle.

<<Ehi, bella. Ti sei persa?>>

Poi una risata. Una risata non bella, non rassicurante. Una risata marcia.

Mi voltai e di fronte a me c'erano due uomini, uno più giovane e uno più vecchio. Quello giovane avrà avuto venticinque, ventisei anni. L'altro una quarantina. Entrambi reggevano una bottiglia di birra in mano e il loro viso era paonazzo, gli occhi spenti e il corpo sudato. Feci finta di non aver sentito e cercai di salire sulla bicicletta, ma ormai erano troppo vicini.

<<No, no, no, no. Dove vai? Sei carina, sai?>> disse quello più vecchio sorridendo e mostrandomi un buco causato da almeno un paio di denti mancanti.
<<Già, sei carina, ragazzina. Che cosa fai tutta sola, eh? Vieni, ti facciamo compagnia.>>

<<Andatevene!>> gridai <<lasciatemi stare, vi prego!>> ma la mano grossa e sudicia di quello più vecchio era già sulla mia spalla nuda. Caddi dalla Mountain Bike e sentii, in una frazione di secondo, il più giovane che si avventava su di me immobilizzandomi i polsi con forza. Ero sdraiata con la pancia contro il terreno sterrato e il mio cuore aveva incominciato a battere all'impazzata.

<<No! Aiuto! Vi prego! Aiu...>> cercai di gridare, ma dopo un attimo sentii una mano del vecchio contro la mia bocca, mentre con l'altra faceva pressione contro la mia schiena cercando di tenermi immobile a terra.

<<Shhh>> sussurrò appoggiando le labbra al mio collo e facendomi sentire quell'alito che puzzava in modo incredibile di alcool.
<<Shhh. Fai la brava. Adesso ci divertiamo un po'.>>

Cercai di urlare ancora ma non vi riuscii più. Avevo talmente tanta paura che ero paralizzata. Sentivo la sua mano sudata e umida muoversi sulla mia schiena e scendere sempre più in basso, mentre il più giovane continuava a stringere con forza i miei polsi.

<<Zitta, ferma adesso. Stai ferma...>>

Chiusi gli occhi.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro