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Eravamo allo stadio, la temperatura si stava alzando, e dei leggeri brividi correvano sul mio corpo, causandomi una lieve pelle d'oca.
Ci fermammo a prendere un panino fuori, vi era un carretto. Ordinando un Hot-Dog, anche se avevo poco appetito, e sapevo bene il perché. Perché ancora pensavo a lui, che senso aveva nasconderlo. Ma era tutta una montatura, un film in cui io ero la protagonista venuta presa in giro, e lui era solo lui. L'uomo che ti ruba il cuore.
"Grazie Paul" rivelai dolcemente, prendendo un sorso di birra fresca dalla bottiglia.
Ingoiò il boccone che si stava gustando, pulendosi un po' di mostarda finita al lato del labbro, con il fazzoletto.
"Per cosa Tesoro?!" Più che una domanda era un'affermazione, per lasciarmi capire che non dovevo ringraziarlo, che i gesti che uno fa è perché vengono dal cuore. Ed era quello che mi scaldava dentro.
"Per tutto, probabile che se non c'eri, sarei rimasta in tuta e babbucce" ammisi sorridendo, vedendolo di rimando. Annuendo con la testa, dandomi pienamente ragione.
"Togli il probabile tesoro" concordò, mentre bevvi l'ultimo sorso, per poi buttare la bottiglia nel cestino, pulendomi le mani, per avviarci all'interno dello stadio, che pullulava di gente, molti già a sedere, o in piedi sotto al palco, dove dovevamo dirigerci, sorpassando l'ammasso dei corpi, che sgomitavano per entrare, mentre musica di tutti i generi rimbombava dalle casse, in attesa della cantante.
Pov.Brian
Mi ero addormentato sull'aereo, ritornando in dietro con la mente, ed il signore aveva affermato svegliandomi che sorridevo. Era capace di farmi ridere anche nei sogni. Dio mi mancava. Speravo solo che mi perdonasse. Mi ero preparato un discorso che faceva effetto nella mia testa, ma sapevo che a vederla, a fissare i suoi occhi magnetici, non mi sarei ricordato un cazzo, così lasciai perdere. Molte volte il cuore parla per noi, trasmettendo l'emozioni che provi in quel momento quando hai difronte la persona a cui tieni.
Mi recai di fretta al check-out, dirigendomi fuori dall'aeroporto, con l'agitazione a palla.
Sudavo freddo, e l'attesa di vederla mi sembrava estenuante.
Avvistai un taxi, alzando la mano, che non si fermò, rigando dritto, sbattendo un piede per terra imprecando, passandomi una mano frustrata tra i capelli scompigliati.
Quando ne arrivò un altro, che puntualmente si fermò, facendomi rilasciare un sospiro di sollievo, dandogli la via, come se avessi un'urgenza, ed era così, almeno in cuor mio era un'esigenza.
Pov.Maggie
Il concerto era iniziato, rivelando sul palco una Katy Perry in un vestito metallizzato corto, con le calze a rete color carne. Una lunga coda nera un paio di orecchini grandi verdi, un rossetto rosso a contornare le labbra, che cantavano sul microfono pieno di strass.
"Kiss me, ki-ki-kiss me
Infect me with your love and
Fill me with your poison" cantai insieme a Paul che si sgolava e sbracciava, urlando il suo nome. Si era comprato una maglietta fuori agli stand con scritto I Love Katy. Era unico, e tutto ciò mi faceva alleggerire la mente, anche se ogni canzone sembrava parlare di noi. Le sue labbra che mi baciavano, il suo amore che mi aveva infettato, Era un' anestetico virale, una rianimazione sovrannaturale.
Agitavo le mani in aria, pensando solo alle note, ed alle voci che si confondevano, saltando sul posto, con le antenne a forma di cuore che s'illuminavano, rendendo lo stadio ancora più bello e caloroso di quanto già non fosse, sparando nebbia colorata sul palco, cambiando canzone.
Guardai Paul, che dilatò le pupille, scuotendo la testa insieme, tenendoci la mano. Non m'importava se i capelli premevano sulle labbra attaccandosi al lip gloss
" You're wrong when it's right
It's black and it's white
We fight, we break up
We kiss, we make up" avrei perso la voce in breve tempo, sembravamo dei pazzi isterici, guardando una coppia di fidanzati accanto a noi, che non si scomponevano minimamente, per guardarci in modo truce. Ma non me ne fregava. Urlavo a squarciagola, ed avrei continuato fino ad avere una tosse ed un raffreddore l'indomani capace di trasformare la casa in un virus contagioso, e comunque ci sarei rimasta, in compagnia dei fazzoletti, e cioccolata, pregando che la cellulite non mi attaccasse.
Pov. Brian
Uscii di fretta dal taxi, lanciandogli le banconote, vedendolo scuotere la testa, prendendomi quasi per pazzo. Probabilmente lo ero, almeno di lei.
Corsi, aggiustandomi il borsone sulla spalla, tenendolo fermo, quando vidii il cancello sbarrato. Buttai a terra il borsone, tirandogli un calcio, prendendomi la testa tra le mani.
"Non è possibile cazzo, cazzo" imprecai mentalmente, quando sentii una voce che conoscevo.
"Brian?! Cavolo da quanto tempo. Mi ricordo ancora quando eravate bambini, eravate due marmocchi insolenti all'asilo tu e la mia Katy. Sempre in punizione. Ne avete fatta di strada" alzai gli occhi, mettendo a fuoco la sua figura, vedendo gli stessi occhi azzurri e grandi della nipote.
"Signora Thunder" salutai, sorridendogli, vedendo il suo viso dolce. Si manteneva bene nel tempo, era rimasta uguale, solo qualche ruga in più vicino agli occhi. Ma il tempo passa per tutti. Mi ricordavo quando andavo all'asilo con Katy. Era una bambina vivace ed euforica. E già cantava ogni canzone che passava alla radio, ricevendo applausi dalle maestre. Ne aveva fatta sicuramente di strada, mentre io l'unica strada che avevo fatto era quella per riprendermi la mia Maggie.
"Sei arrivato in ritardo noto, ma non si è mai in ritardo troppo" m'intimò saggiamente. Cosa succedeva? Oggi erano tutti in vena di dispensare consigli da Guru intoccabili. Se prima credevo di essere messo male, ora ne ero sicuro.
"Spero non troppo in ritardo" la informai annuendo, raccattando il borsone, quando mi fece cenno con la testa, scacciando con la mano le guardie.
Mi portò dietro il backstage facendomi passare tra tutta la gente che lo riempiva. Non credevo che ad un concerto nelle quinte ci fosse tanto lavoro dietro.
Scortandomi in una sala, con divanetti bianchi e pareti rosa, ed un sacco di abiti sugli stand. Per il cambio abito della nipote probabile, come le parrucche sopra un tavolo bianco lucido.
"Cosa ti porta qui Brian?" Chiese dolcemente, poggiando un palmo fresco sulla mia mano che tremava ancora. Mi sorprendeva anche che si ricordasse il mio nome. Grande memoria, un'elefante.
"Una ragazza. È al concerto di sua nipote. E devo assolutamente parlarci, ho fatto un'errore madornale, e devo inventarmi qualcosa" confessai tutto d'un fiato, guardandola. Mi sorrise dolcemente annuendo.
"Il solito ruba cuori. Anche tua nonna si lamentava sempre. Le bambine ti regalavano bigliettini e cioccolatini. Ma a volte si può cambiare" rivelò con sguardo furbo, strizzandomi l'occhio. Mia nonna. Cavolo, ci pensavo spesso a quando ero bambino. Stavo cambiando e tutto per una perfettina che mi aveva fottuto il cervello.
"Tra poco dovrebbe fare la pausa Katy. Non potrà negare un favore ad un suo vecchio amichetto di marachelle" m'informò ridendo, sgranando gli occhi verso di lei.
"Per salire sul palco? Oh no. Non credo. Non...no ecco" dissentii risoluto, vedendo il suo sguardo ammonitore.
"Vuoi fare qualcosa di eccezionale?" Chiese affettuosa, ma un tono che non ammetteva nessun tipo di replica.
"Si, ma..." mi fermò agitando una mano ingioiellata davanti, provocando un tintinnio tra i ciondoli dei bracciali.
"Nessun ma mio caro. Salirai e non potrà scappare ad una confessione così" esultò entusiasta più lei che io. Ed era lì che l'agitazione tornava prepotente.
**************
Ci sono volte in cui vorresti andare via, che ogni tuo passo cancelli quella scia, che, il dolore si dissolva da se, come nebbia che scompare dietro te.
Ma non puoi rinnegare nella mente, quello che, il cuore ti fa presente, perché è un legame troppo intenso, anche se ci penso adesso, troppo spesso.
Che ti odio per ciò che sei, ma ti voglio e giuro non ti cambierei. Che ti odio per ogni cosa che fai, ti contraddici ma non ti smentisci mai.
Ma ti voglio è tutto ciò che so,
E sono qui perché lo sai ti riprenderò.
Però ti voglio è tutto ciò che importa,
Sono qui non chiudermi questa porta.
Se ho sbagliato voglio chiederti scusa, ma giuro no, non ti ho mai illusa. Guardami negli occhi e dimmi adesso cosa vedi, loro parlano anche se non mi senti.
L'emozioni parlavano per noi, il silenzio era un palcoscenico fatto di noi. Questa stanza che mi ricorda troppo te, sei testarda ma voglio dirti,
Che ti odio per ciò che sei, ma ti voglio e giuro non ti cambierei. Che ti odio per ogni cosa che fai, ti contraddici ma non ti smentisci mai.
Ma ti voglio è tutto ciò che so,
E sono qui perché lo sai ti riprenderò.
Però ti voglio è tutto ciò che importa,
Sono qui non chiudermi questa porta.
Mi vedi qua, tu sei là. Mi fissi bene restiamo insieme. Il cuore segue una via che non c'è, attraversiamola insieme io e te.
Ma ti odio per ciò che sei, ma ti voglio e giuro non ti cambierei. Che ti odio per ogni cosa che fai, ti contraddici ma non ti smentisci mai.
Ma ti voglio è tutto ciò che so,
E sono qui perché lo sai ti riprenderò.
Però ti voglio è tutto ciò che importa,
Sono qui non chiudermi la porta.
Sono qui abbracciami stavolta.
Seconda parte conclusa, ho scritto una canzone per i nostri due beniamini. Non sono brava ma c'ho provato, non potete tirarmi i pomodori siamo troppo distanti. 😂😂❤️
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