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Capitolo 13

Pov Virginia.
-Ora puoi mettermi giù, siamo arrivati!- dissi per l'ennesima volta a Christian, che continuava a tenermi in braccio.

-Eh va bene!- si arrese, adagiandomi delicatamente a terra.

-Christian tu puoi andare, ci penso io a loro...- iniziò a dire Giorgio, ma fu subito interrotto.

-No, Giò, vai pure te. Tu oggi non avevi un interrogazione?- chiese Alex.

-Un interrogazione? Merda, quella mi uccide!- imprecò, per poi scappare subito dall'aula, lasciandoci soli.

Nell'infermieria non c'era nessuno.
Ci ritrovavamo ognuno davanti all'altro, seduti su due sedie che ci separavano per un metro.

-Ti fa male?- mi chiese Alex, indicandomi la testa.

-Non tanto. A te fa male?-.

-Non tanto.-

Continuammo di nuovo ad evitarci lo sguardo.
Da quando ci comportiamo così.

-Non è vero che sei così tanto leggera. Se fossi in te smetterei di abbuffarmi la mattina, a colazione, per fare colpo con Cristiano.-.

-Che? Io non sono così tanto pesante e poi chi è Cristiano?- iniziai a dire, fulminandolo con lo sguardo.

-Quel tizio alto tutto muscoli e niente cervello-.

-Primo, si chiama Christian e secondo, perché parli così di lui? Che sei geloso?- iniziai a dire, ghignando.

-Si certo. Chiamami quando avrai trovato una scusa migliore!-.

-Bene!-.

-Bene!- mi fece il verso.

-Ehi ragazzi calmatevi! È da quando siete entrati in questa scuola che non vi vedo andare d'accordo!- disse l'infermiera, entrando.

Era una signora di circa 45 anni, bassina, ma molto carina e graziosa. A volte faceva anche da psicologa, essendo molto comprensiva e saggia.

-Alex, ti ho visto a malapena 10 minuti fa! Cosa hai fatto adesso?- chiese andando da lui, visto che era quello ridotto peggio.

-Chiedilo a Miss Sottuttoio...- rispose, fulminandomi con lo sguardo.

-Virgi, che ti ha fatto questa volta?- si rivolse a me.

-Questa volta, stranamente, lui non ha fatto niente. È stata quell'ossigenata a spingermi, contro Alex, dalle scale.-.

-Oddio, questo lo dovete dire al preside! Guarda come siete ridotti! Lui ha un labbro rotto, un livido sulla fronte come te e mi sembra che abbia dato una dolorosa botta, con la schiena.- iniziò a spigare la dottoressa, medicando il labbro di Alex.

-No Stacy, non serve. Ci penso io a vendicarmi come si deve.- dissi.

-Ok, come volete, basta che non la mandi all'ospetale. Riguardo alla vostra caduta possiamo dire agli insegnanti che sei scivolata.-.

-Mh...- si lamentò Alex, quando sentì il disinfettante sulla fronte.

-Scusa tesoro- disse lei, facendo più lentamente.

Alex, per qualche strana e misteriosa ragione, è sempre stato il preferito di Stacy. Anche quando la colpa è sua, cerca comunque di confortarlo.

Saranno i suoi ormoni, ma data la sua età saranno deceduti da chi sà quanto tempo.

Il giorno dopo Alexander non si è presentato a scuola, perché doveva rimanere a riposo per 2 giorni.
Meno male, avevo tutto il banco per me!

Le lezioni oggi, non l'avrei mai detto, ma sono risultate moolto noiose: la professoressa di chimica ha spiegato le cellule(cosa che anche i bambini di 8 anni conoscono), quella di inglese d'un tratto ha iniziato a raccontarci la storia della sua vita e il professore di disegno mentre spiegava, sembrava che stesse dormendo sulla cattedra.

Per fortuna che è suonata la ricreazione!

-Ehi amò, andiamo alle macchinette!- mi chiese Martina con un sorriso a 32 denti.

-Certo! Mi serve un po' di caffeina per sopportare la prossima ora di matematica con il supplente...- risposi, uscendo dall'aula insieme a lei.

-Dai non ti abbattere mancano sono 2 ore di lezione, così non sei più sola- mi disse, accenando ad un sorriso.

Solitudine?

-Solitudine, perché?- chiesi.

-Vivvi non fare la finta tonta, sappiamo tutti che ti mancano i battibecchi con Alex e ti senti molto sola!-.

-Mi manca Alex? Ma cosa stai dicendo io sto benissimo senza la sua parlantina e il suo modo di sistemarsi i capelli quando è annoiato....ma cosa mi stai facendo dire!- chiesi, ma sembrò più un rimprovero che una domanda.

-Io,nieeente. Almeno tu sei fortunata ad avere uno strafico, come compagno di banco! Io ho il suo amico che ogni volta, ficca la testa dentro lo zaino per mangiare di nascosto e non farsi notare dai professori! Mangia a bocca aperta, che schifo!- rispose lei, per fortuna cambiando argomento.

Non voglio vedere altri sorrisini maliziosi sul suo volto...sono inquietanti.

Le due ore di matematica sono finite e possiamo tornare a casa, visto che di sabato le lezioni durano solo 5 ore.
Improvvisamente sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.

-Signorina Morgan, mi scusi il disturbo, le devo chiedere un piccolissimo favore! Può portare questi appunti al signorino Brooks?- mi chiese il supplente di matematica, consegnandomi dei fogli.

-Ma non può chiederlo hai suoi amici, io questo pomeriggio ho gli allenamenti di atletica.- risposi, cercando di essere più educata possibile.

-Non li ho trovati. La prego glieli può consegnare?-.

- Va bene.- dissi in fine, prendendo i fogli e dirigendomi subito verso casa.

Dopo qualche minuto arrivai subito davanti la porta di casa di Alexander.
Suonai il campanello e, quando si spalancò la porta, rimasi scioccata...

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