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11

Era una visione celestiale con quell'abito che le disegnava le curve, in maniera perfetta e sublime. Probabile che non si rendesse conto dell'effetto che scaturiva. Era una contraddizione naturale, tra imbarazzo e sfacciataggine. Mi mandava su di giri.

Il tono con cui mi aveva messo a tappeto era notevole, aveva carattere la ragazza, e la cosa mi stuzzicava parecchio.

Si era allontanata, sparendo dal mio raggio visivo. Tra la gente che affollava il salone e la musica.
Quando una mano mi toccò la spalla, mi girai.
Non potevo crederci, erano qui.
"Anny, Anthony. Cavolo che Sorpresa. Come mai qui?" Esclamai sorpreso vedendoli, mentre mi rivolsero un sorriso, stringendo la mano ad Anthony e lasciando un bacio sulla guancia di Anny. Si era rimessa in splendida forma dopo il parto, evidenziando un corpo diverso in un abito color carne con spalline dorate. Aveva anche una luce diversa negli occhi. Erano passati due anni quasi dall'ultima volta che andai al loro matrimonio.

"Eravamo qui per trovare Maggie, e dato che mi ricordavo che ogni prima domenica del mese a casa tua si teneva la cena di beneficienza siamo venuti a trovarti. Ma non è solo per questo" prese parola Anny, guardandola reggere un calice di vino, mentre Anthony le cingeva la vita sorridendole.

"Dunque?" La ripresi, per incoraggiarla a continuare, prendendo un flûte dal vassoio del cameriere.

"Ti volevamo chiedere di essere il padrino di mia figlia" irruppe Anthony entusiasta, ricevendo un cenno di assenso da parte di Anny. Rimasi allibito. Io il padrino della loro figlia? Certo sapevo che era incinta ed aveva partorito, ma non mi aspettavo una richiesta così...assurda?.

Li guardai, fissandoli negli occhi.
"Lo so può sembrare una richiesta strana. Ma ci hai aiutato in passato, e so che su di te possiamo andare sul sicuro" aggiunse Anny speranzosa e dolcemente. Era vero, li avevo aiutati in tribunale a vincere la causa contro la pazza di Ambra, e avevo messo da parte a quei tempi l'amore che provavo per Anny.

"Io...sinceramente non me l'aspettavo" scossi la testa incredulo, finendo il flûte, che tenevo tra le mani che iniziavano a tremare, per l'emozione o forse agitazione, per una richiesta di una tale importanza.

"Ti prego, ne saremmo felici" mi supplicò di nuovo, facendo gli occhioni dolci. Quegli occhi che un tempo amavo.

Ci pensai su, fissando un punto dietro di loro, un punto non ben definito.
"Ne sarei onorato" replicai sicuro, vedendolo sorridere contenti.

"Carlotta? Come sta?" Chiesi ad entrambi vedendolo ridere.

"L'abbiamo lasciata da Maggie. Infatti credo che dovremo andare, con tre bambini non è facile" ammise Anny, prendendo un sorso di vino, salutando mia madre con un gesto della mano ed un sorriso cordiale che ricambiò.

Guardai Anthony in modo incredulo. Vedendolo fare spallucce.
"Da quando Maggie ha avuto Joshua, Brian sembra essere tornato un bambino. È un padre meraviglioso" spiegò melliflua, con occhi lucidi. Si vedeva quanto fossero felici. Ricevendo un'occhiata da Anthony che alzò il sopracciglio.

"Anche te amore ovvio" si riprese annuendo, vedendolo rilassarsi sul volto.

"Te e le donne?" Domandò Anthony in modo curioso, fissandomi con un sorriso sarcastico. Sapeva com'ero fatto.

"Veramente..." non finii di parlare che mi sentii preso per il braccio, strattonandomi, girandomi esasperato verso la causa di tutto. Cristhina.

"Amore, scusa se mi sono assentata" affermò, facendomi cenno nella direzione di Trevor che era vicino a noi e non staccava gli occhi di dosso a Cristhina. Che cazzo voleva ancora.

Vidii Anny ed Anthony scambiarsi un'occhiata intenditrice e sbalordita.
"Ci tenevi nascosta una relazione?" Chiese Anny, rivolgendomi un'occhiata complice, accompagnata da un sorriso laterale.

Alzai gli occhi al cielo imprecando. Non poteva esserci momento migliore.
"Si, scusatemi" rivelai debolmente, guardando Cristhina minare uno "scusa" appena percettibile, con le labbra tirate.

Per poi vederla tendere la mano verso Anny ed Anthony presentandosi imbarazzata.
"Parlano la nostra lingua?" Sussurrò stralunata non troppo a bassa voce, perché guardai Anny scoppiare a ridere, annuendo.

"Allora immagino ci sarai anche te Cristhina" affermò Anny come se fosse ovvio. Ed invece non volevo che fosse così. Questa bugia si stava ingigantendo abbastanza da urtarmi.

"Dove?" Chiese Cristhina non capendo, scuotendo la testa.

"Al battesimo della loro bambina" le intimai esasperato dalla situazione in cui mi ero ficcato, guardandola spalancare la bocca e sgranare i suoi occhi azzurri, fottutamente belli.

"Oh, no. Non credo" scosse la testa, titubante. Lasciandomi il braccio, ridestandosi.

Mi avvicinai, scostandole i capelli dietro l'orecchio.
"Oh invece mi aiuterai a tirarmi fuori da questo casino. Amore" le sussurrai a bassa voce sul lobo, sentendola irrigidirsi con il respiro irregolare, quando ricalcai l'ultima parola. Girandosi appena per incrociare il mio sguardo, con la coda dell'occhio.

Ridusse gli occhi a due fessure, per poi guizzare l'attenzione verso di loro.
"Potete scusarci un secondo?" Chiese gentilmente, mentre dentro di me reclamavo vittoria. Era giunto il momento di ricambiarmi il favore.

Mi trascinò, prendendomi per mano, sentendo una scossa ed un formicolio strano che crebbi l'avesse sentito anche lei, guardandomi intensamente, portandomi fuori dalla villa dietro un angolo appartato del giardino, mettendomi al muro.
Alzai un sopracciglio, dipingendomi un sorriso sfacciato che sapevo quanto la irritasse.
"Se volevi stare da sola con me, bastava chiedere. Ti avrei accontentata" affermai beffardo, vedendo le sue guance divenire porpora. Per poi fulminarmi con i suoi occhi in cui potevo riflettermi da quanto erano chiari e limpidi, alzando gli occhi al cielo. Si portò una mano sul fianco, assumendo un'aria stizzita.

"Non verrò. Non puoi chiedermi una cosa simile" rivelò risoluta, accarezzandosi i bracci, su cui si era formata la pelle d'oca per il freddo.

Mi tolsi la giacca, andandole dietro, per poggiarglielo sulle spalle, sentendola deglutire debolmente, accostandomi al suo orecchio, sfiorandogli il collo con le labbra. Dio il suo profumo. E senza gli occhiali era ancora più bella. Guardai i suoi movimenti, mordendosi delicatamente le labbra carnose rivestite da un rossetto rosso.
"Mi devi un favore" replicai, quando si girò ad un palmo dal mio viso. I nostri nasi si sfiorarono, scendendo con lo sguardo su quelle labbra irresistibili. Avrei voluto spogliarla ed assaggiarla, ma non volevo, non con lei, anche se non mi spiegavo il motivo. Ed avere i suoi occhi incollati ai miei non aiutava. Finché non si allontanò, interrompendo quegli sguardi che la stavano mettendo in soggezione mentre a me facevano tutt'altro effetto.

"Con tutti i favorì proprio questo?" Sbuffò con tono arrendevole, vestendomi di un sorriso soddisfatto.

"Grazie amore" ci scherzai su, guardandola fulminarmi, per togliersi la giacca in modo brusco, lanciandomela, avviandosi dentro, guardando il suo fondoschiena. Cazzo che ragazza.

Tornai dentro, aggiustandomi la giacca, andando da Anny ed Anthony, che stavano scherzando.
"Ci sarà. Grazie per essere passati, mi ha fatto piacere" rivelai limpido. Mentre mi salutarono, vedendo Anny afferrare il cellulare dalla pochette, sentendo una Maggie che urlava dall'altra parte della cornetta, guardando Anny allontanare il telefono. Scossi la testa sorridendo, per cercare Cristhina.

La intravidi fuori dal balcone, mentre parlava con quel coglione di Jack. Sicuramente ci stava provando, vedendola evidentemente disturbata dalla sua presenza.
Mi avvicinai a grosse falcate, cingendole la vita da dietro, sentendola trasalire, per poi calmarsi vedendo che ero io.
"Mark non mi hai detto di avere una segretaria così bella" rivelò spudorato, mascherando male il suo ghigno che avrei tolto a cazzotti.

Stavo per rispondere, quando ci pensò lei.
"Puoi anche togliere quel sorriso da sbruffone. Non verrò a letto con te, quindi puoi togliere il disturbo" lo liquidò con un gesto della mano, sentendomi immensamente fiero di questa ragazza.

"Lingua biforcuta, vedremo" sentenziò senza scomporsi, mentre gli andai davanti a muso duro, spinto da una rabbia che mi ribolliva.

"Azzardati a toccarla e vedrai" digrignai i denti talmente forte, da sentire la mandibola indolenzirsi. Vedendolo guardarmi con astio, prima di entrare dentro.

"Grazie di nuovo" sussurrò debolmente, girandomi verso il suo viso, guardandola torturarsi le dita in difficoltà.

Mi avviai lentamente verso di lei, accarezzandole istintivamente la guancia, avvertendo il suo cuore pulsare forte, quasi quanto il mio che non volevo dare a vedere.
"Smettila con il grazie, uno dei tanti favori. Stai lontana da quel pezzo di merda" le intimai, vedendola abbassare lo sguardo, annuendo.

"Io...devo andare. Ci vediamo domani" aggiunse le ultime parole a raffica, quasi inceppandosi, mentre mi scostai, rivelando un sorriso.

"A domani" ricambiai, vedendola entrare. Scossi la testa, poggiando le mani al balcone, sospirando. Mi stava iniziando a piacere e dovevo farmela passare, ed in fretta.

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