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Potrei rivelare i modi imbarazzanti in cui mi sono dileguata per uscire dal locale. Ad esempio, camminare o meglio strisciare a terra tra le varie persone, ricevendo anche calci, mentre mi tappavo la bocca, soffocando urli ed imprecazioni. O come Paul ha chiesto in prestito una tovaglia dal bancone per coprirmi come se fossi un torero pronto a partire. In effetti il fumo mi usciva da tutte le parti. Vederlo avvinghiato a quella, non mi aveva fatto piacere. Il perché?! Non lo so nemmeno io. Quindi non chiedetelo.

Tornai in Hotel, parlando con Paul sul letto a gambe incrociate, del più e del meno. I suoi consigli erano preziosi. Era una specie di Guru per me. Forse la pensavamo allo stesso modo.

Quando se ne andò, rimasi a fissare il soffitto, mentre le luci della città invadevano il buio della stanza. Mi crogiolavo sul fatto che tornasse, se aspettarlo o meno. Ma il sonno ebbe la meglio su di me. Per fortuna.

Non credo sarei riuscita a tenere la mia boccaccia a freno. Ma non potevo neanche dirgli nulla, non potevo rivelargli che l'avevo visto passando da psicopatica mentale, per giunta stalker. Anche se non sapevo che era quello il locale, sarebbe stato imbarazzante, e comunque chi ero io per dire certe cose. Neanche m'interessava Mr bell'imbusto. Ma chi vogliamo prendere in giro Maggie?! Ti piaceva eccome, e forse era perché non avevo provato la sua carrozza. Sembro strana?! Lo sono.  

Parlavo anche da sola. La situazione stava degenerando.

Mi svegliai di soprassalto sentendo un continuo bussare. Mi alzai scalciando le lenzuola, gettando un'occhiata al divano, con gli occhi ancora assonnati. Non c'era. Non era tornato. Credevo fosse lui. Mi fiondai ad aprire. Quando mi trovai davanti una filippina vestita con il grembiule, con un carrellino con della biancheria pulita.

"Devo pulire stanza" esordì senza lasciarmi tempo di rispondere, sorpassandomi, trascinando il carrellino con se.

La guardai con gli occhi spalancati. Faccia pure, tanto sono solo in pigiama.  Sclerata perché uno stronzo non si è fatto vivo, preoccupata, incazzata. Insomma basta. Che m'importava dove era e con chi. Sicurezza Maggie.

Mi vestii in fretta mentre puliva il salotto, uscendo.
Speravo da una parte d'incontrarlo all'uscita da l'hotel. Gettai un occhio a destra e sinistra ma nulla, solo Paul che mi salutò dall'altro lato della strada, facendomi cenno di raggiungerlo, ricevendo un cenno della mia testa, attraversando per abbracciarlo e recarci da Anny.

"Insomma ci hai parlato?" Sobbalzai, mentre ero persa a guardare la strada e le vetrine che incrociavo. Portando l'attenzione su Paul.

"Non l'ho proprio visto" ammisi stizzita. Non volendo sapere per quale motivo non avesse fatto rientro.

"Non è rientrato?" Chiese scioccato, spalancando la bocca, sussurrando un
"Oh merda" che avevo udito più che bene.
Annuendo e basta con la testa senza proferire parola, continuando a camminare.

Suonammo al campanello di Anny. Che appena aprii ci fece cenno di fare silenzio portandosi l'indice sulle labbra.
Io e Paul ci scambiammo un'occhiata confusi.

Prese la borsa dall'attaccapanni, richiudendo piano la porta, come se fosse una ladra.

"Si può sapere che succede?" Le chiesi, vedendola camminare più spedita, puntando il pulsante verso la macchina come se fosse una pistola, per aprirla.

"I due amiconi. Sono tornati a casa più zuppi di una spugna" mi guardò truce. Ovvio che doveva essere incavolata.

Mi morsi un labbro annuendo. Ecco perché Mr so tutto io, non era tornato.
Ben gli stava. Altro che nottata di fuego.
Ci godevo? Immensamente.

"Paul possibile sei sempre più bello?" Anny lo scrutò, facendogli l'occhiolino.

"Che ci vuoi fare cara, sono come il vino" gli strizzò anche lui l'occhio, aprendo una busta.

Uscì fuori, una corona con dei...oh Gesù dei genitali applicati in posizione verticale sopra. Anny sgranò gli occhi, mentre io mi piegavo dalle risate, non riuscendomi a contenere.
"Tesoro ridi ora vedrai che combinerò al tuo di matrimonio" canzonò per nulla scherzoso Paul,
Mentre mi strozzai con la saliva.

"Nessun matrimonio. Single a vita" intimai, ridestandomi, sul sedile.

"Giusto i gatti della signora Tulli, ti aspettano" affermò Anny beffarda, girandosi verso di me, mentre metteva in moto, innestando la prima.

Che tipi. Insopportabili anche loro adesso.
Cantammo svariate canzoni alla radio. Eravamo un trio perfetto.

La giornata alle terme era trascorsa tranquilla. Avevamo sorseggiato vari drink in acqua, lasciandoci cullare da l'idromassaggio. Parlando della serata, che sarebbe seguita.

Quando tornai in Hotel, intimai a Paul di portare Anny lì davanti, dove sarebbe arrivata la limousine a prenderci.

Ritirai le chiavi, sfinita. Era vero che le terme rilassavano, ma stancavano anche.
Aprii la porta di camera sfinita, buttandomi a peso morto sul letto, aprendo le braccia e le gambe come una stella, con ancora il cappotto addosso e il manico della borsa nella mano, lasciando piano la presa per rilasciarla cadere a terra.

Non era ancora rientrato. Pace. Ormai sapevo cosa aveva fatto, e avrei aspettato solo di vederlo per chiedergli dove fosse stato e lì l'avrei beccato. Sicuramente si sarebbe vantato delle sue doti da seduttore, o di aver passato la serata a casa di una ragazza scaricandola il mattino dopo. Ed invece povera stella. Ubriaco. Le soddisfazioni arrivavano ogni tanto.

Andai a lavarmi, canticchiando, ballando nella doccia, passandomi la spugna sulla pelle. Quando uscii mi asciugai i capelli, con la spazzola tonda, guardandomi allo specchio, ed infine truccarmi solo con eyleiner, mascara, un velo di cipria ed un rossetto fucsia. Dicevano che mi metteva in risalto il biondo dei capelli e il verde dei miei occhi.

M'infilai la gonna e il body di pizzo, aprendo la porta, girandomi per prendere la borsa, per poi uscire, andando a sbattere contro una fonte di calore. Alzai piano gli occhi, incrociando i suoi blu. Sentendomi sciogliere come lava, come un vulcano che voleva eruttare.

"Dove vai?" Chiese gelido, fissandomi. Restando impalato lì, con una mano in tasca.

Mi misi a ridere. Una risata isterica, indicandolo.
"Ah ma proprio tu parli? Vediamo...stanotte non sei rientrato. Ti ho chiesto dove tu fossi? Non mi sembra. Quindi non ficcarti negli affari miei" sbottai, cercando di sorpassarlo, quando strattonandomi il polso mi trascinò di nuovo in camera, finendo per inchiodarmi la schiena alla porta, chiudendola.
Pressando il mio corpo con il suo. Vedevo i suoi occhi legati ai miei, le pupille dilatate mostrandomi ancor più blu di quanto già vedessi, scendendo a notare la bocca serrata in una linea dura, contornata da un po' di ricrescita sul mento che lo rendeva irresistibile.
Deglutii aspettando la sua sfuriata, mentre sembrava che ci divorassimo con lo sguardo.

"Ti ho fatto una domanda Maggie cazzo. Ti sei vista allo specchio?" Asserì freddo, come se fosse...geloso? Infastidito? Impossibile. Lasciando delicatamente il mio polso, quasi come una carezza.

"Ti dà noia?" Lo stuzzicai, alzando il mento, portando le braccia dietro la schiena sentendo il freddo della porta sotto i palmi.

Non rispose, scrutandomi l'intera figura. Sospirò forte vicino alle mie labbra, passandoci la lingua sopra come per parlare, scostandomi una ciocca di capelli dal viso, accarezzandomi con due dita la guancia, seguendo quel profilo con le labbra schiuse, mentre chiusi gli occhi per poi sentire la sua voce, vicino al mio orecchio.
"Per nulla" rivelò, anche se la voce lo tradiva, per poi girare, andando in bagno.

Mi sembrava di aver ricevuto una pugnalata. Perché doveva sempre essere così? Uscii da l'hall delusa e amareggiata. Mi aspettavo un comportamento o una reazione diversa, invece aveva scelto il silenzio, e faceva la predica a me. Il coraggio non gli mancava e neanche la faccia tosta.

Mi strinsi le spalle infreddolite nella giacca di pelle, quando vidii arrivare la limousine, ed un Anny sbucare dal tetto della macchina, con una bottiglia di spumante in mano.
"che la serata abbia inizio Baby" esultò euforica, quando aprii lo sportello ritornando a ridere, salutando le ragazze ed anche la sorella di Anthony.
Mi girai prendendo anche io un flûte in mano, che Anny riempiva.
Li portammo al centro facendoli scontrare tra loro.
"Ad Anny" gridammo, sentendo la limousine partire.

E come dicevo sempre. Su i bicchieri e giù i pensieri. Nessuna regola un consiglio.

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