Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Steven

Mi svegliai in una cella. Il pavimento era freddo e umido e le pareti di granito avevano un'aria claustrofobica.
Mi alzai dalla brandina su cui ero stata stesa. Non ricordavo molto dei miei giorni passati e le domande si affollavano nel cervello. Mi accorsi di uno specchio e un lavandino nell'angolo opposto al mio.
L'acqua fresca sul mio viso era rigenerante. Alzai lo sguardo e mi fissai allo specchio: i miei capelli castani erano ancora legati in una coda e li sciolsi. Gli occhi erano verdi e vivaci, ma confusi. La pelle chiara non si addiceva al fango sul vestito.
Esplorai la stanza, l'illuminazione era debole e nelle quattro mura che mi dividevano dal mondo non c'era molto: un bagno di fortuna, una brandina e una sedia con dei vestiti bianchi. Li indossai e la sensazione di pulito mi fece sentire meglio, anzi più a mio agio diciamo. Osservavo la grande porta di metallo, era spessa, lo spioncino e una fessura erano chiuse, apribili solo dall'altra parte. Anche con tutto il mio impegno non potevo sfondarla in nessun modo. Mi voltai e notai una finestra sopra la brandina. Salii su di esso ma non riuscivo completamente a sporgermi. A malapena, vedevo quello che sembrava un prato.
Ero sola. Imprigionata chissà dove e chissà per quale ragione.
Mi rannichiai poggiata al muro versando qualche lacrima. Sfogarmi forse non poteva che farmi bene.
Una voce però bloccò le lacrime, sorprendendomi nella solitudine.

<<Ehi, perchè piangi?>> disse.

La voce mi era quasi familiare, sembrava di un bambino, sicuramente più piccolo di me.

<<Chi sei?>> risposi singhiozzando.

<<Il mio nome è Steven. Il tuo?>> rispose il ragazzo.

<<Dove sei, Steven?>> ribattei curiosa.

<<Nella cella accanto alla tua>> aggiunse con una punta di rammarico, il bimbo.

Un altro prigioniero, proprio accanto a me.

<<Il mio nome è Adele, comunque. Tu da quanto tempo sei qui?>>

<<Sono nato qui>> la punta di rammarico si trasformò in piena amarezza.

<<E quando sei nato?>> dissi impaurita.

<<Dovrei avere nove anni, se intedevi questo>>

Nove anni di prigionia senza vedere niente del mondo. Niente visione delle stelle, niente di niente, la peggiore tortura.

<<Oh non preoccuparti, tanto non potrei, fuggire è impossibile...>> rispose il ragazzo.

<<Perché? Ma aspetta,  io non ho parlato ma solo pensato di...>>

<<Diciamo che hai capito il motivo per cui mi trovo qui.
Riesco a comunicare con la mente grazie alle mie capacità, ma non è sempre stato cosi anche se, sono ormai anni che si sono presi la mia lingua, era troppo imprevedibile dicevano>>

<<Cosa? Te l'hanno tagliata?>> risposi, il mio cuore accellerò di colpo.

<<Per favore non farmici pensare...>> disse Steven.

<<Prima hai parlato di capacità, e sei qui per colpa loro. Allora io perché sono qui? Non ho nulla di speciale.>> aggiunsi agitata.

<<Oh, ma ti sbagli. Se sei qui le hai, fattene una ragione>> mi rassicurava a modo suo.

Io non capivo. Cosa stava succedendo? Io non sono speciale, oppure si? Eppure pensavo di essere morta ed eccomi qui. È tutto confuso. Dopo aver toccato quella stella non ricordo più niente!

<<Stella?>> chiese il ragazzo.

<<Mi leggevi nella mente? Non farlo sta diventando inquetante!>> mi spostai i capelli sciolti da una spalla all'altra.

<<Ehm si, scusami ma non sono abituato a chiederlo. Le stelle sono importanti per loro...>> Steven si ammutolì di colpo.

Dei passi stavano giungendo da dietro le nostre porte. Sentii un rumore metallico. Immaginai fosse la porta della cella del mio nuovo amico.

<<No! Non ancora! >> la voce (mentale) di Steven supplicava.

La porta si chiuse e ritornò il silenzio.

----------------------------

"Il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri."

Cit. Cesare Pavese.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro