22
Si stava divertendo a provocarmi, ed a rendermi ridicolo.
Eravamo tutti riuniti intorno al tavolo per la cena, i genitori di Anny erano usciti per lasciarci tutto insieme. Quando suonarono al campanello. Vidii Anthony alzarsi per andare ad aprire.
"È qui la festa?" La voce squillante di Paul, arrivò alle nostre orecchie, mentre Cristhina era seduta accanto a me, facendo l'indifferente.
Sentii la porta richiudersi, ed un Paul mostrarsi, con una bottiglia di prosecco in mano. Lo salutammo tutti. E stappammo la bottiglia, versando il liquido che formava bollicine, nei flûte, portando i bicchieri in alto, a scontrarsi tra loro, brindando ad Anny ed Anthony, per il battesimo della piccola Carlotta.
Iniziammo a mangiare, quando vennero le raffiche di domande da tipici curiosi. Ero preparato anche a questo, ed era meglio se Cristhina tacesse ed acconsentisse a ciò che dicevo per rendere il tutto credibile.
"Allora come vi siete conosciuti?" Chiese Maggie, prendendo un pezzo di pollo arrosto dalla teglia.
Guardai Cristhina gettarmi un occhiata, masticando, per lasciarmi parlare.
"Lavora per me. È la mia segretaria" affermai sincero, bevendo un sorso di vino rosso.
"La tua passione per le segretarie non è mutata negli Anni" elargì Anthony ridendo. Annuii divertito poiché era vero, ma Cristhina era una segretaria diversa.
E la sua occhiataccia rivolta a me ne era la conferma. Come se fosse stata adirata per quell'affermazione. Riprendendo a mangiare silenziosa, anche se percepivo che si sentiva scomoda su quella sedia, cambiando gamba da accavallare ogni pochino, poiché la situazione non era delle migliori.
"Solo questo? Noi vogliamo sapere com'è stato, dall'incontro al susseguirsi Cheriè" rivelò Paul, alzando entrambe le sopracciglia ed abbassandole, mentre una Cristhina tentava di nuovo di non strozzarsi con il cibo.
Presi un profondo respiro, mentre Brian si avviò su, per controllare se i bambini dormissero ancora beati, si erano svegliati 1 ora fa e dopo aver fatto la pappa si erano riaddormentati, anche se il piccolo Joshua era irrequieto probabilmente aveva preso da Maggie.
"Diciamo che non siamo partiti subito con il piede giusto, anzi era inciampata con un piede, finendo distesa per la hall dell'azienda, sparpagliando dei fogli sul pavimento lucido, mentre ero in ascensore. L'aiutai e mi guardò imbarazzata per l'accaduto. Era un verso disastro, ed ogni giorno che passava era sempre peggio." Rivelai la verità, notando Cristhina contrarre il viso, la sua espressione seria e delusa mi faceva male. Ma doveva lasciarmi finire. Sembravano tutti stupiti da un'ammissione così cruda e per nulla romantica.
"Ma sapete, è questo che la rende speciale. Il suo essere completamente stramba, la sua irrazionalità e il modo con cui mi tiene testa me l'ha fatta perdere. È unica, e vorrei che se ne rendesse conto" ero veritiero, nessuna finzione. Anche se lei credeva che lo fosse, ma i suoi occhi che guizzarono dentro i miei in un secondo, lucidi ed increduli, mi facevano sperare che forse sapeva che dicevo la verità. Ma subito dopo la guardai riabbassarli. Non ci credeva, ed infondo come poteva. Lei mi vedeva solo come quello stronzo che sono sempre stato, ed avrei dovuto fargli cambiare idea.
"Cavolo, per un attimo pensavo il peggio. Ma poi il finale è stato dolcissimo" rivelò Anny, con un sorriso dolce sul viso rilassato. Mentre Anthony si alzò, andando dietro di lei che stava seduta, cingendogli le spalle con le braccia per scoccargli un bacio sulla guancia, vedendo come si guardavano innamorati. Ed avevo paura che quello sguardo non lo vedessero nei nostri occhi. Che volevano collegarsi ma non riuscivano a restare connessi. Perché ogni volta Cristhina interrompeva, come se avesse paura a guardarmi più del dovuto, ed invece volevo sapere cosa le passasse in quella bella testa.
La cena passò tranquilla, per il resto. Ridendo e scherzando, dove anche una Cristhina si stava lasciando andare. Il vino aveva uno strano effetto su di lei. Le faceva emergerà la versa personalità che non osava mostrare in altre situazioni.
"cosa ti piace di lui Cristhina. Ora siamo in confidenza tra donne eccetto Paul che è il nostro amore." Le chiese Maggie, mentre erano sedute sul divano. In effetti noi uomini eravamo fuori nel porticato a bere birra e raccontarci aneddoti passati. Ero rientrato solo per prendere un'altra confezione di lattine, tenute fresche nel frigo. La vedevo a gambe incrociate sul divano, tenendo un cuscino di pelo stretto tra le braccia, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Volevo sentire cosa diceva, senza essere sorpreso.
"Tesoro i pettegolezzi sono parte di me" ammise Paul, facendo spallucce.
La guardai pensarci su, per poi spiegare le mani in avanti come era solita fare. Il suo gesticolare la rendeva ancora più stramba ma Adorabile.
"Sarà l'effetto del vino e buon cibo a farmi dire queste cose. Perché solitamente non sono così espansiva. Ma non c'è una cosa in particolare di lui che mi piace, è l'insieme di Mark. È stronzo, bello da morire, e ci sa fare, cavolo se sa farmi andare in ebollizione. Mi capite vero?" Domandò piegando la testa di lato, così come la coda che aveva, gli penzolava.
Sentii un sorriso spontaneo, nascermi sul volto. Così era questo che pensava di me, la dolce Cristhina.
"Ti capiamo eccome, per questo ti daremo delle dritte. Tutte cose della mia vecchia Maggie, riemergeranno per te mia cara" esultò Maggie, mentre Anny fece un'espressione allibita mista a preoccupazione, ed un Paul era super eccitato. Cristhina invece sembrava convinta di ascoltare i consigli di Maggie. Chissà che stramberie gli voleva dire.
Ero ancora più curioso, quando Brian entrò in casa, sussurrandomi più forte del dovuto all'orecchio.
"Spione". Mi girai tirandogli un pugno sulla spalla, in modo scherzoso vedendolo ridere, mentre Maggie ci rimbeccò con voce risoluta.
"Fuori di qui. Dobbiamo parlare di questioni serie" sbottò facendo la sua solita faccia da saputella, portandosi indietro le ciocche ribelli dei capelli biondi. Mentre tutte scoppiarono in una risata, come Cristhina che si girò ridendo verso di me. I suoi occhi così azzurri e allegri. Era bella ed era semplice. Ricambiai il sorriso, se pur da ebete, lo ammettevo. Mi fotteva alla grande. Finché Brian non mi tirò una pacca per uscire, facendomi staccare dal suo sguardo e dal suo sorriso, portandola a rigirarsi verso le ragazze, gustandomi con la coda dell'occhio, notando un lieve rossore sulle sue guance.
"Lasciamole parlare di trucchi e tonalità che vanno di moda quest'inverno" si beffeggiò Brian più che di loro di Maggie, che per tutta risposta gli fece la linguaccia, seguita da un bacio.
Uscimmo fuori, vedendo Anthony ridestarsi dalla sedia.
"Cazzo pensavo che vi eravate persi" esultò mostrando un sorriso, aprendo la lattina di birra che gli porse Brian ed una a me.
"Stava origliando la conversazione delle ragazze" rivelò Brian, accendendosi una sigaretta.
Mentre Anthony scosse la testa.
"Tanto parlano sempre delle stesse cose. Era seria Cristhina quando diceva che non avete fatto niente? Non è da te solo baci" aggiunse Anthony, prendendo una sorsata. Ed era vero. Ma ciò che non sapeva era che non eravamo neanche arrivati al bacio.
Accesi anche io una sigaretta, rigettando il fumo, vedendo la nube grigia, dissolversi nel cielo limpido, costellato da stelle.
"È vero. Voglio andarci con calma con lei" affermai sicuro e leggero. Forse tutta questa faccenda della falsa, stava andando a rotoli. Mi stavo lasciando trasportare per farla essere il più reale possibile. La volevo ma non volevo ferirla.
"Allora è quella giusta amico" mi ridestò dai miei pensieri Brian, mentre annuii. Non potevo fare altro che acconsentire. Ma se fosse stata davvero quella giusta?. Se forse mi stavo staccando dal mio modo di essere, senza accorgermene?! Era tutto molto confuso, e non potevo avventarmi su di lei. Non era una Natasha, una Gwen o altre. E non ero disposto a fare lo stronzo.
Passammo il rimanente a parlare del battesimo, del fatto che si volevano trasferire a New York, per stare tutti insieme. Finché non tornammo dentro.
Andando nelle rispettive camere. Entrai dentro la mia, quando andai a bussare alla porta di Cristhina. Senza un vero motivo. Ero stato spinto dall'istinto.
Sentii la maniglia abbassarsi, per poi rivelarmi la figura di lei, con il pigiama addosso, bianco con i cuori rossi. Trattenni una risata mordendomi il labbro.
"Questo pigiama è il mio preferito" rivelai lascivo, vedendola roteare gli occhi.
"Che diavolo vuoi?" Si appoggiò allo stipite della porta, guardandomi intensamente.
Voglio te. Avrei dovuto rispondere, ma mi trattenni.
"Darti la buonanotte" risposi semplicemente. Cazzo stavo diventando patetico. Avevo perso il mio charme.
"Bene. Buonanotte Mark" affermò risoluta, facendo per richiudere la porta, quando la riaprii con la mano, entrando dentro, portandola con la schiena contro la porta che si chiuse. La vidii dilatare le pupille, mentre sentivo il cuore rimbombarmi nel petto. Non poteva farmi questo effetto.
Le andai vicino, poggiando un palmo al lato della sua testa, mentre restava immobile, incapace di formulare qualcosa, come me.
"Mark" spostò lo sguardo verso la mia mano, premuta sulla porta, portando l'indice sulle sue labbra schiuse e morbide, fissandoci in maniera diversa. C'era desiderio che aleggiava intorno a noi, in modo prepotente. Una forza che ci spingeva.
Lasciai scivolare l'indice sul mento, sollevandolo, per non staccarmi dal suo sguardo, notandola deglutire.
"È vero quello che hai detto su di me, quando eravate in salotto?" Le domandai, mentre chiuse le palpebre, annuendo debolmente, per poi riaprirle.
"Cioè no, no. E poi cosa diavolo origli. Ho solo fatto come mi hai detto te. Cercare di essere credibile" aggiunse con voce mozzata dall'emozione che le leggevo in quell'azzurro limpido. I suoi occhi non mentivano come le sue labbra. Le andai ancora più vicino, sentendola sussultare, premendo il mio corpo con il suo, sentendo che ci mandavamo delle scosse a contatto.
"Hai fatto bene. Stai imparando a mentire quasi quanto me" le rivelai, sussurrandolo al suo orecchio, scendendo con le labbra sul suo collo, mentre aveva il respiro corto, per vedere il suo viso girarsi appena, incrociando il mio sguardo che sembrava glaciale.
"Già" rispose solamente, deglutendo, mentre mi staccai dalla porta, vedendola scostarsi, per farmela aprire.
"Notte Cristhina" la salutai senza girarmi, aprendo la porta della mia camera, sentendola sussurrare.
"Notte Mark" flebile e dolce, per poi chiudere le porte in contemporanea.
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